Nella notte tra il 20 e il 21 agosto si è svolta la NBA Draft Lottery e ha definito quello che sarà l’ordine di scelta con cui verranno scelti i prospetti quando si svolgerà il Draft, attualmente fissato nella data del 16 ottobre - anche se appare ormai scontato che verrà spostato più avanti.
Per la seconda volta dal 2015 saranno i Minnesota Timberwolves a scegliere alla numero 1, quando si portarono a casa una pietra angolare della franchigia come Karl-Anthony Towns. A differenza dell’ultimo precedente, il concetto di vincere la lotteria è abbastanza cambiato, non esistendo una prima scelta assoluta che metta d’accordo tutti gli esperti e neppure che dia certezze per un futuro giocatore franchigia.
Problematiche che comunque riguardano tutte le squadre interessate, vista la non esaltante qualità di questa classe di prospetti (almeno nelle previsioni) e l’assenza di informazioni per avere un quadro il più completo possibile sui giocatori. La cancellazione della March Madness, così come la difficoltà di organizzare allenamenti privati o eventi come la Draft Combine ha reso difficile avere un percorso pre-Draft normale.
Detto questo, sappiamo bene che i Mock Draft sono una previsione imprecisa su quella che è conosciuta come la scienza meno esatta della NBA - figuriamoci in tempi del genere e con un talento diffuso non irresistibile -, ma ci permette comunque di ipotizzare quali potrebbero essere le direzioni che le franchigie decideranno di prendere in vista del futuro.
1. Minnesota Timberwolves - Anthony Edwards (G, Georgia)
Nonostante tutti i dubbi e le diverse interpretazioni delle qualità dei prospetti, Anthony Edwards rimane il giocatore che più si avvicina ad essere il principale candidato alla prima scelta assoluta. Il mix di caratteristiche che Edwards porta in campo è di alto livello: atleta esplosivo sia in elevazione che di primo passo, con grandi capacità di penetrazione sostenute dai mezzi atletici e da un fisico statuario per il ruolo - 107 chili distribuiti su 196 centimetri di altezza e un’apertura alare di quasi 210 - a cui aggiunge istinti realizzativi puri, corredati da un buon tocco al tiro e dalla capacità di crearsi il proprio tiro in autonomia.
Molte volte però la confezione è sembrata quasi più interessante del regalo in sé: Edwards ha mostrato scarso feeling per il gioco e brutte abitudini, probabilmente dovute alla grande libertà che ha sempre avuto. È abbastanza chiaro che abbiamo di fronte un giocatore che, oltre a potersi adattare da subito alla fisicità NBA, sembra avere anche tanto potenziale da poter sviluppare in futuro. I Timberwolves hanno deciso di puntare in maniera evidente sul duo Russell-Towns, quindi dubitiamo che possano andare su un altro esterno ball dominant come LaMelo Ball o su un lungo che si accoppia male con KAT come James Wiseman. La scelta di Edwards potrebbe mettere d’accordo tutti e aggiungere in tempi brevi un’altra bocca da fuoco nell’attacco di Minnie.
Gran parte del potenziale di Edwards passa dall’estrema capacità realizzativa su 3 livelli.
2. Golden State Warriors - James Wiseman (C, Memphis)
Wiseman arriva al Draft dopo una travagliata stagione che lo ha visto abbandonare Memphis molto presto a causa di benefits irregolari forniti da coach Penny Hardaway (sì, quel Penny Hardaway) e che lo ha costretto a lavorare in solitaria da dicembre in poi. Malgrado questi problemi, Wiseman è un giocatore che è nei radar degli scout NBA da molto tempo, proiettato come una top-pick fin dalle sue prime esperienze adolescenziali grazie a mezzi atletici spettacolari per un giocatore che supera ampiamente i sette piedi.
Wiseman è un lungo molto moderno che non ha nelle mani la creazione del suo tiro, ma che ha potenziale illimitato a livello difensivo e che può funzionare con pochi accorgimenti come rim runner nei pick and roll e in transizione. Gli Warriors sono famosi per dare il loro meglio con quintetti piccoli e aggiungere un portatore di palla come LaMelo Ball aumenterebbe la dinamite nel reparto esterni, ma col profilo atletico di Wiseman potrebbero trovare una soluzione definitiva nel ruolo di 5 negli anni a venire. La possibilità che la scelta venga scambiata è comunque molto alta, almeno nelle intenzioni di Golden State: se poi ci riusciranno è tutto da vedere.
