Anche se qualcuno ha considerato chiuso il campionato tedesco già da parecchie settimane, se non mesi, la partita tra Bayern di Monaco e Borussia Dortmund avrebbe potuto riaprire i giochi per la vittoria del Meisterschale. Complice anche la sconfitta infrasettimanale della squadra di Guardiola con il Mainz, che aveva ridotto il vantaggio su quella di Tuchel a soli cinque punti. Pep aveva interpretato proprio quella sconfitta come la prova che vincere in Germania è meno facile di quel che si dice, e la sfida con il Borussia ha confermato che nonostante il vantaggio economico non c'è niente di scontato per il Bayern di Monaco.
Quella subita contro il Mainz di Martin Schmidt è stata la seconda sconfitta stagionale del Bayern ed è sopraggiunta contro una formazione schierata con il 5-2-3; anche la prima sconfitta è arrivata contro un Borussia Mönchengladbach schierato per l’occasione con il 3-5-2 da André Schubert, con cinque difensori in fase difensiva grazie alla scalata dei due esterni di centrocampo.
Il campione è ancora piccolo, ma se due indizi fanno una prova, il Bayern incontra difficoltà contro squadre che gli impongono di attaccare in parità numerica nell’ultima linea (Allegri avrà preso appunti, immaginiamo). In fase offensiva la squadra di Guardiola ha ormai virato stabilmente verso il 2-3-5/3-2-5, e le rivali di Bundesliga si sono adattate di conseguenza: difendere a cinque (se non a sei) con i bavaresi è ormai diventata una consuetudine in terra tedesca.
Se poi consideriamo gli scarsi risultati ottenuti con il rombo nel 5-1 dell’andata, e il fatto che lo stesso Tuchel quando allenava il Mainz aveva affrontato il Bayern con un 5-2-2-1, non deve sorprendere che anche il Borussia Dortmund si sia schierato in campo con un 3-4-2-1, con Durm e Schmelzer larghi a destra e a sinistra e Mkhitaryan e Reus alle spalle di Aubameyang.
Il 3-4-2-1 permette al Dortmund di avere presenza sulla trequarti (in questo caso con Mkhitaryan) e di attaccare sia la profondità, con Aubameyang e Reus, che l’ampiezza. con Durm e Schmelzer.
In fase difensiva, ovviamente, la difesa a tre diventava a cinque e il Borussia Dortmund si schierava con il 5-4-1.
Lo schieramento difensivo del Borussia: è evidente la difesa a cinque, con Bender centrale fiancheggiato da Piszczek e Hummels e Durm e Schmelzer larghi, nonché la scelta dell’uomo come punto di riferimento all’interno della zona.
Non si è trattato di una così grande novità, visto che già nelle ultime settimane il coinvolgimento di Schmelzer nello sviluppo offensivo era stato talmente stabile da determinare l’abbassamento di Piszczek sull’altro lato, per formare in fase offensiva una difesa a tre.
Rispetto al collega, stavolta la mente tattica di Guardiola non ha partorito niente di particolarmente nuovo (almeno per gli standard delle sue tre stagioni in Baviera). Il Bayern è sceso in campo con il solito 4-1-4-1 in difesa, che diventa poi difficilmente descrivibile quando hanno loro il pallone tra i piedi.
Nella scelta dei giocatori, gli unici dubbi per il tecnico catalano riguardavano la difesa: anche se contro il Mainz si era rivisto Benatia titolare, stavolta Guardiola ha preferito riproporre il “quartetto piccolo” schierato con la Juventus: Lahm, Kimmich, Alaba e Bernat. Con Kimmich e Lahm in difesa, rimaneva da scegliere uno tra Alonso, Vidal e Thiago da posizionare appena davanti. E se Thiago non ha mai convinto del tutto da “numero 6”, Guardiola ha deciso di non rinunciare né ad Alonso né a Vidal.
