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Innamorati di Bernardo Silva
17 lug 2015
Abbiamo aggiunto ai nostri giocatori Preferiti il giovane trequartista del Monaco.
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7 min
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La nostra rubrica Preferiti è realizzata grazie alla collaborazione con Wyscout: il database calcistico che ci permette di visionare giocatori di tutti i livelli, di tutte le età e di tutto il mondo.

Considerata l’attenzione mediatica attirata dopo l’Europeo Under-21 fa impressione pensare che la stagione appena conclusa, la 2014/15, sia la prima in assoluto da protagonista per Bernardo Silva. Oggi può essere considerato uno dei giovani più interessanti del panorama mondiale, ma solo un anno fa non era altro che una delle tante riserve del Benfica.

Al Benfica aveva disputato in prima squadra solo 31 minuti, con una sola presenza in campionato e due in Coppa di Lega. In tutte e tre le partite Bernardo Silva era subentrato nei minuti finali al posto di Djuricic. Per il resto, la sua carriera si riduceva alla squadra riserve del Benfica e alle giovanili del Portogallo.

Pur avendo poche prestazioni ad alto livello da poter valutare, i dirigenti del Monaco decisero comunque prima di prenderlo in prestito e poi, a gennaio, di esercitare il diritto di riscatto sul suo cartellino versando nelle casse del Benfica ben 15,75 milioni di euro, una cifra che allora sembrò enorme. Certo, sul suo trasferimento aveva pesato il fatto che il suo agente e uno dei principali consiglieri di mercato del Monaco fossero la stessa persona (Jorge Mendes) e che il Benfica fosse in una situazione finanziaria disastrosa. Ma già a fine gennaio in Portogallo si prevedeva che Silva sarebbe valso molto di più nel giro di pochi anni, mentre in Francia ci si chiedeva se il suo acquisto non fosse stato “l’affare del secolo”. Oggi in effetti Bernardo Silva è associato ai nomi di squadre come Barcellona e Atlético Madrid.

Bernardo Silva è ormai quasi un caso nazionale in Portogallo. Qui Jorge Jesus tenta di giustificarsi dichiarando che era la concorrenza di Salvio e Gaitán a togliergli il posto.

Prendere la decisione migliore

Ma il valore di Bernardo Silva va oltre le operazioni di mercato. Il motivo per cui il suo prezzo continua a salire sta per certi versi nella sua unicità. Il trequartista portoghese è un giocatore imprevedibile, difficilmente collocabile in un “tipo” preciso. E questo, abbinato ai suoi (quasi) 21 anni, lascia ampi margini per fantasticare sulle sue possibili evoluzioni future.

Bernardo Silva esce dal cliché del talentuoso giocatore portoghese dalla tecnica sublime e solitaria. Le sue movenze non sono affatto eleganti o composte e quando gioca sembra essere in costante affanno, con i capelli spettinati e il viso arrossato dalla fatica. Praticamente il contrario di tutte le grandi icone portoghesi del presente e del passato, da Cristiano Ronaldo a Figo, passando per Rui Costa, che elevavano la ricerca della perfezione nel gesto tecnico a parte essenziale del proprio gioco.

In particolare, Bernardo Silva sembra essere la perfetta antitesi di Cristiano Ronaldo: CR è bello, BS è brutto; CR è statuario, BS ha un fisico comune; CR è dello Sporting Lisbona, BS del Benfica; CR è nato nella più remota delle isole del Portogallo, BS nella capitale.

Ma la rottura con la tradizione portoghese non è solo estetica. Bernardo Silva, infatti, rifugge il gesto tecnico fine a sé stesso e ama arrivare in porta giocando con i suoi compagni e i loro movimenti. Gran parte dei nove gol segnati quest’anno in Ligue 1 derivano proprio da combinazioni a due o a tre grazie alle quali Silva è riuscito a scaricare il proprio sinistro in rete.

Il primo gol di Bernardo Silva in Ligue 1, nato grazie a un movimento senza palla liberato dal velo di Ferreira Carrasco. In quest’altro contro il Caen, invece, si ritrova da solo davanti al portiere dopo essere sbucato alle spalle del terzino avversario.

Il paradosso di Bernardo Silva sta nel fatto che un giocatore con la sua tecnica e capacità di dribbling abbia il proprio punto di forza nei movimenti senza palla. In questo senso, mi sembra indicativo che il trequartista portoghese abbia indicato Imbula, e non Ibrahimovic o Pastore, come avversario più forte incontrato in Ligue 1. Nella stessa intervista ha dichiarato che la sua caratteristica migliore è quella di «prendere la decisione migliore in campo».

Bernardo Silva sa farsi trovare sempre libero per giocare il pallone occupando alla perfezione gli spazi liberati dai compagni con movimenti puntuali, o dall’interno verso l’esterno (quando gioca da trequartista centrale) o dall’esterno verso l’interno (quando gioca da ala destra). È abile sia nei movimenti orizzontali sulla trequarti, per liberarsi dalla marcatura dei centrocampisti, sia in quelli verticali, per inserirsi alle spalle degli attaccanti (il suo unico gol all’Europeo Under-21 viene proprio da una combinazione dei due movimenti). Non è raro, tuttavia, vederlo abbassarsi sul centrocampo per avere la palla sui piedi e puntare l’avversario.

