
«C’è un famoso limite oltre il quale non bisogna mai andare», dice Claudio Lotito guardando dritto in camera, misurando le parole, sufficientemente vago, eppure consapevole di quanto grossa la stesse sparando, forse persino un po’ divertito nell’esercizio del proprio potere. «E mi pare che oggi abbiamo superato tutti i limiti possibili e immaginabili».
E come dargli torto. Lazio-Milan è stata una partita delirante, al confine con il comico. Quando al 96esimo minuto di gioco l’arbitro Marco Di Bello arriva di corsa su Guendouzi e Pulisic e tira fuori da ciascuna tasca del suo pantaloncino un cartellino, giallo nella mano destra e rosso nella sinistra, brandendoli in alto come la Dea Kali - la dea dalle quattro braccia, la dea della morte, del tempo, “del potere supremo” dice Wikipedia - francamente a chi non è venuto da ridere?
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