Siamo alla vigilia di quello che, per gli appassionati di football, è il miglior weekend dell’anno, quello in cui si scontrano le otto migliori squadre della Lega: il Divisional Round. Se il “super weekend” delle Wild Card, come ci era stato presentato dalla NFL, non vi ha soddisfatto in termini di spettacolo, le prossime quattro partite dovrebbero arrivare in soccorso. Vediamo dunque quali potrebbero essere le chiavi tattiche di ciascuna sfida andando in ordine cronologico.
Rams @ Packers
Definire “intrigante” questa sfida è riduttivo. Le due squadre seguono una filosofia opposta. I Rams vengono dalla sorprendente vittoria nello scontro divisionale contro Seattle del turno precedente, quello che ha certificato la squadra di McVay come powerhouse difensiva. È una bella inversione a U rispetto al tipo di squadra che eravamo abituati a conoscere e che era andata al Super Bowl giusto due anni fa annientando le difese avversarie con un attacco storicamente produttivo.
L’attacco, peraltro, aveva iniziato la stagione col piede giusto, merito di un Goff agevolato da un gioco di corsa che l’anno scorso era pressoché sparito per via del rendimento mediocre di Todd Gurley. La squadra pass happy di un paio di anni fa si è però ridimensionata, e nel 2020 i RAMS sono stati la sesta squadra per numero di corse effettuate. Goff non ha mantenuto gli standard di inizio stagione, continuando a mostrare i soliti difetti, lentezza e difficoltà nelle seconde letture, oltre a una malsana tendenza a perdere palloni (13 intercetti e 7 fumble). Nel frattempo, dopo una prima parte di stagione passata a condividere portate con Darrell Henderson e Malcolm Brown, Cam Akers, rookie da Florida State, ha preso il controllo del backfield con ottimi risultati.
Ai Rams non mancano le opzioni tra ricevitori e tight end. Robert Woods verrà probabilmente seguito ovunque per il campo da Jaire Alexander, uno dei migliori tre cornerback in stagione per rendimento; dopo aver concesso 66 yard ad Adam Thielen nella prima giornata (comunque non una cifra elevata, considerando il valore del giocatore), Alexander si è francobollato ad alcuni dei migliori ricevitori del campionato, concedendo non più di 28 yard in diretta marcatura. Fondamentale per i Packers sarà anche mettere pressione a Goff, a maggior ragione viste le precarie condizioni fisiche in cui scenderà in campo per via di un problema al pollice destro. Gli Smith, Za’Darius e Preston, sono un duo temibile come pochi quando si parla di edge rusher, e i Rams hanno dimostrato anche contro Seattle di soffrire la pressione contro i tackle. Il left tackle Andrew Whitworth, anni 39, è rientrato proprio la settimana scorsa, contro ogni pronostico dopo la rottura di due legamenti del ginocchio, e rischia di essere più un problema che una soluzione. A nessun quarterback piace essere esposto alla pressione avversaria, ma per Goff questo vale particolarmente. Nella stagione appena trascorsa il passatore dei Rams ha completato il 75% di passaggi con la tasca “pulita”, percentuale che si è abbassata al 44.4 quando sotto pressione, quarto peggior dato di Lega.
L’aspetto più interessante della partita sarà però la sfida tra la difesa dei Rams e l’attacco dei Packers. Una delle peggiori sconfitte maturate nell’era McVay arrivò nel 2018 contro i Chicago Bears, che tennero quella macchina da touchdown a soli 6 punti segnati. Ecco perché, dopo aver lasciato partire Wade Phillips, ex defensive coordinator della squadra, al termine della scorsa stagione, McVay ha chiesto alla dirigenza di assumere Brandon Staley, che di quei Bears era il linebacker coach. Attorno a due stelle di prima grandezza come Aaron Donald e Jalen Ramsey, Staley ha costruito la prima difesa della Lega per punti subiti a partita (18.5), yard concesse di media (282), yard per play (4.6) e primi down a partita (17.5).
Aaron Donald è un giocatore storico per come riesce a mettere le mani sulla partita sia in termini di pass rush (14.5 sack in stagione, playoff compresi) che di run defense, e la sua sola presenza agevola le cose a tutti i suoi compagni nella linea difensiva (chiedere per conferma a Leonard Floyd, esploso dopo quattro incostanti anni ai Bears).
