Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
Pensavamo di aver visto tutto, poi c'è stata Argentina-Marocco
25 lug 2024
25 lug 2024
Una sospensione infinita e incredibile.
(foto)
Foto Imago / Panoramic
(foto) Foto Imago / Panoramic
Dark mode
(ON)

Se i Giochi Olimpici saranno tutti come Argentina-Marocco, una delle partite inaugurali del torneo di calcio, cosa dobbiamo aspettarci da Parigi 2024? Alle 17 e 08 il centrocampista Medina dell’argentina segna di testa il gol del 2-2. Alle 19 e 09, due ore e un minuto dopo, il gol viene annullato.


Cosa è successo?


Innanzitutto bisogna raccontare il pareggio slapstick dell’Argentina. Siamo al Minuto 105 e ci siamo arrivati grazie al recupero mostruoso concesso dall’arbitro - frutto probabilmente delle svariate invasioni di campo che si sono verificate. Solo che siamo oltre i 15 concessi.

Ermes

* indica i campi obbligatori
Ermes è la newsletter di Ultimo Uomo che cercherà di tenere un diario di viaggio sui Giochi della XXXIII Olimpiade. Nasce con l’obiettivo di dare a chiunque lo voglia un piccolo strumento per orientarsi in mezzo al caos generato da 32 sport, 329 competizioni e 10.500 atleti. Ci si iscrive qui


Almada slalomeggia al limite dell’area e si crea lo spazio per la conclusione – murata; tira ancora, stavolta passa: Munir, il portiere marocchino, non trattiene. Sulla sua respinta si avventa Nicolas Otamendi – l’eterno Nicolas Otamendi, il Nicolas Otamendi guida spirituale di questa squadra di ragazzini - arriva e con una mezza acrobazia col destro vuole ribadire in porta, ma Munir sfiora ancora miracolosamente e manda sulla traversa. Ma l’Argentina non ha proprio intenzione di perdere e il fato è d’accordo: Amione, un difensore passato per i bassifondi per la Serie A, dove si è fatto conoscere per la sua aggressività, colpisce di testa con uno strano salto, piegando anche un po’ il culo, per scavalcare Munir con un pallonetto ben indirizzato, ma colpisce un’altra traversa: la palla cade sulla fronte di Medina a un passo dalla linea, gol e apoteosi Albiceleste. La vena del collo di Otamendi, uno che ha giocato più di 730 partite in carriera e vinto tutto, sta per esplodere.

View post on Instagram
 


Non appena l’esultanza argentina si ridimensiona, però, la confusione aumenta: un’invasione di campo incontrollata di diversi tifosi marocchini viene accompagnata da con un lancio di oggetti – per lo più bottigliette di plastica, di cui una sfiora Almada – dalle tribune. Arrivano sul terreno di gioco dei petardi, deve intervenire la polizia a fare ordine. Ci sono alcuni dubbi sulla regolarità del gol, ma la situazione ha ormai perso ogni tipo di logica per ricordarsene; le squadre si radunano accanto alle panchine e l’arbitro, senza mai emettere il triplice fischio, manda tutti negli spogliatoi. La partita è sospesa ma non terminata, nonostante siamo oltre il tempo regolamentare di quindici minuti e anche oltre il quarto d’ora di recupero concesso.

View post on X


I tabelloni dello Stadio “Guichard” di Saint-Étienne invitano gli spettatori a lasciare lo stadio. La partita risulta sospesa sul sito dei Giochi. Alle 17:50 circa si diffonde la voce che l’arbitro abbia decretato la fine della partita, ma non è confermata. Il sito della BBC comunica, alle 18:14, che «l’arbitro ha assegnato altri tre minuti di recupero addizionali prima della fine della partita, che sarà ripresa a porte chiuse». Il tempo supplementare servirà a consultare il VAR, capire se c’è posizione di fuorigioco sull’azione d’attacco dell’Argentina (nel caso specifico, la posizione di Amione prima del colpo di testa) e far giocare altri tre minuti. Mistero nel mistero: si diffonde un’ulteriore voce secondo cui in caso di gol, Nyberg fischierebbe la fine, mentre in caso di fuorigioco farebbe proseguire la gara. Anche questa sembra essere una voce infondata; la durata delle partite non potrebbe essere influenzata da uno specifico evento.


Dunque: la partita era effettivamente finita o no? Gli indizi parrebbero presupporre per il no, anche perché l’arbitro non ha mai effettuato il triplice fischio in campo, come da procedura. A titolo puramente informativo, va detto che, in caso di triplice fischio, la Law 5 del regolamento dell’IFAB recita, al punto 5.2. (Sezione “Decisioni dell’arbitro”): «Se il gioco è ripreso o se l’arbitro ha fischiato la fine del primo o del secondo tempo o se le squadre hanno abbandonato il terreno di gioco, l’arbitro non può cambiare una decisione di ripresa del gioco se si accorge di aver sbagliato o su consiglio di un altro ufficiale di gara. Tuttavia, se a fine frazione l’arbitro lascia il campo per avvicinarsi all’area di revisione (referee review area dall’originale) o per ordinare ai giocatori di tornare in campo, è possibile che una decisione sia cambiata per un evento accaduto prima della chiusura della frazione». Inoltre, alla 5.4 (la Sezione dedicata al VAR) il regolamento aggiunge «Se il gioco si è fermato ed è ripartito, l’arbitro può andare alla review e prendere la giusta decisione disciplinare solo in caso di scambio di identità o per una potenziale espulsione dovuta a condotta violenta, sputo, morso o comportamenti particolarmente offensivi o insultanti».

