L’esclusione di Carlos Bacca dai titolari scesi in campo venerdì scorso a Marassi ha acceso un dibattito a cui lo stesso Bacca si è sentito in dovere di partecipare. Per una strana coincidenza, poco prima che le formazioni ufficiali venissero diramate, nella redazione de l’Ultimo Uomo si discuteva della reale o presunta imprescindibilità di M’Baye Niang per il Milan.
La carriera di Niang si è svolta in due fasi distinte, separate dallo spartiacque di una stagione di apprendistato alla corte genoana di Gian Piero Gasperini, che lo ha utilizzato indistintamente come attaccante esterno o punta centrale. Da esterno, ai lati di un falso nueve creativo come Perotti, Niang ha messo in mostra la grande velocità in campo aperto e l’ottima conduzione di palla; imparando a dosare quella velocità per dettare i tempi del passaggio con maggiore efficacia. Da punta centrale, ha imparato ad utilizzare il corpo e a sfruttare la forza delle gambe per proteggere il pallone.
Con Miha
Il suo secondo esordio in maglia rossonera è stato meno glamour del primo, soprattutto perché Sinisa Mihajlovic inizialmente gli preferiva Luis Adriano, in coppia con Bacca, nel 4-3-1-2. Quando l’allenatore serbo è passato al 4-3-3, le prime scelte nel tridente erano comunque Bonaventura e Cerci ai lati dell’intoccabile colombiano.
Niang si è imposto in un Sampdoria-Milan nel quale mostrò eccezionali capaci di collegamento tra i reparti. In fase di non possesso faceva praticamente da centrocampista aggiunto, e grazie alla sua conduzione di palla il Milan poteva difendere in blocco a ridosso della propria area e ripartire. Niang era l’unico che potesse convivere con Bacca, un attaccante che ha bisogno di spazi per disorientare il difensore e smarcarsi: il colombiano in carriera non ha mai giocato con un’altra punta “classica”, ma sempre in 4-3-3 o 4-2-3-1, con tutto il fronte d’attacco a disposizione.
Così, Mihajlovic ha potuto schierare il Milan con il 4-4-2 e avrebbe continuato a farlo se Niang non si fosse infortunato. Con il francese in campo, il Milan ha collezionato una media di 1,8 punti a partita. Prima dell’ingresso di Niang nell’undici iniziale, e dopo l’infortunio, la media punti a partita era inferiore: 1,3.
Contro il Torino, Niang è stato uno dei più coinvolti nella manovra (a cerchi più grandi corrisponde un numero di tocchi maggiore).
Vita Nova
Con Montella, sempre con Bacca al centro dell’attacco, cioè un centravanti poco associativo in una squadra allenata da un tecnico associativo, Niang rappresenta un vero e proprio riferimento offensivo: pronto a scattare in avanti quando il pallone sale dal lato sinistro della difesa, con il terzino che calcia in avanti quasi ad occhi chiusi. Allo stesso modo, quando Suso da destra riceve il pallone nella propria metà campo e si gira sul suo piede naturale, il sinistro, cerca immediatamente Niang, per servirlo sulla corsa quando scatta in profondità. Nel Milan di Montella Niang è la via più semplice per la generazione della superiorità numerica.
Dal suo secondo ritorno al Milan, nei 1421 minuti giocati fino ad oggi, il Milan con Niang in campo ha prodotto 1,4 xG ogni 90 minuti; nei 2359 minuti nei quali Niang non è stato impiegato, invece, il Milan ha generato una media di 1,20 xG/p90. È come dire che con Niang in campo la qualità della manovra offensiva milanista sale del 17%.
È presto per individuare dei trend per la sola stagione 2016-17, ma dopo le prime 3 partite disputate (contro l’Udinese non è sceso in campo) sembra che Niang stia aumentando la sua efficienza in campo: nonostante gli xG siano diminuiti rispetto allo scorso anno (da 0,283 a 0,226 p90) Niang ha già segnato 1 gol (la scorsa stagione in tutto ne ha segnati 3); ed è aumentata anche la qualità e l’efficienza delle sue assistenze: 0,184 Expected Assist rispetto ai 0,088 dello scorso anno, con 1 assist vincente già messo a segno (ne fece 2 in tutta la scorsa stagione).
Guardandolo nel dettaglio si direbbe che Niang abbia migliorato l’utilizzo del piede sinistro, il che lo rende imprevedibile perché può saltare l’uomo e venire in mezzo al campo o puntare il fondo per cercare il cross di mancino con la stessa efficacia. Deve migliorare nella selezione di determinate giocate, a volte cerca linee di passaggio pressoché impossibili, e deve smussare ancora un po’ certe asperità del suo carattere, che gli procurano qualche cartellino di troppo. La cosa certa è che anche se la stagione è appena iniziata si può dire che, salvo imprevisti, il presente e il futuro del Milan passano dai piedi di M’Baye Niang. Finalmente.