Per quanto riguarda Jalen Ramsey, possiamo ufficialmente dire che la scelta del GM Les Snead di pagare ai Jaguars due prime scelte (e un quarto giro) per lui ha decisamente pagato. Nel gergo usato da Staley, Ramsey gioca da “star”, metaforicamente e non. Si tratta di un ruolo ibrido che gli permette di avere impatto sul gioco in più posizioni di campo; in stagione, Ramsey ha giocato oltre 700 possessi come cornerback esterno, sia a destra che a sinistra, 169 snap come slot corner e anche 64 possessi nella box (cioè entro e non oltre le cinque yard oltre la linea di scrimmage).
Difendere contro l’attacco dei Packers, però, significa avere a che fare con un reparto che, finalmente, ha assunto la forma delle idee di Matt LaFleur, in termini di movimenti pre-snap e ricerca di accoppiamenti favorevoli. Dove finisce il talento di LaFleur, inizia quello smisurato di Aaron Rodgers e quello di Davante Adams.
Davante Adams è un mostro nell’uno-contro-uno, ma è cosa nota. In questo caso, Green Bay sfrutta la propria pericolosità come squadra di corsa con questa bootleg, una semplice play action. La offensive line blocca per una corsa in outside zone, e ovviamente la difesa reagisce di conseguenza. Darius Slay, numero 24, è a uomo contro Adams ma, appena si sviluppa l’azione, crede di dover dare man forte contro la corsa e che Adams sia lì solo per bloccare. In realtà, il ricevitore dei Packers corre una crossing route con Slay, ormai metri indietro, che indica ai compagni di occuparsi del ricevitore, solo e con kilometri di spazio per ricevere.
Altra situazione interessante che si apre a seguito di play action è questa.
La difesa di Phila è in cover 1 con una safety alta (McLeod) a fondocampo. Sulla finta di corsa, si abbassa come è chiamata a fare in questi casi, salvo essere poi sorpresa dalla finta. McLeod, a quel punto, effettua una robot techinque per tentare di riprendere posizione ma ormai è tardi: Adams è partito e può ricevere comodo per 42 yard. Insomma, c’è molto hype attorno a questa sfida.
Ravens @ Bills
Baltimore-Buffalo è innanzitutto la sfida di due giovani ed entusiasmanti quarterback che vogliono prendersi la NFL. Lamar Jackson ci era riuscito l’anno scorso vincendo l’MVP, ma poi non aveva dato seguito alle sue prestazioni in stagione regolare con un one and done ai playoff da favorito contro Tennessee. Josh Allen, invece, è cresciuto esponenzialmente nei suoi tre anni nei professionisti anche e soprattutto grazie all’incontro con l’offensive coordinator Brian Daboll. L’ex Patriots ha costruito il Josh Allen che vediamo oggi, rendendolo un passatore efficace sul medio-corto e aiutandolo a sfruttare il cannone che ha al posto del braccio destro: nel giro di una stagione è passato da un passer rating sui passaggi oltre le 20 yard di 66.6 a uno di oltre 103 nella stagione corrente.
Il merito va anche a Stefon Diggs, Pro Bowler arrivato via trade con Minnesota in off-season. Diggs, quinto in NFL per ricezioni su terzi down che hanno portato alla chiusura dello stesso, ha dato ad Allen e all’attacco dei Bills una dimensione più verticale e un target più che affidabile, grazie alle sue mani e al modo in cui corre le tracce.
L’esitazione per prendere il vantaggio sul lungo e il pallone che Allen gli recapita tra le mani: facile. Il sistema che Daboll ha “importato” dai Patriots si chiama Erhardt-Perkins; la sua particolarità sta nel chiamare i giochi usando nomi brevi e facili da ricordare, oltre che nella combinazione di tracce in modo da consentire al quarterback letture più facili e scelte più immediate.
Questo è un dagger concept, almeno come idea di fondo: correre una basic (traccia di 10-15 yard che tagli al centro del campo) per attirare la safety verso il basso e aprire il fondo del campo per la traccia verticale: qui Gabriel Davis viene premiato nonostante il passaggio di Allen non sia perfetto. Con Diggs e la crescita di Allen, l’attacco dei Bills ha compiuto un enorme salto in avanti in termini d DVOA, dal 21esimo posto della scorsa stagione al quinto del 2020 nonostante il gioco di corsa non sia stato altrettanto efficace.
