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I movimenti di mercato più assurdi della settimana
26 lug 2024
Per il calciomercato non c'è bisogno di cerimonia d'apertura.
(articolo)
7 min
(copertina)
Foto AEK
(copertina) Foto AEK
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Come nel celebre meme, non abbiamo fatto in tempo a chiudere e riaprire gli occhi che è arrivata la cerimonia d'apertura delle Olimpiadi, e con sé tutto ciò che comporta. Agosto, ventilatori sparati in faccia, semi del cocomero per terra che ti si conficcano nella pianta del piede. Nel frattempo il mercato continua a viaggiare: scendendo dai cellulari dei direttori sportivi, fino ai gruppi Whatsapp dei tifosi, per scorrere tra le scrollate di Twitter. Insomma, è passata un'altra settimana, il che significa che ci sono stati altri sette giorni di calciomercato random. Godeteveli.

Tolgay Arslan al Sanfrecce Hiroshima

«Ho scoperto che il Sanfrecce Hiroshima è il posto che volevo e il club per cui voglio giocare», così Tolgay Arslan ha spiegato il suo passaggio dall’Australia al Giappone, come se ce ne fosse davvero bisogno. Quando, invece, aveva deciso di lasciare l’Italia per l’Australia, aveva parlato di una voce nella sua testa. Il Melbourne City era disposto a tutto pur di tenerlo, dopotutto Arslan è stato uno dei migliori calciatori dello scorso campionato australiano, eppure non c’è stato verso.

Di solito quando un calciatore cambia squadra senza un motivo preciso, l’idea è che lo faccia per ragioni economiche. La loro carriera è breve e devono massimizzare il profitto: è lecito. Arslan però, almeno a sensazione, sembra avere un’altra visione dello scopo di questo dono, ovvero il dono di poter vivere giocando a calcio. Sembra quasi un backpacker che invece di ostelli, pullman e WorkAway, può girare il mondo guadagnando comunque centinaia di migliaia di euro giocando a calcio ma nel tempo libero. Il suo vero tempo è quello dedicato alla scoperta, al mondo come spazio di conoscenza. Certo, sarebbe facile dire che tutti dovrebbero imparare da Arslan, cercare di vivere la vita come arricchimento prima di tutto spirituale, la realtà però è che questo messaggio dovrebbe essere rivolto ai calciatori stessi: + Arslan - procuratori (poi magari è tutta una nostra visione romantica della carriera di Arslan, ma lasciateci essere romantici).

Erik Lamela all’AEK Atene

Lo scorso 13 aprile l’AEK Atene ha compiuto cent’anni ma non ha potuto festeggiare con il titolo greco, vinto dal PAOK, arrivatogli sopra di due punti. Considerando questa situazione inaccettabile, il presidente sta correndo ai ripari e in questo mese di luglio sono arrivate in giallonero due leggende argentine come il “Tucu” Pereyra e, appunto, il “Coco” Lamela.

Starete pensando: ma quanto è caduto in basso Lamela per essersi trasferito in Grecia a poco più di trent’anni. Doveva essere un fenomeno generazionale e, dopo una carriera interessante ma deludente, ora sta già così. Se pensate questo genere di cose non avete ben presente quanto i giocatori belli sono ancora oggi amati dai tifosi più di quanto una logica interamente razionale lascerebbe pensare. Se pensate questo non avete visto l’accoglienza che è stata riservata a Lamela arrivato ad Atene. Godetevela:

Forse Lamela non ha mantenuto tutte le promesse competitive fatte a 18 anni, ma è comunque diventato il giocatore principesco e romantico che sembrava essere.

Josè Callejon al Marbella

Niente da vedere se non il king del taglio sul lato debole che si va riposare al mare di Marbella sfoggiando un baffo d’annata.

Lucas Piazon all’AVS

Eccoci tornati al classico appuntamento in cui vi aggiornate su che fine ha fatto Lucas Piazon, il nuovo Kakà. Per riassumere: dopo aver dato segnali di poter essere un giocatore interessante e non solo un sogno è stato acquistato dal Braga. Piazon si è rivelato ciò che non volevamo nemmeno vedere: non un talento sprecato ma un giocatore normale. Un centrocampista tecnico, sì, ma mica Iniesta, mica Kakà, e poi con un livello atletico troppo basso anche per una squadra non certo di fulmini come il Braga. È andato in prestito al Botafogo e non ha giocato sempre nemmeno lì. Ora si trasferisce in una squadra che sembra una sigla autostradale, l’AVS.

Christian Früchtl al Lecce

Il Lecce che prende un portiere cresciuto e pasciuto dal Bayern Monaco con l’ingombrante idea che potesse essere vice Neuer: tutto normale. Qui siamo all’opposto delle “Corvinate”, siamo in un territorio sconosciuto. C’è da dire che nelle ultime due stagioni Früchtl ha giocato, titolare, all’Austria Vienna (da non confondere con il Rapid Vienna).

