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Paddle per principianti
21 feb 2019
Introduzione allo sport che va per la maggiore nei circoli d'Italia.
(articolo)
13 min
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Il paddle è senza dubbio uno degli sport che più sta incrementando il suo bacino d’utenza in questi anni. Anche in Italia la gente ne parla, il pubblico sta iniziando a seguire i tornei e i campi si moltiplicano a vista d’occhio. La maggioranza dei circoli tennis ne ha costruiti almeno un paio; tanti circoli sportivi hanno riconvertito uno spazio prima dedicato al calcetto al paddle e anche chi non gioca è ormai abituato a vedere quelle gabbie trasparenti e un po’ claustrofobiche.

Un po’ di storia

Il mito fondativo del paddle sembra suggerire subito come questo gioco sia una variante del tennis. Un milionario messicano, Enrique Corquera, alla fine degli anni ‘70 si era messo in testa di voler costruire un campo da tennis all’interno della sua tenuta. Operai, progetto, tutto pronto fino a che qualcuno non si accorse che lo spazio predisposto non bastava, i metri non erano sufficienti per un campo da tennis regolamentare. È qui, da una necessità, da un problema, che nasce il paddle.

Corquera non è un uomo abituato a non esaudire i suoi desideri e così decide che lui vuole giocare ugualmente, allora si accontenta di un campo di dimensioni ridotte e non abbatte i muri che circondano il terreno di gioco. È in quel rettangolo che parte tutto, sono quei muri di cemento che diventeranno pareti trasparenti e rappresenteranno l’essenza, l’alleato e la maggior difficoltà di questo gioco.

Ci sono alcune leggende che collocano la nascita del paddle a bordo di velieri inglesi nell’ottocento, dove per la noia i marinai sperimentarono un particolare gioco da fare in stiva con in mano i remi e una pallina che schizzava da una parte all’altra anche con l’aiuto dei muri. L’altra strada a ritroso per risalire alla fonte del Padel ci porta invece agli Stati Uniti, all’inizio degli anni ‘20, con diverse persone che nei parchi pubblici di New York si sfidavano in una strana variante del tennis, con racchette che assomigliavano a remi: da questo prototipo arriva l’evoluzione del paddle Tennis inventata da Frank Beal con il pavimento in legno e le reti metalliche tutte attorno.

Teorie affascinanti e complesse, che però faticano a tenere il passo con l’intuizione di Corquera, veicolo vivente del gioco dal Messico fino all’Argentina dove il paddle è seguitissimo e dove viene giocato, insieme alla Spagna, al suo massimo livello. Il territorio pioniere italiano è stata l’Emilia Romagna, in misura minore il Veneto, con Bologna che è stata la prima città a portare il paddle a conoscenza degli sportivi del nostro paese all’inizio degli anni ‘90. Adesso è Roma la città con la più alta concentrazione di campi, ma il paddle sinceramente non sembra avere più limiti o confini territoriali.

I tipi che non vorresti mai incontrare su un campo da paddle

Quelli che non si sanno vestire

Il paddle ha un suo codice di abbigliamento: i brand che vanno per la maggiore sono Joma, Asics, Head e sono universalmente accettati i completi da tennis. No scarpe da calcetto, no maglia da calcio, no calzettoni alti da calcio. E poi, soprattutto, no ai pantaloncini senza tasche. Si dovrebbero prevedere pene severissime per quelli che tra la prima e la seconda di servizio si aggirano per il campo in cerca di una palla.

Quelli che esultano quando sbagli

Nel tennis c’è un codice di comportamento che è bene osservare anche nel paddle. Se il tuo avversario fa doppio fallo, sbaglia in rete un colpo facile o commette un generico errore non forzato non si esulta. Si sta in silenzio, signorili, provando una classica e benedetta gioia contenuta. Anche se dentro si ha il Carnevale di Rio perché adesso siete sopra 5-4 al terzo, c’è bisogno di compostezza.

Quello che quando sta 30-15 dicono «3-1»

No, se il punteggio è quello del tennis si segue quello del tennis. Con rigorosa precisione e senza giovanilistiche invenzioni linguistiche che rovinano certe tradizioni da rispettare sempre.

Quelli che vanno a lezione tre volte a settimana e ti dicono «ma io non gioco mai»

Questa è una categoria di mostri ereditata dal tennis, ma ha trovato terreno molto fertile nel giocatore medio di paddle che sta dilapidando il suo conto in banca per migliorare il gioco con la parete, ma finge di essere disinteressato e poco allenato.