Indubbiamente, contro questo attacco, la difesa dei Ravens avrà le mani piene. Il reparto guidato da Wink Martindale è estremamente aggressivo quando si tratta di portare un pass rusher extra contro i quarterback avversari (44% di blitz rate, ampiamente il dato più alto in NFL) ed è anche particolarmente creativo nel farlo:
In questo esempio, uno dei tanti, Burrow decide di giocarsi il terzo down senza protezione ulteriore al proprio fianco: i due running back che si dividevano il backfield vengono spostati sull’esterno. A questo punto, uno dei linebacker si avvicina alla linea per portare un blitz (ci sono sei uomini pronti ad attaccare il QB allo snap), sapendo di essere in superiorità numerica. Baltimore porta un zone blitz, poiché uno dei linebacker attacca la linea mentre uno dei defensive linemen (McPhee, numero 90) si stacca per passare in coverage a zona. Burrow non gestisce bene la pressione, buttando per aria un pallone che finisce nelle mani di Marcus Peters.
È chiaro che Burrow non ha la stessa esperienza di Allen ad alti livelli e, soprattutto, la o-line di Cincinnati è una delle peggiori in NFL: Buffalo però dovrà essere più che attenta a come Baltimore proverà ad aggredirla.
Passando all’altro lato del pallone per entrambe le squadre, nelle ultime settimane i Ravens sono riusciti a tirarsi fuori da una buca che loro stessi si erano costruiti. Il loro attacco sembrava essersi inceppato, e il motivo era da ricercare – tra le altre cose - nella prevedibilità degli schemi dell’offensive coordinator Greg Roman.
Oltre ad aver agevolato le difese avversarie nella difesa di un cheat code come Lamar Jackson, Roman gli ha ulteriormente complicato la vita, riducendo della metà i passaggi tentati tramite play action; erano 163 lo scorso anno, solo 87 nel 2020, con anche un discreto calo in termini di precisione: quando LJ ha agito tramite play action nel 2020, il suo passer rating era di 111. Senza di essa, il dato precipitava a 64. Nonostante questo, nelle ultime settimane l’attacco sembra aver ritrovato smalto, complice sia il basso livello degli avversari affrontati sia l’inserimento in linea offensiva di Ben Powers e Patrick Mekari come guardie, reparto in cui i Ravens hanno sofferto tutto l’anno a seguito del ritiro di un futuro Hall-of-Famer come Marshal Yanda.
Per loro fortuna, i Bills non hanno difensori interni dominanti (l’unico, Star Lotulelei, si è tirato fuori ad inizio stagione per colpa del Covid), motivo per cui potrebbero soffrire le corse dei Ravens. Nonostante gli ottimi linebcker – Edmunds e Milano volano per il campo – i Bills sono la seconda peggiore squadra a difendere sui tight end, come visto a più riprese anche nella partita contro i Colts: Mark Andrews potrebbe rivelarsi un fattore X contro quella difesa.
Brown @ Chiefs
I tifosi dei Browns ricorderanno a lungo questa stagione, quella della prima qualificazione ai playoff da 18 anni e della prima vittoria ai playoff dal 1995, per giunta arrivata strapazzando chi aveva riservato loro per anni lo stesso trattamento.
La squadra di Kevin Stefanski vince grazie ad un attacco improntato su un gioco di corsa estremamente vario ed efficace, guidato da un duo senza rivali in NFL: Nick Chubb e Kareem Hunt, ex della partita. Chubb è il titolare nominale del backfield, sul podio dei migliori running back stagionali per rendimento, nonostante abbia saltato quattro partite per infortunio. L’ex Università della Georgia ha forza fisica, letture e un’ottima velocità sul lungo che gli permette di trasformare piccole corse in grandi guadagni; è quarto in NFL per placcaggi rotti, 21 (Hunt è settimo con 18), e secondo dietro Derrick Henry per corse da almeno 15 yard, 15.
Questi numeri sono stati resi possibili grazie anche ad una eccellente linea offensiva, composta negli anni tramite draft (l’ottimo rookie Jedrick Wills e Joel Bitonio), free agency (JC Tretter e Jack Conklin, la grande acquisizione dell’ultimo mercato), oltre a Wyatt Teller. La guardia ex-Bills è arrivata nel 2019 nel silenzio più totale, che si addice ad un carneade scambiato per una quinta e una sesta scelta. Nel 2020, Teller è uno dei migliori nel proprio ruolo, come certificato dall’invito al Pro Bowl.
