Tutto è iniziato con un chiptune, un dozzinale brano d’accompagnamento di un videogioco, un midi di nipponica fattura che provava a imitare una samba vivace. Quella musichina ebbe il merito di rendere catartico il momento in cui scoprii le funzioni ‘edit name’ e ‘create player’ di International Superstar Soccer 64. La prossima volta che mio padre mi avrebbe fatto notare l’assenza di Baggio nella Nazionale italiana virtuale, avrei potuto farlo ricredere, sostituendo il suo nome a quello del meno acconciato Galfano. Nelle sessioni più stanche avrei indugiato passivamente in quell’area, modificando il nome di tutta la squadra, magari per aggiungerci Rivera, che a detta sempre del mio vecchio era stato il più forte in assoluto. La funzione ‘edit’ poteva farli giocare insieme, fare contenti tutti.
A differenza della maggior parte dei miei coetanei, mi innamorai del pallone lontano dai campetti in terra o in asfalto, ancora per un po’ al riparo dallo scoprirmi una pippa. Il calcio divenne la mia escape room, colorata e virtuale, di identità prestate ai bit, di valori narrativi aggiunti, spalmati sui 90 minuti (più recupero). Ti bastava avere un nome in grado di colpire l’attenzione, per prendere parte a ciò che pensavo la vita in fin dei conti fosse, ma mai abbastanza: gioco. Da lì nacque l’amore per gli stemmi, i numeri, i ruoli e le stagioni, finché a un certo punto non è diventata una malattia, dottore. Malattia aggravatasi con l’arrivo dei Winning Eleven/PES: nei giochi Konami le possibilità di edit diventavano pressoché infinite, facevo fatica a non mescolare i giocatori delle sette nazionali classiche a quelli delle stagioni correnti. Potevo restituire al Milan Baresi e i tre olandesi, Maradona al Napoli, la numero 7 giallorossa a Bruno Conti. Erano scelte che mi liberavano dalla linearità del tempo, e dalla sua schiavitù.
Non ho problemi ad accettare che la carriera di un beniamino finisca nel mondo reale, che una squadra di Premier a cui sono affezionato scompaia negli abissi sottostanti la Championship, ma nel mio gioco rivendicavo il diritto a non rimpiangere nessun talento, neanche quelli che non avevo visto giocare. Il passo successivo fu imbattersi - giuro, casualmente - in forum di PES in cui utenti in condizioni molto più critiche delle mie compilavano schede abilità di giocatori del passato, recente e remoto. Ecco, io auguro a chiunque stia leggendo di poter provare prima o poi la sensazione che provai in quel momento, quel peculiare sollievo che ti coccola e ti percula insieme, quando scopri di non essere l’unico, sul pianeta, a coltivare una fissa assurda, vagamente imbarazzante. Una fissa che poggia su un disorientante connubio di infantilismo e mitomania.
Scoprire quei forum fu il mio refugium peccatorum, nonché una rivelazione consolatoria: presumibilmente c’era chi si sentiva meno a disagio di me a visionare vecchi video dell’Uruguay del 1924 o dell’Austria di Matthias Sindelar per tirarne fuori delle medie compatibili con i valori di PES. Immaginate occhialuti tandem di tardoadolescenti europei e sudamericani che mandano indietro polverosi video YouTube per capire se il controllo palla di Zoltan Czibor sia più un 87 o un 90. Non so che faccia abbiano ma sono miei amici per sempre, adesso.
Quella scoperta fu il mio stargate personale, per ragioni molteplici: 1) magari ero un cretino, ma di certo non ero più un cretino solo; 2) non era più necessario appoggiarsi alle manciate di proposte classic della Konami, avevo trovato centinaia di istruzioni per creare le compagini migliori di tutti i tempi per ogni club, per ogni Nazionale; 3) consultando quelle schede, molte delle quali corredate di appunti, statistiche e aneddoti sul singolo calciatore, avevo appena aperto la porta a un numero gigantesco di appassionanti storie calcistiche, fino a quel momento ignorate, che accrebbero a dismisura la mia passione per il calcio.
Opera Mundi
La spinta definitiva verso l’abisso dell’hard editing me l’ha data il calcio vero degli anni recenti, e non stato è un mal posto moto di nostalgia a muovermi, a dispetto delle apparenze. A mio personale giudizio, nei videogiochi dedicati al football dell’ultima decina d’anni, le squadre forti, e quindi divertenti da guidare, saranno state oggettivamente una decina scarsa. Le centinaia restanti facevano spesso solo volume, tuttalpiù servivano da cuscinetto alle ambizioni del Campionato master di turno. Non avendo strumenti per decidere arbitrariamente, magari insieme ai proprietari in carne e ossa di quei club, che la vita vera dovesse imitarli, sentii piuttosto il bisogno di alzare la posta in direzione opposta, rilanciando sulla virtualità.
Tra il 2012 e il 2014 avevo trasformato il mio PES 2013 in un gioco in cui il 75% dei club e il 90% delle Nazionali erano state modificate in versione all-star/all-time. L’avevo fatto praticamente a mano, senza servirmi di patch di sorta, grazie al tempo concessomi dal precariato post-universitario. Ogni partita era un big match, ogni torneo un poema epico per le ere a venire. Con una media inferiore all’84 non finivi nell’undici di partenza, neanche dell’Auxerre. Vinsi la Serie A col Torino di Pulici e Belotti, con Meroni, Valentino Mazzola e Lentini alle loro spalle, vinsi la Champions League col Nottingham Forest di Collymore, Robertson, Shilton e Storey-Moore. Poi è successo quello che succede a tutti: la soglia dei trent’anni, il lavoro ti assorbe, le relazioni si fanno mature, addio sogni di tempo circolare. Questo fino a diversi mesi fa, quando mi sono ritrovato con un PC nuovo e il desiderio di una nuova escape room per sfuggire ai contraccolpi psicologici della pandemia.
Navigando alla ricerca di strumenti per ricominciare da capo l’antico lavoro, mi sono imbattuto in una galassia evoluta e sfaccettata di forum e creatori di mod avanzatissime, al cospetto dei quali la mia opera mundi del 2012 impallidiva. Come prevedibile, su PC le possibilità di editing del tuo PES si moltiplicano fino a diventare infinite. Esistono server che ti permettono di personalizzare non solo divise, ma addirittura stadi, e tutta una serie di altri elementi da cui non saprei dove partire adesso, se non dal fatto che quando segna Cristiano Ronaldo mi parte letteralmente l’audio del suo “Siuuuuuu”.
