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A chi fa comodo questo pareggio, all'Inter o al Napoli?
03 mar 2025
Un altro grande secondo tempo della squadra di Conte fissa il pareggio.
(articolo)
11 min
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Foto IMAGO / ABACAPRESS
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Al termine di un’ora di gioco intensa e in costante pressione il Napoli è riuscito a pareggiare. Lo ha fatto con pieno merito, riequilibrando il capolavoro su punizione di Federico Dimarco arrivato 65 minuti prima. In quell'ora l'Inter ha provato più che altro a resistere, cercando di tenersi stretta un risultato che l'avrebbe proiettata a 4 punti di vantaggio.

È stato quel gol di Dimarco a cambiare la partita, e che ha costretto il Napoli a tirare fuori la migliore versione di sé possibile.

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LE CONTRAPPOSIZIONI IN CAMPO
Antonio Conte ha contrapposto al consueto 3-5-2 dell’Inter, un 4-3-3 asimmetrico in entrambe le fasi di gioco. In fase di non possesso il Napoli ha scelto di aggredire il 3-5-2 dell’Inter con un pressing intenso e orientato sull’uomo. Raspadori sta su Bisseck, Lukaku su Acerbi, a pareggiare i 3 difensori nerazzurri in costruzione era Gilmour che si stacca dalla linea di centrocampo uscendo su Bastoni. Alle sue spalle, a catena, Di Lorenzo si alza su Mkhitaryan, mentre Politano ha il compito di tracciare lungo tutto la fascia Dimarco. Dal lato opposto il Napoli contrappone Spinazzola a Dumfries e McTominay a Barella, con i due centrali in parità numerica contro Lautaro e Thuram. Lobotka, infine, si alza su Çahlanoğlu.

Il pressing del Napoli.

Anche in fase di possesso palla il comportamento delle due mezzali e dei due terzini del Napoli è differente. In fase di costruzione della manovra, Gilmour supporta Lobotka nell’impostazione mentre McTominay si alza nella zona di centro-sinistra per offrire una linea di passaggio avanzata e per essere pronto ad attaccare l’area di rigore avversaria. Al contempo Di Lorenzo batte tracce interne, lasciando l’ampiezza a destra a Politano, mentre Spinazzola rimane aperto a sinistra, sebbene a un’altezza diversa, più bassa, di quella di Politano sulla fascia opposta. Più avanti, invece, Raspadori si avvicina a Lukaku.

L'Inter difende posizionalmente, copre gli spazi, e in prima costruzione il Napoli allora tiene i centrali - Buongiorno e Rrahmani larghi - per dilatare la distanza tra Lautaro e Thuram. Meret o Lobotka, se necessario, arretrano tra i due per risalire il campo più comodamente.

La disposizione in costruzione del Napoli. Lobotka e Gilmour a supportare i due centrali e creare superiorità numerica contro la prima linea di pressione avversaria. Di Lorenzo dentro il campo, Raspadori vicino Lukaku, Politano e Spinazzola a occupare l’ampiezza a diverse altezze.

Nella prima parte del primo tempo, la partita ha viaggiato sul filo dell’equilibrio. Il primo tiro in porta, al 19', è stato del Napoli con McTominay, ma subito dopo l’Inter ha costruito il suo vantaggio. L’azione dei nerazzurri si è sviluppata da Bastoni, il giocatore interista con più libertà in costruzione. Bastoni ha avuto il tempo per alzare la testa e permettere a Dimarco di attaccare la zona alle spalle di Politano. Sulla ribattuta del cross di Dimarco da posizione pericolosa, la conquista della seconda palla da parte di Mkhitaryan ha originato il calcio di punizione decisivo per l’Inter.

L’attacco dello spazio alle spalle di Politano da parte di Dimarco è stata l’unica situazione tattica capace di generare pericoli per la porta di Meret. Di Lorenzo viene attirato fuori linea dall’esigenza di alzarsi su Mkhitaryan, e allora il controllo delle avanzate di Dimarco poggia tutto sulle spalle di Politano. La difesa dello spazio difensivo alle sue spalle avrebbe potuto essere, per tutta la partita, un compito troppo gravoso per Politano. L’Inter avrebbe potuto sfruttare meglio questo vantaggio tattico; tuttavia, dopo il gol del vantaggio, a partire dal trentesimo minuto del primo tempo, l’Inter ha abbassato irreversibilmente il proprio baricentro, facendo così venir meno i presupposti per attaccare difensivamente Politano e rendendo più difficoltoso continuare a esplorare questa situazione tattica.

Un’altra occasione per Dimarco alle spalle di Politano. Sponda di testa di Thuram e Dimarco attacca lo spazio alle spalle di Politano, con Di Lorenzo ben più avanti della sua linea difensiva in pressione avanzata. Questa occasione, alla fine del primo tempo, rappresenta l’ultimo tiro in porta dell’Inter nell’intero match (!).

