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Come ha fatto Ninja a diventare un'icona
16 gen 2019
Chi è Tyler Blevins, detto "Ninja", e perché è diventato così famoso.
(articolo)
11 min
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Una delle principali icone pop del 2018 è uno streamer di 27 anni. Su Youtube vanta 20 milioni di iscritti al proprio canale, più di 12 milioni di follower su Twitch, con una media di 53.000 spettatori per ogni diretta. Ha ospitato sul proprio canale il rapper Drake; è tra i protagonisti del consueto video di fine anno Youtube Rewind, alla guida del bus di Fortnite; ed è stato ospite di Ellen DeGeneres e Jimmy Fallon. Forse non lo sapete ma l’uomo in questione è Tyler Blevins, detto “Ninja”, il più conosciuto gamer di Fortnite.

Probabilmente ve lo state già chiedendo, e quindi lo scrivo nero su bianco: come ha fatto un gamer a diventare una stella dello show business mondiale?

Ninja sulla copertina di ESPN Magazine: The legend of the biggest gamer in the world (foto ESPN).

Da dove esce fuori “Ninja”

In realtà a scuola “Ninja” si interessava principalmente di calcio, ma con il tempo la sua attività primaria oltre lo studio diventano i videogame. Raggiunto il diploma decide di intraprendere la carriera di giocatore professionista partendo da Halo 3 nel 2009.

È un periodo in cui gli esport moderni con i montepremi stellari da milioni di dollari ancora non esistono, anzi: il periodo è immediatamente successivo alla crisi finanziaria del 2007 e gli investimenti nel nascente settore dei videogiochi competitivi scarseggiano. League of Legends, uno dei principali titoli esport di oggi, sarà lanciato solo a ottobre di quell’anno mentre Dota2, il gigante dei montepremi con 25 milioni $ al The International 2018, deve ancora vedere la luce.

È il padre a trasmettere la passione per i videogiochi a “Ninja”, come ha raccontato lui stesso nel 2015: «Amava i videogiochi già quando iniziarono a presentarsi sul mercato. Raccontava di comprarli per noi, i figli, ma in realtà dopo averci dato la buonanotte continuava a giocare fino a notte inoltrata». Tyler Blevins è il terzo di tre fratelli, dopo Chris e Josh. Quando a 10 anni chiede loro per la prima volta di giocare ad Halo, i fratelli maggiori lo accontentano: una scena che si ripeterà solo per qualche altra volta dopo quel momento perché di lì a poco “Ninja” diventa praticamente imbattibile.

Foto ESPN.

Accanto al talento, Tyler Blevins viene benedetto dalla fortuna, perché negli Stati Uniti il traino degli esport nei primi anni è proprio Halo: nel 2009 Blevins partecipa a un evento a Orlando con il proprio team su Halo 3.

La notorietà arriva però solo due anni dopo, nel 2011, sulla nuova versione di Halo: Reach. “Ninja” va a Dallas, Columbus, Anaheim come prime tappe della sua carriera da professionista. «In quegli anni non bastava semplicemente giocare per fare di una passione una professione. Era necessario essere il migliore tra centinaia, migliaia di persone: bisognava vincere». Nello stesso anno inizia anche la sua carriera su Twitch: grazie alla notorietà acquisita nei tornei, e alle indiscutibili abilità meccaniche, arriva a guadagnare circa 100 dollari al giorno trasmettendo le proprie sessioni di gioco.

La carriera da gamer inizia a plasmare la persona che è “Ninja” oggi. Nel Wisconsin, a un torneo locale, conosce Jessica Goch, la ragazza che sposerà sei anni dopo. Nel 2012, invece, con il team Warriors conquista l’MLG Fall Championships, raggiungendo anche l’obiettivo personale del più alto punteggio nel game finale.

Il Game 1 della finale dell’MLG Dallas 2012.

Nella sua carriera ha giocato per i più importanti team della scena esport nordamericana e internazionale: Cloud9, Renegades, Team Liquid e Luminosity Gaming, attuale organizzazione per cui è registrato. Eppure per la sua famiglia il successo è stata una sorpresa inaspettata. Il padre, Chuck, si è ritrovato improvvisamente con un figlio diventato economicamente indipendente grazie ai videogiochi: «Discutevo con lui perché trascorreva troppo tempo sui videogame ma riusciva a racimolare qualche soldo qui e là e lasciavo perdere. Poi un giorno è venuto da me raccontandomi che faceva le dirette in streaming, che molti si iscrivevano al suo canale e che alcuni avevano iniziato a sponsorizzarlo. Non mi sono nemmeno reso conto da dove arrivasse tutto questo interesse improvviso per lui».

L’impero

Dal quel momento in avanti lo streaming assume un ruolo sempre più da protagonista nella vita di “Ninja”, che lentamente si trasforma da gamer a intrattenitore. Ogni giorno migliaia di persone si collegano a Twitch per vederlo giocare, come semplici spettatori oppure come veri e propri subscribers, cioè in altre parole sostenitori e donatori del proprio beniamino.

