
Il calciomercato dei pesci grossi stenta a muoversi, almeno in Serie A, ma tra i pesci piccoli le sorprese non mancano, o almeno non sono mancate questa settimana. Questo presupponendo che l'assurdità sia l'eccezione del calciomercato e non la regola, cosa di cui non siamo del tutto convinti. Solo in questa selezione, in cui magari ci siamo anche persi qualcosa, c'è un ex grande centravanti inglese che accetta di scendere nella quinta serie del proprio Paese; una mezzala slovacca di culto che si trasferisce in Arabia Saudita; un esterno francese che cerca in Svizzera la sua ultima spiaggia; un attaccante uzbeko paragonato a un guerriero mongolo che approda in Turchia; il ritorno di un Pallone d'Oro in Italia; e Rodrigo De Paul che finalmente può giocare con il suo migliore amico anche a livello di club. Che dire: buona lettura.
ANDY CARROLL AL DAG & RED
Avevamo lasciato Carroll nel romantico paesaggio di Bordeaux, convinto a scendere nei bassifondi del Championnat National 2, una sorta di Serie D francese, per sposare l’idea bohemien di vivere lì: il fornaio al mattino, la vita lenta, addirittura un contratto part-time. Lo ritroviamo ora a scendere ancora di più nel Dagenham & Redbridge Football Club in National League, che dovrebbe corrispondere al 5° livello del calcio inglese, il primo appartenente alla non-league football, che credo spieghi abbastanza da sé di cosa parliamo.
Vista così sembra un passaggio ancora più romantico: Carroll che abbraccia la causa di un piccolo sobborgo all’estrema periferia est di Londra, uno di quei posti che almeno nella mia idea sono tutti uguali alla cittadina del film Hot Fuzz. Carroll al pub, Carroll che cura il prato davanti casa, Carroll che cucina il classico Sunday Roast della domenica. In verità, come sappiamo, la realtà è sempre più deludente: il Dag & Red è stato appena acquistato da un fondo qatariota e Carroll è diventato socio di minoranza del club. Questo vuol dire che siamo davanti al primo - o forse no, ma immagino non accada così spesso - caso di giocatore/socio di minoranza, uno strano conflitto di interesse, ma anche, immagino, uno stimolo per fare bene. Se fate il fantacalcio della non-league football, pensateci.
RODRIGO DE PAUL ALL’INTER MIAMI
Qualche giorno fa su X girava il video di una partita di Rodrigo De Paul ai tempi dell’Udinese, contro la Juventus. De Paul, oggi ce lo siamo forse scordati, era uno dei migliori centrocampisti della Serie A: era praticamente un trequartista, con la visione di un trequartista, il fiato di una mezzala e l’interdizione di un mediano. Nelle ultime tre stagioni in Friuli ha segnato 25 gol e realizzato 23 assist, numeri che in pochissimi riescono a mettere insieme. Questa duttilità lo ha portato all’Atletico Madrid, e a diventare lo scudiero di Messi nell’Argentina Campione del Mondo e delle Americhe, ma lo ha quasi come prosciugato del talento.
Cosa si prova con tutto quel talento a passare per la guardia del corpo di un altro (per quanto quell’altro sia Messi)?
Ed è proprio in questa strana amicizia che dobbiamo leggere questo trasferimento. A 31 anni e senza aver massimizzato i suoi anni migliori, usato da Simeone in un ruolo troppo dispendioso e lontano dalla porta. Forse per consunzione De Paul ha scelto di mollare l’Europa e andare da Miami da Messi. Vista da qui, dall’Italia, è un finale un po’ triste. Juventus, Inter, Milan, Roma, Napoli, tutti hanno cercato De Paul in questi anni, nessuno è riuscito a riportarlo a casa, o a non farlo partire. La sensazione è che la sua storia sarebbe potuta essere molto diversa. Ma, contento lui, contenti tutti.
