
Elisabetta Oliviero ha definito quella contro la Spagna nella terza gara della fase a gironi dell’Europeo «la sconfitta più bella della mia vita». Dopo la sua rete al 10’, la Spagna ha infatti rimontato lo svantaggio iniziale e trionfato 3-1, ma a quel punto le Azzurre si erano già qualificate da seconde, grazie alla vittoria del Belgio sul Portogallo.
Alla fine, quindi, sono bastati quattro punti nelle prime due gare del girone per ottenere una qualificazione ai quarti di finale dell’Europeo che mancava da dodici anni. Domani l’avversaria dell’Italia a Ginevra sarà la Norvegia, che si è qualificata come prima nel Girone A con tre vittorie in tre gare. Cosa aspettarsi dalla partita?
COME È ARRIVATA LA NORVEGIA A QUESTO EUROPEO
La Norvegia è attualmente sedicesima nel ranking FIFA, ma rappresenta un’istituzione nel calcio femminile europeo. Agli albori delle manifestazioni ufficiali, la selezione scandinava fu tra le prime a istituire la Nazionale femminile e a partecipare alle competizioni internazionali, vincendo rispettivamente la seconda edizione dell’Europeo nel 1987, bissato nel 1993, e del Mondiale nel 1995. Successivamente la crescita di competitività del calcio femminile non ha permesso loro di replicare questi risultati, ma sono comunque arrivati due secondi posti europei nel 2005 e nel 2013. Dal Mondiale 2015 in poi, la Norvegia è stata sconfitta in tre occasioni agli ottavi di finale, mentre in questo Europeo è tornata a qualificarsi alla fase ad eliminazione diretta dopo due eliminazioni consecutive nella fase a gironi.
I risultati degli ultimi anni di certo non rispecchiano i valori della squadra, penalizzata da diverse difficoltà fuori dal campo che hanno caratterizzato l’ultimo decennio della Nazionale norvegese. La sua stella, Ada Hegerberg, ne è l'esempio più chiaro. Nel 2017, a soli 22 anni, Hegerberg ha deciso di ritirarsi dalla Nazionale come forma di protesta verso la federazione, accusandola di non garantire alle giocatrici le corrette tutele e gli stessi diritti degli uomini. Il suo gesto ha portato effettivamente ad un miglioramento delle condizioni delle calciatrici norvegesi, tra cui il raddoppio della remunerazione per quelle convocate in Nazionale, ma non sufficiente a convincerla ad accettare la chiamata per il Mondiale del 2019. Hegerberg è tornata solo per gli Europei del 2022, in cui però la Norvegia ha subito una delle peggiori sconfitte della sua storia, perdendo 8-0 contro le padroni di casa dell’Inghilterra.
Nell’estate successiva la Norvegia ha subito un altro scossone, sia dentro e fuori dal campo. Eliminata agli ottavi di finale del Mondiale dal Giappone dopo una qualificazione ottenuta per differenza reti nella fase a gironi, la Norvegia ha dovuto fare i conti con le dichiarazioni di una delle sue stelle, Caroline Graham Hansen, scottata dalla decisione dell’allora commissario tecnico Hege Riise di metterla in panchina. Hansen se l'è presa per la scelta tecnica ma anche per la gestione complessiva del periodo pre-Mondiale, caratterizzata secondo lei da un eccessivo individualismo.
Anche per via di questi problemi, la generazione d’oro della Norvegia ha ottenuto risultati molto minori rispetto al talento a disposizione. L’Europeo svizzero potrebbe essere quindi una delle ultime chance per invertire questo trend e mettere a tacere le illazioni su una difficile convivenza all’interno dello spogliatoio di giocatrici fenomenali e dalla forte personalità.
Anche il suo percorso di qualificazione a questo Europeo è stato difficile. Terza alle spalle di Olanda e Italia, la Norvegia è dovuta passare dai play-off per conquistare il pass per la Svizzera, vincendo contro Albania e Irlanda del Nord. Le partite di Nations League 2025 hanno dato segnali ambivalenti: doppia vittoria contro la Svizzera, doppio pareggio contro l’Islanda e doppia sconfitta contro la Francia, oltre a quella subita dalla Svezia per 2-0 nell’ultima gara prima dell’Europeo.
L’esordio contro la Svizzera ha mostrato che alcune tossine non sono state ancora smaltite del tutto. La Norvegia è apparsa poco presente e compatta in entrambe le fasi tanto e al 28' ha subito la rete dello svantaggio. L’approccio è cambiato all’inizio della ripresa con il ribaltamento del punteggio grazie al gol di testa su palla inattiva di Hegerberg e un autogol di Stierli. Nonostante l’errore dal dischetto del suo capitano e il forcing finale della Svizzera, la Norvegia è riuscita a conquistare i primi tre punti della manifestazione e da lì qualcosa è cambiato.
