Eden Hazard è stato l’ultimo giocatore del Lille capace di segnare almeno 20 gol in campionato; era la stagione 2011/12, l’ultima del belga in Ligue 1 prima del trasferimento al Chelsea. La squadra – allora allenata da Rudi Garcia – chiuse al terzo posto guadagnandosi un posto per la Champions League; quella fu l’ultima presenza del club del nord della Francia nella massima competizione europea.
Negli ultimi anni il Lille ha attraversato un periodo caratterizzato da diversi cambiamenti, sia a livello societario, con un nuovo proprietario e un nuovo stadio, che a livello tecnico, con diversi progetti ambiziosi partiti e naufragati in pochi mesi (l’ultimo in ordine di tempo con il Loco Bielsa). I cambiamenti che avrebbero dovuto portare il Lille a un livello superiore – quindi subito sotto al Psg insieme ad altre squadre come Lione, Marsiglia e Monaco – non hanno portato i risultati sperati, almeno fino a quest’anno.
Se quest'anno le cose sono andate diversamente, e il Lille si è preso il posto dietro al PSG, buona parte del merito è di un esterno offensivo molto promettente (proprio come nella stagione 2011/12). A una giornata dal termine della Ligue 1, Nicolas Pépé ha segnato 22 gol, superando il record di Eden Hazard nella sua ultima spettacolare stagione in Francia. L’annata del Lille e quella della sua stella offensiva hanno avuto uno sviluppo parallelo: dopo un sorprendente exploit iniziale tutti si aspettavano che il livello delle loro prestazioni fosse destinato ad abbassarsi, ma non è successo; la squadra di Galtier è seconda con 6 punti di vantaggio sul Lione e l’esterno offensivo mancino è diventato il primo giocatore ad andare in doppia cifra sia nei gol (20) che negli assist (11) in questa Ligue 1, rivelandosi come uno dei talenti più affascinanti del campionato.
Il fallimento con Bielsa e l’esplosione con Galtier
A 23 anni Pépé sta dimostrando una maturità e una consapevolezza calcistica che fino a poco tempo fa era difficile aspettarsi da lui. L’ivoriano è arrivato a Lille nell’estate del 2017 all’interno di un processo di ringiovanimento della rosa voluto fortemente dal nuovo proprietario della squadra, Gerard Lopez, che ha assunto prima come consigliere, poi come direttore sportivo, Luis Campos – ex scout del Real Madrid e direttore tecnico del Monaco.
Nella stessa estate è iniziata la sfortunata avventura a Lille di Marcelo Bielsa; nei pochi mesi in cui è stato sulla panchina della squadra, l’argentino non ha avuto un grande rapporto con Pépé, sia perché il Loco lo ha utilizzato fuori ruolo come punta centrale – dove ha realizzato solo 3 gol in 12 partite –, sia per i grandi limiti caratteriali dell’ivoriano, che era (per sua stessa ammissione) un giocatore molto indolente: «Prima avevo bisogno di essere ripreso. A volte mi dovevano stimolare o urlare per farmi impegnare di più. Prendevo il calcio troppo alla leggera, ora è il mio lavoro in tutto e per tutto. Se vedessimo un mio video di quattro anni fa e uno della stessa durata di quest’anno, vedremmo un’enorme differenza nell’attitudine».
L’esplosione di Pépé è arrivata poco dopo la partenza di Bielsa, che ha lasciato la panchina del club del nord della Francia nel dicembre del 2017. Sotto la guida del subentrato Cristophe Galtier l’ivoriano ha realizzato 9 gol nel girone di ritorno della scorsa stagione, per poi alzare definitivamente il livello quest’anno. Pépé è stato uno dei migliori giocatori nel generare situazioni pericolose, iscrivendosi nel solco di un campionato che negli anni ha espresso talenti offensivi come Hazard, Depay, Gervinho, Fekir e Payet. È secondo nella classifica combinata tra assist e gol con un totale di 31 (un gol o un assist ogni 98 minuti) e si è messo in luce grazie alla sua capacità di influenzare il gioco offensivo del Lille in tutte le sue sfumature, con o senza palla, creando occasioni per i suoi compagni o finalizzando quelle create da loro.
La sua stagione eccezionale è riassunta bene dai dati negli Expected Goals e Assists: è secondo in Ligue 1 per xG (17,94) e primo per xA (9,73).
La squadra di Galtier si è qualificata alla fase a gironi della prossima Champions League. All’inizio del mese ha ospitato il PSG, a cui sarebbe bastato un solo punto per vincere matematicamente la Ligue 1: con una prestazione eccezionale ha impedito che la squadra di Tuchel festeggiasse lo scudetto al Pierre-Mauroy, togliendosi anche la soddisfazione di sconfiggere per 5-1 i futuri campioni. Anche quel giorno a trascinare il Lille è stato Pépé, che ha scelto l’avversario più importante per sfoggiare tutto il suo repertorio.
Contro il PSG Pépé ha dimostrato ancora una volta – anche se non era necessario – di essere uno dei prospetti offensivi più interessanti esplosi in questa stagione in Europa. L’ivoriano ha utilizzato il suo strapotere a livello fisico e atletico per dominare la difesa del Paris Saint Germain abbinandolo a quella che forse è la sua migliore caratteristica a livello mentale, l’intensità con cui prova a essere decisivo in tutte le azioni offensive del Lille; non a caso è stato protagonista nelle azioni che hanno prima indirizzato l’andamento poi chiuso definitivamente la partita.