3. Charlotte Hornets - LaMelo Ball (PG, Illawarra Hawks)
Polarizzante e divisivo. C’è chi lo prospetta come l’unico franchise player disponibile in questo Draft e chi vive nella paura di poterselo ritrovare nella propria squadra. Di LaMelo Ball ne abbiamo parlato approfonditamente qualche mese fa e da allora la sua fama non è cambiata. Il minore dei fratelli Ball è un inventore di pallacanestro, un giocatore che dal palleggio può scoprire modi sempre nuovi per imbeccare i compagni che solo pochi altri eletti riescono a fare. Grande sensibilità tecnica con la palla, passatore ancora migliore, fantasista nella creazione di gioco.
Quindi perché non verrà scelto alla numero 1 (ipotesi comunque da non scartare)? Perché LaMelo è e sarà sempre questo, e se qualcosa andasse storto nel suo modo di interpretare il gioco al massimo livello (scoring, tiro, soprattutto difesa), probabilmente morirà di quello. Un rischio esagerato, ma proprio quel tipo di rischio che Charlotte non solo può ma deve prendersi per uscire da una storia senza squilli, mediocre, che non li ha mai portati oltre il primo turno dei playoff. LaMelo è sicuramente il giocatore con più upside di un Draft con poche certezze: quale occasione migliore per gli Hornets?
Archimede Pitagorico con una palla da basket in mano.
4. Chicago Bulls - Killian Hayes (PG, Ratiopharm Ulm)
Nella sua prima stagione da adulto, Killian Hayes ha avuto in mano le chiavi di una squadra ambiziosa che l’ha messo di fronte ad alcune delle migliori squadre europee garantendogli fiducia ma anche una non indifferente dose di responsabilità. La risposta del francese è stata ottima, mostrando la capacità di guidare in attacco con grande sicurezza imparando gradualmente dai suoi errori e di ambientarsi a una velocità più che notevole.
Hayes è una point guard mancina dotata di stazza per il ruolo e di un innato feeling per il gioco, capace di navigare nei pick and roll come un professionista ben più esperto di lui e di creare separazione con tecnica e magistrale uso dei piedi in step back. Esplosività e continuità al tiro in situazioni catch & shoot sono gli aspetti su cui deve lavorare maggiormente per far sì che il salto in NBA possa essere il meno tortuoso possibile. Il fit con i Bulls è perfetto e non dovrebbe vanificare la scelta e il lavoro fatto con Coby White, potendo programmare un futuro su due portatori di palla dalle caratteristiche differenti capaci di convivere senza troppi problemi.
5. Cleveland Cavaliers - Deni Avdija (F, Maccabi Tel Aviv)
Parlando sempre di prospetti che vengono dal Vecchio Continente, questo è stato l’anno della consacrazione anche per Deni Avdija, che ha chiuso il campionato israeliano con cifre di alto livello e un trofeo di MVP conquistato soprattutto nelle partite più difficili. Avdija è una combo forward con qualità con la palla in mano decisamente impressionanti per uno con le sue misure: per il ruolo in cui gioca è impressionante la sua capacità di leggere il gioco, vedere ed eseguire passaggi e trattare la palla in quella maniera, risultando imprevedibile in transizione e con un corpo per poter cambiare su più ruoli in difesa.
Riuscisse a far pace con le percentuali al tiro da fuori - work-in-progress su cui si concentra ormai da molto tempo - potrebbe crescere come un vero lineup-killer. Dovrebbe essere una scelta automatica per i Cavs, prendendosi uno creatore di tiri non convenzionale e lasciando maggiore libertà a Collin Sexton e Darius Garland nel ruolo di finalizzatori.