I due potenzialmente si completavano: Alonso non è particolarmente adatto a fare il pivote contro una squadra che pressa come il Borussia (e la lentezza non lo aiuta neanche contro i contropiedi dei gialloneri) mentre Vidal, pur con il suo atletismo, non sembra aver assimilato a pieno i meccanismi del Positionsspiel del Bayern (né ha la stessa qualità dello spagnolo nel giocare palloni diagonali sull’esterno isolato, fondamentali nel sistema di gioco bavarese). Schierandoli entrambi Guardiola ha cercato di limitarne i punti deboli senza rinunciare ai punti di forza di nessuno dei due.
La difesa del Dortmund
Oltre ad essere composta da cinque elementi, la difesa del Borussia presentava un flessibile orientamento all’uomo. Come detto, ciò permetteva di difendere in parità numerica contro il Bayern e di coprire l’ampiezza offerta da Robben e Douglas Costa, in maniera più stabile e sicura rispetto ad una difesa a quattro: si evita così l'isolamento sulle corsie esterno che spesso costringe il terzino a lasciare la propria posizione, scoprendo l'interno del campo dove gli uomini di Guardiola sono presenti con continuità. È abbastanza intuitivo che cinque difensori offrano più copertura.
A questo va aggiunto che l’orientamento all’uomo del Borussia permetteva di difendere con maggiore convinzione i continui movimenti verticali (a venire incontro o ad attaccare la profondità) dei giocatori del Bayern, senza timore di lasciare scoperta la propria posizione e fare il gioco dei bavaresi. Si è notato sopratutto nel comportamento di Hummels, che giocando sul centro-sinistra della difesa a tre aveva a che fare di frequente con il “Raumdeuter” Thomas Müller. Quando aveva la certezza di essere coperto dai compagni, Hummels seguiva Müller nei movimenti incontro al centrocampo, determinando un’ibridazione tra la linea a cinque di difesa e quella a quattro di centrocampo.
Piszczek è su Lewandowski, Schmelzer marca Robben e la presenza di Bender permette di coprire in superiorità numerica, con Costa (fuori inquadratura) non ancora nella zona di Durm. Hummels può quindi seguire il movimento di Müller a venire incontro al centrocampo.
Questo movimento di Hummels (e più di rado di Piszczek) era necessario anche a causa del caratteristico meccanismo di pressing scelto dal Tuchel per l’occasione. Infatti, ad accompagnare Aubameyang nel pressing sulla costruzione bassa del Bayern erano i due centrocampisti centrali del Dortmund, in particolare Gündogan. I due esterni, Reus e Mkhitaryan, restavano generalmente più bassi sui terzini del Bayern: specie nel primo tempo, Lahm e Bernat sono stati tendenzialmente larghi, senza venire dentro al campo come fanno di consueto.
Per far sì che il movimento ad alzarsi del turco-tedesco non scoprisse il centrocampo, concedendo agli uomini di Guardiola superiorità numerica dietro la linea di pressione con troppa facilità, era Hummels a dover riempire quello spazio.
Non sempre però questo meccanismo ha funzionato e il Dortmund, che per la natura del pressing stesso non era particolarmente compatto verticalmente al centro, si è trovato in più di un'occasione esposto ai passaggi filtranti di Alonso e Kimmich.
Alonso è in mezzo ai centrali, in quanto contro due uomini stabilmente in pressione, uno dei principi del gioco di posizione presuppone di costruire con tre elementi. In questa situazione Lewandowski si è mosso leggermente verso destra e quindi è di competenza di Hummels, che invece di “lasciarlo” a Bender e salire a coprire il centrocampo, rimane in posizione. Di conseguenza il regista del Bayern si trova con due linee di passaggio filtrante a disposizione. Alonso sceglierà quella più “semplice” per Muller, proprio dove avrebbe dovuto essere Hummels e la squadra di Guardiola costruirà un occasione pericolosa terminata con un tiro in porta di Robben.
Problemi comuni nel gioco di posizione
Il Bayern avrebbe potuto sfruttare meglio questa possibilità, ma la coppia Alonso-Vidal è risultata a tratti ridondante. A volte si abbassavano entrambi per supportare la costruzione dei centrali, privando la manovra di opzioni centrali avanzate, rallentandola o dirottandola sulla fascia. Non è un caso che il Bayern si sia reso pericolosissimo quando invece Vidal si alzava vicino a Lewandowski e Müller, con la squadra che finalmente aveva predominio centrale e diverse opzioni a disposizione.