Nessuno, però, è migliorato più di Baker Mayfield, dal cui rendimento dipendevano e dipendono le sorti dell’attacco. Non solo l’ex Oklahoma è migliorato da un anno all’altro, ma anche nella stessa stagione 2020, aiutato dall’ottima linea offensiva e dal running game che gli ha tolto dalle spalle il peso di essere l’unico trascinatore.
La sfida in trincea tra le due linee potrà dirci molto su chi dei due la spunterà, tenendo sempre presente che il giocatore più forte in partita gioca per i Chiefs, e ci arriveremo tra poco. La difesa di Kansas City è molto vulnerabile, soprattutto nel back seven, per via di un gruppo di linebacker piuttosto lento e pesante, e una secondaria priva di un vero shutdown corner. Non a caso, il reparto guidato da Steve Spagnuolo è quinto per yard concesse ai tight end, e primo per quelle concesse su ricezione ai running back, segno che non c’è nessuno in grado di seguire passo passo questi giocatori in campo aperto.
Si dà il caso, però, che dall’altra parte ci sia probabilmente l’attacco più forte di sempre, guidato da un passatore fenomenale alla sua terza stagione in NFL. Cosa c’è da dire del trio Mahomes-Hill-Kelce, se non che sono tre accoppiamenti da incubo per qualsiasi difesa?
Meglio quindi concentrarci su un paio di azioni, più esplicative di mille parole.
I Chiefs fanno dei movimenti pre-snap una delle loro armi, e questo ne è uno dei tanti esempi. Il gioco qui chiamato si chiama RPO slide, dove RPO è la “run-pass option”, che dipende dal movimento dei difensori del back seven al momento del consegnato (o della finta dello stesso), e “slide” è il movimento che un ricevitore sul lato forte compie verso il lato debole: qui è Tyreek Hill, ma altre volte c’era Kelce nel suo ruolo. Quando Edwards-Helaire si appresta a ricevere il consegnato di Mahomes, la difesa, chiaramente, si sposta sul lato verso cui il giocatore si dovrebbe dirigere. Nel mentre, però, Hill sprinta verso il lato debole; quando Mahomes toglie il pallone dalla pancia del running back per servire Hill, tutta la difesa è spostata dall’altro lato, e non ha il tempo materiale per fermare il ricevitore dei Chiefs.
Qui Mahomes fa due finte di passaggio ingannando due volte la difesa prima di rivelare le sue vere intenzioni. Ricevuto lo snap, prima si volta verso sinistra, dove finta il passaggio per Williams, il running back, nella flat. Dopodiché, sfrutta il movimento della linea, che esce come se dovesse bloccare per uno screen, fintando il suddetto per Tyreek Hill. A questo punto, con la difesa che è completamente concentrata sul ricevitore, Mahomes serve il suo vero target, Travis Kelce che sbuca dalla o-line nel più classico dei leak concept e riceve per 11 yard.
Pensare che la difesa dei Browns possa anche solo arginare questo attacco è dura. Il reparto latita in quanto a playmaker nel back seven, e buona parte del lavoro sporco toccherà al solo Myles Garrett, a maggior ragione visto l’infortunio al tendine d’Achille che terrà fuori il suo compagno di pass rush, Olivier Vernon, fuori dai playoff. I Browns hanno un buon potenziale offensivo, ma giocare a chi segna di più contro i Chiefs è un gioco molto pericoloso.
Buccaneers @ Saints
Eccoci arrivati all’ultimo scontro del weekend, e che scontro. Una rivalità divisionale arricchita da un duello personale tra due dei più grandi passatori di sempre, Tom Brady e Drew Brees.
In entrambe le gare di stagione regolare hanno trionfato i Saints, anche in maniera abbastanza netta. Tuttavia, i Bucs di oggi sono molto più consapevoli del loro potenziale rispetto alla prima partita della stagione regolare (e ci mancherebbe), ma anche della seconda giocata in casa. Dopo essere partita forte, Tampa ha attraversato un momento grigio che ha fatto chiedere a molti quanta benzina avesse ancora Brady nel serbatoio e, soprattutto, se Arians lo stesse sfruttando al massimo delle sue capacità.