6. Atlanta Hawks - Tyrese Haliburton (G, Iowa State)
Nei due anni a Iowa State abbiamo avuto modo di vedere due Tyrese Haliburton molto differenti tra loro: il freshman, che giocava nell’ombra di giocatori più esperti prendendosi le briciole in attacco, garantendo pericolosità al tiro (impressionante il 66.2% di percentuale effettiva) e ottima difesa di squadra; e il sophomore, capace di prendersi maggiori responsabilità in attacco (passando dal 9.2 al 20.1% di Usage e dal 17 al 35.3% di percentuale di assist) senza andare a intaccare efficienza sia offensiva che difensiva.
La versatilità qui è la specialità della casa: Haliburton è una combo-guard che può giocare sia con che senza palla aggiungendo playmaking secondario e difesa di squadra, prima di capire se con la sua costituzione fisica esile - neanche 80 chili distribuiti su 196 centimetri sono decisamente pochi - potrà chiedere qualcosa di più dalla sua carriera. Inserirlo in un contesto in cui possa sia convivere che dare qualche minuto di fiato a Trae Young può essere un buon banco di prova ed un’ottima scommessa anche per gli Hawks.
7. Detroit Pistons - Onyeka Okongwu (C, USC)
Okongwu è senza ombra di dubbio uno dei giocatori più promettenti a livello difensivo di questa classe, sicuramente il più promettente tra i lunghi. Spunta tutte le caselle del difensore ideale per la direzione in cui sta andando la lega: a dispetto di un’altezza non eccellente compensa con la versatilità e atletismo che gli permette di essere un intimidatore e un rimbalzista di livello, ed è capace di cambiare e di gestire le scelte difensive con grande intelligenza cestistica.
In attacco ha potenziale: non è un giocatore con grandi skills ma è agile ed atletico per essere un rim-runner con interessanti soluzioni nello short-roll e nella capacità di passare il pallone. Detroit negli ultimi anni si è trasformata in una polveriera: è possibile che cerchino di qualcosa di maggiormente solido dopo aver puntato sulle potenzialità di Sekou Doumbouya nello scorso Draft.
Il candidato dimostri la motivazione con cui cercherà di convincere i membri dei front Office NBA.
8. New York Knicks - Isaac Okoro (G/F, Auburn)
Okoro si candida a diventare uno dei giocatori capaci di portare la maggior quantità di intangibles di tutta la classe grazie al suo stile difensivo aggressivo e tecnico, anche perché sembra scolpito nel marmo. È un giocatore che, nonostante qualche difetto ben pronunciato (tiro in primis, ha chiuso col 29% da tre), rischia di essere d’impatto anche in attacco grazie al suo atletismo, al gioco in transizione e alla capacità di attaccare i close-out. Qualora finisse fino a questo punto i Knicks dovrebbero farci più di un pensierino, perché ha tutta l’impressione di essere il giocatore perfetto da affiancare ad un’altra promessa come RJ Barrett.
9. Washington Wizards - Obi Toppin (F/C, Dayton)
Per rendersi conto dell’apporto offensivo di Obi Toppin basterebbe dare un’occhiata alla sua efficienza generale. In più di 500 possessi il prospetto di Dayton ha prodotto 1.20 punti per possesso (99° percentile!) con il 63% dal campo e il 39% da dietro l’arco. Un’efficienza mostruosa per quello che è stato senza dubbio il miglior giocatore NCAA di questa stagione e con molta probabilità il realizzatore più versatile di questa classe, almeno tra le ali. La sua doppia dimensione nei giochi a due gli permette di essere un rollante tanto atletico da finire con costanza sopra il ferro e tiratore letale in situazioni di pop; il suo talento poi lo rende pericoloso anche in movimento, quando mette palla a terra o ancora meglio nel trovare il compagno libero una volta che la difesa ha tutte le sue attenzioni.
Un profilo decisamente intrigante offensivamente quanto rischioso a livello difensivo, dove oltre a una buona ma non eccelsa protezione del ferro dovuta alla sua verticalità non aggiunge molto altro al suo pacchetto. Per questo motivo potrebbe scendere di qualche posizione e qualora dovesse scendere fino a questo punto, non crediamo che gli Wizards possano passare la mano.