A marzo, secondo le stime presentate da CNBC e Forbes, i guadagni sono di 500mila dollari al mese solo tramite le dirette su Twitch - una stima basata sui 160.000 subscribers che si iscrivono al canale pagando 3,50 dollari ciascuno. E questo senza contare le donazioni, o i Twitch bit, cioè la moneta virtuale della piattaforma streaming di Amazon. Come nella TV tradizionale, poi, sono presenti le pubblicità durante le dirette e gli streamer ottengono un guadagno basato su quante persone hanno visto quel determinato spot. E, infine, non bisogna dimenticare le donazioni vere e proprie: nel caso in questione la più alta mai ricevuta è stata addirittura di 40mila dollari in un’unica soluzione. Dalla stima, inoltre, sono esclusi i ricavi di Youtube, Instagram, siti vari e le sponsorizzazioni con i singoli brand.

Red Bull presenta la sponsorizzazione di Ninja.

Blevins ha rivelato a ESPN, di cui ha conquistato la copertina di ESPN Magazine a ottobre, che il vero guadagno si avvicina a un numero a sette cifre. Una montagna di denaro proveniente da un singolo prodotto, e cioè se stesso.

“Ninja” ha ormai sostituito la persona reale Tyler Blevins. Non esistono, infatti, ferie o pause dal proprio piccolo impero, che sia per visitare la propria famiglia o per partecipare a un evento come il Pro-Am di Los Angeles con celebrità dello star system americano. “Ninja” soppesa ogni possibilità di allontanarsi dal computer con le conseguenza finanziarie che ne deriverebbero: «Quando mi chiedono di partecipare a un evento devo sapere quanto guadagnerò. E se non è pagato devo capire quanto vale in termini di popolarità la mia presenza: la cifra corretta per me è di 70mila dollari». Cioè quanto guadagnerebbe quel giorno se rimanesse a trasmettere da casa.

Negli ultimi 8 anni “Ninja” ha mostrato una dedizione al lavoro encomiabile: l’unica vacanza è stata la luna di miele con sua moglie. Un mondo ricco, insomma, ma anche fragile e instabile: «Più pause si prendono, meno si utilizza lo streaming e meno rilevanti si diventa».

Foto Red Bull.

Ma qual è il suo segreto? Perché così tante persone si sono convinte a seguirlo? «Penso di riuscire a offrire durante i miei streaming un mix di giocate di alto livello, che i miei follower non riescono a replicare, con diversi contenuti tipici dei content creator: le cosiddette challenge, ovvero le sfide, e i video di reactions, ad esempio» ha detto una volta alla CNBC «O le mie migliori e peggiori giocate della giornata, che successivamente raccolgo e carico su Youtube».

Glevins è forse l’equilibrio perfetto tra l’immagine del videogiocatore infallibile e quella, familiare, del ragazzo sbadato - lui stesso si definisce goofy, cioè strambo, goffo, imbranato. E questo senza perdere in riconoscibilità, sottolineata dal frequente cambio del colore dei capelli: da azzurri a rosa, da biondi a rossi. Un personaggio che si regge su un’organizzazione maniacale del tempo. La sua giornata lavorativa è composta da 10, massimo 12 ore: sei ore di lavoro tra mattina e primo pomeriggio, seguite da quattro ore di pausa, tempo che cerca sempre di dedicare a sua moglie, e poi altre sei ore di diretta.

Ninja e Jimmy Fallon giocano insieme.

I meriti degli esport

Quando si guarda l’impero di “Ninja” si ha la tentazione di associarlo totalmente alla sua persona ma non bisogna dimenticare che non è altro che un riflesso dell’ascesa degli esport come industria. Ninja, come nickname, nasce su Halo prendendo come spunto una sua tipica giocata: inseguito da un avversario, appena Blevins svolta un angolo salta all’indietro con il jetpack senza farsi vedere, nascondendosi in attesa dell’arrivo del nemico per sorprenderlo da dietro. “Ninja” si è poi si è trasferito su H1Z1, il primo titolo del genere Battle Royale salito agli onori della cronaca, seppure in modo lieve rispetto ai suoi successori: PUBG e Fortnite.

Ed è proprio su PlayerUnknown’s Battlegrounds che la carriera di “Ninja” come streamer inizia a impennarsi esponenzialmente, ritagliandosi uno spazio sempre maggiore tra i più seguiti su Twitch. Nel 2017, ad esempio, la sua carriera esport non è ancora stata del tutto accantonata e ad agosto a Colonia vince con i Luminosity Gaming il PUBG Gamescom Invitational nella sezione a squadre. In quel momento storico PUBG è appena esploso sotto il profilo mediatico: un successo rapido e clamoroso che consente alle dirette di Glevins di acquisire sempre più popolarità. Ragazzi e ragazze bramano di conoscere tutti i segreti del videogioco del momento: e quale migliore occasione se non seguire le ore di gioco di uno dei migliori al mondo?