Oltretutto il lavoro si è scoperto infinitamente più facile e veloce. Caricando dei semplici file con estensione .ted puoi avere decine di squadre classiche, anche esotiche, già dettagliatamente editate da anime molto più tormentate della mia, pronte a sostituire club farlocchi privi di licenza. Nel giro di un paio di mesi, con un lavoro che - giuro - non ha sottratto a questa parvenza di vita che stiamo conducendo più di un paio d’ore al giorno, mi sono ritrovato un PES che vanta una cinquantina di nazionali e circa duecento club modificati all-time, ognuno dalla rosa particolarmente ampia (la capienza massima di una squadra di club è di 40 giocatori, solo 23 per le Nazionali) e col suo stadio personalizzato. Per dire, il mio Arsenal gioca in un Highbury virtuale che riproduce più fedelmente possibile il vecchio impianto. Ma la scoperta che mi ha più colpito è relativa alla questione dei volti: al centinaio abbondante di giocatori classici messi a disposizione dalla stessa Konami, si aggiungono le centinaia di volti di leggende del pallone create da una manciata di utenti indipendenti, facemakers appunto, alcuni dei quali, per la perizia della loro arte, andrebbero considerati veri e propri giocattolai, artigiani del modellismo virtuale. Ognuno di loro, dal suo Patreon, rifornisce mensilmente le anime perdute di nuovi volti realistici, da applicare al sempre più vasto paniere di leggende. Io non ho idea di che faccia abbiano loro, né se questa attività gli basti per mantenere casa e famiglia, ma la definizione dei loro volti non ha nulla da invidiare a quelli originali.
Ora che il mio PES è un gigantesco luna park di leggende, stadi gremiti e maglie sgargianti, posso anestetizzare su un rettangolo verde e virtuale il mio disagio per le zone rosse, per le conoscenze ricoverate in ospedale, e in generale per la fine del mondo contemporaneo così come l’abbiamo conosciuto. Posso stabilire qual è, a parità di leggende, la squadra più forte di tutti i tempi, almeno fino al prossimo torneo, tanto la pandemia mi lascia sufficiente margine di tempo. E nonostante tutto questo, la mia compagna pare volermi ancora bene.
Il Draft
Dando un’occhiata ai forum e alle patch degli utenti in rete, c’è chi preferisce far sfidare formazioni storiche sul criterio della singola stagione o del ciclo vincente (ad esempio, il Napoli di Maradona vs. il Manchester United di Best) e chi come me preferisce la modalità mista, ovvero tutto il meglio, tutto insieme. Da questo punto di vista, per club che hanno avuto solo due o tre cicli vincenti, la scelta della rosa migliore è facile, ma per club storici il cui prestigio si espande inesorabile da una decade all’altra, la scelta dei giocatori è un incubo. Pensate a Manchester United, Barcellona, Real Madrid, Juventus, Milan, Inter e Liverpool (ciao, amici della Superlega). Selezionare i loro 40 migliori giocatori ne esclude automaticamente un’altra quarantina assolutamente degna. Lo premetto, scorrere le rose da me selezionate fa probabilmente storcere il naso a molti, magari solo per due o tre giocatori scelti. E questo perché la famigerata dinamica psicologica dei 60 milioni di commissari tecnici, quando si passa al calcio all-time, si estende a centinaia di milioni di persone distribuite in un arco temporale di quasi un secolo. La visione si soggettivizza esponenzialmente, senza ritorno.
Oltretutto, per chi come me è tutt’altro che vittima di nostalgia, è un problema anche lasciare fuori una quota di giocatori attuali di una data squadra, specie se stanno facendo una grande stagione, o se accrescono la freschezza dell’ensemble. I criteri della scelta devono perciò essere elastici, ma con un occhio all’equa distribuzione per ruolo e soprattutto alla loro effettiva rilevanza nella storia di quel club, non importa quanto recente.
In questo caso, le opzioni di editing del gioco e il lavoro dei facemaker odierni risolvono dilemmi relativi a giocatori che hanno avuto successo con più maglie indosso. Per esempio, voi mettereste Beckham nello United o nel Real Madrid? Ronaldo Fenomeno all’Inter o al Real? Mentre già il dibattito si fa acceso nelle vostre teste, io decido di giocare con i doppioni: Il Ronaldo dell’Inter sarà più giovane e più veloce, quello del Real avrà cinque anni in più e valori proporzionati alle sue prestazioni di allora. Idem per Beckham, del quale i facemaker hanno fornito più versioni, con acconciature diverse, per tenere il passo non solo dei suoi tagli di capelli ma anche dei suoi cambi di casacca negli anni. In questo modo, se si sfidassero Roma e Fiorentina, entrambe potrebbero schierare i rispettivi Batistuta, ma il primo avrebbe 31 anni contro i 26 del secondo, a sua volta più veloce e più resistente agli infortuni. Così nessun club verrebbe privato del suo epos.
Per dare un’idea dei criteri su cui ho basato il draft, provvedo a fornire un esempio, basandomi su uno dei casi più ostici: il Real Madrid.
Portieri: Casillas, Zamora, Buyo.
Fuori Illgner perché più pop ma meno iconico dei tre prescelti, e Miguel Angel perché, banalmente, a differenza di Buyo, nessun creator ha ancora realizzato il suo volto originale.
Difensori: Sergio Ramos, Hierro, Santamaria, Pepe, Varane, Sanchis, Chendo, Carvajal, Salgado, Marcelo, Roberto Carlos, Camacho.
In questo caso, fuori Quincoces perché troppo indietro nel tempo; fuori Ivan Helguera, Gordillo, San José e Stielike perché il quartetto difensivo stratitolato dell’era Zidane si mangia di diritto tutto lo spazio disponibile.
Centrocampisti: Redondo, Casemiro, Pirri, Modric, Kroos, Guti, Figo, Beckham, Kopa, Isco, Zidane, Gento, Amancio.
Questo è il reparto in cui le rinunce sono più dolorose. Innanzitutto sono costretto a fidarmi dei certosini compilatori di forum di PES quando attestano che le medie abilità di Zarraga e Zoco sono inferiori a quelle dei prescelti. Do infatti per scontato che abbiano visionato un sufficiente numero di video e articoli per decidere che le loro statistiche di passaggio e velocità impallidiscano dinanzi a quelle di campioni più recenti. Inoltre nessuno ha finora pensato a realizzare simulacri virtuali dei poveri Zarraga e Zoco; con grande dolore rinuncio anche a Makelele e Xabi Alonso perché doppioni nel ruolo rispetto a Redondo, Casemiro e Pirri (e in più sono presenti in altre squadre, quindi pazienza); stesso discorso per Michel e Savio perché altrimenti avrei troppe ali; Luis Regueiro perché, come Quincoces, va troppo indietro nel tempo; Netzer e Breitner perché, per quanto cool, il Real dei tedeschi non è stato minimamente vincente come quelli successivi; e fuori Soso Gallego perché in nessun mondo parallelo rinuncerei mai alla classe di Isco, giocatore che incarna tutto ciò che amo del calcio giocato.