10. Phoenix Suns - Precious Achiuwa (F, Memphis)
Secondo le nostre previsioni (e non solo), questo dovrebbe essere il punto in cui il Draft aumenta ancora di più la sua imprevedibilità e dove i front-office più che sul talento punteranno sulla loro visione di dove andrà la Lega nei prossimi anni a livello tecnico e tattico.
Sempre tenendo a mente che la sorpresa può essere sempre dietro l’angolo, Achiuwa potrebbe scalare molte posizioni per la sua proiezione difensiva futura: ala, buonissimo atleta che ai 206 centimetri di altezza ne aggiunge quasi 220 di apertura di braccia, con lunghezze e rapidità di piedi per poter marcare più ruoli. La possibilità di non essere gravato da grosse responsabilità offensive come all’università di Memphis, dove ha avuto più di una difficoltà, grazie alla presenza di Devin Booker e Deandre Ayton potrebbero renderlo un obiettivo più che allettante per i Suns.
11. San Antonio Spurs - Devin Vassell (G/F, Florida State)
Doveva essere uno sleeper, invece si ritrova ad essere un forte candidato per la Lottery. La crescita di Devin Vassell durante quest’anno è stata vertiginosa: superbo difensore di squadra che studia e capisce le rotazioni in anticipo, tempismo spettacolare per la stoppata per essere un esterno che tocca a malapena i 2 metri, tiratore da tre affidabile sugli scarichi e atleta capace di coprire il campo con poche falcate e giocare senza problemi sopra il ferro. Insomma: il più classico di 3&D con una spruzzata di upside per essere fiduciosi di una crescita futura.
Frenando gli istinti che vorrebbero agli Spurs la pick europea futuribile come Pokusevski, l’ipotesi Vassell è suggestiva per rafforzare un nucleo giovane con caratteristiche che comunque si adattano bene al lavoro di Gregg Popovich.
12. Sacramento Kings - Saddiq Bey (F, Villanova)
Continuando a parlare di 3&D, Villanova negli ultimi anni si è dimostrata un serbatoio interessante per questa tipologia di giocatori, basti pensare a Mikal Bridges, Donte DiVincenzo e Josh Hart. Il quarto giocatore dei Wildcats a passare pro in questa categoria sarà Saddiq Bey, esterno two-way carrozzato fisicamente per tenere giocatori ben più attrezzati di lui e con un tocco al tiro naturale ed efficace che lo ha reso uno dei giocatori più efficienti in attacco di tutta la nazione (16.1 punti per gara con il 45% da tre).
I Kings in questi giorni stanno alternando il mangiarsi i gomiti per le prestazioni di Luka Doncic alla pianificazione dell’era post-Divac: prendere un giocatore poco appariscente ma che garantisca sostanza sui due lati del campo potrebbe essere un’idea su cui mettere le prime basi.
13. New Orleans Pelicans - Aaron Nesmith (G/F, Vanderbilt)
Aaron Nesmith è un giocatore di cui si è parlato relativamente poco durante l’anno, principalmente a causa dell’infortunio al piede destro che ha interrotto la sua stagione a gennaio, ancor prima che ci pensasse il COVID a fermare tutto, ma che avrebbe meritato maggior attenzione.
Nesmith infatti stava diventando uno dei migliori tiratori degli Stati Uniti, con statistiche che peroravano a pieno la sua causa (1.5 punti per possesso nei piazzati, 1.6 in situazione di uscita). L’interesse NBA è stata poi una diretta conseguenza dal momento che Nesmith porta anche in dote misure per il ruolo molto interessanti, soprattutto quei 210 centimetri di apertura alare sui 198 di altezza. I Pelicans dovrebbero circondare Zion Williamson di tiratori e a questo punto del Draft il prodotto di coach Jerry Stackhouse sembra uno dei possibili obiettivi.
14. Boston Celtics - Patrick Williams (F, Florida State)
Nella vita ci sono tre certezze: la morte, le tasse, le molteplici scelte dei Celtics al primo giro. Anche quest’anno Boston si ritrova con ben tre delle prime 30 chiamate al Draft, e quindi con la più alta probabilità di muovere queste pedine per guadagnare posizioni o per aumentarle in vista di scelte di mercato future.
