Buonasera, vorrei porre l'attenzione su un aspetto da allenatore a me caro. In relazione alle nuove regole che entreranno in vigore dall'anno prossimo, come cambierà la costruzione dal portiere su rimessa dal fondo, sapendo che i giocatori potranno ricevere il passaggio già da dentro l'area? Come varierà lo scaglionamento offensivo? E come la pressione offensiva?
Bisogna altrettanto premettere che gli attaccanti dovranno comunque partire da fuori area per la pressione e potranno entrare solamente dopo il primo tocco del portiere.
Grazie per l’attenzione
Giulio
Risponde Daniele V. Morrone
Caro Giulio,
se escludiamo il fuorigioco, le regole generali che governano il calcio sono sostanzialmente immutate da quando sono state introdotte nell’’800. Ciclicamente, però, alcune di esse vengono smussate per favorire un calcio considerato più “attraente”. Questi aggiustamenti hanno spesso effettivamente avuto un impatto poi in termini tattici, più o meno grande a seconda di quanto fosse grande il cambiamento. L’esempio più noto è forse l’eliminazione della presa su passaggio con i piedi indietro al portiere arrivata nel 1992, che ha effettivamente cambiato il modo in cui è possibile pressare una squadra.
Di impatto minore invece è stato il cambiamento della palla al centro: da qualche anno si può calciare in ogni direzione invece che solo all’indietro. Si diceva che avrebbe portato a una rivoluzione nelle tattiche del calcio d’inizio, con sistemi sempre più rischiosi per portare tanti uomini a correre nella metà campo avversaria e ricevere subito il lancio. Alla fine, nonostante qualche fantasioso tentativo di sfruttare la nuova regola, il cambiamento è stato finora marginale in termini di impatto tattico.
Dal prossimo luglio entrerà in vigore la modifica della regola 16, che stabilisce appunto che nei rinvii da fondo campo del portiere non sarà più necessario che al tocco del pallone non ci siano giocatori presenti in area di rigore - com’era stato finora. Rimane invece l’impedimento sulla presenza di giocatori avversari. La stessa idea che l’area di rigore dovesse essere sgombra di compagni di squadra al momento del rilancio del portiere era, a pensarci bene, il residuo di un altro calcio, che rendeva più complicato proprio il pieno sviluppo di ulteriori strategie per l’uscita del pallone dalla difesa, uno degli aspetti che hanno conosciuto il maggiore sviluppo tattico negli ultimi anni. Il cambiamento insomma, per quanto marginale nel grande schema delle cose, era dovuto.
Mi viene in mente in questo senso la scena più bella del film documentario sull’epopea del Barça di Guardiola (Take the ball, pass the ball), quando il portiere Victor Valdes racconta del primo incontro faccia a faccia col suo nuovo allenatore Guardiola e di come lui gli avesse detto che i due centrali da ora in poi al momento del suo rilancio si sarebbero posizionati ai due lati dell’area di rigore e che lui avrebbe dovuto passarla ad uno di loro per iniziare l’azione, invece di lanciare lungo verso gli attaccanti.
Valdes racconta di aver pensato che il suo nuovo allenatore fosse pazzo. Dieci anni dopo cominciare l’azione dai centrali è diventata la norma. L’arrivo di quella che definisci “pressione ultra-offensiva” ha reso più difficile impostare dal basso sul rilancio, anche per via di questa vetusta regola 16. Non di rado si è visto un centrale che nota la pressione in arrivo e che entra quindi in area di rigore forzando un reset e un nuovo rilancio del portiere. Questa tattica difensiva è forse ciò che ha spinto a riconsiderare la regola: eravamo di fronte a una perdita di tempo consentita dal regolamento.
La premessa è che le squadre che vogliono lanciare lungo continueranno a farlo, d’ora in poi magari appoggiandosi su un difensore. Pensando invece a quale impatto il cambiamento avrà sulla costruzione dal basso la prima cosa è che il fatto he gli attaccanti avversari saranno costretti fuori dall’area consentirà all’azione di partire in superiorità numerica alla base. Ci saranno quelle squadre come il City di Guardiola o il Chelsea di Sarri attuali, che sapranno invitare la pressione e muoversi con il pallone per manipolarla così da risalire il campo. Per loro la nuova regola è davvero un vantaggio. Con entrambi i centrali accanto al portiere nei pressi dell’area piccola, e con ampio spazio rispetto alla punta avversaria, può risultare più facile uscire dalla difesa invitando la pressione con i propri termini, indirizzandola insomma verso il lato su cui si vuole risalire.
Il centrale con il piede migliore avrà a disposizione un 3 contro 2 in cui chiamare a sé la punta avversaria e provare a passare sul giocatore libero con il tempo per alzare la testa. Al momento il ricevitore ha sempre un lato occupato dalla linea laterale, mentre con la nuova regola partirebbe dal centro. Il resto dello scaglionamento offensivo non penso cambierà più di tanto perché l’idea rimane sempre quella di ricevere dietro la linea di pressione e la regola nuova impatta soprattutto la linea difensiva. Forse vedremo sempre meno centrocampisti che si abbassano subito in linea, visto che senza pressione immediata la superiorità numerica si avrà già col portiere e i due centrali non pressati.
Come sempre ad essere premiata sarà l’organizzazione tattica nella sincronia dei movimenti, ma anche la qualità tecnica. L’atletismo attuale permette a una punta veloce di arrivare subito a coprire lo spazio che separa il limite dell’area dal punto in cui riceverebbe il centrale, non sarebbe quindi del tutto privo di pressione ma avrebbe soltanto più tempo per impostare. Anzi, la questione dell’avere i centrali larghi serve proprio per permettere al portiere di fungere da libero, stringerli troppo senza avere la tecnica per resistere alla pressione significherebbe avvantaggiare gli avversari, che avrebbero meno spazio da dover coprire.
Alla fine effettivamente il vero impatto lo si avrà sulla pressione da poter operare. Mi viene in mente che in sostanza la tattica più redditizia per una pressione alta sarebbe quella di un misto uomo/zona, in cui i centrocampisti si muovono a uomo così come i terzini sulle ali avversarie, mentre gli attaccanti e i due centrali si muovono a seconda di come gli avversari vogliono uscire dall’area di rigore. Per capirci, in un tridente contro una linea a quattro, la punta si posiziona tra centrale e portiere e le ali tra terzini e centrali così da poter scegliere dove scalare. Se gli avversari avvicinano i centrali al portiere, il tridente può posizionarsi con la punta sulla linea, pronto a buttarsi sul pallone non appena in gioco. Con il centrocampo a uomo che non aiuta la ricezione il portiere o il centrale con la palla sarebbe invitato a lanciare lungo sulla propria punta marcata da uno dei due difensori.
Questo misto uomo/zona è però lo stesso utilizzato spesso già dalle squadre che vogliono pressare in alto per forzare il lancio e giocare sulle seconde palle. A meno di grande talento nel controllo del pallone da parte dei centrali e del portiere penso che, in sostanza, il cambiamento nel modo di pressare non sarà così grande nel breve periodo. Forse non ho la fantasia necessaria per immaginare nuovi modi di far uscire il pallone con questa nuova regola che non coinvolga semplicemente i centrali e di conseguenza nuovi modi di pressare, anche perché non ne ho visto sul campo l’applicazione iniziale. Ma arriveranno sicuramente: se c’è una cosa che ha ispirato l’avanzamento tattico sono i cambi di regolamento