BRANDON SOPPY AL LOSANNA
Nell’estate del 2022 le aste del fantacalcio sono state attraversate da una vibrazione al nome di Brandon Soppy. Un giovane terzino francese che aveva già dimostrato di poter fare bene all’Udinese era stato prelevato dall’Atalanta, la casa degli esterni a tutta fascia: cosa sarebbe potuto diventare con Gian Piero Gasperini? Oggi sembra ridicolo farsi questa domanda. Soppy ha collezionato appena 15 presenze con la maglia nerazzurra e i suoi due tentativi di rilancio sono finiti male. 5 presenze con il Torino, che ha addirittura deciso di interrompere il prestito a metà stagione; 5 presenze con lo Schalke 04, un nome che già di per sé preannuncia sventura. La scorsa stagione addirittura un passaggio nell’Atalanta Under 23, in Serie C, dove ha raccolto la miseria di 200 minuti. Cos’è successo? È possibile sbagliarsi così tanto su un giocatore? C’è ancora qualcosa, nella carriera di Brandon Soppy?
Adesso l’esterno francese prova a pescare l’ultima carta: un ciclo di lavaggio nel campionato svizzero, che ha già fatto tornare come nuove le carriere di giocatori come Dimarco e Calafiori. L’ultimo giocatore dell’Udinese a provarci è stato Simone Pafundi, e non è andata benissimo (poco più di mille minuti giocati, un gol, due assist), ma nessuna storia è uguale a se stessa e non possiamo che augurare il meglio a Brandon Soppy, nella speranza che gli infortuni lo lascino in pace per un po’.
ONDREJ DUDA AL AL-ETTIFAQ
L’Al-Ettifaq non fa parte delle cosiddette quattro big dell’Arabia Saudita, cioè l’Al-Hilal, l’Al-Nassr, l’Al-Ittihad e l’Al-Ahli, e il suo tentativo di scalata è andato male, con Jordan Henderson tornato in Europa dopo pochi mesi e Steven Gerrard lasciato andare e sostituito con un allenatore saudita all’inizio di quest’anno, ma fa comunque effetto l’idea che qualcuno nella Monarchia del Golfo abbia pensato a questa mezzala di culto della Serie A per rinforzare la propria squadra. D’altra parte, il calciomercato delle squadre saudite è centralizzato e quindi qualcuno nel management del campionato deve proprio aver pensato: ma quanto ci starebbe bene Ondrej Duda all’Al-Ettifaq? Ma te lo immagini uno centrocampo Duda-Georginio Wijnaldum?
Che dire: come dare torto a chi lo ha pensato. Duda è stata una presenza discreta in Serie A, una di quelle stranezze che rendono il nostro campionato ancora interessante. Una mezzala slovacca iper-tecnica e compassata in una squadra che doveva girare a livelli di intensità e disperazione fuori scala per sopravvivere alla lotta per non retrocedere. Vederlo toccare il pallone con quella cura in una squadra che probabilmente ne avrebbe fatto molto volentieri a meno era uno dei principali motivi per veder giocare il Verona nella desolazione cyber-punk del Bentegodi. Adesso Duda va in una desolazione cyber-punk molto più letterale, tra i grigi palazzoni di Dammam, e l’aria resa opaca dai granelli di sabbia. Alla Serie A rimangono due gol, otto assist e un vuoto a forma di questa punizione che sarebbe in cima alle compilation di highlights dei migliori giocatori del nostro campionato se non fosse stata segnata da Ondrej Duda.
ELDOR SHOMURODOV ALL’ISTANBUL BASAKSEHIR
623 anni fa il condottiero mongolo Tamerlano è nell’odierna Turchia, ad Ankara, dove ha appena ottenuto una vittoria colossale sugli ottomani, ritardando così la loro conquista di Costantinopoli, l’attuale Istanbul, di mezzo secolo. Oggi l’intelligenza artificiale immagina Eldor Shomurodov vestito con l’armatura tradizionale degli antichi guerrieri mongoli, tra le mani le redini del suo cavallo, mentre sorride soddisfatto a un gufo - simbolo dell’Istanbul Basaksehir, squadra della città che una volta era chiamata Costantinopoli. Lo Shomurodov-Tamerlano è in una piana non definita, davanti a una yurta: il gufo gli ha appena annunciato il passaggio alla Superlig turca o la vittoria sugli ottomani?
