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Perché Hamilton ha scelto la Ferrari
01 feb 2024
E perché la Ferrari sta puntando su di lui.
(articolo)
7 min
(copertina)
IMAGO / Laci Perenyi
(copertina) IMAGO / Laci Perenyi
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La Ferrari potrebbe ingaggiare Lewis Hamilton a partire dalla stagione 2025. La notizia rimbalza sui siti specializzati in queste ore, ma non è del tutto una novità. Già prima della scorsa estate il team principal della Ferrari, Frederic Vasseur, si era infatti speso davanti ai microfoni dei media internazionali per smentire l’interessamento della "Rossa" verso l’ingaggio del sette volte campione del mondo. Nel farlo, però, Vasseur ha concesso il fianco a ulteriori illazioni, in particolare quando ha aggiunto: con il pilota inglese un contatto informale c’è stato e ha riguardato i massimi vertici della casa di Maranello. Per Hamilton, insomma, si potrebbe essere mosso personalmente John Elkann, presidente della Ferrari e del gruppo Stellantis.

I contatti tra la Ferrari e Hamilton non sono recenti. Già nel 2015 il suo rapporto con la Mercedes aveva infatti cominciato a incrinarsi, quando la competizione interna con Nico Rosberg (vecchio amico di Hamilton ai tempi dei kart) era sfociata in un litigio clamoroso (una frattura che ancora oggi, a otto anni dal ritiro dalle competizioni di Rosberg, non si è ancora del tutto ricomposta). In quel caso Hamilton pensò di andarsene e cercò una via d’uscita nella Ferrari, che però aveva appena ingaggiato un altro pluricampione del mondo, Sebastian Vettel.

Dal canto suo, Hamilton ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport di non essere mai stato davvero vicino alla Ferrari, ma che alcune discussioni preliminari ci sono state. A fine 2019, quando la posizione di Vettel in Ferrari non era più solida − e il timone della "Rossa" era passato da Maurizio Arrivabene a Mattia Binotto − il nome di Hamilton è tornato di moda.

Per i giornalisti di SkySport F1 UK, il trasferimento di Hamilton a Maranello è cosa fatta.

Ora ci risiamo. Non importa che Hamilton abbia appena firmato un contratto che lo lega alla Mercedes per altri due anni: in Formula 1 la solidità di certi accordi è sempre da verificare. Spesso certe indiscrezioni, poi, sono fatte arrivare ai giornali anche per sondare il terreno, o per mettere pressione ad una persona coinvolta in un'altra trattativa. Una trattativa di cui non conosciamo nulla, ma che possiamo immaginare: che ci sia uno stallo nell’accordo di rinnovo di Carlos Sainz è noto a tutti, lo spagnolo avrebbe rifiutato la proposta di un contratto annuale avanzata dalla Ferrari.

Comunque, con la conferma arrivata da Sky Sport, la notizia sembra solida e come detto un certo interessamento della Ferrari è sincero. A questo punto viene da chiedersi: chi ne guadagnerebbe dall’arrivo di Hamilton a Maranello? Oltre alle considerazioni sportive, su cui arriveremo, ci sono le circostanze commerciali che non si possono trascurare, anzi. Vestire Hamilton di rosso farebbe esplodere l’appetibilità del brand della Ferrari e della Formula 1 nei confronti delle aziende che nel mondo già sponsorizzano lo sport automobilistico. E altre aziende busserebbero alla porta di Liberty Media per avere uno proprio spazio. La personalità di Hamilton si sposa alla perfezione con la percezione che si ha nel mondo del marchio Ferrari: esclusività, lusso e glamour sono le parole d’ordine. La Ferrari, come azienda, arriva da un anno d'oro dal punto di vista commerciale: più di dodicimila vetture consegnate e oltre un miliardo di euro di utile. Se la dirigenza di Maranello avesse deciso di farsi un regalo, questo è sicuramente il momento più opportuno.

Hamilton è un pilota di lungo corso, sa benissimo che il suo status da pilota, una volta arrivato in Ferrari, cambierebbe drasticamente, nonostante la carriera che ha avuto e quello che ha vinto. Un campione del mondo ha incassi di gran lunga differenti da quelli di un qualsiasi altro pilota; un campione del mondo in Ferrari è un affare completamente di un altro livello. Hamilton in Ferrari avrebbe un impatto simile, da un punto di vista puramente mediatico e commerciale, a quello che ebbe Michael Schumacher nel 1996. Il tedesco ottenne un ingaggio da 25 milioni di dollari, più di quanto ogni altro pilota aveva ottenuto in precedenza (per la stessa cifra Frank Williams poté permettersi Alain Prost nel 1993 e Ayrton Senna nel 1994). Schumacher raddoppiò l’ingaggio con gli sponsor. Rimase in Ferrari per dieci anni, con rinnovi biennali che gli garantirono ogni volta ritocchi consistenti al suo ingaggio.

Per la Ferrari, comunque, l'ingaggio di Hamilton equivale a un attestato di stima non banale: se il pilota inglese va via dalla Mercedes è perché ritiene che a Brackley non ci sono le competenze necessarie per vincere nel breve termine. Hamilton vuole l’ottavo anello, non si è rassegnato all’idea di togliere a Schumacher l’ultimo record che hanno ancora in condivisione. E farlo in Ferrari sarebbe qualcosa di clamoroso.

Ciò che sembra preoccupare Hamilton, più che le ultime annate non eccezionali della Mercedes, è il cambio regolamentare in vista, che probabilmente rivoluzionerà ancora una volta la Formula 1. Il 2026 non è poi così lontano, sarà l’anno in cui debutteranno i nuovi motori ibridi, oltre a un’aerodinamica ancora una volta rivoluzionata. Non a caso il mercato dei motoristi è attivo forse più di quello dei piloti. Aston Martin ha già strappato i motori Honda alla Red Bull. Senza il supporto degli ingegneri giapponesi, la scuderia campione del mondo proverà a costruirsi i motori interamente in casa per la prima volta. Il team principal Christian Horner ha provato a cautelarsi, stringendo un accordo con Ford per avere accesso alle tecnologie dell’ibrido, ma l’impresa che aspetta la sua scuderia resta comunque difficile. In uno scenario del genere, Honda e Ferrari sembrano avvantaggiate per le conoscenze dei gruppi industriali a cui fanno riferimento (ovvero Stellantis per quanto riguarda la Ferrari). Hamilton, insomma, potrebbe aver visto in questo vantaggio tecnologico l'ultima opportunità per vincere un titolo, il più importante.

Da un punto di vista sportivo, poi, la Ferrari guadagnerebbe le prestazioni di un pilota formidabile, che nel 2023 ha dimostrato di avere ancora talento da vendere. Certo, l'incognita dell'età non è da sottovalutare. Hamilton ha 39 anni (Schumacher quando arrivò in Ferrari ne aveva 27) e nel 2025 arriverà sulla soglia dei 41 anni: non sarà facile per lui mantenersi competitivo atleticamente. Va detto che vincere un titolo così avanti nell'età non sarebbe un'impresa nuova per la Formula 1. Prost e Mansell sono riusciti a vincerlo a 39 anni, e quest'anno Fernando Alonso, anni 42, è andato vicino a vincere il Gran Premio di Monaco. Da questo punto di vista, il livello competitivo di Hamilton − di guida e mentale − sembra ancora intatto, a giudicare dall’ultima stagione in cui ha anche trovato, in pieno e incontrastato dominio di Max Verstappen, la pole position al GP di Ungheria e i giri più veloci in gara a Monaco, Spa, Singapore e Città del Messico. Hamilton è ancora l'ultimo pilota capace di contestare un titolo a Verstappen fino all'ultima gara.

Lo stile di guida di Hamilton è più simile a quello di Charles Leclerc che a quello di Carlos Sainz, e i tifosi ferraristi sanno quante difficoltà ha creato la differenza tra gli attuali titolari. Hamilton, come il monegasco, preferisce un anteriore preciso e posteriore scarico. Negli occhi degli appassionati resta ancora la vittoria di Hamilton in Turchia nel 2006. Per recuperare il gap sulla griglia di partenza, Hamilton chiese ai suoi meccanici di eliminare tutta l’ala posteriore per avere la minor resistenza possibile all’avanzamento e avvantaggiarsi nei sorpassi. La sua maestria ai pedali gli permise di tenere la monoposto in curva.

Sembra una soluzione di quelle che gli americani chiamerebbero win-win, con soli benefici. In realtà il dubbio più grande riguarda la reazione di Leclerc all’arrivo di Hamilton. Le manovre di Vasseur di questi mesi sono state tutte concentrate a un solo scopo: mettere il talento di Leclerc al centro della Ferrari. Il monegasco ha da poco firmato un contratto che lo lega alla scuderia di Maranello fino a fine 2026. Uno come Hamilton non arriva in Ferrari per tirare la volata a un altro pilota. Pretende per sé l’attenzione dei tecnici in materia di sviluppo, l’esclusiva delle novità che arrivano dalla fabbrica, la precedenza nelle decisioni strategiche in pista. Hamilton dall’altra parte del garage è una presenza scomoda per chiunque.

Come reagirà Leclerc e cosa farà Vasseur nel momento in cui sarà chiamato a fare una scelta su uno dei due piloti? Per come si stanno muovendo le cose, sempre che le indiscrezioni della stampa fossero confermate, sembra che l’ingaggio di Hamilton sia qualcosa che sta passando anche sulla testa del team principal. Di certo non sarebbe né la prima né l’ultima notizia riguardante il mercato dei piloti. Per la prima volta in Formula 1, tutti i piloti di un’annata sono stati confermati per l’anno successivo. Tra il 2023 e il 2024 nessun sedile si è mosso. Un’eccezionalità dovuta anche al fatto che la maggior parte dei piloti avranno il contratto in scadenza alla fine di quest’anno.

Dopo la fine di questa stagione, quindi, probabilmente di movimenti ce ne saranno moltissimi. Tra tutti questi, però, facciamo fatica a immaginarne uno più clamoroso di quello che porterà il numero 44 sul muso di una Rossa.

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