Breaking news: i portieri sbagliano. Già, per quanto possa sembrarci assurdo, se non offensivo e degno della nostra indignazione, i portieri - quei buffi personaggi con la maglia diversa e i guanti da Topolino, che giocano con le mani in uno sport che si gioca con i piedi - sbagliano anche ad alto livello. Persino in Champions League. Gigio Donnarumma ultimamente sbaglia spesso e martedì ha lasciato una palla sui piedi di Isak, una respinta centrale su un tiro banale che poteva benissimo essere bloccato, o respinto al lato. Non c’è tutta questa distanza, in fondo, tra Gigio Donnarumma e quel bambino distratto che - in uno dei miei video preferiti in assoluto dopo quello di Ben Affleck che sbatte la portiera di Jennifer Lopez - il padre spinge a terra sulla riga per non far entrare un tiro a due all’ora in una partita under 6.
Mike Maignan, che giusto lo scorso fine settimana ha fatto vincere la sua squadra parando con la faccia un tiro da mezzo metro di distanza, sempre martedì ha regalato il terzo gol al Borussia Dortmund spostandosi senza ragione apparente dalla traiettoria del tiro di Adeyemi. E che dire di Meret, dei guanti insaponati con cui ha lasciato entrare il gol di Nico Paz mercoledì sera a Madrid?
Tutti grossi errori, no?
Anche André Onana ha sbagliato, due volte, lasciando entrare due punizioni di Hakim Ziyech in una partita contro il Galatasaray che potrebbe essere decisiva per il suo Manchester United in Champions League. Tutti i portieri sbagliano, hanno stagioni altalenanti, picchi e cali di forma, fanno miracoli ed errori a distanza di pochi giorni, ma quelli di Onana - di errori - pesano di più, le reazioni sono sensibilmente più divertite, più cattivelle.
Onana, per dirlo nel modo più semplice possibile, è un portiere prono all’errore. Tecnicamente non è ortodosso e spesso neanche pulitissimo. E le punizioni di Ziyech sono al limite del ridicolo: in un caso Onana si muove dietro la barriera mentre il tiro è sul “suo” palo (anche piuttosto centrale) - si muove senza nessuna ragione, o perché ha letto male la traiettoria della palla o perché ha fatto una scommessa rischiosa, perdendola, oppure perché chissà nella sua testa si svolge una partita troppo diversa, ci sono voci che gli dicono di tuffarsi dalla parte sbagliata - nell’altro, forse ingannato da un finto colpo di testa di Martial, è arrivato su una palla bassa e lenta così scomposto che con una specie di bagher a una mano sola l’ha messa dentro la sua stessa porta, facendosela passare sopra al corpo (che di solito protegge un eventuale defaillance delle mani) con una traiettoria all’indietro. Davvero strano.
Però non è che Onana non pari. È un portiere incostante, con una discrepanza tra le sue prestazioni migliori e quelle peggiori piuttosto alto ma, ad esempio, nell’ultimo turno di campionato contro l’Everton ha parato un tiro da fuori di Gana Gueye con una bella parata plastica e tecnica con la famosa mano di richiamo. Parata simile a quella fatta su un tiro di Andreas Pereira contro il Fulham, giusto a inizio novembre, una bella parata a mano aperta, forse con il polso, una parata appena appena strana che manda la palla nella direzione opposta da quella di provenienza (il tiro andava verso l’angolo alla sua destra, in diagonale, e lui ha mandato la palla verso sinistra, per fortuna non in porta). Nel derby perso 3-0 con il Manchester City, poi, ha tolto dalla porta un colpo di testa di Haaland dal limite dell’area piccola, con un riflesso notevole.
Secondo gli indici di Statsbomb, Onana in Premier League ha evitato 8.9 gol, meglio di qualsiasi altro portiere del campionato. In Champions League, però, la sua prestazione è all’opposto: ha concesso 3.5 gol in più di quelli che ci si sarebbe potuti aspettare. Il livello, in teoria, dovrebbe essere più alto in Premier League rispetto a un girone con Copenaghen e Galatasaray, no?
Ok, veniamo quindi alla vera ragione che mi motiva a scrivere questo breve pezzo. A me piacciono i portieri pazzi. Lo so, è uno stereotipo, ma come tutti gli stereotipi qualcosa di vero lo contiene: alcuni portieri sembrano percorsi da un brivido diverso. Parlo di quelli a cui parare e basta sembra stare stretto. Li capisco, anche io quando gioco in porta inizio a fremere (non avendone di fissi, nelle nostre partite settimanali di calciotto, dobbiamo fare i turni: e sono cinque minuti lunghissimi per me), esco spesso dall’area di rigore, chiedo palla, imposto, lancio. Se mi pressano, dribblo. Ogni tanto perdo palla e mi segnano, o mi scavalcano da metà campo. Capita. I miei compagni mi guardano male ma è più forte di me.