Contro la Finlandia il secondo autogol a favore ha aiutato le norvegesi a sbloccare la gara dopo 3’, ma l’incapacità di mantenere il ritmo alto ha aiutato le avversarie a raggiungere il pareggio alla mezz’ora. Solo un’azione individuale di Graham Hansen ha permesso alla Norvegia di vincere la partita a dieci minuti dal termine. Forte della qualificazione ottenuta nelle prime due gare, contro l’Islanda l’allenatrice Gemma Grainer ha dato un turno di riposo a diverse giocatrici, in particolare nel reparto offensivo. Signe Gaupset, astro nascente del calcio norvegese, ha ripagato la fiducia con una doppietta nel 4-3 finale.
COME GIOCA
La Norvegia ha proposto il 4-2-3-1 come sistema di partenza nelle prime due gare. Il portiere è Cecilie Fiskerstrand, cresciuta tecnicamente e tatticamente nell’ultima stagione vestendo la maglia della Fiorentina. Oltre a lei, gioca nel campionato italiano anche Mathilde Harviken, difensore centrale della Juventus. Harviken è partita titolare nella seconda gara come centrale destro a fianco di Tuva Hansen del Bayern Monaco mentre contro la Svizzera la coppia di difensori centrali è stata Mjelde-Hansen. Sulle corsie le titolari sono Thea Bjelde e Marit Lund - con quest’ultima che però è stata espulsa nell’ultima gara contro l’Islanda e sarà assente contro l’Italia. Il centrocampo è dominato da Vilde Boe Risa e Ingrin Engen, rispettivamente dell’Atletico Madrid e del Lione, con Lisa Naalsund del Manchester United come primo cambio. Le quattro giocatrici offensive sono le stelle della squadra, ma Grainer ha incontrato delle difficoltà a bilanciare le loro qualità con l’equilibrio in fase difensiva. Se Reiten ed Hegerberg sono “intoccabili” nelle loro posizioni di esterno sinistro e punta, Frida Manuum e Graham Hansen si sono alternate nel ruolo di trequartista ed esterno destro.
I dati delle prime due gare contro Svizzera e Finlandia delineano un quadro chiaro della proposta di gioco della Norvegia. In entrambe le partite, la squadra di Grainer ha lasciato maggiormente il possesso all’avversario (Svizzera 55%, Finlandia 58%) e ha ricercato con continuità le giocate dirette (contro la Svizzera 62 passaggi lunghi, contro la Finlandia 69). L’accuratezza dei passaggi è stata limitata (73%) e contro la Finlandia la rete subita del momentaneo 1-1 è nata proprio da un errore in costruzione dal basso.
In generale la Norvegia non è una squadra che crea molte occasioni da gol ma che è molto brava a convertire le poche che ha a disposizione. In questo Europeo, secondo i dati raccolti da Diretta.it, finora ha creato un totale di 4,13 Expected Goals (incluso il rigore realizzato da Hegerberg) e ne ha tirato fuori ben sette reti (più un autogol). Un'overperformance offensiva molto marcata che non si può ricondurre solamente alla fortuna e che è dovuta anche alle qualità individuali del suo attacco.
Nella partita contro la Svizzera, è stata proposta maggiormente la costruzione 3+2 con Bjelde, terzino destro, alta e le quattro giocatrici offensive strette sul lato palla a sviluppare movimenti opposti per l’attacco della profondità sul lato sinistro. Inoltre, la posizione di partenza di Graham Hansen da trequartista centrale e di Manuum sulla destra generava un sovraccarico della zona centrale e continui interscambi di posizione tra i tre trequartisti alle spalle di Hegerberg.
Contro la Finlandia la struttura in costruzione è stata modificata in un 4+2 con giocate dirette verso le quattro giocatrici alte che svolgono movimenti opposti. Una partita in cui la Norvegia ha provato ad essere imprevedibile attraverso la posizione di Manuum, che partiva da trequartista e si smarcava prevalentemente sul lato sinistro. Se si abbassava, il centrocampo ruotava a tre con Engen play e Boe Risa più alta sul centrodestra. Quando invece si abbassava Reiten, esterno sinistro, Manuum si alzava in un movimento opposto.
In fase offensiva, l’arma più utilizzata è il cambio di gioco da sinistra verso destra per isolare l’uno contro uno laterale di Graham Hansen, schierata contro la Finlandia nella sua posizione naturale di esterno destro.