IL PRESSING DEL NAPOLI
Come accaduto nel secondo tempo contro la Juventus, l’ultima partita vinta dal Napoli in campionato, gli uomini di Conte hanno reagito allo svantaggio alzando a dismisura l’intensità del pressing e della riaggressione, soffocando l’Inter e schiacciandola nella propria metà campo.

Il Napoli, che nella prima mezz’ora del primo tempo aveva calciato in porta solamente una volta, è arrivato per ben 6 volte al tiro nei restanti 15 minuti della prima frazione. Come già capitato alla Juventus al “Diego Armando Maradona”, nel secondo tempo l’Inter non è riuscita a calciare verso la porta del Napoli. Il Napoli è riuscito a recuperare 15 volte il pallone in zona offensiva, finendo con il soffocare l’Inter che con il progredire della partita è sembrata quasi rinunciare alla volontà di tenere il pallone (solo il 32% di possesso dal 30' del primo tempo a fine partita) confidando esclusivamente nella propria difesa posizionale.

La difesa dell’Inter, come del resto in altre occasioni in questa stagione, è stata però tutt’altro che impeccabile e ha sofferto in diverse situazioni tattiche.

I nerazzurri hanno sofferto la mobilità di Raspadori che, partendo dalla zona di centro-sinistra, ha alternato movimenti per posizionarsi sotto punta, in verticale con Lukaku, a piccoli tagli interno-esterno o viceversa nella zona di Bisseck, piuttosto isolato contro l’attaccante nerazzurro dalla densità creata dal Napoli sulla fascia opposta. Tuttavia, in maniera abbastanza sorprendente, Raspadori è stato piuttosto impreciso tecnicamente, e non è riuscito a capitalizzare i suoi bei movimenti.

Taglio interno-esterno alle spalle di Bisseck di Raspadori che riceve il filtrante di Rrahmani. Raspadori supera anche Martinez in uscita, ma fa confusione con il controllo della palla e spreca un’ottima occasione.

Un’altra situazione tattica sofferta dall’Inter è stata la palla diretta, dalla zona arretrata, verso Lukaku. La presenza in fase di costruzione del doppio play, Lobotka-Gilmour, ha spesso attirato fuori posizione il mediano del 3-5-2 dell’Inter – Çahlanoğlu nel primo tempo, Zielinski nel secondo – liberando la linea di passaggio verso Lukaku che è stato bravo a proteggere il pallone e a servire i compagni a rimorchio. L’Inter non è stata capace di schermare la linea diretta verso Lukaku e il Napoli l’ha spesso usata come via veloce per risalire il campo e al contempo far collassare internamente la struttura difensiva avversaria.

Gilmour e Lobotka sono bassi in costruzione. Çahlanoğlu è attirato fuori e si libera la linea di passaggio verso Lukaku, trovato dal passaggio verticale di Gilmour. Lukaku riceve, la difesa si stringe e il belga apre verso Politano. Nascerà un’ottima occasione da gol per il Napoli.

Il Napoli è arrivato con troppa facilità nell’ultimo terzo di campo offensivo utilizzando la fascia destra, dove sull’asse Politano-Di Lorenzo ha costruito il 49% delle sue azioni offensive (24% sulla fascia opposta). L’attacco del Napoli vedeva a destra le ricezioni in ampiezza di Politano e le continue sovrapposizioni interne di Di Lorenzo, mentre a sinistra i tagli di Raspadori e la prudenza ad alzarsi di Spinazzola sguarnivano la fascia. L’Inter non è mai riuscita a impedire che il Napoli si avvicinasse con le combinazioni della catena di destra all’area di rigore e inondasse di cross l'area di rigore (23, di cui 6 hanno raggiunto un compagno). Politano è stato infaticabile nel portare palla in avanti e a stressare la difesa interista con 7 dribbling di cui 5 riusciti. In questo contesto tattico l’Inter ha difeso fisicamente la propria porta: l’Inter ha respinto coi corpi dei propri difensori 11 dei 18 tiri del Napoli, a testimonianza di una difesa un po' troppo radicale.

LE SOSTITUZIONI DEI DUE ALLENATORI
Le sostituzioni di Inzaghi non sono riuscite a invertire la tendenza innescata dall’intensità del Napoli a partire dal trentesimo minuto. A inizio ripresa il tecnico nerazzurro è stato costretto a sostituire Çahlanoğlu e Dimarco con Zielinski e Pavard. Per 7 minuti dopo le sostituzioni Inzaghi ha schierato la sua squadra con il 4-4-2 con Pavard e Bastoni terzini e Dumfries e Mkhitaryan esterni di centrocampo. Probabilmente Inzaghi ha provato a ridisegnare la sua squadra con una disposizione inedita sia per far fronte alla mancanza di “quinti”, considerate le assenze di Carlos Augusto, Zalewski e Darmian, sia per provare a controllare meglio il fronte sinistro della propria difesa. Le difficoltà a scivolare veloce verso l’esterno di Bastoni e Mkhitaryan hanno però suggerito a Inzaghi di tornare presto al 3-5-2 con Pavard e Dumfries, a sinistra, come esterni.