Dunque: una decisione legittima, sia che la partita fosse finita, sia che fosse stata semplicemente sospesa. In tutto questo ciò che lascia perplessi è l’ora e mezza di pausa: perché tutto quel tempo? E cosa è successo nel frattempo?


Probabilmente andava semplicemente riportato l’ordine nello stadio. L’ordine di una partita che si è svolta per 105 (!) minuti con uno stadio popolato e per 3 minuti a porte chiuse, e non per questioni di forza maggiore, ma semplicemente perché…perché? Ancora non lo sappiamo, chissà se mai lo sapremo. Nei 90 minuti di buio non c’è nemmeno una telecamera sul campo di Saint-Étienne. Ma certo, è una partita che tutti immaginano finita, perché dovrebbe avere ancora copertura televisiva?


Sono le 18:54 e i giocatori tornano in campo. Prima di ordinare la ripresa del gioco, l’arbitro ha dato dieci minuti di riscaldamento. Scocca l’ora X: alle 19:06 sono di nuovo tutti in attesa della ripresa, l’arbitro è pronto a consultare il VAR. Le telecamere inquadrano prima Medina, l’autore del gol, poi si soffermano su Julian Alvarez. L’Araña sorride, cerca di mascherare i sentimenti ma è visibilmente innervosito, quasi infastidito dalla situazione. Parla con qualcuno, fa di no con la testa. Cosa starà pensando? I giocatori hanno riguardato il gol negli spogliatoi e si sono fatti un’idea della sua regolarità?


C’è un’inquadratura emblematica. Si vedono le due squadre nei pressi della linea di centrocampo: gli argentini sono tutti più o meno in linea, mani sui fianchi, testa alta e sguardo rivolto verso il VAR. Di fronte al plotone d’esecuzione, direbbe il poeta. I marocchini sono più sparsi, alcuni formano un piccolo cerchio, altri bevono, parlottano, si fanno forza. Finalmente vediamo l’arbitro al monitor e abbiamo il video. Ma che immagini sono!? Il colore è opaco, sembra quasi un bianco e nero, e le immagini sono prese dall’alto. Sembra quell’episodio di Better Call Saul in cui Saul deve ingannare la guardia per permettere al suo nuovo collega di imbrogli di fare shoplifting e gli impedisce in tutti i modi di guardare le telecamere. Solo che qui non c’è nessuno – letteralmente nessuno – di fronte all’arbitro, che annulla, torna in campo e spiega a tutti (anche agli spettatori da casa, come se si fosse tornati per un attimo a quell’epoca di immersioni) la decisione. Il fuorigioco è di una scarpa, nemmeno intera. Le squadre crollano in due stati emotivi profondamente diversi, come potete immaginare. Poi devono riprendere a giocare, perché ancora non è finita.


Sono arrivate le 19:10. Nei minuti rimanenti non succede praticamente niente: l’Argentina si riversa ancora una volta come uno sciame disordinato negli ultimi 20 metri avversari, ma non c’è più nulla da fare. L’arbitro fischia la fine: il torneo di calcio olimpico (e più in generale i Giochi interi) sono iniziati nella maniera più surreale possibile.


Il post-partita è una polveriera. Mascherano, ct dell’Argentina, non si trattiene: «Questo è il circo più clamoroso che abbia mai visto nella mia vita» dice. Messi pubblica una Instagram Story scrivendo un eufemistico “Insólito”. La vicenda poi si tinge di giallo: Mascherano denuncia dei furti subiti da Almada, che però sono avvenuti in allenamento, ma tutto fa brodo per infervorare ulteriormente gli animi, gli argentini lo sanno bene. El Jefecito torna sull’episodio e rincara la dose: «È un errore storico, una cosa del genere non è mai accaduta. Abbiamo aspettato un’ora e quaranta, ma nessuno ci ha detto niente». Anche Tagliafico e De Paul si uniscono al coro di critiche con toni simili. Il Marocco, dal canto suo, fa spallucce: ha ricevuto una decisione giusta, seppur nel modo più assurdo possibile, e se la tiene stretta. In un post social Hakimi celebra la vittoria e condanna il comportamento dei suoi connazionali più violenti, ricevendo in tutta risposta una pioggia di insulti razzisti dai sostenitori argentini.


Il torneo olimpico di calcio comincia bene: aprendo un universo parallelo rispetto al resto del panorama calcistico internazionale.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura