Certi calci d’inizio ormai somigliano a una touche. Il Tottenham ha cominciato l’ottavo di finale con il Milan facendo battere Kulusevski, che dal centro del campo ha passato la palla indietro a Dier che ha calciato lungo, da fermo, sul lato sinistro del campo. Sulla testa di Harry Kane che ha prolungato il lancio alle sue spalle, facendolo finire in fallo laterale. Tutto normale per una squadra - e ce ne sono molte - che preferisce mettere in difficoltà gli avversari quando hanno la palla, piuttosto che scervellarsi per capire cosa fare con il possesso. Al Tottenham sta benissimo lasciare il fallo laterale al Milan per partire forte in pressione sul retropassaggio successivo, costringendo Tatarusanu al campanile. Palla recuperata e di nuovo alzata in avanti da Perisic, un paio di rimpalli che stavolta vince Kane e allarga su Emerson-Royal. Neanche il tempo di pensarci che l’esterno brasiliano crossa dalla trequarti, un cross che la difesa milanista respinge facilmente, ma tanto il vero scopo del Tottenham sembrava recuperare la seconda palla.
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E se questi primi quaranta secondi di partita fossero solo un modo cervellotico per far avanzare la linea difensiva di una ventina di metri? Per restringere il campo al Milan e fargli venire l’ansia? Chissà, poi magari l’ansia apre qualche pertugio in difesa e si riesce anche ricavarne un’occasione.
Il calcio, almeno in alcuni momenti, si riduce veramente a cose di questo tipo. Il primo giocatore che prova a mettere ordine - ed è un ordine tecnico - è Rafael Leao. Dopo un minuto e quattordici secondi di gioco in cui la palla è stata più per aria che a terra. Dopo che Lenglet ha alzato ancora una volta la palla cercando Kane, prendendo Kjaer.
Leao è il primo giocatore che prova a mettere giù la palla e farci qualcosa. Si lascia Skipp alle spalle, sul lato destro, e parte in diagonale palla al piede. È una di quelle accelerazioni/dribbling di Leao che ormai diamo così tanto per scontate da dire con scioltezza che “dovrebbe farne di più”, come se fosse la cosa più facile del mondo. Leao accelera ed è troppo veloce anche per il recupero di Emerson-Royal, che lo stende in scivolata e non viene ammonito solo perché si stava giocando da un minuto e l’arbitro si è messo una mano sulla coscienza.
Quando è partito Leao non poteva pensare di arrivare in porta, questo è certo, il suo era solo un modo molto più elegante (rispetto ai lanci lunghi del Tottenham) di far salire la propria squadra. Di darle aria mentre quella avversaria stava cercando di soffocarla.
Sto scrivendo questi appunti perché mi par di capire che, nonostante sia stato eletto Man Of The Match dalla Uefa, c’è una cattiva percezione della partita di Leao contro il Tottenham. Per via di qualche imprecisione tecnica (un tiro svirgolato al terzo anello nel primo tempo, un controllo in cui si allunga la palla sul portiere nel secondo tempo) e forse perché non viene da un buon momento di forma, in cui non fa più un gol o un assist come alla fine della scorsa stagione.
Secondo me, invece, Leao ha giocato una grande partita, che mostra la sua utilità al di là dei gol e degli assist. Oltretutto, contro un avversario di alto profilo, che ha costretto il Milan e Leao su un livello di intensità a cui non sono abituati. Leao è stato la valvola da cui si lascia uscire l’aria per diminuire la pressione di gomme troppo gonfie, l’unico veramente in grado di usare l’aggressività del Tottenham a proprio favore.
In generale sottovalutiamo troppo il valore tattico del dribbling difensivo. Perché ci sono i dribbling eseguiti per ricavarsi un vantaggio in avanti, per liberarsi di un avversario e creare un’occasione, ma ci sono anche dribbling che servono a rallentare, che invitano l’avversario appena saltato a tornare alla carica solo per saltarlo di nuovo. O prendere fallo.
Al quinto minuto di gioco Leao riceve palla largo a destra e quando Kulusevski accorcia in diagonale sterza verso l’interno del campo usando il tacco sinistro. Kulusevski lo allarga gamba e braccia e lo stende.
