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Come sta andando Zaniolo al Galatasaray
07 giu 2023
Dalle difficoltà d'ambientamento fino alla doppietta nel derby intercontinentale.
(articolo)
7 min
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Nel 1997, alla Quinzaine des Réalisateurs del 50esimo Festival di Cannes fu presentata una pellicola che avrebbe fatto discutere. Il titolo era Il bagno turco (Hamam), l’opera prima di Ferzan Özpetek, e la trama era semplice quanto intrigante: un uomo di Roma, dal cui appartamento si intravede il cupolone, eredita un vecchio bagno turco a Istanbul, di cui non nemmeno sapeva l’esistenza. Una volta arrivato in Turchia con l’obiettivo di venderlo e tornare subito in Italia, l’uomo si innamora perdutamente della città e della sua cultura, sceglie di restare, ristrutturare l’hammam e finisce per cambiare profondamente in poche settimane, restando intrappolato, positivamente e negativamente, nel nuovo mondo in cui riesce a trovare veramente se stesso.

Il primo viaggio da Roma a Istanbul può essere stato vissuto allo stesso modo da Nicolò Zaniolo, che come l’architetto interpretato da Alessandro Gassmann nella pellicola di Özpetek, arrivava in Turchia con l’intenzione nemmeno troppo velata di vedere in Istanbul soltanto una tappa di passaggio. Un po’ come lo è stata per Andrea Pirlo, che ha appena ufficializzato l’addio al Fatih Karagümrük senza completare la sua stagione per cercare di nuovo fortuna, preferibilmente in Italia.

Sulle spalle di Zaniolo ha pesato l’etichetta del cartellino più costoso nella storia del calcio turco (almeno 16 milioni), ma la situazione stessa in cui si è ritrovato all’arrivo al Galatasaray è stata a dir poco anomala, con la Turchia intera travolta dall’onda emotiva ed emergenziale del terremoto nel sud-est. Il campionato, come quasi ogni cosa nel Paese, si è bloccato per un mese intero.

Con l’esordio spostato a marzo, Zaniolo è rimasto fermo un ulteriore mese in più del previsto, dopo le controversie di gennaio a Roma, e questo ha probabilmente imballato la sua forma nel medio-lungo periodo – ciononostante il 23enne non ha tardato a mostrare sprazzi delle sue qualità. Si è presentato al NEF Stadyumu (ex Türk Telekom Arena) con un gol al Kasımpaşa alla sua prima presenza da subentrato. Un inizio confortante, ma non sufficiente a imporsi nella folta concorrenza all’interno del roster a disposizione di mister Okan Buruk, per quella che si è dimostrata una sfida ben più difficile del previsto.

L’ottima forma di Milot Rashica, che occupa la sua stessa posizione sulla trequarti destra, ha rappresentato il primo vero ostacolo per Zaniolo, con il Galatasaray che aveva già trovato il suo assetto vincente prima dell’arrivo dell’ex romanista. Il cimbom, storico soprannome del club giallorosso di Istanbul, aveva uno score positivo di 15 vittorie consecutive appena prima dello stop dovuto al terremoto. Okan Buruk non ha voluto cambiare troppo, inserendo inizialmente Zaniolo per spezzoni di partita, in cui ha mostrato lampi di pura classe ma senza trovare continuità. È andato a referto contro l’Adana Demirspor di Vincenzo Montella (quarto in classifica) e ha suggellato il 6-0 al Kayserispor, fino a quel giorno una delle rivelazioni della stagione, con un sinistro pregevole. In quei giorni, l’aria che si respirava attorno a lui era comunque piena di speranze e di fiducia: pure l’intesa con Icardi non ha tardato ad arrivare, come mostrato nell’assist all’ex capitano dell’Inter nella sconfitta in Coppa contro il Başakşehir.

Allo stesso modo, però, Zaniolo non ha mai giocato 90 minuti in un singolo match, e dopo l’ottima partenza (con quei 3 gol nelle prime 4 uscite di campionato) ha lasciato trasparire segnali di nervosismo. Okan Buruk ha anche provato a schierarlo come punta, nei momenti di riposo di Icardi, un esperimento che non ha avuto successo.

E così il 16 maggio, due giorni dopo la prima tornata dell’elezione presidenziale della Turchia i cui risultati hanno costretto l’attuale (e appena rieletto) presidente Recep Tayyip Erdoğan ad affrontare al ballottaggio lo sfidante Kemal Kiliçdaroğlu, allo stadio Recep Tayyip Erdoğan (proprio così) di Kasımpaşa, l’Istanbulspor, uno dei piccoli club storici della città, si trova faccia a faccia con il Galatasaray. Zaniolo parte dalla panchina. Entra al 69’ con l’atteggiamento di chi vuole spaccare il mondo, ma tutte le sue emozioni finiscono per concentrarsi in una scivolata scomposta, con i tacchetti del piede sinistro che arrivano a colpire le parti basse di un avversario: l’arbitro non comprende subito la pericolosità del contatto, ma ci pensa il VAR. Arriva inesorabile l’on-field review e il cartellino rosso, il primo nell’esperienza turca, piovuto sulla testa di Zaniolo a 6 minuti dall’ingresso in campo. Ancora più scomposto del suo intervento maldestro c’è la reazione successiva, con calci e pugni alla tensostruttura del tunnel degli spogliatoi di Kasımpaşa.