Alcune notizie su Früchtl: è cresciuto a Bischofsmais, un piccolo paesino nelle foreste della Baviera, porta 50 di piede e a 15 anni era alto già 190 centimetri. Sempre a 15 anni è stato aggregato con la prima squadra del Bayern Monaco, secondo Sammer la sua costituzione fisica era “folle”. Arriva per fare il secondo a Falcone, forse, oppure il Lecce sta pensando di cedere il suo primo portiere. Per i tifosi sarebbe un brutto colpo, ma se non possiamo fidarci di un portiere tedesco gigante, di cosa possiamo fidarci?

Zinho Vanheusden al Mechelen

Vi ricordate quando non si poteva giocare a calcio senza Vanheusden?

Pione Sisto all’Aris Salonicco

Qui solo per dirvi che Pione Sisto non è più una giovane promessa e nel 2025 compirà 30 anni, come vi fa sentire questa cosa?

Su Ultimo Uomo abbiamo scritto di lui veramente ogni volta in cui abbiamo potuto, forse la prima volta in un pezzo dal titolo piuttosto imperialista: “Shopping in Scandinavia”. Lo scorso anno era in Turchia, quest’anno in Grecia, continuando a circolare dunque tra i campionati più ricchi di tifosi pazzi e giocatori bolliti.

Moussa Diaby all’Al Ittihad

Un anno fa Diaby si muoveva dal Bayer Leverkusen all’Aston Villa per 50 milioni di euro, un anno dopo le cose sono cambiate radicalmente, per tutti. Il Leverkusen ha avuto la stagione migliore della propria storia, mentre Diaby ha deluso le aspettative all’Aston Villa. Non completamente, ma è sembrato un giocatore meno in grado di fare la differenza di quanto sembrasse in Germania; un giocatore meno incisivo in fase di definizione dell’azione. Il suo status è calato così drasticamente che, appunto, in dodici mesi finisce a giocare nel campionato saudita. In tutto questo l’unica cosa che non è calata è il suo valore economico visto che si trasferirà per 60 milioni.

(Mi dispiace ma per legge ogni volta che si parla di Diaby si è costretti a ricordare che da giovane ha giocato nel Crotone. Ecco fatto).

Lorenzo Pirola all’Olympiacos

Lorenzo Pirola ha giocato nell’Italia Under 15, Under 16, Under 17, Under 18, Under 19, Under 21. Spesso era il capitano della squadra, il più alto, il più carismatico, il più somigliante a un calciatore vero. A vederlo rappresentava l’ideale italiano perfetto: difensore, elegante, non particolarmente atletico, ma geneticamente predisposto alla sottile arte del non far segnare gli avversari. A tirare a indovinare sembrava destinato a diventare rapidamente un calciatore forte, ma lo sappiamo che questi sviluppi non sono mai lineari.

Pirola è stato mandato in prestito al Monza in Serie B, dove è rimasto due anni giocando poco, poi due anni alla Salernitana in A, dove ha giocato di più. A 22 anni non è male: quattro stagioni tra i professionisti e quasi 100 partite. In quanti tra i giovani italiani hanno numeri simili? Pochi. Nessuno però in Italia ha voluto puntare su Pirola, neanche la Salernitana, che dopo averlo pagato 5 milioni appena un anno fa lo ha rivenduto a 3.5 milioni all’Olympiacos, come un pacco difettoso su cui fare una plusvalenza al centesimo.

Se i giovani calciatori italiani finiscono all’estero sempre più spesso, la scelta di Pirola è ambigua, sicuramente coraggiosa. Il campionato greco non è di quelli che sembrano adatti alla crescita dei giovani talenti o particolarmente attrattivi, ma c’è da dire che l’Olympiacos è un po’ un caso unico. Una società storica che ha sempre avuto un suo profilo internazionale, che pochi mesi fa ha vinto la Conference League, che offre una vetrina importante. Certo, giocare al Pireo vuol dire avere grandi pressioni, un tifo bollente come pochi altri al mondo: un piccolo rischio di bruciarsi per Pirola c’è.

L’obiettivo dichiarato dell’anno prossimo è vincere il campionato, nell’eterno duello con AEK e PAOK. Pirola saprà adattarsi a questa nuova realtà? Se diventasse una leggenda del club sarebbe bellissimo.

Norbert Gyomber all’Al Kohlood

A 32 anni la leggenda Norbert Gyomber, alla coda di una carriera piuttosto delirante, va a riposarsi nella Saudi Pro League. Il meritato riposo del guerriero, che ricorderemo per le prese in giro di Totti, gli attestati di stima di Spalletti, alcune stagioni decorose alla Salernitana e l’ingresso in campo con la Slovacchia all’Europeo dopo il quale, veramente pochi secondi dopo, Bellingham segnerà in rovesciata.

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