La ricerca della libertà dalle marcature è anche uno strumento di difesa: a causa del fisico minuto e gracile, Bernardo Silva non regge quasi mai l’impatto fisico con i difensori avversari (in Ligue 1 perde 2,5 contrasti a partita e quasi il 70% dei duelli aerei). A quanto pare, già da piccolo «aveva paura dei duelli» e veniva chiamato Cabeças per la sproporzione tra corpo e testa.

Bernardo Silva è quindi più assimilabile a una seconda punta che a un trequartista (o forse è l’anello di congiunzione tra i due ruoli), non crea spazi o linee di passaggio per mandare in porta i compagni, ma al contrario sfrutta i movimenti e le invenzioni della sua squadra per creare lui stesso situazioni di pericolo.

Anche se il suo ruolo naturale è quello di trequartista centrale, Bernardo Silva manda pochissimo al tiro i compagni (ha realizzato in media 1,2 passaggi chiave a partita all’Europeo Under-21, 1,3 in Ligue 1) mentre si ritrova spesso lui stesso nella condizione migliore per colpire, nonostante non tiri tanto (dei 5 tiri totali realizzati all’Europeo Under-21, 4 sono stati effettuati dentro l’area di rigore, 2 sono finiti in porta e uno ha preso il palo; dei 34 tiri realizzati in Ligue 1, 28 sono stati effettuati da dentro l’area di rigore, 24 sono finiti in porta). La capacità di trovarsi al posto giusto al momento giusto spiega anche perché Bernardo Silva abbia un’ottima vena realizzativa nonostante il suo sinistro non sia sempre precisissimo.

Ok, a volte lo è.

Visti da questa prospettiva, i paragoni con Moutinho e Rui Costa mi sembrano totalmente fuori luogo. Impossibile, invece, valutare quello con Messi (in Portogallo viene chiamato Messizinho, ricalcando inconsciamente la sua distanza dall’eroe nazionale), dato l’assurdo termine di paragone.

L’accostamento è probabilmente dovuto alla tecnica di dribbling, in qualche modo simile. Bernardo Silva tende infatti a portare avanti il pallone toccandolo ripetutamente con il sinistro in modo da mantenere il corpo sempre vicino alla sfera e lasciarsi così la possibilità di cambiare direzione all’ultimo momento oppure di proteggere il possesso (al contrario del suo ex compagno di squadra Ferreira Carrasco, che usa il fisico come un vero e proprio strumento per dribblare). In questo senso, Bernardo Silva usa soprattutto l’accelerazione palla al piede per superare l’avversario, senza eccedere in ricami e virtuosismi (anche se le duecose rientrano alla perfezione nel suo bagaglio tecnico).

Bernardo Silva non è quindi semplicemente un giocoliere o un dribblomane. L’intelligenza tattica del portoghese è confermata anche dalla sua adattabilità a ruoli e moduli diversi. Silva è infatti esploso in due squadre dal gioco diametralmente opposto, giocando tra l’altro in due ruoli molto diversi. Nel Monaco, una squadra che tende a controllare lo spazio e a vivere di transizioni veloci, è stato impiegato principalmente da ala destra (a piede invertito, quindi) mentre nel Portogallo Under-21, la Nazionale che nell’Europeo appena disputato più ha dominato il possesso attraverso il controllo del pallone, Bernardo Silva ha giocato da trequartista centrale puro.

Il futuro

Oggi il Monaco si ritrova nella stessa situazione in cui si trovò il Benfica un anno fa. I dirigenti monegaschi devono decidere se vendere Bernardo Silva oggi e monetizzare subito la sua esplosione, oppure credere nella sua crescita in campione con la prospettiva di incassare una cifra molto più alta domani. Comunque andrà a finire la sfida più grande è proprio sulle spalle del trequartista portoghese. L’anno prossimo per lui sarà il primo da giocatore affermato: gli occhi di difensori, media e pubblico saranno tutti su di lui e stupire sarà più difficile.

Se ciò non bastasse, approdando in Nazionale maggiore Bernardo Silva perderà lo status di stella per giocare al fianco di Cristiano Ronaldo, con tutto ciò che questo può comportare. Ma la coppia potrebbe anche funzionare: CR7 ha ormai completato la sua trasformazione in centravanti puro e le sue caratteristiche tecnico-tattiche sono complementari a quelle di Bernardo Silva. In definitiva, i due potrebbero fare la fortuna della Nazionale portoghese in vista dell’Europeo dell’anno prossimo. Alla fine anche a Monaco arrivò all’ombra dei più appariscenti Ocampos e Ferreira Carrasco finendo per oscurarli entrambi.

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