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La spada di Damocle se non è caduta si è quantomeno dissolta. La notizia che della mattinata italiana di sabato 15 febbraio è di quelle in grado di prendersi i titoli anche nella settimana di Sanremo. WADA e Jannik Sinner con un comunicato congiunto e una decisione che confermano e smentiscono allo stesso modo le paure dell’Italia tennistica di questi mesi. Il numero uno del mondo sarà squalificato dal tennis per i prossimi tre mesi; la squalifica è iniziata il 9 febbraio e terminerà il 4 maggio.
Un fulmine che nessuno era stato in grado di anticipare. La sentenza, essenzialmente uno scontro finale tra ITIA e Sinner contro la WADA, era inizialmente prevista il 16 o il 17 aprile al TAS di Losanna. Sinner, i suoi tifosi, e il mondo del tennis erano in trepidante attesa della risoluzione di un caso che era stato rivelato al pubblico poco prima dello US Open 2024, e in cui i tempi della giustizia con il ricorso tardivo della WADA, erano stati lunghi e pesanti.
Le carte in tavola per il numero uno non erano da poco: la WADA aveva chiesto una squalifica tra gli uno e i due anni, contestando la sentenza dell’ITIA che aveva riscontrato “no fault or negligence” nel caso che lo ha visto coinvolto ad aprile 2024, quando fallì due test anti-doping. «Riteniamo che la conclusione di 'nessuna colpa o negligenza' non sia corretta ai sensi delle norme applicabili». A dirla tutta la strada verso l’assoluzione plenaria non sembrava troppo tortuosa nel caso di Sinner. Pur essendo l’antidoping a livello giuridico un sentiero ricco di misteri, i precedenti e il giudice nominato dall’ITIA sembravano portare un moderato ottimismo verso una risoluzione positiva del caso.
E allora perché Sinner ha deciso di ricorrere a un accordo fuori dalla corte con la WADA?
Chi segue questo sport conosce la pressione psicologica con cui ha dovuto convivere Sinner negli ultimi mesi. Un'energia che talvolta si è anche manifestata sul campo, come a Wimbledon, ma che Sinner è riuscito a tenere sopita durante questa parentesi storica della sua carriera e del tennis in generale. È riuscito a vincere sette titoli e due Slam nonostante la pressione mentale del contesto.
La posizione del sindacato dei giocatori fondato da Novak Djokovic, tra gli altri.
Questo aspetto ha pesato sulla scelta di accordarsi. Senza aspettare aprile, e una sentenza che rischiava comunque potuta essere negativa, Sinner ha deciso così di mettere fine una volta per tutte alla questione anche a costo di “andare a patti” con la WADA. La prospettiva in caso di squalifica di uno o più anni nella sentenza al TAS era di dover saltare, nel migliore dei casi, i prossimi 4 Slam. Un rischio troppo grande per non provare a portare la WADA a più miti consigli e sostanzialmente consegnando all’agenzia antidoping una piccola vittoria da poter esporre nel fantomatico cartellone della lotta al doping. Come spesso succede in questi casi, la purezza dei principi è stata messa a favore del realismo dei risultati immediati. Nel comunicato Sinner parla di come l’accordo sia stato proposto dalla WADA: «Su questa base, ho accettato l'offerta della WADA di risolvere il procedimento con una sanzione di tre mesi».
A vederla in modo cinico, è un accordo che accontenta tutte le parti in causa. Sinner salta tre mesi della stagione privi di Slam, sacrificando un po’ la classifica, dove comunque mantiene un margine, ma evitando così di compromettere parti più pesanti della stagione. Dal canto suo la WADA incassa una vittoria simbolica (oserei dire di Pirro) contro il numero uno del tennis mondiale. Rigettando così le accuse di favoritismo emerse negli anni e che probabilmente avevano portato la WADA stessa a questo ricorso, più politico che pratico.
Usare il termine patteggiamento sarebbe sbagliato, considerando che nel comunicato stesso viene esplicitato come:
«WADA riconosce che il sig. Sinner non aveva intenzione di barare e che la sua esposizione al clostebol non ha fornito alcun beneficio in termini di prestazioni, avvenendo a sua insaputa a causa della negligenza di alcuni membri del suo entourage. Tuttavia, secondo il Codice e in base ai precedenti del CAS, un'atleta è ritenuto responsabile della negligenza del proprio entourage».
