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Perché Zaniolo è così odiato?
02 nov 2022
Una domanda che ha implicazioni più profonde di quanto non sembri.
(articolo)
11 min
(copertina)
Alessandro Sabattini/Getty Images
(copertina) Alessandro Sabattini/Getty Images
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È un’azione che i miei neuroni a specchio faticano a rivedere. Al trentaduesimo minuto di Hellas Verona-Roma la palla finisce nell’area giallorossa, con la linea difensiva e i due centrocampisti molto bassi. Camara intercetta il cross di Henry, Cristante alza la testa e cerca con una palla alta Zaniolo qualche decina di metri più avanti. Zaniolo si prepara a proteggere il pallone ma finisce in un sandwich tra Veloso e Dawidowicz, la palla schizza via e lui rotola a terra come spesso fa nelle sue partite. Pellegrini, a cui era arrivata la palla, allarga le braccia, lamentandosi con l’arbitro che non aveva ancora fischiato il fallo (né segnalato in nessun modo il vantaggio). L’inquadratura dalla tribuna schiaccia la prospettiva e non si capisce bene, ma guardando l’azione al replay si vede che Dawidowicz colpisce, saltando, il ginocchio di Zaniolo con la pianta del piede, con i tacchetti. Sì, tocca la palla, ma il bersaglio a cui sembrava mirare, o che comunque ha colpito meglio, è il ginocchio di Zaniolo.

È un fallo così violento e incurante della sua salute che sembra esserci addirittura del disprezzo dentro. Come se, dentro di sé, Dawidowicz pensasse che a Zaniolo in fin dei conti si può fare tutto. Che non è un calciatore come gli altri, non è davvero un suo collega.

Ma allora cos’è?

La partita non era neanche così nervosa in quel momento - lo sarebbe diventata poi - e Davidowicz aveva persino segnato il gol dell’1-0, da dove gli è venuto l’impulso di provare a far passare il proprio piede attraverso il ginocchio di Zaniolo?

È un fallo così violento che non pensavo fosse possibile, come invece è successo, sminuirlo, mettere in discussione la decisione dell’arbitro (arrivata solo dopo averlo rivisto al replay) di espellere Dawidowicz. Zaniolo è rimasto in campo altri venti minuti, ha segnato il gol del 1-1, poi ha chiesto il cambio. E ogni volta che toccava palla o cadeva a terra il pubblico di Verona lo sommergeva di fischi. In parte giustificati dal suo stile di gioco, ma in parte, ancora, si trattava di fischi di sincero disprezzo.

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