Calciatori che giocano a paddle

Uno dei veicoli di diffusione del paddle in Italia sono stati i calciatori, la categoria più assidua insieme ai tennisti (abbastanza ovvio) e ai personaggi famosi in generale, tutte figure che frequentano abitualmente i circoli e hanno parecchio tempo libero. Il primo sportivo di alto livello a fare “outing” è stato l’attuale allenatore della Nazionale, Roberto Mancini, abituale frequentatore del Circolo Tennis dell’Aeroporto a Bologna.

Sul suo profilo Instagram lo vediamo giocare insieme a Thomas Locatelli e in un'incredibile partita risalente ai tempi della sua avventura bis sulla panchina dell’Inter, in cui gioca a paddle in coppia con Sylvinho, suo assistente, contro Sergio Scariolo e Nicola Berti.

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Scariolo-Berti vs Silvinho-Mancini: 6-4, 5-7, 7-6! Nonostante la sconfitta, bel match al centro sportivo di Gianluca Zambrotta!

Un post condiviso da Roberto Mancini (@mrmancini10) in data: Nov 25, 2015 at 3:31 PST

Tra gli amanti del paddle, una delle prime file spetta di diritto a Francesco Totti, che si è fatto costruire un campo direttamente in casa per potersi allenare e divertire comodamente. Totti abbandona raramente la sua Babolat d’ordinanza, spesso fa coppia con il presidente del Coni Malagò e gioca ogni volta che può: celebre il match disputato in coppia con Pablo Lima contro Fernando Belasteguin e Carles Puyol prima dell’andata dei quarti di Champions dello scorso anno tra Barcellona e Roma.

Anche Nainggolan è un giocatore provetto, qualche anno fa coinvolse Pjanic in qualche match, anche se il paddle gli ha creato diversi problemi, specie durante la notte di capodanno tra il 2017 e il 2018, dove incredibilmente si trovò a giocare a Paddle alle due di notte: il video, in cui gioca ubriaco fradicio e incline alla blasfemia, gli costò una multa di 100 mila euro e la tribuna punitiva nel match di campionato Roma-Atalanta.

Il motivo di questo successo è che il paddle è uno sport molto semplice da imparare: bastano tre o quattro partite per raggiungere un livello che permetta a chiunque di divertirsi e provare quella fatica avvincente tipica degli sport che richiedono sforzi brevi ma intensi. Rispetto ad altre attività che pratichiamo per tenerci in forma è più pratico: più facile del tennis, più divertente della corsa, più immediato del calcetto o di altri sport di squadra che richiedono la presenza di più persone.

In Italia è possibile trovare corsi di paddle dappertutto, le principali catene di articoli sportivi vendono le racchette necessarie per giocare, sia nei negozi che online, e le vendite sono ottime. Il paddle ha anche un altro aspetto che lo rende molto vendibile: richiama l’estate, le vacanze, il sole, tanto che stanno sempre prendendo più piede le vacanze a tema paddle, dei pacchetti organizzati dai circoli che includono due o tre giorni di lezioni intensive. Si parte dall’Italia, principalmente verso la Spagna, con visite guidate della città e quattro o cinque allenamenti con giocatori del World Padel Tour a Madrid, Barcellona o anche città meno turistiche.

È anche frequente trovare in Italia l’occasione di partecipare a dei clinic con ex-giocatori di altissimo livello che girano l’Europa senza sosta per far girare un business in netta crescita: ti diverti, allarghi il giro di persone da chiamare per poter giocare e ti alleni insieme a uno che prima avevi visto solo sul profilo Instagram del World Padel Tour.

Il nodo principale da sciogliere prima di prenotare un campo però, se ancora non lo avete fatto, è uno solo. Ma il paddle, esattamente, che cos’è? Una variante del tennis? Una variante dello squash? Uno sport di cui tutti ci dimenticheremo tra qualche anno? Qualcosa che i tennisti puristi odiano? L’attività sportiva meno televisiva in assoluto? Un po’ tutte queste cose insieme, e anche qualcosa di più.

