Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
Ghoulam sembra non essersene mai andato
11 dic 2018
La partita contro il Frosinone ci ha ricordato quanto mancasse il terzino algerino alla manovra del Napoli.
(articolo)
5 min
Dark mode
(ON)

Spesso dimentichiamo la quantità di talento a disposizione della rosa del Napoli: parliamo della squadra di Insigne, di Mertens, di Koulibaly, magari di Hamsik; più difficilmente riconosciamo che è anche la squadra di Milik, Zielinski, Fabian Ruiz: giocatori il cui talento li farebbe giocare titolari in qualsiasi squadra di Serie A che non sia la Juventus. Negli ultimi mesi, in particolare, ci siamo dimenticati che è anche il Napoli di Faouzi Ghoulam, probabilmente il miglior terzino sinistro della Serie A degli ultimi tre o quattro anni. Forse meno tecnico di Kolarov, forse meno atletico di Alex Sandro, ma il miglior compromesso fra i due. Un anno fa scrivevamo già con una punta di nostalgia generata dal recente infortunio della gigantesca influenza di Ghoulam sul gioco del Napoli: «Sarri faceva muovere la catena sinistra al ritmo di Ghoulam».

400 giorni dopo la sua ultima partita, la sconfitta contro il Manchester City ai gironi della Champions League della scorsa stagione, Ghoulam è rientrato in campo dal primo minuto domenica scorsa contro il Frosinone, nella vittoria per 4-0 della squadra di Ancelotti. Nel frattempo il Napoli ha cambiato allenatore, alcuni titolari e modulo di gioco, ma Ghoulam è sembrato non essersene mai andato.

Com'è il Napoli senza Ghoulam?

Vale forse la pena ricordare cosa ha perso il Napoli senza Ghoulam. Lo scorso anno, quando il Napoli era la squadra di Maurizio Sarri, Ghoulam era il terzino che giocava più palloni per 90 minuti in Serie A: 75,6, una cifra mostruosa. Per dire, Kolarov e Alex Sandro, altri due esterni estremamente influenti per le proprie squadre, ne giocavano rispettivamente 58,4 e 61,7 (anche se in squadre meno orientate sul possesso rispetto al Napoli). Ghoulam condizionava in profondità la manovra del Napoli, al punto che non è esagerato dire che fosse lui a dettare gli spazi e i tempi con cui la squadra di Sarri doveva attaccare.

Il Napoli 2017/18 faceva passare la maggior parte dei propri attacchi dalla catena di sinistra, sull’asse Ghoulam-Hamsik-Insigne. L’esterno era il necessario contraltare in ampiezza di Insigne ed Hamsik, che invece tendevano ad accentrarsi e a giocare vicini. Come sappiamo, il Napoli costruiva il proprio gioco a sinistra per poi definirlo sulla destra, specie con i tagli sul lato debole di Callejon.

Con l’infortunio di Ghoulam e l’ingresso nell’undici titolare di Mario Rui, il Napoli ha dovuto aggiustare il proprio modo di attaccare. È rimasta in sostanza una manovra asimmetrica, che privilegiava la creazione di un lato forte e di uno debole, ma ha dovuto trovare un modo per compensare la creatività e la corsa di Ghoulam. Per offrire una misura: se Ghoulam garantiva 2.6 passaggi chiave per 90 minuti, con il portoghese in campo si sono abbassati a 1.2 (gli assist totali invece rimasti invariati, nonostante uno abbia giocato il doppio dei minuti dell’altro). Il Napoli ha quindi affidato maggiori responsabilità creative a Jorginho, molto più attivo nell’ultimo passaggio e nel gioco verticale in generale, bilanciando l’attacco dell’attacco della profondità con i tagli dietro la difesa di Insigne.

Come si inserisce Ghoulam nel Napoli di Ancelotti?

Quest’anno il Napoli ha assunto una forma liquida, dove le posizioni dei giocatori sono molto più ibride di prima e l’attacco è più bilanciato fra lato destro e sinistro. Ancelotti in particolare ha creato spesso una linea difensiva asimmetrica, con Mario Rui che si alzava sulla linea del centrocampo per aiutare l’uscita della palla. Una tendenza che con Ghoulam in campo, contro il Frosinone, si è addirittura esasperata.

Ghoulam quasi sulla linea degli attaccanti.

Nonostante ciò, il Napoli non è tornato a sbilanciarsi sulla sinistra, mantenendo comunque un equilibrio tra attacchi da un lato e dall'altro. Ghoulam, in particolare, non è stato sollecitato nell'inizio azione come lo scorso anno e ha toccato 30 palloni in meno rispetto a Hysaj: qui ad esempio lo vediamo scaricare la palla su Luperto e avanzare per alzare il baricentro. Il Napoli ha cercato di fargli arrivare la palla in un secondo momento, in una posizione più avanzata, dove poteva combinare con Hamsik e Zielinski: il primo gli veniva incontro mentre il secondo si sovrapponeva nello spazio.

Il taglio profondo sull’esterno è un movimento tipico di Zielinski in questa stagione.

Altre volte era persino Ghoulam a funzionare da vertice alto del triangolo di fascia. Sulla trequarti l’esterno algerino ha potuto concentrarsi sulla cosa che gli riesce meglio, ovvero la fase di rifinitura. Al suo esordio stagionale, un anno dopo la sua ultima partita, Ghoulam ha messo insieme delle cifre mostruose: 13 cross complessivi (per dire, Mario Rui ne aveva fatti un massimo di 2 in una singola partita), 5 passaggi chiave (Rui era arrivato a un massimo di 3) e 2 assist, già uno in più del portoghese in tutta la stagione.

Con Ghoulam il Napoli ha guadagnato quindi un’altra fonte di gioco. Conosciamo l’importanza nel calcio attuale dei terzini per la fase offensiva delle squadre: gli esterni più dotati tecnicamente possono inserire una variabile difficilmente difendibile in zone di campo altrimenti più innocue come quelle esterne e basse. Ghoulam brilla soprattutto per la qualità tecnica dei suoi cross, ma anche per delle letture offensive sempre varie e mai banali.

L’assist per il secondo gol di Milik. Un passaggio di una qualità da non sottovalutare.

Quando Ghoulam era arrivato al Napoli, ormai nel 2014, si portava l’etichetta del terzino col passato da ala. I pregiudizi sulla sua fase difensiva lo hanno accompagnato in tutte le prime fasi della sua carriera in Italia, ed erano dei pregiudizi in parte coincidenti con la realtà. Ghoulam rimane un giocatore più bravo ad attaccare che a difendere, ma negli ultimi anni il contesto del Napoli lo ha aiutato a mascherare al meglio i propri difetti. Offensivamente stiamo parlando di un giocatore che negli ultimi anni ha avuto statistiche - negli assist e nei passaggi chiave - simili a giocatori come Marcelo o Kolarov: un giocatore, anzi, il cui talento offensivo è stato spesso sottovalutato, forse per la sua interpretazione per certi versi essenziale del ruolo di terzino, perché fa pochi dribbling.

Dopo l’uscita di Marek Hamsik, Ghoulam ha vestito la fascia di capitano per la prima volta da quando è al Napoli. «Sono tanti anni che sono qua. Sono felice di rappresentare questa città, per me è un orgoglio vestire questa maglia e ancor di più questa fascia di capitano. Tengo a ringraziare la società e lo staff medico. È un orgoglio giocare in questa squadra. Vestirono la mia maglia l'anno scorso, col numero 31, io lo ricordo e ci tengo a ringraziare tutti».

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura