Vedere i bambini giocare a pallone può essere noioso. A meno di trovarsi di fronte ad alcuni dei fenomeni un po’ da baraccone (raccontati in questo pezzo), spesso ci si trova di fronte ad azioni molto confuse, urla, pianti, genitori che danno consigli fuori luogo (“scarica”, “apri”, “menaje”) e alla fine è tipo Takeshi’s Castle: non si sa mai benissimo chi ha vinto.
Però c’è un modo per rendere le partite del calcio dei piccoli più interessanti: metterli contro degli adulti. C’è un sadismo assolutamente non sottile, anzi grossolano e pure vergognoso, nel piacere che si prova facendo tunnel a esseri umani alti un metro. Non sempre tra l’altro è concesso (o moralmente accettabile) vincere contro i piccoli, quando invece il mondo è luogo triste e ameno e dovrebbero impararlo presto. Per questo ho raccolto i momenti migliori in cui degli atleti conclamati vengono messi contro bambini su un campo di calcio. A insegnare loro la vita.
Gerrard e Keane (L.A. Galaxy) vs. 25 bambini di otto anni
Le regole sono un po’ diverse dal calcio tradizionale (a parte il fatto che sono in 2 contro 25) e il campo è più piccolo. Eppure la squadra degli ottenni non riesce a coprire bene gli spazi, soprattutto sulle fasce, dove la fisicità maggiore di Gerrard e Keane può sfogarsi meglio. I due se ne rendono conto da subito e sfruttano le zone laterali e i lanci lunghi. Fortunatamente gli ottenni USA marcano bene - questo nonostante si parli malissimo del movimento calcistico a stelle e strisce - e Keane inizialmente non riesce a superare il fortino difensivo dei bimbi che recuperano palla.
Qui però arrivano le note dolenti: i ragazzini in nero portano avanti una fase di transizione offensiva lacunosa, casuale, a sciame di mosche, facilmente prevedibile da un centrocampista di esperienza come Gerrard, che blocca l’azione e fa ripartire i Galaxy. Keane si allarga sulla fascia e mette al centro un cross insidioso, a metà tra il portiere e l’ultimo dei difensori; un malinteso fra i due lascia sguarnita la porta e Gerrard può appoggiare tranquillamente il pallone per poi festeggiare sguaiatamente.
Keane ci prova poco dopo, ma pecca di presunzione con un tacco al volo, neutralizzato facilmente dal portiere. Dopo questo, i bimbi si riprendono e iniziano a tirare pallonate a Gerrard, probabilmente perché disprezzano il suo accento, e riescono a pareggiare grazie a un’azione in solitaria di quello coi pantaloncini diversi dagli altri. Un errore banale del difensore in copertura, poco dopo, rovina tutto e permette a Keane di raddoppiare. La stessa bimba del primo gol riporta le cose in pari all’inizio della ripresa.
Quando sembra che i bimbi in nero possano riprendere il match in mano ecco che la dura legge del calcio irrompe con violenza: pantaloncini bianchi sbaglia lo stop su un filtrante di una sua compagna di squadra, Gerrard recupera e lancia Keane sulla fascia. Keane, con pochi bimbi davanti, ghigna mentre dribbla anche la goleador avversaria e segna con cattiveria dalla linea di porta, con lo scavetto, per poi alzare le braccia in segno di vittoria.
Vincent Kompany vs. Sienna Kompany
Questa è una di quelle scene che non vorremmo vedere mai su un campo di calcio. Kompany, a palla lontana, fa un gesto antisportivo e praticamente gratuito in marcatura. Peraltro rivolgendolo a sua figlia. Una vergogna.
Van Persie, Delfs Touzani, Tonny Vilhena vs. tre bambini alla volta
Questo è uno dei pochi video in cui domina il sadismo: non c’è facilitazione per i bimbi, se non fosse che loro giocano con abbigliamento sportivo e invece gli adulti sono vestiti come immagino ci si vesta il sabato pomeriggio in Olanda: male, coi jeans.
In questo video si possono contare tutte le volte in cui i tre bambini vengono uccellati e gli anni di terapia che dovranno passare per superare quegli “OOOOOOH” e tutti quei tunnel.
1 like = 1 prayer. Se vi sentite un po’ cattivi ecco il link col video di nove minuti delle stesse partitelle.
Josh Turnbull vs. Chelsea F.C.
