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Qual è il peggior rigore di sempre?
29 set 2022
Dal cucchiaio di Maicosuel alla rincorsa di Zaza.
(articolo)
10 min
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Qual è il peggior rigore di sempre?

Solo apparentemente questa è una domanda banale, come solo apparentemente calciare un rigore è un atto banale. Il peggior rigore di sempre è quello tirato peggio o quello più doloroso? È una scelta univoca o personale? E poi, è per forza di cose un rigore sbagliato? Ci sono un sacco di cose che si possono dire intorno a questo fondamentale - 11 metri tra chi calcia e chi para, uno spazio di quasi 18 mq da difendere - che spesso viene considerata una formalità, un’inezia sulle spalle di chi tira.

Se me lo chiedo ora, in un momento di apparente calma dal calcio dei club, è perché qualche giorno fa, vittima dell’algoritmo, sono finito sul rigore di Conor Gallagher in una balenare amichevole estiva contro gli Charlotte FC. Il suo cucchiaio abortito, in un breve reel con sotto qualche musica scema, veniva definito con grande enfasi “il peggior rigore di sempre”. Nei commenti la gente esprimeva fremdschämen, quel termine tedesco per definire l’imbarazzo provato per qualcosa fatto da qualcun altro, ma anche schadenfreude quell’altro termine tedesco che invece sta a indicare il piacere provocato dalla sfortuna altrui.

Il commentatore brasiliano aveva rotto l’epica della sua conduzione per ridere sguaiatamente.

Gallagher era stato due volte inetto: la prima perché il suo Panenka era uscito fuori strozzato, al pari di un coito interrotto; la seconda perché il portiere non si era neanche buttato, finendo per doversi piegare sulle ginocchia per parare, dando un effetto ancora più ridicolo a quel momento (se si fosse buttato, probabilmente avrebbe dovuto parare alzando un piede, dando più dignità all’esecuzione di Gallagher). Il suo errore era costato al Chelsea la sconfitta in quelle lotterie, queste sì imbarazzanti, che si fanno nelle tournée americane, per assegnare premi che non vengono neanche mai alzati da qualcuno.

Ma è davvero il peggior rigore di sempre? Già il fatto di averne scoperto l’esistenza a un paio di mesi dall’esecuzione suggerisce che no, c’è di peggio. Da questo punto di vista internet è una miniera, basta fare una ricerca per assistere a uno spettro di rigori terribili difficile anche solo da immaginare.

Conoscevate, ad esempio, questo rigore sbagliato da Del Piero?

Era la Peace Cup 2009 (???) e dopo uno scialbo 0-0 nei tempi regolamentari nella finale tra Aston Villa e Juventus, il capitano bianconero aveva sul piede la possibilità di consegnare la coppa della pace alla sua squadra. Il risultato però era stata una mosceria tale che il telecronista, onestamente poco rispettoso, lo aveva trattato come un pagliaccio.

Al di là del contesto, giocatori che a centrocampo si tenevano abbracciati per una cosa tanto sconosciuta quanto poco competitiva (la pace può essere competizione?) e la presenza di Ciro Ferrara come allenatore che rimanda immediatamente brutte sensazioni ai tifosi della Juventus, la reazione di Del Piero - che stizzito aveva calciato il pallone in tribuna - fa capire bene quanto il suo rigore fosse terribile e quanto sia frustrante per un calciatore finire dalla parte sbagliata della storia, anche se piccola come in questo caso (a dar retta alla pagina Wikipedia della Peace Cup, però, il premio per il primo in palio era di 2 milioni di euro, mentre per il secondo di un milione: l’errore di Del Piero sarebbe quindi costato alla Juventus esattamente un milione di euro, neanche poco se ci pensate).

Il rigore di Del Piero ci stupisce nel suo essere brutto ma anche e soprattutto perché calciato da un calciatore storicamente riconosciuto come un eccellente rigorista. C’è quindi, nella scelta del peggior rigore un rapporto aspettativa e realtà?

A questo punto è forse il caso di parlare del rigore a cui avete pensato tutti: è quello di Roberto Baggio a Pasadena il peggior rigore di sempre?

A rivederlo oggi, mi sorprende la cura con cui Baggio aveva sistemato il pallone.

I rigori calciati sopra la traversa hanno qualcosa di terribilmente fastidioso in chi guarda, perché sembra volerci dell’impegno per mandare da 11 metri un pallone ad un’altezza superiore a 2,44 metri, quella della traversa (in questo genere vi consiglio i rigori di Neymar e Jonathan Soriano). Con il rigore di Baggio, però, non può essere una questione di mera esecuzione: il miglior giocatore al mondo messo davanti al dischetto per decidere il destino di una Nazione che fallisce in maniera sciatta. Che c’è di peggio?