L’unico vero cambio della disposizione in campo del Napoli è stato invece successivo all’ingresso in campo a circa 8 minuti dalla fine di Olivera e Ngonge al posto di Spinazzola e Politano, dopo che 3 minuti prima Billing aveva sostituito Gilmour. Con le sostituzioni effettuate il Napoli è passato a un 4-3-3 molto più ortodosso, con Okafor e Ngonge sugli esterni, Billing impiegato come mezzala destra di inserimento e McTominay vicino a Lukaku. La correzione tattica di Conte, fatta con l'idea di dilatare le distanze della difesa nerazzurra aggiungendo il fronte sinistro come zona d’attacco e un giocatore in più – Billing – capace di attaccare l’area approfittando degli spazi creati dagli attacchi in ampiezza, ha dato i suoi frutti a 4 minuti dalla fine. La percussione di Lobotka – autore di una prova notevolissima sia, come di consueto, nella distribuzione del pallone, sia in conduzione profonda – non è stata seguita con convinzione da Zielinski e ha creato i presupposti per l’inserimento profondo e vincente in area di Billing, nella zona tra De De Vrij, entrato al posto di Bastoni, e Dumfries.

Nonostante l’Inter sia avanti in classifica di un punto e la partita si sia giocata a Napoli, la sensazione è che il pareggio sia tutto sommato un risultato migliore per la squadra di Antonio Conte che per quella di Inzaghi.

Una sensazione dettata forse dall’andamento della partita che, se pur dominata completamente dal Napoli per due terzi, ha visto la squadra di Conte in svantaggio fino quasi alla fine. A un certo punto la squadra di Inzaghi sembrava davvero capace di resistere e portare a casa i tre punti.

Il Napoli così resta attaccato alla capolista, a un solo punto di distanza, e ritrova sensazioni positive dopo i soli 3 punti ottenuti nelle ultime 4 partite. Le assenze di Anguissa e Neres hanno costretto Antonio Conte a trovare soluzioni alternative per lo sviluppo del gioco della sua squadra. In mezzo al campo, Anguissa è stato sostituito da Gilmour, che rispetto al camerunense ha chiaramente meno doti di inserimento, ma ha supportato di più Lobotka in fase di impostazione. Una mossa che ha permesso allo slovacco di liberarsi con più frequenza in avanti dove ha potuto utilizzare la qualità delle sue giocate in zone più pericolose.

La presenza in campo di Raspadori al posto di Neres ha invece generato un’asimmetria tra le due fasce, ma ha probabilmente aiutato Lukaku a vincere i propri duelli con la linea difensiva avversaria, che ha dovuto preoccuparsi anche della presenza di Raspadori in zona centrale. Il Napoli resta corto come rosa e, come nella partita contro la Juventus, ha bisogno di alzare in maniera estrema ritmi e intensità per mettere sotto pressione le difese avversarie e compensare una certa carenza di qualità nei suoi interpreti offensivi. La vera sfida per Antonio Conte sarà quella di riuscire a trovare la maniera di tenere sempre e in ogni partita questa stessa intensità fisica e mentale.

Non che l'Inter non abbia i suoi problemi: Inzaghi ha finalmente recuperato Thuram, che però è parso lontano dalla forma migliore e che, in altri momenti, avrebbe potuto aiutare la squadra, con le sue doti in campo aperto, nei momenti di maggiore pressione avversaria. In generale i nerazzurri non sono apparsi in un grande momento di condizione, non riuscendo a pareggiare l’intensità del Napoli.

Persino l’assenza di Sommer e, in particolare, delle sue capacità di distribuzione del pallone, hanno pesato sulla difficoltà nel superare il pressing del Napoli. Le assenze, distribuite principalmente nel reparto degli esterni, a cui si aggiungerà, probabilmente, quella di Dimarco, e la scarsa brillantezza atletica di molti uomini dovranno essere gestite da Inzaghi all’interno di un calendario affollatissimo per i nerazzurri.

Insomma, l'Inter è arrivata incerottata allo scontro diretto fuori casa e probabilmente prima della partita le sarebbe stato bene il pareggio. Per come è andata, però, il Napoli è sembrato avere il serbatoio più pieno - nonostante le difficoltà e i pochi punti recenti - e il pareggio arrivato all'ultimo potrebbe nutrire la forza mentale di una squadra che ha nel temperamento e nella fiducia il proprio punto di forza.

È stata una sfida tra due squadre stanche, e per il Napoli è quindi ancora più importante essere rimasto agganciato, visto che avrà meno partite da giocarsi da qui alla fine rispetto all'Inter. Per questo il pareggio dovrebbe forse far felice più Antonio Conte che Simone Inzaghi - oltre ovviamente ad altre squadre che, alle spalle in classifica, cominciano a fare qualche pensiero impossibile.

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