Josh Turnbull non si trova davanti un avversario più grande di lui, ma è all’interno della cornice prestigiosissima della Premier League. Porta avanti il pallone a colpi di ginocchio con grazia e punta direttamente la porta come un professionista. Resta da chiedersi come mai nessun giocatore del Chelsea, tipo Kanté, sia intervenuto in scivolata mentre la porta era sguarnita, magari anche prendendo l’uomo, ma evitando un gol sicuro per un rigore, che magari si sbaglia. Tra l’altro gol inficiato anche da un evidente tocco di mano non fischiato dall’arbitro.
Shinji Kagawa & Hiroshi Kiyotake vs. i 55 folli (Dark Souls Football)
Questo è particolarmente interessante perché i bambini sono talmente tanti che i due giocatori non si sentono in dovere di limitarsi: si fanno inseguire, proteggono palla, non si divertono, giocano a pallone.
Il montaggio è da anime, con una pioggia da battaglia finale dei videogiochi e posture da eroi del sol levante. I bambini sono tatticamente indisciplinati: se marcassero a uomo, o almeno se si disponessero con un minimo di logica circonderebbero totalmente i due giocatori fino a impedire loro qualsiasi movimento. Invece l’allenatore ha continuato a ragionare sulla formazione da canone: all’inizio gli avversari si presentano in campo in 33, con un poco pratico (ma proporzionale al 4-4-2) (3-)12-12-6 (tutto moltiplicato per tre, facile dai).
Le sei punte applicano un pressing aggressivo, ma inefficace, portato su Kagawa che imposta, poco convinto: occhi sulla sfera, centrocampo immobile, mezzi spazi completamente liberi, e Kiyotake può ricevere tranquillamente. Il numero 11 riesce per un secondo a bloccare l’avanzata di Kagawa, che protegge il pallone e torna indietro, passando il possesso al compagno per ricominciare. Questo porta a una totale confusione tattica tra i ragazzini pazzi, con difesa e centrocampo che si fondono; c’è solo uno che si preoccupa della marcatura di Kagawa, e infatti il passaggio non avviene.
Kiyotake si sposta sulla fascia sinistra e Kagawa si libera, inseguito dal solo numero 20 in ritardo sulla marcatura, che tra l’altro sul passaggio fa finta di essere uno sconosciuto che passava di lì. Il 10 del Giappone si trova da solo contro i tre portieri, riuscendo a infilarli furbamente con un pallone forte e alto. Poi festeggia moltissimo.
A quel punto la squadra dei bimbi passa alle maniere forti: entrano altri 22 in maglia rossa e si schierano proporzionalmente sul campo: la formazione è (5-)20-20-10. Kagawa si allarga sulla fascia, vince un rimpallo e scarica sulla trequarti, mentre quasi tutto il centrocampo segue la palla e non l’uomo che si è liberato fra le linee. Dopo rapidi scambi, di nuovo Kagawa si trova davanti ai portieri e vince bene un altro rimpallo, riuscendo a segnare con cinismo il due a zero. Per la squadra dei bimbi resta un grande rammarico. La loro grande umiltà ha finito forse per penalizzarli. Avrebbero dovuto essere più cinici e aggressivi: sfruttare l’abnorme superiorità numerica, fare più falli, far sentire i due calciatori circondati.
Eden Hazard vs. Leo Hazard
Non c'è proprio niente di carino nel modo in cui Eden Hazard insegna il mondo reale al proprio figlio: persone che se ne vanno all'ultimo, umiliazioni pubbliche, cadute a faccia a terra sull'erba, nessun punto di riferimento, danni e beffe che non si escludono a vicenda, ma vanno sempre di pari passo. Eden Hazard è la legge di Murphy del figlio Leo, è la sua natura matrigna che cresce creature sempre più propense a diventare i nuovi golden boy della new new post wave di calcio belga.
Real Madrid vs. Dinasty Warriors Guangzhou (109 mostri)
Inizio a credere che il “molti scarsi vs. pochi forti” sia un topos vero e proprio della cultura orientale mentre guardo questo video in cui una selezione di giocatori del Real Madrid del 2009 affrontano 109 bimbi in maglia bianca di Guangzhou (quelli del Real Madrid hanno le pettorine, e sono quelli altissimi). Che non sia una riflessione “confuciana" sui limiti dell’individuo e della collettività?