Attaccanti: Raul, Puskas, Ronaldo, Di Stefano, Cristiano Ronaldo, Benzema, Butragueño, Hugo Sanchez, Juanito, Santillana, Morientes, Bale.
Per il reparto avanzato fuori Pahiño (giuro che lo avrei messo dentro soltanto perché avido lettore di Dostoevskij), Mijatovic, Valdano, Van Nistelrooy e Suker. L’olandese cede il passo a un Benzema che ha vinto più di lui in maglia bianca, e in più è giocabile già nel Manchester United, nel PSV e negli oranje. Stesso discorso per l’attaccante croato, reperibile nel Siviglia e nella nazionale con la maglia a scacchi. Soffro un po’ per Mijatovic, ma Morientes ha vinto il triplo e segnato decine di reti in più.
Questi, indicativamente, sono i criteri generali con cui ho operato le scelte in ognuna delle squadre. Nel momento in cui scrivo, il mio file opzioni conta 165 club classici, e una cinquantina di nazionali all-time. È ora di testarne il più possibile in un maxi-torneo ad hoc.
La Coppa di tutte le Coppe
Sotto Natale, ho deciso quindi di simulare una competizione che vedesse i 100 club migliori del mondo, 80 europei e 20 sudamericani, sfidarsi in turni secchi fino alla finale, con le migliori rose della loro storia a disposizione. Tra le 100 ci sono squadre che oggettivamente non hanno mai avuto un percorso significativo in Europa, ma in quanto simpatizzante del Cagliari ho sempre sognato di dare una chance al terzetto offensivo Francescoli-Zola-Riva e in più, siccome il gioco è mio, ritengo di poter fare come cazzo mi pare. L’assegnazione dei turni l’ho affidata a un generatore casuale di accoppiamenti trovato online, dopo però aver diviso le squadre in quattro fasce, per rendere il tutto il più equilibrato possibile.
PRIMA FASCIA: Real Madrid, Barcellona, Manchester United, Milan, Liverpool, Juventus, Inter, Bayern Monaco, Ajax, Arsenal.
SECONDA FASCIA: Chelsea, As Roma, Manchester City, PSG, Olympique Marseille, Borussia Dortmund, Porto, Atletico Madrid, Benfica, PSV.
TERZA FASCIA: Tottenham, Valencia, Lazio, Napoli, Ol. Lione, Monaco, Bayer Leverkusen, Dinamo Kiev, Schalke 04, Anderlecht.
QUARTA FASCIA: Bordeaux, Crvena Zvezda, Panathinaikos, Galatasaray, Celtic, Sevilla, Shakhtar Donetsk, Fiorentina, Sporting Lisbona, Amburgo.
QUINTA FASCIA: Rosenborg, Olympiakos, Zenit, Spartak Mosca, CKSA Mosca, Parma, Fenerbahce, Borussia M’Gladbach, Deportivo, Werder Brema.
SESTA FASCIA: Stoccarda, Lille, Athletic Bilbao, Villareal, Honved, Aston Villa, Steaua Bucarest, Feyenoord, Everton, Newcastle.
SETTIMA FASCIA: Sampdoria, Nottingham Forest, Leicester City, Leeds, Udinese, Sparta Praga, Rapid Vienna, Rangers, St Etienne, Ferencvaros.
OTTAVA FASCIA: Wolverhampton Wanderers, Torino, Lokomotiv Mosca, Dinamo Zagabria, AEK Atene, Nantes, Cagliari, Real Betis, Besiktas, Brondby.
GIRONE SUDAMERICANO: Boca Juniors, River Plate, Colo Colo, Penarol, Club America, Botafogo, Vasco da Gama, Palmeiras, São Paulo, Santos, Corinthians, Flamengo, Atlético Nacional, New York Cosmos, San Lorenzo, Vélez Sarsfield, Newell’s Old Boys, UNAM Pumas, Independiente, Club Nacional.
Regolamento: Dopo i primi due turni, riservati alle sole squadre europee, i venti club che hanno superato la prima fase affrontano le venti squadre sudamericane in scontri diretti. Seguiranno sedicesimi e ottavi di finale, a seguito dei quali verranno ripescate, per i quarti, sei squadre tra quelle eliminate, in virtù delle migliori differenze reti. Le sedici squadre più prolifiche si giocheranno quindi la finale (di - boh - Marte?) nei successivi tre turni secchi. Ogni incontro verrà giocato dal sottoscritto scegliendo casualmente la squadra da guidare, al livello di difficoltà ‘Campione’ di PES.
Il primo turno
Non ci sono sorprese rilevanti nella prima fase. I top club avanzano senza difficoltà, alcuni rifilando anche un numero cospicuo di gol all’avversario (si segnala un 7 a 0 del Bayern al Brondby, con triplette di Lewandowski e Rummenigge e gol di Gerd Muller). Delle squadre italiane le uniche a non passare il turno sono il grande Cagliari, che esce a testa alta contro un irresistibile Real, e il Torino, caduto ai piedi di un Ajax che può vantare un attacco composto da Cruijff alle spalle di Bergkamp e di un giovanissimo Van Basten. Tutto facile anche per il Napoli, che annienta il Deportivo La Coruna con il suo attacco spregiudicato (Careca-Cavani con alle spalle Maradona e Lavezzi-Mertens sulle fasce), candidandosi a essere una protagonista del torneo. In generale, il fatto che per vent’anni il campionato italiano sia effettivamente stato un teatro di grandi talenti, dà un quid alle squadre italiane che le rende ossi duri anche per compagini estere del tutto gloriose in patria, la cui pianta stabile è composta sì da giocatori di calibro internazionale, ma meno ricco e variopinto. Per intenderci, il Panathinaikos migliore è una sorta di grande selezione nazionale greca, stessa storia per la Stella Rossa con la Serbia (con le aggiunte di Prosinecki e Pancev), mentre il Parma e l’Udinese all-time sono una robusta combo di figurine di spessore degli anni ‘90-’00. Discorso simile per le squadre che hanno avuto cicli notevoli negli ultimi due decenni: gran parte del Manchester City classico è composta dal meglio del periodo Mancini-Pellegrini-Guardiola, la spina dorsale del Liverpool di Klopp, invece, rende più veloce e letale ogni reparto, già impreziosito dal meglio che si sia visto sotto la Kop nei cinquant’anni precedenti. Il PSG in rosa conta una sorta di best of degli ultimi dieci anni, ovvero quelli del passaggio al fondo qatariota, più lo zoccolo duro della squadre che ebbero sussulti vincenti tra gli anni ‘80 e ‘90. Ne consegue un primo turno che è una passerella colorata di nomi e gol spettacolari, ma non di sorprese.