Al 33’, quando il punteggio è sull’1-1, Pépé sfrutta uno dei suoi movimenti preferiti attaccando lo spazio alle spalle della difesa partendo dall’esterno destro su un lancio dalla propria metà campo di Ikone; il movimento – eseguito con un tempismo perfetto – coglie alla sprovvista sia la coppia di centrali, concentrati sulla punta e sul trequartista, che Bernat, il suo diretto marcatore. In poche lunghe falcate l’ivoriano guadagna diversi metri sullo spagnolo, che lo trattiene guadagnandosi il cartellino rosso.
All’inizio del secondo tempo Pépé realizza la rete del vantaggio in contropiede, la situazione che esalta di più le sue doti e quelle del 4-2-3-1 del Lille. Il Psg perde un pallone al limite dell’aria avversaria, l’ala sinistra Bamba è veloce nel servire il centravanti Remy, che dopo essere venuto incontro attirando i centrali scarica per il trequartista Ikone; con un movimento simile a quello che ha provocato l’espulsione di Bernat, Pépé taglia centralmente a velocità massima tra i due centrali suggerendo una traiettoria al compagno, che lo serve di prima. Quando si trova davanti ad Areola lo supera il sinistro segnando il gol del 2-1, il suo diciannovesimo in campionato.
Negli ultimi quindici minuti della partita mostra anche la sua abilità nel cross e nei calci piazzati, realizzando su punizione e su calcio piazzato gli assist per il quarto gol di Gabriel e il quinto di José Fonte.
Verticalità e attacco degli spazi
Una delle principali qualità di Pépé è la verticalità del suo gioco, che abbinata alla esplosività nel dribbling lo rende un giocatore sempre pericoloso, anche in zone di solito calme. In questa azione contro il Marsiglia riceve palla defilato a 50 metri dalla porta, una situazione abbastanza tranquilla per la difesa; in un attimo si accende: punta la porta e si libera del terzino, poi supera Luiz Gustavo grazie a un triangolo con un compagno ed entra in area, Mandanda prova chiudere in uscita ma Pépé gli sposta il pallone e conquista un rigore, che trasforma poco dopo.
La sua esplosione è strettamente legata a una nuova concezione dello spazio e del lavoro di squadra, arrivata quando è maturato a livello mentale: «Quando ero a Orleans ero più che altro uno showman, affrontavo un avversario e la mia priorità era umiliarlo; quando ci riuscivo ero soddisfatto della mia partita a prescindere dal resto (ha raccontato l’ivoriano a France Football). Ora quello che faccio deve avere un interesse per la squadra, ho imparato a usare lo spazio anche senza dribblare e ho dei compagni bravi a fornirmi palloni che mi mettono in condizione di concludere».
L’obiettivo della fase offensiva del Lille in questa stagione è stato quello di mettere pressione agli avversari creando dei duelli individuali per poi cercare lo spazio creato dietro la linea difensiva. Nonostante parta largo a destra nel 4-2-3-1 del Lille, l’ivoriano gioca la maggior parte delle azioni nell’half-space di destra, permettendo al terzino Çelik di trovare lo spazio per interpretare in modo molto aggressivo il suo ruolo. Pépé può avere la meglio dei suoi diretti avversari sia grazie alla sua supremazia atletica – in particolare quando è lanciato in velocità, anche palla al piede – sia nello stretto, dove è abile nel proteggere palla grazie al suo fisico e ha dimostrato di avere un’ottima sensibilità nell’individuare i movimenti dei suoi compagni di squadra per servirli e creare occasioni da gol (quasi 2 passaggi chiave per partita e 11 assist realizzati in stagione).
Pépé occupa il corridoio interno mentre Çelik porta palla, poi si offre per un triangolo che libera il turco al cross, sulla palla arriva Remy che trasforma al volo di destro l’assist.
Giocare con un solo piede anche al livello più alto
Galtier ha detto che l’ivoriano gli «ricorda molto Arjen Robben quando era giovane, perché è mancino come lui e ha l’abilità di tagliare verso l’interno, eliminare difensori e concludere molto bene in porta».
Il più grande limite di Pépé è la scarsa propensione all’utilizzo del piede destro: nonostante sia abile nel confondere i difensori al momento del dribbling, usa quasi esclusivamente il sinistro anche quando arriva sul fondo e in altre situazioni in cui sarebbe più efficiente utilizzare il suo piede debole e aumentare la sua imprevedibilità. Se Robben durante la sua carriera ha saputo compensare questa mancanza masterizzando un movimento fino a renderlo immarcabile, Pépé sta riuscendo a compensare proprio giocando nell’half-space di destra, dove ha più angoli a disposizione per nascondere questo deficit.
È interessante notare come sia molto più coinvolto nella costruzione dell’azione rispetto a Cengiz Ünder, un giocatore a cui spesso viene paragonato per età, prospettive, caratteristiche e posizione: l’ivoriano esegue 31,6 passaggi per partita e 1,9 passaggi in chiave in Ligue 1, mentre il turco della Roma solamente 21,8 per partita e 1,4 passaggi chiave in Serie A.
Secondo il suo allenatore, Pépé «non ha bisogno di uno step intermedio e deve necessariamente giocare la Champions League nella prossima stagione». Il Lille in Champions ci è entrato ma non è detto che l’ivoriano la giocherà con la sua attuale squadra, come ha fatto intuire il presidente Gerard Lopez: «Sicuramente Pépé partirà. Il prezzo del suo cartellino e anche il suo stipendio arriveranno a cifre che il Lille non può rifiutare o permettersi. Ci sono diverse squadre interessate e anche il suo parere conterà molto perché è una scelta decisiva per la sua carriera».