L’approccio è stato chiaro sin dai primi minuti e ha portato al vantaggio della Norvegia: sovraccarico del lato sinistro, isolamento sul lato destro di Graham Hasen che ha crossato teso in area piccola causando l’autogol di Nystrom. Da notare l’occupazione dell’area con quattro giocatrici norvegesi pronte a battere a rete.
In fase di non possesso, la Norvegia si è disposta prevalentemente con il 4-4-2, abbassando gli esterni sulla linea dei mediani e alzando il trequartista vicino alla punta. La scarsa predisposizione al lavoro senza palla dei riferimenti offensivi ha creato delle difficoltà alla struttura difensiva norvegese.
La Finlandia è riuscita con facilità a trovare le giocatrici tra le linee anche complice una linea difensiva che non rompeva in avanti e permetteva la ricezione fronte porta. Per ovviare al problema, la Norvegia è passata al 4-1-4-1 in fase di non possesso, ma l’inferiorità della punta sui due difensori centrali avversari ha costretto le mezzali ad uscire sulla guida avversaria concedendo sempre lo spazio tra le linee.
LE GIOCATRICI DA TENERE D’OCCHIO
Come detto, la Norvegia però è temibile soprattutto per le sue individualità. Quali sono allora le giocatrici più pericolose? Ho provato ad elencarle qui sotto.
-INGRID ENGEN
Ingrid Engen è una brillante centrocampista difensiva che ha già una carriera notevole. A ventisette anni può dire di aver vinto il campionato in tre Paesi diversi (Norvegia, Germania e Spagna) e in bacheca ha anche due Women’s Champions League con il Barcellona. Dopo quattro anni in Catalogna, ha annunciato a fine giugno il suo passaggio al Lione. A dire la verità, la sua avventura con il Barcellona ha avuto un andamento altalenante, risultando decisiva solo nella stagione 2023/2024 giocando come difensore centrale dopo l’infortunio di Mapi Leon. In Nazionale occupa prevalentemente il ruolo di centrocampista centrale sinistro, garantendo qualità in costruzione ed efficacia nella fase di non possesso. Spesso è uno dei pochi filtri in grado di bilanciare la ridotta disponibilità alle corse difensive delle sue compagne di squadra più offensive.
-GURO REITEN
Colonna portante del Chelsea dal 2020, Guro Reiten ha gli infortuni come grande limite della sua carriera. Nella stagione appena terminata, in cui il club londinese ha vinto tre trofei nazionali, Reiten ha faticato ad avere continuità e brillantezza a causa di alcuni fastidi muscolari. In Nazionale, nonostante questo, riveste un ruolo fondamentale: schierata sia sulla fascia sinistra che da trequartista, la squadra scandinava la sfrutta soprattutto per la sua abilità nella rifinitura. Mancina, calcia con estrema precisione sia da palla in movimento che su piazzato.
-CAROLINE GRAHAM HANSEN
Seconda miglior giocatrice del mondo nel 2024, almeno secondo la classifica stilata per il Pallone d'Oro, Graham Hansen è l’arma offensiva più pericolosa della Norvegia. Esterno del Barcellona classe 1995, gioca stabilmente in Nazionale dal 2013, quando ha trascinato la squadra al secondo posto dell’Europeo attirando su di sé l’interesse dei migliori club del mondo. Dopo cinque stagioni al Wolfsburg, nel 2019 è passata al Barcellona e per cinque anni consecutivi è stata eletta miglior giocatrice norvegese. Predilige giocare come esterno destro per sfruttare le sue abilità nell’uno contro uno, come visto nell’azione che ha portato al suo gol contro la Finlandia, decisivo per la rimonta nella seconda partita del Girone A.
-ADA HEGERBERG
Ada Hegerberg rappresenta un pezzo di storia del calcio femminile essendo stata la prima donna a vincere il Pallone d’Oro nel 2018. Oggi non va in campo la storia, però: Hegerberg è un'attaccante moderna che abbina fisicità e finalizzazione, che a livello di club le sono valsi il primato di migliore marcatrice in Champions League femminile (66 reti in 76 gare). A diciotto anni si è trasferita dalla Norvegia, prima al Turbine Potsdam in Germania, poi dal 2014 al Lione, con cui ha vinto otto campionati francesi e sei edizioni della massima coppa europea. Come visto in precedenza, il suo rapporto con la Nazionale norvegese è stato più burrascoso ma questo ha scalfito solo in parte il suo status. Nonostante la sua assenza per cinque anni, in occasione della gara contro la Svizzera ha segnato il suo cinquantesimo gol con la maglia della Norvegia.
