
A dimostrazione di quanto sia stata positiva la prima – e speriamo non ultima – stagione di Nico Paz in Serie A, basti sapere che Xabi Alonso vorrebbe riportarlo al Real Madrid per aprire il suo nuovo ciclo. Con una premessa del genere, è facile capire perché l’argentino abbia vinto il premio di miglior Under 21 degli Ultimo Uomo Awards col 72% dei voti, un margine larghissimo sul resto della concorrenza, che pure, come hanno sottolineato molti di voi nei commenti, aveva i suoi argomenti per competere: Yildiz, nonostante l’uso scellerato da parte di Motta, negli ultimi mesi si è fatto carico della Juventus e ha onorato la maglia numero dieci; Castro è stato il centravanti del Bologna nella prima stagione post-Zirkzee – quando forse ci si aspettava che il sostituto dell’olandese dovesse essere Dallinga – e ha giocato un ruolo fondamentale nel calcio intenso e di duelli di Vincenzo Italiano; Diao, in relazione alle presenze (15 distribuite in meno di 1300’) ha avuto un impatto ottimo sulla Serie A (8 gol).
Nessuno di loro, però, ha avuto per la propria squadra il peso di Nico Paz nel Como: i lariani hanno chiuso al decimo posto – anche a seguito di un mercato invernale che ne ha elevato le ambizioni -ma senza l’argentino nato a Tenerife non avrebbero vissuto una stagione così tranquilla.
Paz ha realizzato 6 gol e 9 assist e si è dimostrato un giocatore risoluto e allo stesso tempo fantasioso: a riprova della sua creatività, è terzo tra i giocatori con almeno 1200’ in campionato per passaggi filtranti (0,44 ogni 90’) e quinto per dribbling riusciti (1,97).
Assistere alle partite di Nico Paz, però, nella Serie A di quest’anno è stato uno spettacolo a parte, e quindi l’esperienza visiva merita di precedere qualsiasi altra considerazione. In buona parte dei suoi incontri, Nico Paz ha dato l’impressione di essere nettamente il miglior giocatore in campo. È successo contro le altre medio-piccole della Serie A, qualcosa che ci si poteva aspettare visto che era stato il motivo per cui lo aveva comprato il Como. Ma è stata una sensazione concreta anche contro alcune grandi, che in teoria avrebbero dovuto avere giocatori di livello più alto: ciò che è successo, ad esempio, contro Fiorentina, Roma e Milan e, soprattutto, contro il Napoli a febbraio, in quella che forse è stata la sua miglior prestazione. Il Napoli era primo in classifica e, come sappiamo, avrebbe poi vinto il campionato, ma a livello individuale non c’era un singolo che riuscisse ad avvicinarsi a Nico Paz per brillantezza tecnica. In quella partita, ricevendo tra le linee, l’argentino ha fatto impazzire la squadra di Conte: la ciliegina sulla torta è stata la splendida imbucata d’esterno per il gol vittoria di Diao.
Se i tifosi del Como speravano di trovare in Nico Paz l’uomo della salvezza, il resto di noi appassionati cercava qualcuno che arricchisse la Serie A: alla fine siamo stati ripagati con una stagione eccitante, che porta a chiedersi quali siano le sue reali prospettive. Sembra infatti già arrivato il momento di dimostrarsi all’altezza del Real Madrid. Paz ha confermato di essere un giocatore tecnicamente fenomenale, a cui non manca davvero nulla nel rapporto con la palla. Se contributo al possesso, visione di gioco e dribbling si possono tradurre in numeri, ci sono aspetti per i quali non esiste misura. Ad esempio il fatto che usi tutta la superficie del sinistro per controllare la palla. Oppure il fatto che i suoi dribbling servano a far giocare meglio la squadra, non dei semplici isolamenti a cui ricorrere per disperazione; senza considerare che vengono spesso eseguiti nello stretto, nel cuore del gioco, e magari con virtuosismi inaspettati come ad esempio un sombrero o una Veronica. Che dire poi di quando alza la testa, della possibilità di innescare i compagni sia sul lungo che sul corto, a volte con soluzioni estemporanee come la scucchiaiata con cui ha mandato in porta Cutrone nella partita contro il Cagliari.
Detto della visione di gioco e dei dribbling, che in una certa misura si possono tradurre in numeri, solo Dybala in campionato ha avuto la sua stessa qualità nel primo controllo. Il risultato è stato un giocatore capace di fare la differenza sia abbassandosi per ricevere a centrocampo, sia, soprattutto, tra le linee, dove è più difficile ricevere: aspetti grazie ai quali i suoi prossimi allenatori potranno sbizzarrirsi.
Sarebbe bello riavere Nico Paz anche nella prossima Serie A. Di certo lo troveremo a un livello più alto, magari a risolvere qualche partita di Champions League o, chissà di una Coppa America o di un Mondiale, visto che in questi mesi sono arrivate anche le prime convocazioni e l’esordio con l’Argentina. Difficilmente, comunque, dimenticheremo questa sua stagione in Italia.