Un giocatore che potrebbe far comodo ai verdi in questo frangente è sicuramente Patrick Williams, combo forward in uscita da Florida State dopo un solo anno che, nonostante la giovane età, ha mostrato lampi di conoscenza e comprensione del gioco molto intriganti in chiave futura. La priorità per la sua crescita è aumentare la velocità i piedi in modo da renderlo versatile anche dal punto di vista difensivo.
15. Orlando Magic - Cole Anthony (PG, North Carolina)
Nella sua seppur breve carriera, la parabola di Cole Anthony ha subito parecchio scossoni. Entrato in questa stagione come uno dei candidati alla numero 1 assoluta, si è scontrato contro le spaziature del college che non esaltavano affatto le sue qualità, così come non lo aiutava una North Carolina tutt’altro che competitiva in una conference storicamente difficile.
Scommettere su di lui può valere la candela, perché sebbene in molti non ci vedano un playmaker ma solo uno shot-creator non così altruista, il suo gioco esplosivo, la sua capacità di creare separazione dal palleggio e la naturale cattiveria agonistica sono campanelli che meritano di essere ascoltati. Soprattutto dai Magic, che in free agency potrebbero perdere sia DJ Augustin che Evan Fournier e devono trovare nuova linfa nel backcourt.
https://twitter.com/lorenzoneri84/status/1247183381806415872
Vedendo partite del genere ti chiedi se forse Anthony non sia un giocatore più adatto alla NBA che alla NCAA.
16. Portland Trail Blazers - Tyrese Maxey (G, Kentucky)
Tyrese Maxey è una combo-guard a cui manca del playmaking per essere un portatore di palla a tempo pieno e dei centimetri per essere un vero esterno. Nel suo essere ibrido garantisce però quei punti istantanei che fanno sempre comodo, facendo leva su ottime qualità di tiratore anche dal palleggio, e una buonissima propensione difensiva sulla palla per essere mandato in missione sul miglior avversario.
La panchina di Portland non si è dimostrata all’altezza di questi tempi e Maxey, che comunque ha possibilità di essere scelto anche in Lottery, può essere un buon rinforzo per le seconde linee con le caratteristiche per giocare sia a fianco di Damian Lillard che di CJ McCollum.
17. Minnesota Timberwolves - Josh Green (F, Arizona)
Intrigantissimo difensore che ha un debole per trasformare la fase difensiva in transizione, catch & shooter solido e con un potenziale atletico per poter imbastire un processo di sviluppo: il prospetto australiano proveniente da Arizona sembra fatto dal sarto per lo stile di gioco NBA.
Un modo per i Timberwolves per sigillare il reparto esterni con elementi capaci di dare utilità al fianco di altri più destinati allo star-power.
https://twitter.com/lorenzoneri84/status/1246107984784228354
Difesa → Transizione.
18. Dallas Mavericks - Kira Lewis Jr (PG, Alabama)
Lewis è un giocatore che in due anni sta guadagnando estimatori con il suo modo di interpretare il ruolo di point guard passatrice con creatività e con il piede piantato sull’acceleratore (tenendo un buon rapporto tra assist e palle perse: 5.2-2.6). Nell’ultima stagione, la prima sotto coach Oats, ha dimostrato pure di avere upside anche dal punto di vista realizzativo, chiudendo con 18.5 punti di media.
Pensato per essere un play di cambio-passo in uscita dalla panchina, Dallas può sfruttare le sue qualità per guidare le lineup secondarie, ma occhio che il ragazzo potrebbe guadagnare qualche posizione verso la Lottery.
19. Brooklyn Nets - Aleksej Pokusevski (C, Olympiacos)
Uno dei prospetti più intriganti del lotto perché ancora tutto da scoprire ad alti livelli dopo aver giocato le ultime due stagioni quasi esclusivamente nella squadra giovanile dell'Olympiacos, nella seconda divisione greca. Il serbo è un lungo con capacità motorie e un controllo del corpo non convenzionale per un giocatore di appena 18 anni (ne compirà 19 a dicembre) e 213 centimetri di altezza, abile nel correre in transizione come un esterno anche conducendo dal palleggio e chiudendo al ferro in velocità o usando i piedi per finire in eurostep. Ha anche mano morbida che gli permette di ampliare il range oltre la linea da tre e di essere a suo agio ai liberi, che converte intorno all’80%.
