Al San Paolo, il Napoli (momentaneamente scalzato dal primo posto dalla Juventus vittoriosa a Verona col Chievo) si è trovato di fronte l’ostico Empoli di Giampaolo, che tra lo scetticismo generale sta guidando la squadra toscana in un campionato ancora migliore di quello della scorsa stagione in cui a guidarla era proprio Sarri (in questo stesso momento stagionale, l'Empoli '14/'15 aveva 12 punti in meno).
Quindi: Sarri contro il suo passato. Ma anche: due delle squadre più spettacolari e moderne del nostro campionato con, gioco forza, diversi punti di contatto. Entrambe pressano alto, difendono molto compatte e hanno a disposizione giocatori tecnici in grado di gestire il pallone e di posizionarsi intelligentemente. Insomma, c’erano tutti presupposti per una partita spettacolare.
L’unico assente tra le fila del Napoli era Grassi, appena arrivato dall’Atalanta ma infortunatosi al suo primo allenamento. Pur con il turno infrasettimanale alle porte, Sarri ha deciso di rimandare il turnover, confermando l’undici titolare azzurro: Reina in porta, la difesa a quattro formata da Hysaj, Albiol, Koulibaly e Ghoulam, il centrocampo con Allan e Hamsík ai lati di Jorginho, il tridente con Callejón, il capocannoniere Higuaín e Insigne.
Invece, Giampaolo aveva qualche problema di formazione: ha dovuto rinunciare ai centrali Costa (infortunato) e Barba (non convocato in attesa della concretizzazione del suo probabile trasferimento allo Stoccarda). Con Skorupski in porta, la difesa era formata da Laurini, Tonelli, Camporese e Mário Rui. Paredes ha ripreso il suo posto da regista dopo la squalifica, con Zielinski sul centro-destra e Croce, che ha vinto il ballottaggio con Büchel, sul centro-sinistra. Saponara ha completato il rombo del 4-3-1-2 agendo da vertice alto alle spalle delle due punte Maccarone e Pucciarelli.
Nel testa a testa del pressing ha avuto la meglio il Napoli, non solo perché è riuscito a recuperare 15 palloni nella metà-campo avversaria, contro i 5 dei toscani, ma anche e soprattutto per come gli azzurri sono riusciti ad evadere costantemente il pur organizzato pressing dell’Empoli.
Gli uomini di Giampaolo hanno pressato la costruzione bassa del Napoli fin da quando la palla era sui piedi di Reina, con Saponara a prendere in consegna il regista avversario (Jorginho) come è solito fare e i due attaccanti Maccarone e Pucciarelli ad orientarsi verso i difensori centrali.
L’Empoli cerca di impedire la costruzione dal portiere del Napoli, con Saponara che marca Jorginho e Maccarrone e Pucciarelli pronti a pressare la ricezione dei centrali.
Con Sarri il Napoli ha compiuto passi da gigante nella gestione e circolazione del pallone: a livello tecnico, tattico e mentale. I difensori e i centrocampisti azzurri praticamente non vanno mai in difficoltà grazie alla consapevolezza nei mezzi propri e in quelli dei compagni
Anche sotto pressione i difensori sono sempre freddi e composti, grazie al posizionamento e alle rotazioni compiute dai centrocampisti che permettono sempre di liberare almeno un uomo, consentendogli di passare la palla ad un compagno libero. La cognizione degli azzurri è tale che molto spesso è il portatore di palla ad invitare il pressing, di modo da costringere gli avversari a lasciare la propria posizione e a concedere spazio attaccabile alle proprio spalle.
Jorginho invita il pressing di ben tre dei quattro centrocampisti dell’Empoli, mentre Allan e Hamsík offrono supporto posizionandosi su una linea di passaggio verticale, che il regista del Napoli puntualmente traccia.
L’Empoli, pur potendo contare su un Paredes cresciuto esponenzialmente nel nuovo ruolo da regista arretrato e non da meno del rivale Jorginho, non ha saputo liberarsi dal pressing del Napoli con altrettanta facilità.
Quella dell’ampiezza è un'altra caratteristica condivisa dalle due squadre. I due attaccanti dell’Empoli sono soliti allargarsi molto per ricevere palla nelle zone laterali del campo e “stirare” le maglie della difesa avversaria, in modo da aprire spazio per le incursioni di Saponara. E contro una squadra che difende con un elevato livello di compattezza orizzontale, l’Empoli ha trovato in diverse occasioni Maccarone libero sulla sinistra.
Saponara lancia Maccarone sulla sinistra, bravo ad approfittare del mancato allineamento della difesa del Napoli che gli permette di attaccare la profondità dalla fascia sinistra. L’attaccante di Giampaolo ha la possibilità di affrontare Hysaj uno contro uno, ma l’azione non si concretizza
Questa strategia, legittima sulla carta, non si è rivelata particolarmente efficace perché Saponara rimaneva spesso isolato al centro dove il Napoli faceva densità. Anche in transizione, il trequartista di Giampaolo era spesso troppo basso dopo la riconquista della palla e riusciva al massimo a servire uno dei due attaccanti, ma non a fornire il conseguente supporto offensivo.
In transizione Saponara è rimasto isolato e può solo cercare l’azione individuale, con Maccarone praticamente irraggiungibile. Il trequartista è costretto ad un retropassaggio ed il Napoli ha il tempo per ricompattarsi.
L’Empoli è riuscito a compiere solo 7 tiri in totale, di cui appena due nello specchio della porta, tra cui la conclusione di Paredes su punizione indiretta valsa il gol del vantaggio.
In fase difensiva, sia il Napoli che l'Empoli prediligono difendere la propria metà-campo compattandosi al centro, sia verticalmente che orizzontalmente, lasciando spazio sulle corsie.
L’estrema compattezza orizzontale dell’Empoli
Per sfruttare a proprio favore la compattezza orizzontale dell’Empoli (appena 40.7 m di ampiezza media), Sarri ha allargato più del solito Insigne, oltre che riposizionato Callejón da ala destra, dopo che recentemente lo aveva impiegato in un ruolo ibrido tra il compagno di attacco di Higuaín e quello di attaccante esterno, determinando una asimmetria nel 4-3-3 del Napoli. Come dire, Sarri contro Sarri.
L’ampiezza offerta da Insigne e Callejón, supportati da i terzini, si è rivelata una costante spina nel fianco per l’Empoli, costretto spesso a compromettere la propria compattezza e di conseguenza il proprio sistema di marcature a zona, per contrastare le azioni sulle corsie.
Di fatto, tutti i gol su azione del Napoli sono scaturiti dal posizionamento largo di uno dei due esterni d’attacco, con cui sono riusciti sia a fornire l’ultimo passaggio (Insigne in occasione del gol del pareggio di Higuaín) sia a concludere di prima persona sul secondo palo (la doppietta di Callejón).
Il gol del pareggio del Napoli. Poco prima di fornire l’assist, Insigne è larghissimo sulla sinistra.
L’ennesima prova di forza del Napoli e del suo attacco (è la sesta volta che in questa stagione segna 5 gol nella stessa partita), permette agli azzurri di scavalcare nuovamente la Juve dalla difesa granitica (appena 1,8 xG complessivi concessi in campionato nel 2016).
E così, la corsa Scudetto sembra sempre più una cosa a due, in cui la prossima sfida tra Juventus e Napoli rivestirà un’importanza fondamentale.
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