Dire che Sinner ha patteggiato la squalifica per doping è quindi improprio. Il problema di questo out-of-court settlement sarà, come potete immaginare, di reputazione. Nonostante sia stato riconosciuto dalla WADA stessa che Sinner non abbia assunto volontariamente il Clostebol per aumentare le sue prestazioni, non sono mancate e non mancheranno gli sproloqui di chi vedrà questo accordo come un’ammissione di colpa. Va detto che comunque nemmeno una piena assoluzione avrebbe salvato Sinner da commenti di questo tipo. Chi si è già formato una sua idea, e ci sta provando a costruire un personaggio sopra come Nick Kyrgios, non avrebbe cambiato la sua posizone nemmeno di fronte a una piena assoluzione.
Non ne esce bene il tennis in generale. La WADA potrà rivendicare di essersi mostrata inflessibile anche con il numero uno del mondo, ma negli ultimi mesi abbiamo visto due casi come quello di Iga Swiatek e Sinner concludersi in termini confusi. La tennista polacca è stata squalificata per un mese, all'insaputa di tutti, per una sostanza dopante rilevata ad agosto in seguito alla somministrazione di un farmaco alla melatonina. Forse proprio la differenza del trattamento tra ITIA e WADA ha paradossalmente sfavorito Sinner. Comminando la pena di un mese l’ITIA ha riconosciuto la leggera negligenza della tennista polacca, e così facendo la WADA ha preferito non fare ricorso, giudicando adeguata la sanzione.
Nel caso di Sinner l’ITIA ha assolto con formula piena il tennista italiano, non ricevendo pene ulteriori alla sospensione provvisoria e la perdita di punti e prize money derivati da Indian Wells, dove gli è stata contestata la sanzione. Il paradosso è che non sanzionando Sinner l’ITIA ha dato un casus belli alla WADA per provare a imporre il suo punto di vista, ovvero che non si potesse assolvere Sinner per no fault or negligence. E così si è arrivati alla decisione odierna, forse più per evitare degli strascichi più lunghi che per davvero una voglia di giustizia della WADA.
Una vicenda triste, per non dire ridicola, in cui si è usato ancora una volta il corpo degli atleti come terreno di scontro politico. A rimetterci è il tennis, anche perché questa decisione-non decisione non riesce a risolvere in modo definitivo la questione. Sinner nel comunicato della WADA viene scagionato dall’accusa di doping, ma nulla potrà togliere al tennista italiano quello che ha passato in questi mesi e soprattutto la pesante macchia che resterà agli occhi di chi vorrà guardare, almeno superficialmente, la vicenda.
La reazione di Daniil Medvedev non è stata morbida.
Resta abbastanza incredibile che la WADA pensi di dare maggiore credibilità con una sentenza “spezzata” come questa in uno sport in cui non mancano le zone grigie e in cui i conflitti di interesse comandano. La strada per una giustizia più giusta nel tennis sembra lontana se la WADA ancora non chiarifica casistiche come quelle di Sinner che sono costate, per tennisti che non avevano a disposizione la sua faretra difensiva, anni di carriera. Il terreno delle contaminazioni resta ancora impervio e per certi versi assurdo in uno sport e con le tecnologie attuali in cui è conclamato che, come nel caso di Sinner, determinate sostanze assunte in maniera involontaria non portano miglioramenti in termini competitivi. Il concetto in sé di negligenza andrebbe rivisto profondamente, come pure annunciato dalla WADA stessa (lacrime di coccodrillo?). Fin dove possiamo riconoscere le responsabilità di un'atleta? Fino alla contaminazione da da terzi tramite massaggi?
«Questa vicenda mi tormentava da quasi un anno e il processo sarebbe potuto durare ancora a lungo, con una decisione forse solo alla fine dell'anno». Il sollievo di Sinner è evidente per una vicenda che finalmente potrà farlo giocare con un certo grado di libertà. Le conseguenze per la classifica non saranno poche, il numero uno del mondo perderà 1600 punti e renderà attaccabile la sua vetta. Per Alcaraz serviranno 3721 punti da conquistare fino a Madrid, francamente un’enormità, per Zverev serviranno meno punti, 2546, che comunque resta l’equivalente di due Masters 1000 e un ATP 500. Contando che Sinner rientrerà a Roma e non difende tantissimo la posizione numero uno potrebbe resistere fino al Roland Garros.
Proprio a Roma Sinner rientrerà da una situazione abbastanza particolare. Essendo stato squalificato non potrà allenarsi in strutture sportive ufficiali, e nemmeno palestre aperte al pubblico, tantomeno potrà giocare con sparring partner tesserati per una società sportiva, tantomeno con Darren Cahill e Simone Vagnozzi. Il numero uno del mondo potrà allenarsi di nuovo con tesserati, e quindi con i suoi allenatori, solo dal 13 aprile. Da un lato sicuramente non sarà facile la sua corsa al Roland Garros, dall’altro probabilmente sarà uno dei tennisti più riposati per il finale di stagione. La solitudine dei numeri primi.