Il secondo turno
Discorso diverso per il turno successivo, in cui le probabilità di uscire vincitori dai big match vanno più vicine al 50-50. Il sontuoso Benfica di Eusebio, Rui Costa e Di Maria cede perciò il passo a un Napoli concreto ma inesorabile, che avanza allo scontro successivo con una pennellata di Maradona dal limite dell’area. Similmente, il vivacissimo Manchester City inciampa su un altrettanto pragmatico ma letale Parma, che parcheggia il bus in difesa (e che difesa: Buffon-Thuram-Cannavaro-Sensini-Benarrivo) dopo il sigillo di Crespo. Un rigore di Chinaglia sblocca lo 0 a 0 della Lazio col Chelsea e una partita che fino a quel momento era sembrata più una gara di sportellate che altro. Una nota a parte per la Fiorentina, che lascia a casa l’Olympique Marsiglia con un 2 a 0 pulito firmato Batistuta. I viola sono un caso particolare, tra queste compagni, pur non essendo un club storicamente vincente, possono contare su di una rosa ricca e completa, soprattutto nei reparti avanzati. In difesa la Fiore è solida, ma poco rapida. Peccato per l’OM, che nel turno precedente aveva maciullato senza problemi il Nottingham Forest per 4 a 0.
Ben due partite vengono risolte dopo i calci da rigore, col PSG che dagli undici metri ha ragione del Porto, e la Dinamo Kiev che manda a casa il Bayer Leverkusen grazie all’intesa tra Sheva e Blokhin. Tutto tranquillo per le big storiche, ognuna in controllo del proprio match dall’inizio alla fine.
Il terzo turno - anche detto turno sudamericano
Come preannunciato, a questo punto le prime venti finaliste affrontano in scontri diretti venti compagini dal continente sudamericano. Nonostante gli incontri di cartello siano parecchio affascinanti, solo a quattro formazioni del CONMEBOL riesce il colpaccio. È il caso del Palmeiras, che elimina l’Olympique Lione con doppietta di Vavà e gol di Leivinha, del Flamengo (che in una partita rocambolesca riesce a rimontare 3 a 2 sul finale una Lazio che paga il recupero del turno precedente), del River Plate che si sbarazza della Dinamo Kiev, e del Boca Juniors, che mette alle corde la Fiorentina con un attacco a diamante: Riquelme alle spalle dei giovani Maradona e Tevez, a loro volta schierati ai fianchi di Martin Palermo. Gli xeneizes approfittano della lentezza nell’impostazione dei viola per rifilargli un 4 a 1 impietoso. Ci va vicino anche il Peñarol, che gioca un calcio estremamente offensivo e piacevole ma non a sufficienza da contenere le ripartenze del Barcellona e, in particolare, di Leo Messi.
Il quarto turno
Nel quarto turno gli incontri si fanno ancora più spettacolari ma l’Europa finisce per riprendersi la scena comunque: le sudamericane vengono eliminate da Inter, Juventus, Liverpool e Real Madrid con risultati abbastanza netti. La Roma, protagonista fin qui di un torneo sorprendente (nei tre scontri precedenti si era rivelata ottima la rotazione in attacco tra Batistuta, Dzeko, Voeller, Montella e Pruzzo con Totti a dialogare con Falcao e a ispirare le punte), deve arrendersi ai rigori contro l’Arsenal. Le quote sorpresa di questo round vengono affidate al Napoli, che batte con un 2 a 0 netto un Bayern Monaco che fin qui era sembrato una corazzata inaffondabile, e al Borussia Dortmund di Erling Haaland, finalizzatore implacabile con 9 reti in sole quattro partite. Il Borussia può permettersi di giocare col solo norvegese all’attacco grazie alla combo di sostanza, velocità e qualità che riesce a mettere insieme sulla trequarti (dove si alternano Moeller, Rosicky, Reus, Gotze, Sancho e lo stesso Aubameyang impiegato spesso come esterno).
Il quinto turno - i ripescaggi
Nel quinto turno sei squadre col miglior coefficiente reti tra quelle eliminate vengono ripescate per avere una seconda chance di sfidare le finaliste: tornano perciò agguerritissime Bayern Monaco, Ajax, Olympique Marsiglia, Roma, PSG e Tottenham. Tra queste, tuttavia, solo i bavaresi riusciranno a sfruttare fino in fondo l’occasione, eliminando per 3 a 2 l’Arsenal grazie a uno scatenato Lewandowski. Inarrestabile il Napoli di Maradona, che proprio col Diez riaggancia la Juventus sul 3 a 3, e lo supera nei tempi supplementari con una parabola morbida dal limite dell’area. Si arrende anche Dortmund, che cede il passo al Real subendo quattro reti contro l’ultima segnatura di Haaland. Nonostante l’eliminazione, il Titano dei Fiordi chiude la sua competizione con uno score di dieci gol, e ai contendenti restano solo tre partite per fare meglio. Il verdetto di PES all-time fin qui vede Real Madrid, Milan, Liverpool, Bayern Monaco, Inter, Milan, Manchester United e Napoli come le squadre più forti.
Ora, messa così, sembra che io abbia passato giornate intere a giocare tutti questi incontri, tipo cavia di un laboratorio auto-imposto, kafkiano e permanente, in realtà mi sono preso il mio tempo, mettendoci mesi: sono andato al ritmo di massimo tre partite, un giorno sì e l’altro no, compatibilmente con gli obblighi lavorativi e relazionali, concedendomi qualche extra domenicale per recuperare giorni che la vita vera ha arrogantemente sottratto a quest’impresa. Mi sono goduto il frutto della mia visione ludico-letteraria, ho lasciato che fosse parte del mio agognato relax quotidiano. A volte ci ho giocato sul divano, col computer comodamente adagiato sulle ginocchia, e a volte l’ho collegato al televisorone, facendomi la telecronaca da solo (ciao Caressa, t’assicuro che mi apprezzeresti). Il concetto di circolarità del tempo applicato al calcio è un trigger culturale talmente forte per me che riesco tranquillamente a giocare a PES mentre sento Barbero in cuffia (per dire, tutto l’episodio sulla battaglia di Adrianopoli dura più di una mia sessione media), o altri podcast a cui sono affezionato (ciao, amici della Riserva), o una bella compilation delle migliori composizioni di Morricone, peraltro perfetta per alzare il tiro dell’epos nella fase finale della Coppa.
