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Nuno Tavares non lo fermi
01 ott 2024
Il nuovo terzino della Lazio ha iniziato il suo campionato alla grande.
(articolo)
7 min
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IMAGO / Sportimage
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C’è qualcosa di più eccitante, per un tifoso, di un giocatore che passa in mezzo agli avversari come uno di quei video al rallentatore in cui una pallottola, o una freccia, attraversa dei materiali diversi (una tavoletta di legno, un palloncino pieno d’acqua, una padella di metallo)?

Dopo sette minuti di gioco la pressione asfittica della Lazio ha generato un momento di puro caos calcistico, ha tolto ossigeno ai pensieri di Vojvoda che non riesce a scrollarsi Zaccagni di dosso né a liberarsi in modo pulito del pallone. Zaccagni e Vojvoda restano legati come un bambino con uno zainetto troppo grande il primo giorno di scuola, e quando Zaccagni si stacca arriva Castellanos. Vojvoda cerca di non perdere contatto col pallone, fa lo sgambetto a Castellanos mentre al gruppo si aggiunge Ricci, come una persona che accorre sul luogo di un incidente ma non sa bene come rendersi utile.

A un certo punto anche Tameze pensa di mettersi in mezzo e poi chissà, uno alla volta, tutti i giocatori in campo potrebbero unirsi alla mischia. Ma non succede perché da dietro arriva Nuno Tavares, come una freccia che buca un palloncino gonfio d‘acqua, appunto.

Nuno Tavares è partito da lontano ed è difficile capire cosa lo abbia fatto scattare in avanti, cosa gli abbia fatto intuire che quella palla poteva essere sua. A un certo punto si butta e basta, come se volesse separare due persone in una rissa. Sulla corsa si ritrova il pallone e lo allunga di punta, esce dalla mischia come un eroe da un palazzo in fiamme con un neonato tra le braccia. Si lancia a una velocità percepita di duecento chilometri in profondità, da solo, e quando arriva all’altezza dell’area può rallentare, alzare la testa, e servire Guendouzi in cutback.

È il quarto assist di Nuno Tavares nelle sue prime quattro partite di Serie A (a quanto pare è il primo a riuscirci da quando hanno iniziato a raccogliere il dato vent’anni fa). “Tavares è ancora il terzino d’acciaio che piombava in area come un'aquila visto a Marsiglia?”, si chiedeva Dario Saltari a luglio, quando la Lazio lo ha annunciato.

Sì. La risposta, per ora, sembra essere sì.

Fosse servita un’eventuale conferma, una mezz’oretta dopo, prima della fine del primo tempo, su una situazione di caos simile, con Dia che stava provando a dribblare Ricci sulla riga laterale, praticamente da sdraiato, è arrivato di nuovo Nuno Tavares, che stavolta ci ha messo più qualità per andarsene. Sembra sempre una spada da samurai che affetta un albero come se fosse pan di Spagna, ma è una spada che prima controlla con la suola e poi ti salta con un tunnel.

La scorsa stagione, col Nottingham Forest, Nuno Tavares ha completato il Gioco dell’Oca del calciatore problematico, litigando con l’allenatore e infortunandosi in modo serio. Che ci fosse scetticismo, quando la Lazio lo ha preso per cinque milioni (più bonus), non è poi così strano - anche considerando il fatto che si è fatto di nuovo male dopo venti minuti della sua prima amichevole, contro il Trapani, a luglio. Adesso però Nuno Tavares sembra semplicemente impossibile da fermare, troppo grosso, troppo veloce, troppo a proprio agio col pallone sulla fascia.

Prima partita in Serie A, primi due assist. Contro il Milan. Nel giro di quattro minuti, intorno all’ora di gioco, se ne va prima da una posizione alta, quasi da ala (si era abbassato momentaneamente Zaccagni), sfruttando il posizionamento criminale della difesa milanista - lui gioca l’uno contro uno con Rejnders, mentre al centro dell’area Castellanos corre dietro le spalle di Pavlovic e con un metro di vantaggio su Terracciano; poi invece se ne va contro la difesa del Milan schierata, in una situazione statica, partendo da dietro e bruciando con la potenza di una moto da corsa il motorino elettrico in sharing di Emerson Royal: arriva fino alla riga di fondo, aspetta che Dia vinca il duello fisico con Pavlovic e poi gli mette la palla sul piede, a un metro dalla linea.

In entrambi questi casi il cross di Nuno Tavares sbatte sui compagni come se li volesse usare come sponde in movimento, senza bisogno che carichino il tiro. In entrambi i casi, come anche nell’assist per Guendouzi contro il Torino, Nuno Tavares resta lucido, alza la testa e guarda bene prima di crossare. E questo non è solo merito della sua velocità, o della forza fisica con cui di solito tiene lontani gli avversari, semplicemente allargando il braccio.