Ma un rigore calciato dentro una fornace, con una contrattura, i crampi, e un pallone pesante come un macigno e la gravità del mondo intero addosso, può essere il peggiore di sempre? No (tranne, forse, che per lo stesso Roberto Baggio, che da 28 anni convive con il fantasma di quel rigore - «Purtroppo non riesco dimenticare» ha detto recentemente).

Il rigore di Baggio ha attraversato la storia: chi c’era si ricorderà sempre dov’era, tiene quell’errore come una reliquia come una reliquia; e allora, forse, in una strana inversione del racconto, quello potrebbe essere uno dei migliori rigori di sempre: se avesse banalmente segnato e, poi, il Brasile avesse segnato il suo, avremmo avuto una sconfitta senza neanche un'indelebile memoria collettiva.

Mi sembra che ci sia - nella definizione di cosa sia peggio o meno parlando di rigori - la necessità di trovare un buon rapporto tra la troppa importanza del rigore (Baggio) e l’assoluta irrilevanza dello stesso (Del Piero, Gallagher). Una buona soluzione è il rigore di Maicosuel, che ha condannato l’Udinese di Guidolin a non accedere alla Champions League 2012/13.

Un cucchiaio senza infamia e senza lode su cui però il portiere del Braga, Beto, è rimasto immobile, finendo per ritrovarselo tra le mani.

Qui da una prospettiva diversa a quella a cui siamo abituati.

A rivederlo ora, a distanza di quasi 10 anni, non è neanche così terribile, eppure questo rigore è diventato una specie di memento mori, un ricordo collettivo di imbarazzo che unisce gli appassionati di calcio. Maicosuel paga un’incoscienza senza nessun appiglio con la realtà: se i Totti, i Pirlo e gli Zidane possono piegare un cucchiaio su rigore al loro carisma, questo semisconosciuto brasiliano chiamato O Mago ci si è rovinato la carriera.

I racconti dell'epoca parlano di Maicosuel in lacrime per i giorni a venire, inconsolabile, costretto anche a dover fronteggiare una contestazione personale dei tifosi, con cui dovette provare a scusarsi - senza troppo successo - al microfono. Se la carriera di Maicosuel da quel rigore è declinata verso il basso (anche se rimase altri due anni, non troppo fortunati, a Udine), forse il più perseguitato dal cucchiaio di Maicosuel è stato Guidolin, che poi non avrà mai la possibilità di confrontarsi con la Champions League.

«Non riesco ancora a sputarlo fuori», ha detto qualche anno fa con quel fare tra il malinconico e signorile che ha lui, «Mi perseguita. Non ho mai chiesto a Maicosuel perché fece quel cucchiaio».

C’è tutta una storia di Panenka tremebondi dove la hybris si paga cara. Ma se lo hanno sbagliato anche insospettabili (esiste un video di oltre sei minuti di tiratori troppo sicuri di sé che sbagliano cucchiai in maniera più o meno ridicola) può essere uno di questi il peggior rigore al mondo?

Ci deve essere qualcosa di più estremo, qualcosa che rende l’esecuzione difficile anche solo da guardare. Tra un cucchiaio sbagliato e un rigore segnato facendo prima una capriola cosa è peggio?

Personalmente sarei più contento se aprissi un video dal titolo “il peggior rigore di sempre” e mi trovassi davanti questo rigore che non quello di Gallagher. So che è difficile sostenerlo, anche perché in qualche modo - su questo bisogna fargli i complimenti - il tiro finale è eseguito benissimo, tuttavia è un tipo di creatività che stona con il calcio, tra l’irrispettoso per gli avversari e il fastidioso per gli altri.

In questo somiglia al rigore a due, che forse andrebbe bandito, che è peggio di un brutto rigore anche quando riesce e che, quando non riesce, riesce a far fare brutta figura anche a Henry e Pires, forse due degli esseri umani più belli da vedere su un campo da calcio.

Se in questi rigori c’è molto assurdo, manca però un altro aspetto che mi sembra fondamentale nel definire un rigore terribile: il ridicolo. Il senso di ridicolo è forse l’aspetto più indicativo di cos’è un brutto rigore, che invece dovrebbe essere l’unico momento di una partita in cui un gesto si ripete uguale, o almeno molto simile, a sé stesso.