La fase finale
I quarti di finale sono davvero le partite più belle viste fin qui, e non necessariamente quelle dal finale più scontato. Maradona in stato di grazia ispira Cavani, Careca e Lavezzi una volta ciascuno, rispondendo alla rete di Roger Hunt e condannando all’eliminazione un Liverpool provatissimo dall’ultimo, complicato match contro l’Ajax. Il derby di Milano è un testa a testa ipertrofico, risolto solo nei minuti di recupero da Marco Van Basten, che con una zampata in mischia sancisce il 3 a 2. Peccato per l’Inter che ha dovuto rinunciare al Fenomeno, uscito (come ti sbagli?) per infortunio. Lo sostituisce Milito ma va a sbattere contro Nesta e Baresi che non gli lasciano spazi né respiro. Messi fa tutto da solo contro il Bayern ma a causa di un Oliver Kahn in condizione di forma strepitosa, il Barcellona deve accontentarsi di una vittoria di misura. Dopo un primo tempo anonimo del Real, di cui Giggs approfitta per portare in vantaggio lo United, sale in cattedra don Alfredo Di Stefano: due assist al bacio per Ronaldo Fenomeno, un gol in solitaria e un palo che consente a CR7 di mettere anche il suo nome sul tabellino.
In generale, già ai quarti è evidente come il Real Madrid abbia qualcosa in più rispetto a ogni altra concorrente. Il Napoli ha Maradona a fare da cerniera tra un centrocampo di sostanza e un’ottima linea offensiva, il Barcellona è una all-star di funamboli con un’organizzazione di fraseggio quasi ossessiva, e il Milan è una corazzata che riesce a mettere insieme tutte le caratteristiche delle avversarie per puntare al risultato. I blancos, invece, sono semplicemente i padroni del campo in ogni momento in cui decidono di esserlo, nel senso che riescono a privare l’avversario della chance di fare il proprio gioco, senza mettere in campo tattiche specifiche. È questo quello che succede quando metti insieme il talento dei galacticos con la duttilità della quinta del Buitre, l’organizzazione delle merengues dell’era Zidane con la leggenda di Puskas, Di Stefano, Gento, Amancio, Kopa. Il tutto puntellato a seconda dell’avversario, con la stessa leggiadria tamarra con cui Salt Bae metterebbe il sale su una ciavatta.
Se ne accorge il Milan in semifinale, quando deve piegarsi a un poker madrileno, a cui riesce a opporre le reti disperate di Kakà e Van Basten negli ultimi venti minuti.
A questo punto non posso nasconderlo, ogni imparzialità va a farsi benedire: il sogno sarebbe quello di vedere il Napoli almeno provarci, in finale. E così è.
Contro il Barça gli azzurri optano per una linea difensiva a tre, e la trappola di Ferrara, Koulibaly e Krol riesce a farsi abbastanza stretta da ingabbiare la Pulce. Messi fa la partita, ma la perde. Ai partenopei basta la rete di Hamsik dalle retrovie, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, per privare i blaugrana del Super clàsico finale. Maradona, un po’ in ombra, sembra voler risparmiare i suoi guizzi per l’ultimo scontro.
Sfortunatamente, pare che i sogni finiscano all’alba anche su PES.
Nonostante il ritorno alla difesa a quattro del Napoli, il Real vince ogni duello sulle fasce, costringendo Koulibaly a esporsi troppo e a lasciare la porta (difesa in questo caso da Batman Taglialatela, a sostituire uno Zoff esausto) meno protetta della semifinale. Cristiano Ronaldo fa valere il suo strapotere fisico in area per l’1 a 0. Segue una doppietta di Di Stefano. Careca risponde con un destro a giro alle spalle di Casillas ma è troppo tardi: la diga si è aperta. Ronaldo Fenomeno mette a segno il suo nono sigillo madrileno (ne ha segnati 6 con l’Inter, quindi tecnicamente sarà il capocannoniere del torneo) e Puskas chiude le danze all’88esimo. Il Real vince la Coppa di tutte le Coppe per 5 a 1. Il simulacro di Diego appare deluso, Sergio Ramos ha saputo anticipare ogni scatto di Careca e Cavani. Sono deluso anch’io, ma per poco.
Per un attimo mi ero fatto abbattere dalla sospensione di incredulità, ma se mi arrendessi alla retorica da Davide e Golia, farei un disservizio al motivo per cui ho iniziato a giocare con questo luna park di pupazzetti colorati, con i loro accostamenti impossibili, l’inconciliabilità delle loro coesistenze e i loro numeri fuori dalla realtà. Il bello di avere un gioco fuori dal tempo è proprio che puoi ricominciarlo a piacimento, provando a far vincere chi vuoi, quando vuoi.
D’altra parte tutto ciò che ti serve è proprio ciò che il gioco mette alla tua mercé: il tempo stesso.
Magari, ecco, la prossima volta con meno di 100 squadre si fa anche prima.
*Appendice - Altre rose
ARSENAL - (portieri) Seaman, Jennings, Lehmann; (difensori) Tony Adams, Sol Campbell, O’Leary, Keown, McLintock, Bould, Kolo Touré, Pat Rice, Ashley Cole, Dixon, Winterburn, Sansom, Lauren; (centrocampisti) Vieira, Petit, Gilberto Silva, Fabregas, Parlour, Rocastle, Alex James, Rosicky, Paul Merson, Brady, Mesut Ozil, Pires, Santi Cazorla, Overmars, Ljungberg; (attaccanti) Henry, Bergkamp, Van Persie, Ian Wright, Charlie George, Aubameyang, Lacazette, Kanu, Wiltord.
BARCELLONA - (portieri) Zubizarreta, ter Stegen, Victor Valdes; (difensori) Puyol, Pique, Miguelì, Koeman, Dani Alves, Olivella, Segarra, Nadal, Ferrer, Abidal, Rafa Marquez, Jordi Alba, Sergi Barjuan, Reiziger; (centrocampisti) Guardiola, Sergi Busquets, Mascherano, Iniesta, Xavi, Luis Enrique, Neeskens, Schuster, Bakero, Michael Laudrup; (attaccanti) Messi, Ronaldinho (25 anni), Cruijff (27 anni), Rivaldo, Henry (31 anni), Luis Suarez, David Villa, Romario, Neymar Jr. (22 anni), Kubala, Stoichkov, Eto’o.
BAYERN MONACO - (portieri) Kahn, Sepp Maier, Neuer; (difensori) Beckenbauer, Augenthaler, Schwarzenbeck, Lahm, Breitner, Lucio, J. Boateng, Niklas Süle, Alaba, Lucas Hernandez, Sagnol, Pavard, Alphonso Davies, Lizarazu; (centrocampisti) Matthäus, Xabi Alonso, Kimmich, Van Bommel, Javi Martinez, Thiago Alcantara, Effenberg, Jeremies, Salihamidzic, Scholl, Uli Hoeness, Schweinsteiger; (attaccanti) Rummenigge, Gerd Müller, Lewandowski, Robben, Ribery, Thomas Müller, Gnabry, Douglas Costa, Giovane Elber, Makaay, Mario Gomez.