C’è da dire che se “Padre Tempo è imbattuto”, Brady lo sta sfidando alla grandissima. L’ex Patriots è reduce da una stagione da oltre 4600 yard, 40 touchdown e 12 intercetti; nei mesi scorsi, il dubbio era che Brady potesse faticare ad adattarsi allo stile di gioco così aggressivo predicato da Arians, soprattutto alla luce dell’ultima stagione giocata in maglia Patriots. Ebbene, la sua stagione è stata di altissimo livello, ad eccezione di alcune partite nella seconda metà di stagione giocate contro tre contender (Rams, Saints e Chiefs) in cui ha lanciato 7 intercetti e d’un tratto ha mostrato l’età che effettivamente ha. A parte quella parentesi, Brady ha fatto vedere di avere ancora un signor braccio, come testimoniato dai 91 tentativi di passaggio oltre le 20 yard, convertiti con un passer rating di 108.
Ovviamente, avere quell’arsenale offensivo aiuta, in particolare Mike Evans, le cui 12 ricezioni di almeno 20 yard lo collocano al quarto posto in NFL: in questa situazione, Evans ha una percentuale di ricezione del 57%, secondo tra i giocatori con almeno 20 target di questo tipo.
Tampa si dispone in nub formation, cioè una formazione offensiva che ha un lato “da corsa”, il destro in questo caso, e un lato “da passaggio”. La squadra di Arians usa qui uno schema molto usato, il 989 concept, tipico dell’Air Coryell, così chiamato dal nome dell’ex allenatore dei Chargers, Don Coryell; nella nomenclatura di quello stile di gioco, “9” sta per una go route, una traccia verticale, mentre “8” per una dig o per una post, a seconda di come la safety alta copre il campo. Anche l’ordine dei numeri corrisponde al ricevitore che correrà la determinata traccia: quelli esterni corrono una go (Evans e Gronk in questo caso), lo slot receiver o il tight end una dig/post.
Evans, Godwin (quarto in NFL per percentuale di ricezione, 77%), Miller e il gruppo dei tight end dovranno vedersela con una secondaria – e con una difesa in generale – eccellente, che già nelle due partite di stagione regolare ha creato loro davvero molti problemi per l’aggressività e la fisicità con cui scende in campo.
Di quel reparto il nome meno noto – per ora – è quello dello slot corner Chauncey Gardner-Johnson. CDJ è quarto tra i defensive back con almeno 80 target al proprio marcatore diretto per passer rating concesso (72.2), ed è tra i migliori difensori per passaggi deviati. Gardner-Johnson non è solo fisico e in grado di entrare nella testa degli avversari, come ben sanno Javon Wims, Anthony Miller, ma anche il suo compagno Michael Thomas, ma ha anche letture degne di un grande giocatore.
Questo è un “semplice” pass breakup, un passaggio sporcato e incompleto. Le virgolette sono d’obbligo perché CDJ stava marcando un velocista come Mecole Hardman (è il wide receiver numero 2, ovverosia il ricevitore di mezzo in un set da tre).
Queste due azioni, invece, denotano disciplina e intelligenza e notevoli doti fisiche. Si tratta di due letture diverse contro le motion di Tyreek Hill. Nel primo caso, CDJ, che gioca come linebacker in nickel, è bravissimo a chiudere la distanza tra sé e Hill, spallando via il bloccante dei Chiefs e limitando Hill ad un guadagno di una sola yard. Nell’altra clip, vediamo Tampa portare un uomo in ghost motion (cioè un movimento da una sideline all’altra, senza che però il giocatore in questione tocchi il pallone) per tenere la difesa sulle spine. In questi casi, il movimento serve per costringere i difensori esterni a prestargli attenzione, distogliendola dal vero obiettivo dell’attacco. Qui è Ronald Jones, che esegue una counter, una corsa che prevede un passo laterale in direzione opposta a quelle verso cui correrà prima dello snap, per dare un falso riferimento ai difensori.
CDJ, il numero 22, rimane però composto nonostante lo specchietto per le allodole orchestrato da Tampa e, con l’aiuto di Malcolm Jenkins, ferma l’azione di RoJo sul nascere. Sarà una bellissima battaglia in trincea, considerato quanto nelle due sfide di stagione regolare i due (ottimi) tackle dei Bucs hanno patito il duo Jordan-Hendrickson sugli esterni. La difesa della squadra della Florida è la migliore della Lega per quanto riguarda la difesa contro le corse (prima in DVOA) e questo può voler dire che sarà Brees a dover prendere per mano la squadra.
Di sicuro, la partita sarà ben più combattuta rispetto a quanto visto nei mesi precedenti. E visto il retrogusto amaro che ci hanno lasciato le sfide di Wild Card, siamo qui per questo.