Le regole in brevissimo

Il campo di gioco da paddle è sostanzialmente identico da quello da tennis, più piccolo, 10 metri di larghezza per 20 di lunghezza, diviso in due parti orizzontalmente e verticalmente per individuare le aree in cui deve cadere il servizio. Ovvio, ma importante: si batte da sotto e l’impatto deve avvenire con la palla che rimane sempre sotto l’altezza dell’anca. Si serve sempre in diagonale, seguendo punteggio e posizioni identiche a quelle seguite nel tennis e si gioca solo ed esclusivamente in doppio.

I giocatori possono colpire la palla al volo, tranne che in risposta, e possono farla rimbalzare contro le pareti del proprio campo e far sì che questa poi arrivi nel campo avversario passando sopra la rete. La palla non deve mai rimbalzare direttamente sulla parete, o sulla rete metallica e non può mai fare più di un rimbalzo a terra nel proprio campo.

Un giocatore può colpire la palla facendola rimbalzare sulla metà campo avversaria in modo che questa esca dal recinto di gioco, ma vi consigliamo di provare solo quando siete diventati bravi. Gli avversari sono autorizzati a uscire dal campo attraverso le uscite laterali e recuperare la palla prima che questa non rimbalzi a terra la seconda volta.

I primi 21 secondi di questo video vi faranno capire subito le regole, molto più semplici a guardarsi che a dirsi.

La parete

La più grande alleata per i giocatori di paddle, di tutti i livelli, è la parete. Che però rappresenta anche uno dei primi problemi da affrontare e risolvere se si vuole combinare qualcosa di buono in questo sport. Tutti i maestri di paddle ripetono all’infinito che «la parete è tua amica», «gioca con la parete», «aspetta la parete», «utilizza la parete». Come avrete capito è importante fin da subito imparare a giocare con la parete, girarsi con il piede giusto, fare il giro per recuperare uno smash o una bella volée.

La parete non deve essere considerata una seconda scelta quando non si riesce a giocare la palla di rimbalzo, o peggio di controbalzo, ma deve essere sempre la prima scelta. Aiuta a recuperare una palla difficile, concede più tempo per ragionare, per vedere come sono messi in campo gli avversari e cercare di capire quale sarà la loro prossima mossa. Chi gioca meglio con la parete, finirà quasi sempre per vincere, soprattutto quando il livello non è particolarmente alto.

I tennisti e il paddle

I tennisti, di norma, hanno un brutto rapporto con la parete: si trovano bene nel gioco fin da subito perché hanno buona dimestichezza con la racchetta, ma si piazzano lì nella terra di nessuno, alti sulle gambe e recuperano le prime o due tre palle di controbalzo facendosi attaccare dagli avversari, togliendosi da soli il tempo per ragionare e contrattaccare. Sono abili al servizio, in dritto in back da fermi per semplificare la massimo, nello smash, ma faticano a correre indietro e raramente si ricordano che stanno giocando a un altro sport.

Regola fondamentale del paddle a livello di circoli: il tennista odia il padelista puro perché il paddle per lui è un gioco, mentre il tennis è uno sport; il padelista puro odia il tennista perché smasha forte preso dalla foga, ma non riesce a mandare la palla fuori dal campo e non recupera mai quando deve usare la parete. È un rapporto conflittuale e quando qualcuno gioca con continuità sia a tennis che a paddle si possono innescare grottesche crisi di identità. Può capitare di vedere decani del tennis a livello di club provare a recuperare un pallonetto sulla terra rossa tirando la palla contro i teloni di fondo campo illudendosi della presenza di una parte, e non di rado si possono “ammirare” orrendi rovesci a due mani sui campi da paddle.

Tanti tennisti di alto livello si sono avvicinati al paddle in questi anni, Sara Errani e Flavio Cipolla sono fortissimi e Potito Starace sta provando a darsi una seconda possibilità grazie a questo sport e chi è stato al Foro Italico nel maggio scorso si è accorto di quanto stia diventando bravo. Juan Carlos Ferrero ha giocato nel World Padel Tour ed è ancora presente nel ranking alla posizione 439, anche se non ha disputato tornei nel 2018.

Djokovic deve ancora registrare un po’ i colpi al volo adattandoli a un nuovo sport mentre Nadal ha la solita e magnifica cattiveria agonistica anche chiuso in gabbia.

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Djokovic in campo si muove come un gatto, ma sbaglia ancora qualcosa nell’impostazione dei colpi.

Queto video “rubato” a Nadal ci fa intuire con quanta cattiveria Rafa vada a fare lo smash e porti a casa il punto.