Per fortuna della squadra di Guardiola, il Borussia Dortmund ha avuto problemi anche maggiori nell’imporre il proprio gioco di posizione. Con il 3-4-2-1 il Dortmund costruiva con i tre centrali di difesa (Piszczek, Bender e Hummels) e i due pivote (Weigl e Gündogan) posizionati di fronte. Ma il Bayern copriva bene le zone centrali orientandosi a uomo sulle opzioni del portatore, causando problemi di accesso al centro del campo per il Borussia che doveva passare dalle fasce, dove il Bayern aveva più possibilità di intrappolarli con il pressing.
Il Bayern pressa escludendo le opzioni centrali del Borussia (marcate a uomo) e forzando per due volte la palla su Durm che in entrambe le occasioni viene chiuso con il supporto di Bernat e si ritrova senza possibilità di scarico sicuro verso un compagno.
Così il Borussia Dortmund, che di solito predilige attaccare centralmente e dal centro-sinistra, è stato dirottato sulla destra dove si è sviluppato il 41% delle loro azioni.
Il Bayern ha consolidato il possesso (63%) e dalla mezz’ora in poi ha controllato la partita, con Lahm (soprattutto, e Bernat) che hanno iniziato a stringere centralmente da esterni invertiti nel secondo tempo. Inoltre Alonso, oltre ad attuare la salida lavolpiana in mezzo ai centrali, a volte giocava proprio da difensore aggiunto, soprattutto sui palloni lunghi o i cross (con particolare attenzione nel secondo tempo, quando il Bayern non voleva correre il rischio di concedere il gol che avrebbe riaperto la Bundesliga).
Il miglior Kimmich della stagione
Da difensore centrale, però, ha brillato soprattutto Kimmich. Oltre ad essersi reso protagonista di alcuni cruciali interventi, tra cui un fantastico contrasto a togliere dai piedi di Reus il pallone del possibile 1-0, ha mostrato tutta la propria visione e resistenza al pressing in fase di costruzione.
Non a caso è stato il difensore che ha giocato più passaggi (115, secondo in assoluto con un passaggio in meno di Alonso), tra cui svariati “laser-passes” a tagliare le linee di pressione del Dortmund. E poi si è sempre reso disponibile a togliere pressione dai centrocampisti proponendosi in appoggio, e non ha mai buttato un pallone, gestendo il possesso al meglio anche in situazioni delicate.
Quella nel Klassiker è stata la miglior performance di Kimmich da difensore centrale e in generale da quando gioca nel Bayern.
Guardiola gli ha dedicato un faccia a faccia dai toni decisi appena dopo il fischio finale, ma lo ha poi riempito di elogi in conferenza stampa, prendendosi la rivincita sui giornalisti che criticavano la scelta di farlo giocare in difesa.
Uno 0-0 entusiasmante
Rispetto all’andata, la gara di ritorno non è stata la stessa battaglia tattica in divenire, in cui ad ogni azione di Tuchel corrispondeva una reazione di Guardiola e viceversa. Il Borussia ha tardato a sbilanciarsi e nemmeno quando a dieci minuti dalla fine è entrato Ramos, schierato da esterno sinistro forse per raccogliere i cross sul secondo palo (come accaduto in un'occasione all’87esimo) si è realmente giocato il tutto per tutto.
Il Bayern, d’altra parte, si è preso meno rischi possibile nel finale, conscio che il mantenimento dei cinque punti di vantaggio al termine dello scontro diretto, sarebbe stato una serie ipoteca sul titolo.
La partita è stata una delle più divertenti ed entusiasmanti della stagione nonostante il risultato a reti inviolate possa suggerire il contrario. Per questa stagione il Meisterschale sarà quasi sicuramente del Bayern di Monaco, ma la prossima Ancelotti avrà a che fare con un avversario più maturo e con una smisurata convinzione nei propri mezzi. Insomma, per chi vorrà fare lo sforzo di guardare le partite e non solo la classifica, ci sarà ancora da divertirsi.