Un progetto molto intrigante che però necessita di tempo per essere sviluppato, con i Nets che hanno la possibilità di farlo crescere senza fretta affidandolo alla loro franchigia di G-League, che ha sempre dato buoni frutti per i prospetti che ci sono passati. Boom or bust? Probabile.
20. Miami Heat - Tyrell Terry (G, Stanford)
Tyrell Terry non ha ricevuto molte attenzioni durante la sua unica stagione a Stanford. Un peccato perché nonostante un fisico ancora lontano dalla completa maturità ha mostrato di essere una point guard che combina nel migliore dei modi i compiti di ball handler con quelli di tiratore, risultando inevitabilmente interessante, considerando l’importanza che hanno questo tipo di giocatori nella NBA odierna.
Anche lui progetto pluriennale, ma molto interessante se inserito in un sistema di flow offensivo come quello degli Heat e di Spoelstra, non appena avrà modo di costruirsi un fisico che gli permetta di non andare sotto contro la maggior parte degli avversari.
21. Philadelphia 76ers - Desmond Bane (G, TCU)
Nella grande delusione dei Sixers di questa stagione una dei più grandi problemi a livello di costruzione del roster è stata la mancanza di un tiratore affidabile che portasse altrove le attenzioni difensive riservate a Simmons ed Embiid.
Non ci aspettiamo che Philadelphia voglia implementare quell’aspetto partendo dal Draft e da una 21esima scelta, ma Desmond Bane potrebbe essere una soluzione pronto-uso per rimpolpare il parco riserve. Senior in uscita da Texas Christian, giocatore sui due lati del campo fatto e finito sia per questioni di età che per costituzione fisica pronta per la NBA. Può essere uno steal, soprattutto in tempi brevi.
22. Denver Nuggets - Tre Jones (PG, Duke)
Il fratello di Tyus è una point guard specialista in difesa e generale nel gestire l’attacco, con qualità decisionali ben più mature rispetto alla sua età a dispetto di un tiro che nonostante abbia visto tempi molto bui (26% dall’arco nella scorsa stagione) sembra iniziare a trovare continuità (36% in quella appena conclusa). Ideale per giocare al fianco di un creatore come Nikola Jokic e garantire difesa forte sui portatori di palla avversari.
23. Utah Jazz - Theo Maledon (G, Asvel Villeurbanne)
Maledon fin dall’adolescenza è sempre stato un osservato speciale, promessa della pallacanestro francese insieme al coetaneo Killian Hayes e pietra angolare per il futuro della nazionale transalpina. Rispetto a Hayes, Maledon non ha ancora avuto un anno di esplosione a livello professionistico (non da biasimare visto che la carta d’identità dice 2001), ancora alla prese con uno sviluppo del gioco che comunque ha fatto vedere ottime cose come portatore di palla secondario e tiratore su scarichi, con buone dimensioni per una combo-guard e uno spirito battagliero a livello difensivo.
Utah è una destinazione papabile considerando le sue caratteristiche che ben si sposano con la filosofia di Quin Snyder e la costruzione attuale (e pensiamo futura) del roster, oltre ad avere il connazionale Rudy Gobert a potergli fare da mentore.
24. Milwaukee Bucks - Jalen Smith (F/C, Maryland)
Lungo moderno, capace di spaziare il campo in attacco e di proteggere il ferro in difesa, giocare a fianco di un altro lungo di ruolo grazie alla capacità di mettere palla a terra e rendersi pericoloso attaccando i closeout. Una scelta senza neanche pensarci per i Bucks, che hanno il settore lunghi adatto per poterlo inserire in tempi brevi. Può scalare molte posizioni da qui alla notte del Draft.
https://twitter.com/lorenzoneri84/status/1229080695819194368
Definizione di “value pick”.
25. Oklahoma City Thunder - Isaiah Stewart (F/C, Washington)
Lungo sottodimensionato che cerca di compensare la mancanza di centimetri con incredibile aggressività sotto i tabelloni. Scorer interno, dotato di mani molto dolci che potrebbero in futuro permettergli di allargare il range e diventare un tiratore affidabile anche da 3 punti, visto che dal gomito una sentenza già ora.