JUVENTUS - (portieri) Buffon (28 anni), Zoff (32 anni), Peruzzi; (difensori) Scirea, Cannavaro (32 anni), Ferrara (29 anni), Montero, Thuram (31 anni), Gentile, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Cabrini, Pessotto, Zambrotta, Alex Sandro; (centrocampisti) Deschamps, Pirlo (33 anni), Davids, Tardelli, Pogba, Vidal, Marchisio, Camoranesi, Nedved, Causio, Zidane, Platini; (attaccanti), Del Piero, Trezeguet, Boniperti, Charles, Sivori, Dybala, Cristiano Ronaldo (34 anni), Vialli (31 anni), Higuain (30 anni), Ravanelli, Paolo Rossi, Bettega.
MILAN - (portieri) Sebastiano Rossi, Dida, Donnarumma; (difensori) Baresi, Paolo Maldini, Cesare Maldini, Costacurta, Nesta (29 anni), Tassotti, Thiago Silva (26 anni), Desailly (25 anni), Kaladze, Romagnoli, Cafu (33 anni), Schnellinger; (centrocampisti) Rijkaard, Albertini, Ambrosini, Pirlo (25 anni), Gullit, Boban, Gattuso, Seedorf (29 anni), Liedholm, Donadoni, Rui Costa (32 anni), Gren, Schiaffino, Rivera; Van Basten, Shevchenko, Inzaghi, Ibrahimovic (30 anni), Nordahl, Pato, Kakà, Altafini, Weah, Savicevic, Prati.
INTER - (portieri) Zenga, Julio Cesar, Toldo; (difensori) Bergomi, Cordoba, Materazzi, J. Zanetti, Facchetti, Brehme, Maicon, Burgnich, Samuel (31 anni), Picchi, Lucio, Chivu, West; (centrocampisti) Cambiasso, Simeone (28 anni), Oriali, Barella, Luisito Suarez, Berti, Figo (33 anni), Matthäus, Sneijder, Stankovic, Djorkaeff, Jair, Corso, Sandro Mazzola; (attaccanti) Ronaldo (23 anni), Meazza, Vieri, Diego Milito, Eto’o (29 anni), Lukaku, Boninsegna, Altobelli, Adriano, Recoba.
LIVERPOOL - (portieri) Ray Clemence, Alisson, Grobbelaar; (difensori) Alan Hansen, Carragher, Van Dijk, Hyypia, Lawrenson, Thompson, Matip, Emlyn Hughes, Phil Neal, Kennedy, Alexander-Arnold, Riise, Robertson; (centrocampisti) Gerrard, Xabi Alonso, Souness, Whelan, Fabinho, Hamann, Henderson, Wijnaldum, Milner, McManaman; (attaccanti) Owen, Ian Rush, Robbie Fowler, Kenny Dalglish, Roger Hunt, L. Suarez, John Barnes, I. Callaghan, Kevin Keegan, Kuijt, Sadio Mané, Momo Salah, Roberto Firmino, Fernando Torres (25 anni).
MANCHESTER UNITED - (portieri) De Gea, Schmeichel, Van der Sar; (difensori) Rio Ferdinand, Vidic, Stam, Steve Bruce, Moran, Foulkes, Buchan, Gary Neville, Irwin, Evra, Steve Coppell, Byrne, Tony Dunne; (centrocampisti) Duncan Edwards, Roy Keane, Carrick, Beckham, Scholes, Giggs, Nobby Stiles, Pogba, Robson, Park Ji-Sung, Juan Mata, Bruno Fernandes, Bobby Charlton; (attaccanti) Cantona, George Best, Cristiano Ronaldo (22 anni), Rooney, Van Nistelrooy, Solskjaer, Denis Law, Andy Cole, Dwight Yorke, Berbatov, Rashford, Mark Hughes.
NAPOLI - (portieri) Zoff, Taglialatela, Pepe Reina; (difensori) Koulibaly, Krol, Ferrara (25 anni), Roberto Ayala, Raul Albiol, André Cruz, Paolo Cannavaro, Bruscolotti, Renica, Ferrario, Ghoulam, Hysaj, Zuniga, Francini; (centrocampisti) Jorginho, Bagni, Alemao, Gargano, Zielinski, De Napoli, Juliano, F. Romano, Maggio, Fabian Ruiz, Allan, Hamsik, Callejòn; (attaccanti) Maradona, Careca, Giordano, Mertens, Cavani, Lavezzi, Carnevale, Insigne, Higuain, Vinicio.
ATLETICO MADRID - (portieri) Oblak, Molina, Abel Resino; (difensori) Godin, Arteche, Perea, Solozabal, Miranda, Gimenez, Savic, Luis Pereira, Juanfran, Luis Filipe, Calleja, Toni Munoz, Aguilera, Rivilla, Lucas Hernandez; (centrocampisti) Simeone, Gabi, Pantic, Saul, Koke, Adelardo, Raul Garcia, Caminero, Juninho Paulista, Ben Barek, Luis Aragonés; (attaccanti) Fernando Torres, Griezmann, Peirò, Kiko, Diego Forlan, Aguero, Diego Costa, Radamel Falcao, Garate, Joao Felix, Paulo Futre.
AJAX - (portieri) Van der Sar, Onana, Menzo; (difensori) Vasovic, Danny Blind, Frank de Boer, Hulshoff, Blankenburg, Chivu, de Ligt, Krol, Haan, Suurbier, Tagliafico, Vertonghen, Alderweireld, Maxwell; (centrocampisti) Rijkaard, Davids, Seedorf, Jonk, Sneijder, Van der Vaart, Franky de Jong, Arnold Muhren, Neskeens, Ronald de Boer; (attaccanti) Cruijff, Van Basten, Ibrahimovic (20 anni), Luis Suarez, Kluivert, Piet Keizer, Ziyech, Swart, Overmars, Bergkamp, Johnny Rep, Tadic, Litmanen.
ROMA - (portieri) Alisson, Tancredi, Konsel; (difensori) Aldair, Losi, Samuel, Vierchowod, Juan, Mexes, Manolas, Cafu, Candela, Rocca, Maldera, Panucci, Nela; (centrocampisti) De Rossi, Di Bartolomei, Cerezo, Emerson, Ancelotti, Nainggolan, Perrotta, Tommasi, David Pizarro, Giannini, Paulo Roberto Falcao, Florenzi, Pellegrini, Boniek; (attaccanti) Totti, Batistuta (31 anni), Dzeko, Voeller, Pruzzo, Delvecchio, Balbo, Bruno Conti, Momo Salah, Montella.
FIORENTINA - (portieri) Toldo, Frey, Galli; (difensori) Passarella, Astori, Hysen, Ujfalusi, Repka, Pezzella, Gonzalo Rodriguez, Pasqual, Ferrante, Torricelli, Magnini, Cervato; (centrocampisti) Antognoni, Dunga, De Sisti, Chiappella, Borja Valero, Aquilani, Felipe Melo, Effenberg, Socrates, Heinrich, Vargas, Jorgensen, Di Livio, Rui Costa; (attaccanti) Batistuta, Roberto Baggio (23 anni), Toni, Mutu, Giuseppe Rossi, Edmundo, Bertoni, Jovetic, Julinho, Hamrin, Gilardino.
