Nemmeno Guardiola poteva immaginare (o forse sì?) un avvio migliore della sua reggenza al Manchester City: una vittoria striminzita alla prima giornata contro il Sunderland e una più convincente contro lo Stoke City lo tengono con le migliori in testa alla classifica della Premier League; mentre il contrattempo Steaua Bucarest è stato regolato con un 5-0 fuori casa che gli garantisce l’approdo alla fase a gironi di Champions League con 90 minuti d’anticipo.
I giocatori del City stanno muovendo i primi passi nel sistema evoluto di Pep Guardiola, un 4-1-4-1 in fase di non possesso che si trasforma in una sorta di 3-2-4-1 quando la squadra attacca l’ultimo terzo di campo, o addirittura 2-3-4-1 a seconda della posizione del centrocampista davanti alla difesa, nel caso del Manchester City si tratta di Fernandinho.
Il cambio di mentalità più netto è stato richiesto ai laterali bassi: quando il City recupera palla, i due terzini devono entrare nel campo e posizionarsi negli spazi intermedi della prima linea, formata dai due centrali e dal pivote. Un meccanismo caro al Guardiola post-Barça, di cui Valentino Tola a suo tempo scrisse usando il termine di “falsi terzini”.
La formazione dei triangoli tra difensori e mediani e la superiorità numerica in zona palla serve anzitutto ad annullare il pressing avversario, facilitando così l’impostazione da dietro. Ma non è l’unico effetto sortito dall’atteggiamento dei terzini descritto qui sopra. Quando il laterale basso stringe al centro, infatti, libera il canale di passaggio tra il centrale di difesa e l’esterno d’attacco, e per questo motivo diventa indispensabile per Guardiola avere difensori dai piedi buoni in grado di giocare velocemente palla in profondità.
La posizione accentrata dei terzini aumenta la stabilità difensiva in caso di ripartenza veloce degli avversari, con gli spazi chiusi centralmente e la copertura dell’eventuale uscita del centrale in caso di pericolo proveniente dalle fasce.
Il gioco mostrato finora su che livello della scala Guardiola si posiziona?
In campionato il City ha controllato le partite ma non ha dominato gli avversari, complice una circolazione di palla che non è stata sempre fluida: dopo due partite ha il miglior possesso palla medio del campionato (61,8%), ma solo la quinta migliore precisione nei passaggi (83,7% del totale dei passaggi completati con successo).
Gael Clichy con il costume da falso terzino aveva convinto alla prima partita ufficiale, ma poi gli è stato preferito Kolarov. Sul fronte opposto né Sagna né Zabaleta, colti spesso fuori posizione, hanno pienamente convinto. L’impressione è che Pep ruoterà ancora i suoi uomini alla ricerca della combinazione migliore.
Anche la scelta dei centrali difensivi tormenta i sogni di Guardiola, e sarà così almeno fino al rientro di Kompany. All’esordio, addirittura, Kolarov è stato schierato in mezzo, nel secondo match Otamendi ha fatto ritorno tra i titolari con risultati non eccellenti.
In pratica John Stones, seppur con notevoli margini di miglioramento davanti a sé in questa stagione e in quelle a venire considerata l’età, è già la migliore scelta di Guardiola nel ruolo.
Altre questioni in sospeso
Cosa accadrà quando rientrerà Ilkay Gundogan? Prenderà il posto di Fernandinho davanti alla difesa, con il brasiliano, che pure sta offrendo buone prestazioni, arretrato sulla linea dei difensori o addirittura messo in panchina? O a rischiare il posto sarà una delle due mezzali, David Silva e Kevin De Bruyne?
Silva sta giocando come un vero numero 10 creativo, la sua qualità al centro del campo è indispensabile al City, così come la sua capacità di muoversi senza palla. De Bruyne ha compiti da numero 8, può stare più alto ed è libero di inserirsi in area. Nell’attuale sistema di gioco non è sempre preciso nei dialoghi nello stretto e non può mettere in mostra la sua proverbiale conduzione di palla in progressione. E però, la sensazione è che ci sarà bisogno di un salto di qualità da parte sua se vorrà conservare il posto nei titolari.
Menzione speciale per il Kun Agüero che ha cominciato la stagione a suon di gol. Ma non devono ingannarci i 6 gol in 3 partite ufficiali segnati fin qui: la percentuale di conversione di Agüero in questo avvio è pari al 12,5%, più bassa rispetto al consueto 18% registrato nelle sue stagioni migliori. Il che significa, da una parte, che Agüero potrebbe fare meglio, dall’altra che Guardiola deve ancora lavorare per far arrivare palloni migliori al suo attaccante. E se ci riuscirà, alle difese avversarie resteranno solo le preghiere.