LUKA MODRIĆ AL MILAN
Lo sappiamo da settimane, e probabilmente ci siamo abituati all’idea. Anzi, l’idea ci piace, che siamo tifosi del Milan oppure semplici osservatori delle cose della Serie A. Modric in Serie A è un lusso, un regalo dal cielo, una cosa che poteva succedere tanti anni fa e ora pensavamo non sarebbe più successa. Vederlo nei giorni scorsi diventare un giocatore del Milan, firmare il contratto, indossare la maglia, camminare tra i tifosi, ha reso questo passaggio reale: bellissimo ma anche surreale.
Surreale perché Modric compirà 40 anni il prossimo 9 settembre. È vero, portati benissimo: da questo punto di vista lo sport è strano: alcuni atleti dopo i 30 anni sembrano spegnersi come candele nel vento, altri invece resistono molto più a lungo. Modric non è mai stato un fenomeno fisico, ma evidentemente c’è qualcosa nella sua mentalità, nel modo in cui si allena e cura il suo corpo. Ma basta? Staremo a vedere se il Milan ha preso il simulacro di un calciatore fichissimo e leggendario, o se Modric avrà ancora qualcosa da dire. In ogni caso, comunque, noi siamo contenti, ma non potevamo non inserirlo in questa classifica.
JONATHA VIERA AL LAS PALMAS
Chiunque abbia visto giocare almeno una volta Jonathan Viera, non può non pensare che sia uno dei calciatori più belli che abbia mai visto in vita sua. Soprannominato "il mago" come altri spagnoli quali David Silva e Luís Alberto, Jonathan Viera rappresenta in purezza la scuola del calcio canario, dove i giocatori da bambini affinano le loro qualità sulla spiaggia e finiscono per diventare gli esponenti più virtuosi - e vistosi, nel modo di giocare - della scuola spagnola. Jonathan Viera è sempre stato un nome di culto per gli amanti della Liga, ma mai nulla di più.
Tra i motivi per cui non si è mai affermato a certi livelli c'è il suo carattere, certo, ma anche le scelte di mercato. In questi giorni Jonathan Viera è tornato al Las Palmas e la particolarità è che lo sta facendo per la quinta volta in carriera. Aveva esordito con la maglia gialloblù a 19 anni, nel 2008, poi nel 2012 aveva provato a svoltare la sua carriera trasferendosi al Valencia. Viera non aveva saputo mettere a frutto le sue qualità e così, dopo aver cambiato diverse squadre, nel 2015 era tornato al Las Palmas, che aveva guidato verso la promozione in Liga. Dopo un paio di stagioni memorabili sotto la guida di Quique Setién, aveva scelto la strada del denaro trasferendosi in Cina nel 2018. Troppo diversa, però, Pechino dalle spiagge canarie, e così nel 2019 si è fatto qualche mese in prestito al Las Palmas, prima di tornare in Cina. ll ritorno definitivo a casa c'è stato nel 2021. Ancora una volta Jonathan Viera ha guidato il Las Palmas alla promozione in Liga. Poi, però, a metà della stagione 2023/24 ha deciso di andarsene perché, parole sue «non serve avere la sfera di cristallo per sapere che ho un problema con l'allenatore», García Pimienta. Dopo quasi due anni di esilio, Jonathan Viera è tornato al Las Palmas, che intanto è retrocesso in Segunda Division. La sua è una scelta di puro amore: «Non giocherò gratis solo perché la Liga non lo permette. Guadagnerò il minimo salariale». Riuscirà a riportare ancora una volta l'isola di Gran Canaria in Liga?