Contro il Milan, poi, per presentarsi ai suoi tifosi, Nuno Tavares ha fatto un’altra giocata piuttosto pazzesca. Che più che la varietà del suo talento ne dimostra l’estensione, quante cose diverse ci può fare, in quante situazioni un giocatore con le sue caratteristiche può essere utile. A inizio secondo tempo, prima dei due assist e quindi con il Milan ancora sull’1-0, con la Lazio nell’area di rigore avversaria e la palla sul lato destro del campo, la posizione di Tavares è stretta per tamponare una possibile transizione.

La transizione arriva, Loftus-Cheek si allunga la palla superando Rovella e Nuno Tavares effettua un primo intervento leggermente in ritardo, non riuscendo ad impedire il passaggio per Okafor. Poi continua la corsa, raddoppia su Okafor nella zona di Patric e, anche qui, effettua un tackle senza prendere la palla. Okafor rallenta e lo inganna, andando lungolinea e puntando poi Patric verso il centro dell’area. Okafor supera Patric e carica il tiro, a quel punto Nuno Tavares riesce finalmente ad arrivare sul pallone, da dietro, ed evitare un gol - e che gol sarebbe stato per Okafor - praticamente fatto.

Uno potrebbe dire che, beh, Nuno Tavares sembrava imprendibile anche al Marsiglia per un periodo, e che tra infortuni e tenuta mentale è comunque un giocatore fragile. Magari sono vere tutte e due le cose al tempo stesso, anche l'equivalente umano di un treno in corsa può essere fragile sul piano muscolare o caratteriale. Stiamo vedendo la versione migliore di Nuno Tavares, una versione che fa di lui uno dei due o tre migliori terzini sinistri del campionato.

La Lazio ha risolto un problema che si portava dietro da anni nel ruolo di terzino sinistro (diciamo dal dopo Lulic) e al tempo stesso ha trovato il compagno ideale per un giocatore come Zaccagni che ama venire incontro, arretrare il proprio raggio d’azione e ricevere palla sui piedi. È solo una questione di tempo, le squadre avversarie prenderanno presto le misure a Nuno Tavares, gli negheranno gli spazi che ha avuto finora?

A parte che non è che abbia avuto bisogno di chissà quali spazi: se li è creati da solo con le sue progressioni. Ma poi il problema, per una squadra che volesse abbassarsi il più possibile per evitare che arrivi in corsa a fondo campo, in quel caso diventa far giocare Zaccagni nella zona dove è più pericoloso, l’ultimo terzo.

Qui Nuno Tavares parte con tre uomini nei paraggi, Vojvoda lo tiene fino alla fine ma quando Nuno Tavares frena gli si apre lo spazio per il cross in cutback con il destro. Nella zona della palla, quando Dia calcia (non benissimo) in porta, ci sono ben tre giocatori della Lazio.

«Sono veloce, so tirare bene con il destro, ma sono mancino. Posso dribblare, improvvisare. Queste sono le mie qualità. La mia tecnica». Nuno Tavares si è presentato così quando è stato acquistato dall’Arsenal e se forse ha esagerato le proprie doti tecniche, avrebbe potuto aggiungere qualcosa su quelle fisiche.

Nuno Tavares non è solo veloce. È veloce e quadrato. È spigoloso, tagliente, con le spalle larghe come un giocatore di rugby. È ambizioso, punta il fondo del campo (ancora, come un giocatore di rugby) con determinazione, e non perde il controllo quando arriva al cross. È, dopo Angelino e Lazzari, il terzino che (secondo Statsbomb) ha portato in conduzione più palloni nell’ultimo terzo di campo.

Contro il Torino ha sparato un paio di palle in curva, provando il tiro da fuori, ma è il quarto giocatore del campionato a provare più cross per 90 minuti (dopo Dimarco, Zappacosta e Politano) e, tra questi, è quello con la percentuale di riuscita migliore (il 71% dei suoi cross arriva a un compagno).

Nuno Tavares adesso può mettere il pilota automatico. Le sue qualità bastano e avanzano a lasciare un segno in Serie A e a rimettere in sesto la sua carriera. La Lazio ha pescato dal mercato, con una certa fantasia, una delle migliori sorprese di questa stagione. Potrebbe essere una di quelle storie in cui, alla fine, vissero tutti felici e contenti. I suoi avversari possono provare a limitare i danni, ma l’impressione, almeno da queste prime giornate, è che dipenda solo da lui.

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