BENFICA - (portieri) Manuel Bento, Preud’homme, Costa Pereira; (difensori) Humberto Coelho, Germano, Luisao, Lindelof, David Luiz, Ruben Dias, Ricardo Gomes, Artur Correia, Maxi Pereira, Fernando Cruz, Angelo, Schwarz; (centrocampisti) Cavem, Paulo Sousa, Mario Coluna, Rui Costa, Valdo, Pizzi, Thern, Graça, Carlos Manuel, Di Maria, Aimar, Simao Sabrosa, Fernando Chalana, Poborsky; (attaccanti) Eusebio, Nuno Gomes, José Augusto, Aguas, Simoes, Magnusson, Nené, Joao Pinto, José Torres.
PSG - (portieri) Bats, Lama, Keylor Navas; (difensori) Thiago Silva, Marquinhos, Yepes, Roche, Le Guen, Fournier, Heinze, Tanasi, Pilorget, Jallet, Sakho, Maxwell, Ricardo Gomes; (centrocampisti) Bathenay, Luis Fernandez, Matuidi, Guerin, Leonardo, Okocha, Verratti, Thiago Motta, Susic, Raì, Valdo, Ronaldinho (22 anni), Di Maria, Pastore, Dahleb; (attaccanti) Ibrahimovic, Cavani, Neymar JR, Weah, Pauleta, David Ginola, Mbappé, Rocheteau, Lavezzi.
CHELSEA - (portieri) Cech, De Goey, Courtois; (difensori) Terry, Desailly, Gallas, Ricardo Carvalho, David Luiz, Ivanovic, Leboeuf, Gary Cahill, Petrescu, Harris, Azpilicueta, Babayaro, Le Saux, Ashley Cole (31 anni); (centrocampisti) Essien, Jorginho, Kanté, Makelele, Ballack, Di Matteo, Lampard, Joe Cole, Wise, Duff, Malouda, Willian; (attaccanti) Drogba, Hazard, Anelka, Zola, Hasselbaink, Gudjohnsen, Pedro, Robben, Osgood, Flo, Greaves.
MANCHESTER CITY - (portieri) Ederson, Hart, Swift; (difensori) Kompany, Ruben Dias, Stones, Laporte, Otamendi, Demichelis, Micah Richards, Aké, Doyle, Zabaleta, Kyle Walker, Pardoe, Clichy, Kolarov; (centrocampisti) Dunne, De Jong, Oakes, Fernandinho, Yaya Touré, Foden, Bell, Rodri, Gundogan, Kinkladze, Wright-Phillips, Nasri, De Bruyne, David Silva; (attaccanti) Aguero, Dzeko, Tevez, Gabriel Jesus, Sterling, Bernardo Silva, Mahrez, Lee, Quinn.
BORUSSIA DORTMUND - (portieri) Klos, Weidenfeller, Tilkowski; (difensori) Kohler, Hummels, Sammer, Helmer, Paul, Worns, Julio Cesar, Dedé, Piszczek, Reuter, Raphael Guerreiro, Heinrich; (centrocampisti) Zorc, Kehl, Paulo Sousa, Andreas Moeller, Mario Gotze, Nuri Sahin, Ricken, Blaszczykowski, Brandt, Witsel, Rosicky, Raducanu, Mkhitaryan, Kagawa, Marco Reus; (attaccanti) Haaland, Aubameyang, Koller, Chapuisat, Riedle, Emmerich, Burgsmuller, Held, Sancho, Herrlich.
PORTO - (portieri) Vitor Baia, Mlynarczyk, Casillas (35 anni); (difensori) Ricardo Carvalho, Jorge Costa, Aloisio, Fernando Couto, Pepe (35 anni), Danilo, Eder Militao, Secretario, Joao Pinto, Inacio, Bosingwa, Paulo Ferreira; (centrocampisti) André, Frasco, Costinha, Maniche, Lucho Gonzalez, James Rodriguez, Joao Moutinho, Herrera, Sergio Conceiçao, Rui Barros, Antonio Sousa, Alenichev, Nuno Capucho, Hernani, Deco; (attaccanti) Madjer, Jackson Martinez, Radamel Falcao, Hulk, Cubillas, Quaresma, Kostadinov, Maghalhaes, Jardel, Fernando Gomes.
TOTTENHAM - (portieri) Lloris, Jennings, Gomes; (difensori) Vertonghen, Alderweireld, King, Roberts, England, Beal, Sanchez, Dawson, Hughton, Walker, Perryman, Knowles, Rose, Bale; (centrocampisti) Ardiles, Hoddle, Modric, Blanchflower, Dele Alli, Mabbutt, Mackay, Jenas, Moussa Dembelé, Ricardo Villa, Gascoigne, Eriksen, Waddle, David Ginola; (attaccanti) Son, Sheringham, Cliff Jones, Greaves, Kane, Lineker, Robbie Keane, Defoe, Chivers.
LAZIO - (portieri) Marchegiani, Peruzzi, F. Pulici; (difensori) Nesta (24 anni), Negro, Couto, Acerbi, Stam, Favalli, Pancaro, Wilson, Mihajlovic, Radu, Lulic, Oddo; (centrocampisti) Simeone, Almeyda, Lucas Leiva, Parolo, Nedved, Stankovic, Milinkovic-Savic, Veròn, S. Conceiçao, Re Cecconi, D’Amico, Candreva, Hernanes, Luis Alberto, Gascoigne; (attaccanti) Chinaglia, Klose, Crespo, Giordano, Roberto Mancini (34 anni), Claudio Lopez, Boksic, Signori, Salas, Immobile.
OLYMPIQUE MARSIGLIA - (portieri) Barthez, Olmeta, Mandanda; (difensori) Forster, Boli, Casoni, Tresor, Zvunka, Di Meco, Desailly, Taiwo, Domergue, Amoros, Gransart, Sakai; (centrocampisti) Deschamps, Sanson, Sauzée, Cheyrou, Rongier, Bonnel, Stojkovic, Scotti, Abedì Pelé, Pires, Didier Six, Ribery, Valbuena, Thauvin; (attaccanti), Payet, Papin, Boksic, Skoblar, Magnusson, Cascarino, Drogba, Voeller, Benedetto.