Altre volte le corse di Leao hanno spostato il Milan in avanti di quei venti o trenta metri che fanno la differenza tra il subire la pressione e il mettere pressione. Al decimo minuto - il Milan era già in vantaggio - la palla esce da un contrasto tra Kalulu e Son, Leao in posizione abbastanza centrale la insegue verso l’esterno. Emerson-Royal gli si para davanti e Leao lo aggira con un grand-pont, facendo passare la palla all’interno mentre lui, così più veloce del suo avversario, faceva il giro lungo. Arrivato sulla palla l’ha portata per qualche altro metro, poi ha rallentato, si è girato all’indietro e ha riciclato il possesso su Thiaw. Quando l’azione di Leao è cominciata il Milan era con la difesa nella propria metà campo, adesso Kalulu e Thiaw sono con i piedi oltre il cerchio del centrocampo, nella metà del Tottenham.
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Per capirci: il baricentro del Milan quando Leao e riceve palla, e il baricentro del Milan dopo il dribbling di Leao.
Cinque minuti dopo Tonali e Thiaw strappano a fatica un pallone a Kulusevski e Emerson-Royal che arriva proprio sui piedi, sotto la suola per essere precisi, di Leao. I due giocatori del Tottenham gli piombano addosso ma Leao sembra l’unico giocatore pensante: protegge con la palla sempre sotto la suola l’arrivo del brasiliano e poi salta lo svedese con un tunnel di esterno, tornando verso la propria difesa. Un po’ ingordo, si gira e prova ad allungarsi la palla facendo un secondo tunnel, la palla carambola su Tonali.
Dopo che il Milan è passato alla difesa a 3 Leao, in campionato, ha giocato come seconda punta, o comunque in posizione più centrale. Pioli ha detto che Leao stesso preferisce giocare lì: «Io pensavo di fargli un piacere facendolo giocare largo». Le qualità di Leao sono le stesse, ma la sua funzione cambia in zone più congestionate di campo. Lì il suo controllo tecnico gli permette di galleggiare tra le linee dribblando, attirando la pressione mentre cerca uno sfogo dove far uscire il pallone o allungando il campo verso la porta avversaria, inclinando il piano di gioco a proprio favore.
Contro il Tottenham ha realizzato 8 dei 9 dribbling riusciti al Milan (l’altro è di Theo), tentandone in tutto 12. Per rendere il livello di difficoltà in una partita del genere: dopo Leao ci sono Perisic e Kane a cui ne sono riusciti solo 2; Kane ne ha tentati addirittura 7, mentre a Kulusevski non ne è riuscito neanche uno dei 6 provati.
La tecnica per Leao è un antidoto al veleno dell’intensità, per mettere le mani sul volante e mandare la partita dove vuole lui. Certo quando salta l’uomo e va dritto per dritto in porta dà più gusto, lo capisco, e se avesse controllato quel lancio profondo di Giroud all’88' anziché finire in braccio a Forster sarebbe stato meglio, ma anche solo con i dribbling e le conduzioni Leao ha permesso al Milan di pareggiare e anzi superare la proposta di gioco del Tottenham. Anche perché contro giocatori del genere non c’è marcatura a uomo che tenga.
Al 54esimo Theo lancia dalla propria metà campo per Leao, il più avanzato del Milan in quel momento. Dopo l’aggancio potrebbe puntare Dier e poi la porta, ma il difensore scappa all’indietro e Leao sente l’arrivo di Skipp. Si lascia superare dal centrocampista e lo punta, lascia arrivare anche Romero alle sue spalle prima di fare un doppiopasso e allungarsela alle loro spalle. A quel punto, sorridendo con tre uomini addosso, vede la traccia interna per Brahim Diaz al limite dell’area e lo serve. È il compagno in questo caso a provare un dribbling di troppo e a perdere palla.
La partita il Milan l’ha vinta anche alle più piccole cuciture di Leao, che a un certo punto con il Tottenham sempre sul chi va là si poteva permettere anche di giocare in surplasse mettendo in ghiaccio la palla. Il cross per Thiaw, la più grande occasione del Milan dopo il gol, arriva in un’azione in cui Leao punta due volte Perisic, saltandolo per poi frenare e crossare. Anche la palla di De Ketelaere la mette dentro lui e poi Giroud la spizza.
Leao è stato, a suo modo, il regista offensivo del Milan. Ma in modo ancora più importante è stato la risposta alla minaccia che il Tottenham ha portato in campo, quella di sommergere i rossoneri con la propria corsa, con la capacità di moltiplicare gli sforzi. Se il Tottenham però è apparso appannato, poco lucido proprio come qualcuno che si è sforzato troppo e ha bisogno di un po’ di sali minerali, Leao ha ricordato che a calcio prima di tutto viene la tecnica. E tecnica in questo caso significa: la palla ce l’ho io e non me la togli neanche se tiri fuori il coltello.