I Thunder hanno il sistema difensivo per coprire le sue lacune, lui ha potenziale per essere un realizzatore affidabile nelle situazioni di magra offensiva.
26. Boston Celtics - Cassius Winston (G, Michigan State)
Metronomo, uomo di fiducia di Tom Izzo a Michigan State con le chiavi della squadra saldamente in mano. Non il giocatore con maggior potenziale ma una safe-pick che può crearsi una florida carriera in squadre di talento dove può concentrarsi sulla gestione offensiva della squadra. Professore del pick and roll e personalità da vendere: ai Celtics per dare man forte al backcourt in un gruppo rodato in cui potrebbe trovarsi a meraviglia
27. New York Knicks - Nico Mannion (PG, Arizona)
La campagna al Draft di Nico Mannion ha avuto un percorso a dir poco complesso in questi mesi, passando dall’essere un valido candidato per una scelta in Lottery fino ad arrivare a questo punto, in cui sembra dovrà conquistarsi fino all’ultimo momento un posto all’interno del primo giro. Le perplessità sulle sue qualità atletiche, sul primo passo, sulla capacità di creare separazione e sulla sua verticalità, unite a quelle su un fisico non ideale per compensare tali lacune hanno messo decisamente in ombra alcuni dei suoi pregi, davanti a tutte le qualità emotive e competitive del suo stile di gioco e la comprensione del gioco di buonissimo livello.
New York non è il luogo ideale dove iniziare una carriera NBA, soprattutto considerando le premesse, ma i Knicks hanno disperato bisogno di un creatore di gioco con sale in zucca che possa mettere in mostra il talento di giocatori come RJ Barrett e Mitchell Robinson, e Nico ha le qualità mentali per accettare una sfida del genere e magari riconquistarsi la fiducia che aveva prima dell’approdo ad Arizona.
Per quanto riguarda feeling e QI cestistico Mannion rimane comunque uno dei prospetti più interessanti del lotto.
28. Los Angeles Lakers - Xavier Tillman (C, Michigan State)
Tillman arriva da una carriera NCAA in cui a volte è sembrato un uomo tra i bambini per la sua efficacia nelle piccole cose, nelle intangibles, che rendono grande una squadra con un apporto individuale quasi impercettibile. Centro sottodimensionato (alto poco più di 203 centimetri) ma di grande intelligenza, in difesa legge le situazioni con facilità e in attacco aiuta ad alimentare il flusso di gioco con buone doti di passatore e blocchi al granito. Un guerriero, uno che ben si adatterebbe al ruolo di specialista al fianco di LeBron e AD.
29. Toronto Raptors - Leandro Bolmaro (G, FC Barcelona)
Esterno argentino ben sopra i due metri che tratta il pallone come un piccolo e ha lampi di talento cristallino da lasciare a bocca aperta anche gli scout più navigati. Stiamo parlando di un progetto che ha ancora evidenti limiti al tiro e che, a meno di sorprese dovrebbe rimanere almeno un altro anno in Spagna sotto coach Jasikevicius, il quale ha fatto carte false per rifrimarlo in estate (ergo: buyout).
Draft & stash sicuro, ma per una squadra senza grande fretta come i Raptors potrebbe essere un investimento molto interessante per il proprio futuro. Un altro fortissimo candidato a scalare posizioni in griglia.
30. Boston Celtics - RJ Hampton (GF, New Zealand Breakers)
Altro grande scottato da una stagione buona ma non all’altezza delle aspettative, soprattutto per lui che ha deciso di saltare il college per giocare tra i professionisti in Australia, venendo eclissato dalle prestazioni alla dinamite di LaMelo Ball. Hampton ha confermato le sue doti di atleta e di velocista puro in transizione, ma ha mostrato allo stesso tempo delle lacune abbastanza preoccupanti per uno che doveva essere un prospetto tra i primissimi del Draft. Ai Celtics non hanno grande necessità di aggiungere altro in quel ruolo, ma a fine primo giro è una scelta che sicuramente varrebbe la pena di fare.