Come si fa a scivolare calciando un rigore? O inciampare, impuntarsi, incastrarsi. Sono diversi i casi del genere: è successo un paio di volte a David Beckham, forse a causa della sua peculiare postura di calcio e - lo ricorderete - a John Terry nel rigore decisivo della finale di Champions (anche se poi non si può dire che il tiro fu brutto, avendo centrato il palo a portiere spiazzato).

Più si cerca e più si trova. Ci sono rigori in cui chi calcia poi vorrebbe sotterrarsi sotto il dischetto, fare come Maspero, ma per la propria tomba. Potete trovarne tanti, soprattutto nel calcio minore (come questo di Pilo che manda il pallone addirittura all’indietro in un America San Paolo-Votuporanguense) ma nessuno raggiunge le vette di quello tirato da Peter Devine in un infame Lancaster City-Whitley Bay, finale della HFS Northern Premier League Division One Cup.

L’eco di questo rigore non è arrivata fino a noi, ma in Inghilterra è diventato un simbolo, un’idea universale di fallimento in cui tutti possiamo immedesimarci.

Peter Devine, un’onorata carriera nel calcio inglese minore, che si trova a fingere un infortunio per provare a giustificare quello che è appena successo, un rigore che in un articolo di Vice viene definito “il mausoleo in cui è stato costretto a vivere il resto dei suoi giorni, intrappolato dalla memoria e dalla televisione”.

Se il 99,9% dei rigori viene segnato o sbagliato in maniera del tutto normale, a cosa è dovuto quello 0,1% fatto di puri disastri come quelli visti finora? Non esiste una risposta a questa domanda, gli uomini tendono a incepparsi nelle occasioni più disparate, ma esiste un rigore che, a mio avviso, tiene insieme tutti i pezzi degli altri brutti rigori visti fin qui e che per questo mi sembra debba essere eletto vincitore, se proprio vogliamo dare un premio alla bruttezza (non intesa come il contrario di bellezza, ma come una categoria che ha una sua dignità).

Il rigore di Zaza.

via GIPHY

Forse c’è un bias nazionalistico nella mia scelta, forse se fossi inglese lo considererei un brutto rigore al pari di altri, non peggiore - ad esempio - di questo di Malouda. Eppure è impossibile non trovarci qualcosa di irripetibile in quella rincorsa sballonzolante che sembra non finire mai, così straniante nel pathos di una lotteria dei rigori particolarmente drammatica.

Ci sono anche altri dettagli in questo rigore che lo rendono tanto indigeribile: il fatto che Zaza fosse entrato appositamente per tirarlo appena pochi secondi prima del fischio finale, che giorni dopo Conte dirà che in allenamento era il più infallibile di tutti (a cui l’attaccante risponderà in maniera anche più assurda: «La verità è che io in questi anni non sono stato un grande calciatore dal dischetto. Negli allenamenti con la Nazionale, però, non avevo mai sbagliato... e quindi l’ho tirato») e anche, se ci pensate, semplicemente il fatto che fosse Zaza, con la maglia della Nazionale, in un momento tanto decisivo.

Aggiungeteci pure che, nella stessa lotteria, Pellè sbaglio il suo rigore tirando a lato dopo aver fatto il gesto del cucchiaio a Neuer e che, comunque, arrivammo fino a Darmian per perdere. Il rigore di Zaza (che è una cosa differente da Zaza calciatore) paga anche un momento storico in cui i meme, l’ironico e la viralità stavano invadendo i social, diventando una forma di linguaggio prevalente. Quanti video parodia avete visto? Quante volte la rincorsa di Zaza è stata presa in giro, trasformata in un balletto, in un robot impacciato, addirittura imitata da Dirk Nowitzki, uno dei più grandi atleti europei di sempre.

Insomma, non so se ho risposto alla domanda iniziale, sicuramente avrò perso qualche rigore incredibilmente brutto, qualcuno l’ho volutamente ignorato perché non ne potevo più di fare la parte del cattivo. Mi tengo questo finale per citare un rigore-non rigore, un momento in cui storia del calcio e storia del pop si incrociano, durante la cerimonia iniziale dei Mondiali del 1994, con Diana Ross che cantando I’m coming out corricchia verso una porta difesa da un finto portiere, con un pallone piazzato a molto meno dei canonici 11 metri.

Dopo un paio di finte (???) la cantante calcia il pallone disastrosamente fuori, mentre il portiere finge di buttarsi. Dietro di loro la porta si spacca - letteralmente - in due.

Dal rigore di Diana Ross a quello di Roberto Baggio, in quell’esatto momento avremmo dovuto capire tutto.

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