La tempesta non si è placata nei giorni successivi, anzi: sui social media è diventato virale un video in cui Zaniolo risulta un po’ isolato all’interno dello spogliatoio del Galatasaray, mentre i compagni giocano senza di lui e lo ignorano. Un video fuori contesto, però, non può raccontare l’intera storia, e infatti notizie più certe e verificate danno invece come molto forte il blocco italiano all’interno dello spogliatoio di Buruk, con il gruppo di Mertens, Sergio Oliveira, Icardi e gli altri italofoni non solo fondamentale nel costruire l’ossatura della squadra finora, ma pronto ad accogliere e aiutare il nuovo arrivato fin da subito. La gestione dell’allenatore è stata molto elogiata dai media turchi, che hanno apprezzato il rilancio di Icardi, estremamente umorale nel suo momento più critico diversi mesi fa, e la svolta tecnica e mentale di un Kerem Aktürkoğlu che solo ad agosto 2021 si scontrava in rissa contro il suo stesso compagno di squadra Marcão.

Okan Buruk ha reso possibile il lavoro in uno spogliatoio, quello del Galatasaray, che era tendenzialmente considerato una polveriera. Zaniolo è solo l’ultimo enigma da risolvere, per un tecnico che ha fatto della gestione dei giocatori il suo punto di forza. E in Turchia per ribaltare un momento negativo a volte può bastare una scintilla, come ha dimostrato il derby Intercontinentale. In una partita sentita, in casa del Gala, Zaniolo ha prima segnato una doppietta e poi ha fatto espellere un avversario per fallo da ultimo uomo. Due gol bellissimi, e il secondo in particolare capace di condensare il suo talento tecnico e fisico in spazi ampi.

Dopo la partita ha scritto un post umile sui propri social: «Prima di tutto, voglio dire questo: mi scuso per il cartellino rosso rimediato nella partita contro l'Istanbulspor e per aver lasciato la mia squadra in 10. Mi scuso anche con tutti i nostri tifosi che ci hanno sostenuto. Accettate questa prestazione come se fossero le mie scuse».

Al termine di una stagione difficile, quindi, Zaniolo è riuscito comunque a mettere la firma sulla vittoria che ha suggellato il titolo al Galatasaray, con festeggiamenti epocali conseguenti. Come sempre, basta un momento positivo per ribaltare le percezioni e i momenti di forma.

Icardi ne è l’esempio perfetto: lo 0-3 ottenuto in trasferta dal Galatasaray in casa del Fenerbahçe fu un autentico spartiacque per l’annata dell’argentino. Entrato in corsa dalla panchina, con Okan Buruk che lo aveva punito con un’esclusione a causa di un arrivo in ritardo, l'attaccante argentino mise a segno un gol e si tolse la maglia del Gala mostrandola alla gradinata avversaria, replicando un gesto peraltro già fatto a San Siro con la 9 nerazzurra. Con quell’istantanea entrata subito nelle immagini iconiche della stagione in Turchia, dove i paragoni con Leo Messi al Bernabéu si sono sprecati, Icardi ha spazzato via diversi mesi di incomprensioni e critiche, e si è ritrovato nell’arco di poche giornate a dirigere i cori degli ultrAslan dopo le vittorie, come il famoso bir-iki-üç.

Ora per lui si parla persino di riscatto dal prestito, con il Galatasaray che ha l’assoluta necessità di passare i preliminari di Champions League in estate. In questa direzione si può leggere la prima vera apertura della famiglia Zaniolo a restare in Turchia un po’ di più, con la Champions della prossima stagione che è stata nominata in un’intervista recente dal padre Igor. Una notizia, dato che in precedenza invece Nicolò Zaniolo aveva fatto intuire che vedesse il Galatasaray come una possibile parentesi di vita vissuta sul Bosforo, non nascondendo l’obiettivo finale di tornare in Italia.

Per farlo, però, deve smentire definitivamente gli scettici, e far vedere che la carta d’identità dice ancora 23 anni, a luglio 24: un’età in cui il futuro è tutto da scrivere. Magari per un po’ ancora in Turchia, dove il Bagno turco di Özpetek insegna un messaggio semplice: solo nel momento in cui il protagonista si cala completamente nella realtà di Istanbul, finisce per ritrovare sé stesso.

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