Piccolo dizionario (amoroso) per poter parlare di paddle

Bandeja

Colpo interlocutorio fondamentale nel gioco del paddle. È il modo migliore che un giocatore ha per attaccare e prendersi la rete velocemente, va effettuato al volo sfruttando un pallonetto troppo corto. Non è necessario sia potente, è importante imprimere una buona rotazione in back per evitare che la palla si alzi dopo aver rimbalzato contro la parete. In spagnolo significa letteralmente “vassoio” proprio per il gesto che ricorda un po’ quello di un cameriere.

Contro parete

In un recupero particolarmente difficile far rimbalzare la palla contro la parete di fondo del proprio campo per poterla mandare nella metà campo avversaria. Bisogna colpirla dal basso verso l’alto, imprimendo molta forza. È un colpo difficile all’inizio, ma grande alleato in fase difensiva anche se da usare solo quando la situazione è “disperata”.

World Padel tour

Circuito che organizza tornei in tutto il mondo per i giocatori e giocatrici professionisti. Con i risultati del circuito WPT si determina il ranking mondiale. È consigliabile seguire il profilo Instagram con cui viene monitorato il circuito e in cui vengono caricati i punti più belli di ogni torneo. Controindicazione: chi gioca il WPT fa delle cose con la racchetta che la maggior parte degli esseri umani normodotati non riescono a fare nemmeno con le mani.

I tornei del World Padel tour iniziano a Marzo e finiscono a dicembre: quest’anno il Master finale si svolgerà a Barcellona dal 12 al 15 dicembre. Oltre ai tornei Open ci sono 5 Master, i tornei più importanti del circuito. Ovviamente tra le varie competizioni ci sono differenze di punti assegnati per la classifica mondiale e di montepremi: per intenderci la coppia che vince un torneo di categoria Master si porta a casa 19mila €, chi vince un torneo Open circa 16mila. Al Master finale partecipano i primi 16 giocatori del ranking maschile e femminile che possono decidere di “fare coppia” con qualunque altro giocatore qualificato.

Fernando Belasteguin

Ha 37 anni ed è stato il numero uno del mondo del ranking per 16 anni consecutivi, dal 2002 al 2017. Bela è considerato il più forte giocatore di sempre, Ha vinto tutto, argentino di nascita e spagnolo d’adozione, continua a giocare e dare spettacolo ogni settimana. Ha scritto un libro sulla sua vita, e su Instagram può contare su 100 mila follower. La scorsa stagione Belasteguin ha giocato la Serie A in Italia con addosso la maglia dell’Orange Padel club di Roma (altro che Cristiano Ronaldo alla Juve): la sua squadra però è arrivata solo quarta, a trionfare è stato il Cc Aniene per il quarto anno consecutivo.

Altri giocatori spettacolari da seguire sono senza dubbio Paquito Navarro, qui il suo incredibile incidente con la parete; Gutierez e Maxi Sanchez attuali numeri uno del ranking, e Pablo Lima. Il più hipster è senza dubbio Miquel Lamperti, biondissimo funambolo che è, insieme a Bela, il giocatore più carismatico del circuito.

I mondiali

Agli ultimi mondiali, che si sono svolti in Paraguay nel 2018, l’Italia femminile è arrivata al quarto posto, cadendo in semifinale contro l’imbattibile Spagna e perdendo la finale per il bronzo contro il Portogallo: il titolo mondiale è andato all’Argentina, ma l’Italia ha eguagliato il suo miglior piazzamento, centrato nel 2014. I maschi invece sono usciti subito ai gironi concludendo con un deludente decimo posto. E il titolo maschile? Non assegnato perché i giocatori di Spagna e Argentina in finale si sono rifiutati di scendere in campo per protesta citando i problemi causati dalla pioggia torrenziale caduta sulla sede del torneo, le pessime condizioni del campo centrale con vetri instabili e terreno non adeguato. Un colpo durissimo per il movimento, che ha fatto intravedere una pesante crepa di dilettantismo non consueta durante il WPT.

Le racchette

La racchette da Paddle di norma sono composte di fibra di vetro e/o fibra di carbonio e la superficie può essere liscia o rugosa. Per le giocatrici il peso ideale è compreso tra i 335 g e i 370 grammi, mentre per i giocatori la forbice va dai 370 ai 385 grammi.

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