COSA DEVE FARE L’ITALIA
Italia e Norvegia si sono incontrate due volte l'anno scorso, in due partite valide per le qualificazioni all’Europeo, ed entrambe sono finite in pareggio. Molte cose sono cambiate da quelle due partite, però, e oggi l'Italia sembra una squadra più matura e meglio organizzata.
Nelle prime due gare di questo Europeo, la Nazionale si è disposta con il 3-5-2, che è diventato 5-4-1 contro la Spagna per arginare la pericolosità offensiva delle campionesse del mondo in carica. Se la Norvegia manterrà il 4-4-2 in fase di non possesso, quindi, l’Italia potrebbe avere superiorità in fase di prima costruzione per via della disposizione 3+2 e delle distanze ampie tra le linee di pressione avversarie. Come detto, l’organizzazione difensiva norvegese mostra delle lacune e le costruttrici delle Azzurre avranno spazio per combinare centralmente con giocate a muro o terzo uomo con l’obiettivo di creare una situazione di palla aperta e puntare la difesa avversaria spesso in superiorità numerica.
Sarà insomma determinante la capacità dell’Italia di sfruttare le situazioni di palla aperta attaccando la linea con cambi di gioco diretti sugli esterni opposti, che i terzini della Norvegia affrontano con posture piatte, oppure con passaggi chiave per arrivare sulle giocatrici tra le linee che possono puntare la porta palla al piede.
L’alternativa è lo sviluppo laterale, in particolare sul lato destro della Norvegia. Il gol subito contro la Svizzera, per dire, nasce da una grossa difficoltà nelle uscite e nelle scalate laterali.
Dopo un breve palleggio in zona centrale, la Svizzera ha orientato lo sviluppo sulla sinistra, dove un'uscita avventata del terzino della Norvegia ha consentito all'esterno avversario di ricevere indisturbato. Questa potrebbe essere una chiave: l’Italia è abile a creare situazioni di superiorità laterale sfruttando i quinti e gli inserimenti delle mezzali o degli esterni di attacco.
La mancanza di organizzazione e di compattezza difensiva è un punto debole della Norvegia anche in blocco basso. Da questo punto di vista, sarà determinante la capacità delle Azzurre di muovere palla e cambiare gioco velocemente per sfruttare la lentezza negli scivolamenti laterali delle avversarie e gli spazi che si creano tra le giocatrici. La Nazionale di Soncin dovrà evitare di cadere nella trappola del fuorigioco (spesso effettuata individualmente) che per esempio ha reso inefficaci alcuni degli attacchi di Svizzera e Finlandia.
Anche le transizioni lunghe potrebbero essere una risorsa per l’Italia, dato che la Norvegia lascia distanze ampie tra le giocatrici offensive e la sua linea di difesa tende a scappare in copertura della profondità.
In fase di non possesso l’Italia avrà l’obbligo di compattare la sua struttura difensiva per ridurre il potenziale offensivo delle avversarie. Nella prima pressione, le Azzurre dovranno cercare di forzare l’errore quando la Norvegia proverà a partire dal basso portando parità numerica sul lato forte per evitare la palla aperta ai centrocampisti abili nella verticalizzazione.
La chiave sarà la difesa in blocco medio-basso: la linea a cinque garantisce superiorità sui quattro riferimenti avanzati avversari e il raddoppio negli uno contro uno laterali, in particolare a destra su Graham Hansen.
Bisognerà stare attenti anche ai calci piazzati, in entrambe le fasi. La Norvegia può contare sull’ottimo calcio di Boe Risa con il piede destro, che da sinistra ha anche ricercato la conclusione diretta. La Nazionale scandinava ha realizzato due reti su calcio d’angolo: nella prima partita con il colpo di testa di Hegerberg e nella terza con lo schema per la finalizzazione di Gaupset.
Anche l’Italia può rendersi pericolosa su calcio piazzato, dopo aver colpito per due volte la traversa nella fase a gironi con Cecilia Salvai ed Elena Linari. La Norvegia ha subito il gol del momentaneo 1-0 contro l’Islanda proprio su palla da fermo e lascia spazio sul primo palo dove poter attaccare. Insomma, potrebbe essere una variabile decisiva, in tutti e due i sensi.
L'Italia, come si dice, se la gioca, e davanti ha un'occasione storica. «Chi non conosce il mondo del calcio giocato dalle donne lo giudica senza minimamente avere dei fondamenti di quello che dice», ha dichiarato emozionato il CT, Andrea Soncin, dopo essersi assicurato la qualificazione contro la Spagna «C’è una passione sfrenata e un rispetto estremo, non lo cambierei per niente al mondo. È il momento più bello della mia vita e me lo voglio godere».
Per regalare un'emozione ancora più grande al proprio allenatore, alle Azzurre basta una partita. Una semifinale europea manca dal 1997.