VALENCIA - (portieri) Canizares, Eizaguirre, Cillessen; (difensori) Albiol, Djukic, Arias, Marchena, Roberto Ayala, Tendillo, Ivan Helguera, Pellegrino, Carboni, Angloma, Mathieu, Carrete, Quique Flores, Alexis; (centrocampisti) Baraja, Albelda, Solsona, Aimar, Fernando, Claramunt, Banega, Dani Parejo, Mendieta, Juan Mata, Vicente, Kily Gonzalez, David Silva; (attaccanti) David Villa, Mario Kempes, Waldo Machado, Mijatovic, Morena, Penev, Claudio Lopez, Johnny Rep, Joaquin, Mundo.
PSV EINDHOVEN - (portieri) Van Breukelen, Van Beveren, Gomes, (difensori) Popescu, Stam, Alex, Nielsen, Koeman, Nordqvist, Brandts, Numan, Heintze, Van Tiggelen, Gerets, Van Aerle, Arias; (centrocampisti) Linskens, Van Bommel, Jonk, Cocu, Wijnaldum, Erwin Koeman, Willy Van der Kerkhof, René Van der Kerkhof, Toivonen, Park Ji-Sung, Strootman, Afellay, Van der Kuijlen; (attaccanti) Romario, Van Nistelrooy, Mertens, Ronaldo (19 anni), Depay, Luc Nilis, Vanenburg, Rommedahl, Bergwijn, Zenden, Kieft.
REAL MADRID - (portieri) Casillas, Zamora, Buyo; (difensori) Sergio Ramos, Pepe, Roberto Carlos, Salgado, Hierro, Santamaria, Varane, Sanchis, Marcelo, Chendo, Dani Carvajal, Camacho; (centrocampisti) Redondo, Casemiro, Pirri, Kroos, Modric, Beckham, Guti, Figo, Kopa, Isco, Zidane, Gento, Amancio; (attaccanti) Raul, Cristiano Ronaldo (27 anni), Puskas, Ronaldo (27 anni), Hugo Sanchez, Bale, Butragueño, Juanito, Santillana, Morientes, Benzema, Di Stefano.
ATHLETIC BILBAO - (portieri) Iribar, Zubizarreta, Kepa; (difensori) Jesus Garay, Goikoetxea, Alexanko, Gisasola, Larrazabal, Urquiaga, Laporte, Iraola, Alkorta, Del Horno, De Marcos; (centrocampisti) Guerrero, Javi Martinez, Belauste, Orbaiz, Urrutia, Yeste, Ander Herrera, Raul Garcia, Panizo, Iturraspe, Gurpegui; (attaccanti) Exteberria, Aduriz, Llorente, Dani, Txetxu Rojo, Gainza, Susaeta, Muniain, Williams, Salinas, Urzaiz, Telmo Zarra, Pichichi.
PARMA - (portieri) Buffon (21 anni), Taffarel, Bucci; (difensori) Cannavaro (26 anni), Thuram, Benarrivo, Couto, Sensini, Grun, Bruno Alves, Minotti, Apolloni, Mussi, Di Chiara, Darmian; (centrocampisti) Dino Baggio, Zoratto, Veròn, Stanic, Fuser, Osio, Crippa, Lamouchi, Boghossian, Pin, Fiore, Nakata, Brolin; (attaccanti) Crespo, Chiesa, Zola, Melli, Asprilla, Gervinho, Ortega, Marcio Amoroso, Giovinco, Adriano, Mutu, Gilardino, Di Vaio.
STELLA ROSSA - (portieri) Stojanovic, Beara, Dujkovic; (difensori) Mihajlovic, Belodedici, B. Stankovic, Sabanadzovic, Durkovic, Marovic, Najdoski, Jovanovic, Vidic; (centrocampisti) Pavlovic, Jugovic, Popovic, Ognjenovic, Bogicevic, Prosinecki, Petrovic, Stojkovic, Stosic, Acimovic, D. Stankovic; (attaccanti) Dzajic, Savicevic, Mitic, Pancev, Sekularac, Bora Kostic, Sestic, Zigic, Jovic, Binic.
AS MONACO - (portieri) Ettori, Subasic, Roma; (difensori) Kaelbel, Artelesa, Squillaci, Givet, Rafa Marquez, Zitouni, Glik, Thuram, Amoros, Evra, Maicon, Sonor, Mendy; (centrocampisti) Dib, Puel, E. Petit, Fabinho, J. Petit, Szkudlapski, Plasil, Joao Moutinho, Giuly, Djorkaeff, Gallardo, Scifo, Bravo, James Rodriguez; (attaccanti) Trezeguet, Simone, Bellone, Morientes, Prso, Bernardo Silva, Radamel Falcao, Ikpeba, Onnis, Hidalgo.
OLYMPIQUE LIONE - (portieri) Lloris, Coupet, Aubour; (difensori) Cris, Caçapa, Umtiti, Baeza, Edmilson, N’Gotty, Denayer, Lovren, Reveillere, Abidal, Grosso, Dubois, Jean Djorkaeff; (centrocampisti), Juninho Pernambucano, Mahamadou Diarra, Toulalan, Gonalons, Pjanic, Tolisso, Kallstrom, Ravier, Aouar, Fekir, Bodmer, Gourcuff, Serge Chiesa; (attaccanti) Benzema (21 anni), Lacazette, Fred, Govou, Malouda, Lisandro Lopez, Sonny Anderson, Depay, Combin, Lacombe, Di Nallo.
BOCA JUNIORS - (portieri) Hugo Gatti, Roma, Navarro Montoya; (difensori) Melendez, Bermudez, Sosa, Marzolini, Ibarra, Schiavi, Pernia, Cuciuffo, C. Rodriguez, Domingos da Guia, Tarantini, Mouzo, Burdisso; (centrocampisti) Rattin, Lazzatti, Suné, Pescia, Gago, Banega, Trobbiani, Riquelme, Brindisi, Battaglia, Serna; (attaccanti) Maradona (21 anni), Palermo, Tevez, Barros Schelotto, Delgado, Cherro, Varallo, Benitez, Angel Rojas.
RIVER PLATE - (portieri) Armando Carrizo, Fillol, Pumpido; (difensori) Perfumo, Passarella, Yacono, Sorin, Hernàn Diaz, Celso Ayala, Ferreyra, Ruggeri, Ramos Delgado, Maidana, Gordillo, Montenegro; (centrocampisti) Nestor Rossi, Merlo, Enrique, Gallego, Juan José Lopez, Norberto Alonso, Almeyda, Gallardo, Ponzio, Astrada, Berti, Belluschi, Juan Manuel Moreno, Francescoli; (attaccanti) Pedernera, Labruna, Ortega, Ramon Diaz, Lamela, Cavenaghi, Salas, Loustau, Alzamendi, Artime, Oscar Màs.
*credits per i volti dei giocatori: KONAMI, Alirezafacemaker, Caste Facemaker, Abdulaziz, DNAI, WHOAMI, Stels Facemaker, ANDRI MOD, MinchoSheen, MictlanTheGod & others.