Questo video è divertente soprattutto perché, davanti a così tanti avversari, i “blancos" si trovano costretti a giocare a pallone, altrimenti verrebbero sopraffatti e schiacciati da 218 piedini. D’altro canto parliamo del Real di Mourinho, quello senza vezzi e spietato nell’approfittare dei punti deboli avversari.
Il match è ostico e confuso: inizia con l’arbitro chiaramente a favore della squadra di casa che fischia un fallo inesistente e 109 ragazzini riescono a decidere chi batterà la punizione in pochi secondi, per poi finire con un nulla di fatto. Poco dopo Xabi Alonso (credo) spinge via un ragazzino (1:28) in mezzo all’assalto; sempre Xabi Alonso schifa i bambini e prova a segnare con un tiro alto da lontanissimo che i bimbi cinesi non hanno mai visto, ma manca il bersaglio, guadagnandosi i fischi degli spalti. A portare avanti il Real Madrid ci pensa il gol infame di Benzema, messo sotto l’incrocio; l’armonia precedente viene rotta dallo svantaggio per i padroni di casa, che si mettono a litigare tra di loro – tra il 94 e il 98 volano parole pesanti.
Il raddoppio del Real rompe le gambe agli avversari, che però si riprendono prima della fine del primo tempo, accorciando le distanze (nel video non lo mostrano, ma succede); Pepe scrive “impara a giocare” nella maglia di un bimbo. Mourinho decide di giocare l’artiglieria pesante e chiuderla, mettendo in campo due giocatori che con la tecnica possono sopraffare l’agonismo confuso di 109 bambini: Cristiano Ronaldo e Kakà.
All’inizio della ripresa la selezione Guangzhou ha la possibilità di trovare il pari, ma dentro l’area di rigore i giocatori non si intendono e lasciano facile il pallone tra i guanti di Adán. Il Real soffre i numeri degli avversari, che forse ha sottovalutato: prima una serpentina del 4, poi il 13, si fanno strada fin dentro l’area di rigore dei “merengues”, che riescono a disinnescare l’attacco; un bimbo si sdraia per terra in segno di protesta; poi il 4, autoproclamatosi capitano perché è 10 centimetri più alto degli altri, se la sente calda e prova a tirare dal lato corto dell’area di rigore, senza risultato.
La partita termina con la vittoria della squadra di Mourinho, che però se l’è vista brutta: le condizioni del terreno di gioco e il fatto di essere in campo contro 109 bambini non hanno favorito la loro superiorità tecnica, e possono dichiararsi contenti del risultato. Allo stesso tempo denuncia però l’inadeguatezza delle strutture e del campionato cinese, così diverso dai nostri canoni da risultare alieno e inadatto ad accogliere due squadre da 109 persone nonostante da loro a quanto pare il calcio si giochi così.
Bayern Monaco (nella forma di Arturo Vidal e Xabi Alonso) vs. 40 Newyorchesi
Sembra che Xabi Alonso ci abbia preso gusto: non contento della sua superiorità assoluta contro gli adulti, vuole sentirsi un Dio contro i più piccoli e torna sul campo col giocatore meno bonario del Sudamerica, Arturo Vidal. I bimbi decidono di giocare un calcio conservativo e di rimessa, vengono schierati in campo con un pragmatico (3-)17-10-10, ma sembrano molto carichi al fischio d’inizio, tant’è che iniziano subito a pressare gli avversari. Arturo Vidal non ha nessuna intenzione di lasciar vincere nessuno e vede che i tre portieri sono alti quanto la ruota della sua macchina quindi fa partire un tiro da centrocampo che prende in pieno la traversa. Non contento poi si esibisce in un dribbling serissimo tra gambe di bimbi, ma uno non ci sta e lo mette giù, rimediando un cartellino giallo (fortunatamente non era diffidato).
Sugli sviluppi del calcio di punizione Xabi Alonso, malvagio, fa valere i centimetri alzandosi il pallone e mettendolo in rete di testa, mentre i bambini possono solo tirargli i lacci delle scarpe. Forse sentendosi un po’ in colpa Alonso torna passivamente in difesa mentre il New York attacca, litiga col pallone e permette agli avversari il gol del pareggio, segnato da Lorenzo. Dopo l’intervallo c’è una punizione pericolosa ma fortunatamente i bambini sono in barriera in 40; sul calcio d’angolo successivo Alonso si toglie le scarpe per battere e Vidal di testa sovrasta una dozzina di bambini, raddoppiando per il Bayern Monaco e chiudendo di fatto la contesa.