Il salto definitivo, da streamer a popstar, arriva infine con Fortnite. Nell’arco di sei mesi Glevins incrementa i follower del proprio canale del 250%, passando dai 500mila di settembre 2017 a 1 milione e 250mila di marzo 2018. Un’ascesa che ha seguito di pari passo quella di Fortnite, il titolo della Epic Games che ha saputo coinvolgere nell’arco di pochi mesi decine di milioni di nuovi giocatori: dal PC alla console, passando per la versione mobile e su Nintendo Switch, Fortnite è presto diventato un fenomeno di costume, il primo videogioco pop del nuovo secolo. Quando a marzo “Ninja” ospita sul proprio canale il rapper Drake, anche lui contagiato dallo stile euforico di Fortnite, la community di Twitch esplode: Blevins registra il proprio record personale, nonché di Twitch per un singolo canale privato, con 635mila spettatori simultanei. Un record superato poi dallo stesso “Ninja” un mese dopo, fissando la tacca a 667mila.

Ninja e Drake giocano a Fortnite.

«A un certo punto ho realizzato che non avevo ancora considerato in pieno l’opportunità di Youtube, perdendo di fatto milioni di potenziali spettatori e giocatori», ha detto una volta Glevins a Forbes «È una categoria diversa perché rappresenta coloro che preferiscono guardare semplicemente dei video già pronti, anziché una diretta. A volte nemmeno sono a conoscenza della possibilità di seguire i propri youtuber preferiti anche su altre piattaforme, come Twitch. Ho quindi iniziato ad affiancare alla mia consueta attività in streaming anche dei contenuti adatti al pubblico di Youtube, in modo parallelo. Poco dopo Fortnite è letteralmente esploso su Youtube: mi sono sostanzialmente trovato al posto giusto nel momento giusto».

A inizio settembre una clip di “Ninja” su Instagram raggiunge 5,2 milioni di visualizzazioni in due giorni. Tyler, su Fortnite, si lancia su una rampa nel tentativo di eliminare tre componenti di una squadra avversaria. Con in mano solo il fucile a colpo singolo, saltando elimina un nemico da breve distanza. Poi arriva la seconda eliminazione, quasi di routine, prime di proseguire con una mossa folle: saltare in aria beccando l’avversario in movimento con la stessa arma di prima. In meno di 20 secondi ha eliminato l’intera squadra nemica da solo, attraverso i comandi trasmessi con mouse e tastiera, sempre in religioso silenzio. Non esulta, si alza dalla sedia. Arriva in fondo alla stanza, si gira, si ferma. Urla.

Ninja compie un 1v3 che porta il suo team alla vittoria.

«Pensa a cose che gli altri giocatori nemmeno immaginano» dice Jacob “Hysteria” Reiser, streamer di Fortnite ma anche compagno di squadra di Tyler ai tempi di Halo. «Il suo segreto sono le giocate immediate, quasi nemmeno pensasse a cosa sta per fare. Lo fa e basta». Non bisogna dimenticare che “Ninja” è un grande gamer, un talento vero della scena esport: «Mi è dispiaciuto davvero molto lasciare la scena esport, almeno la parte più competitiva» ha raccontato Ninja a Paul Tassi su Forbes «Da Halo a H1Z1 a PUBG ho sempre amato gli allenamenti, la sinergia con i compagni di squadra e l’adrenalina della competizione. Col senno di poi posso però dire che decidere di optare per la carriera di streamer a tempo pieno è stata la scelta giusta».

Ma Blevins è piuttosto onesto nel dire che il gaming professionistico non è una carriera percorribile per chiunque. «Non è possibile semplicemente abbandonare ogni cosa e concentrarsi sul giocare ai videogame per vivere. Indubbiamente al giorno d’oggi è una strada da prendere in considerazione ma non è detto che sia quella corretta», ha detto una volta «È un fenomeno in costante crescita, c’è spazio per molti ma è difficile diventare un top streamer su Twitch o Youtube. Incoraggio personalmente ogni persona a inseguire i propri sogni e a credere che possano realizzare qualsiasi cosa ma poi bisogna fare i conti con la realtà e le proprie inclinazioni»

Ninja ospite all’Ellen Show.

Anzi, per quanto può sembrare incredibile questa stessa preoccupazione “Ninja” sembra avercela anche per se stesso. Tyler Blevins è attualmente tra i migliori giocatori al mondo di Fortnite, il secondo nella classifica dei più vincenti a settembre 2018. Eppure, nonostante questo, sembra terrorizzato dalla possibilità che non sia più sulla cresta dell’onda.

Lo stress rosicchia una parte di Tyler poco alla volta, come ha raccontato lui stesso in una lunga intervista a ESPN. «Quando non sono in streaming ho tempo per riflettere, purtroppo. Riflettere su quello che mi sta accadendo e quanto potrà crescere ancora», dice «Non è una situazione che amo, preferisco di gran lunga giocare che pensare. Spesso inizio a chiedermi: ‘Non gioco con una celebrità da troppo tempo’, oppure ‘Non ho fatto qualcosa di grandioso nell’ultimo periodo’».

«È in quel momento che mi chiedo: ‘Sono forse nella fase calante della mia carriera?’».

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