Ecco, un po’ come quando io sono costretto a giocare in porta, ci sono portieri che interpretano il ruolo rifiutandone l'esistenzialismo, la solitudine, la tremenda responsabilità. Si ribellano, anche se contraddittoriamente, me ne rendo conto, a una visione del calcio come sport in cui vincono le difese, rappresentano un affronto insolente all’essenza del calcio come sport a basso punteggio in cui il gol è un evento raro e tragico, una piccola morte. I portieri come Onana riempiono la loro partita di altre cose anche per ridimensionare il peso di un eventuale errore.
Questo tipo di portieri non piacciono ai tradizionalisti. Persino se si parla di Higuita, c’è chi vorrebbe depennarlo dalla storia del calcio o comunque ridimensionarlo: in fin dei conti lo scorpione lo ha fatto in amichevole e a Italia ‘90 un suo dribbling a centrocampo è costato alla Colombia il passaggio del turno contro il Camerun. Chiediamoci, anche, però, come sarebbe una storia del calcio senza Higuita. Senza portieri come Higuita. Sarebbe possibile? Non credo.
Neuer, indubbiamente uno dei (due o tre) portieri più forti di questo secolo è stato anche un grande innovatore, forse il prototipo del portiere a cui i pali stanno stretti, tanto che Rummenigge ha dovuto convincere Guardiola a non metterlo davvero a centrocampo. Alisson, le cui qualità tra i pali possono difficilmente essere messe in discussione, ha tre assist in Premier League (tutti e tre per Momo Salah) e immaginate anche solo quanto deve essere triste la vita di una persona che vedendo un portiere con i piedi così buoni da mettere il proprio attaccante davanti alla porta in tre occasioni diverse abbia qualcosa da ridire.
La storia del calcio sarebbe senza dubbio più povera senza le punizioni e i rigori di Chilavert e Rogerio Ceni. E lo sarebbe anche senza portieri come Onana che, proprio contro il Galatasaray in cui tutti lo ricorderanno incerto e imbranato davanti al sinistro di Ziyech, si è anche espresso con un bella giocata a centrocampo.
Al 36’, badate bene, aveva già subito la prima punizione di Ziyech che forse pensando di trovarlo demoralizzato lo va a pressare a centrocampo: Onana gira su se stesso come Sergio Busquets e poi lancia in diagonale, alla perfezione, per un compagno alto sulla fascia destra. Rio Ferdinand, ovviamente, commentando questa azione ha detto: «Se stessi giocando e vedessi il mio portiere fare le piroette a centrocampo gli griderei contro».
Onana, in ogni caso, ha già detto che le persone «possono dire quello che vogliono a me non importa, faccio la mia cosa e se ti arrabbi è un problema tuo». Io qui mi concentrerei su quel faccio la mia cosa, più che sulla provocazione finale. Come se Onana - e i portieri come lui - non avessero veramente scelta, giocano in quel modo e non in un altro perché è così.
Perché poi al carattere di questi portieri è andata incontro l’evoluzione del gioco, prima con la regola che impedisce di raccogliere con le mani un retropassaggio (e se siete così pazzi da pensare davvero che si stesse meglio quando si stava peggio, provate a guardare una qualsiasi partita tra due squadre normali prima del ‘92), poi con quella che permette ai difensori di posizionarsi all’interno dell’area sulle rimesse. Quella generale richiesta, sempre maggiore, di una partecipazione in fase di costruzione che a qualcuno non piace come se rompesse un tabù religioso. E insomma non devo certo essere io, qui, adesso, a convincere chi ancora non si è fatto convincere dalle parole in tema di allenatori professionisti, che non è una questione di moda ma bensì di efficacia.
Certo sono più importanti gli errori sulle punizioni, pesano di più, ma Onana non è solo quelli. Non lo sarebbe neanche se si limitasse a parare ma in ogni caso non fa solo quello.
Signor giudice io ho terminato, non le chiedo di assolvere il mio assistito ma quantomeno di concedergli le attenuanti e ridurre la pena. Perché, di questo sono sicuro, il calcio sarebbe meno bello senza portieri come Onana.