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Prospettiva terzini: Joao Cancelo
19 dic 2016
Abbiamo scelto alcuni giovani terzini tra i più promettenti del panorama internazionale. Il secondo è Joao Cancelo.
(articolo)
5 min
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Cancelo è un prodotto del settore giovanile del Benfica. Nell’agosto del 2014 passa al Valencia, dopo una sola presenza con la maglia delle Aquile portoghesi. L’acquisto di Cancelo è una delle operazioni gestite direttamente da Jorge Mendes (insieme al terzino portoghese arrivano al Valencia altri tre giocatori dal Benfica: André Gomes, Enzo Perez e Rodrigo) e rientra in un discorso di collaborazione sul mercato tra Benfica e Valencia.

Ha fatto parte della spedizione lusitana all’Europeo U-21 del 2015, fermata in finale dalla Svezia. I protagonisti principali di quell’Europeo sarebbero diventati fondamentali nella vittoria all’Europeo di Francia (Joao Mario, Guerreiro, Carvalho). Cancelo invece ha dovuto attendere la nuova stagione per fare il suo esordio con la Nazionale maggiore: tre gol nelle sue prime tre partite fanno rumore anche se gli avversari sono Gibilterra, Andorra e Fær Øer.

Il tratto caratteristico di Cancelo è la conduzione del pallone. Riesce a portare palla con una pulizia disarmante, ogni parte del corpo si muove con armonia ed eleganza. Questo gli permette di giocare sempre a testa alta e di avere una visione spaziale quasi ad un’altezza superiore, non deve sforzarsi per tenere il pallone attaccato al piede e può permettersi di analizzare le varie dinamiche con dosi maggiori di calma e lucidità. Un esempio è il modo con cui calibra e sceglie le traiettorie dei cross.

CanceloMove™.

La naturalezza del controllo si riflette in modo positivo anche nel dribbling: con 6,1 dribbling tentati ogni 90 minuti è settimo nella Liga, quarto con 3,4 se si tiene conto di quelli riusciti. Nonostante il vasto il repertorio da sfoggiare negli uno contro uno, si intravede chiaramente tanto potenziale inesplorato. Tante sovrapposizioni, tanti tagli interni palla al piede, tanti isolamenti però poca varietà di soluzioni e di variazioni all’interno dello stesso spartito. Condizioni comunque in forte dipendenza dal contesto di squadra: ad esempio viene lasciato troppo spesso in isolamento, rafforzando ulteriormente l’attrazione magnetica verso la linea laterale e giocando poco sulla possibile creazione di interazioni nelle catene laterali.

Con questa azione Cancelo mette il sigillo sulla nomination per il premio 2016 di “60 metri di corsa più eleganti palla al piede”.

Per il momento è un grande specialista, sa fare delle cose precise e le fa molto bene ma non riesce ad uscire fuori dalle mura domestiche delle sue qualità, specchiandosi nelle sue corse palla al piede e nei suoi dribbling. Si può citare la difficoltà nell’interpretare il ruolo di ala pura che ultimamente (Ayestarán prima e Prandelli dopo) hanno provato ad assegnargli: Cancelo, come risposta allo stimolo di un nuovo ruolo, cerca sempre e comunque di allargarsi, attratto dalla linea laterale, ma con meno spazio da attaccare diventa molto più prevedibile, ha difficoltà ad arrivare al cross in corsa dal fondo utilizzando un binario più corto e soprattutto ha messo in luce limiti nella lettura della situazioni, a volte carenza proprio di visione di gioco. In transizione fa comunque la differenza ma è sembrato molto limitato dalla posizione in campo. Una circostanza per certi versi simile a quella che si verificò quando Mourinho provò ad alzare Maicon sulla linea del terzetto alle spalle di Milito. Stesso discorso quando viene impiegato da terzino sinistro: non soffre assolutamente il cambio di riferimenti semplicemente perché capace di reiterare le stesse cose che fa a destra. Certamente è un calciatore potenzialmente versatile e non si tratta nemmeno di una scarsa inclinazione associativa, piuttosto porta con sé talmente poca flessibilità da apparire come un corpo estraneo al resto della squadra privato dei proprio punti di riferimento: va spesso fuori tempo trascinato dal suo pace e rendendo i suoi strappi verticali ridondanti.

Le stesse doti fisiche e tecniche che emergono in fase offensive incidono in quella difensiva, infatti quello che gli riesce meglio è sfidare l’avversario diretto ad arrivare prima sul pallone: 2,7 intercetti ogni 90 minuti che salgono a 3,3 quando gioca da terzino. Tanti recuperi sono palloni sradicati dagli avversari (anche in tackle) sfruttando controlli difficili o imprecisi dell’attaccante. Lavorando sulle linee di passaggio sembra dipingersi intorno quasi un’aura speciale che lo differenzia dagli altri giocatori in campo, facendo credere che possa raggiungere qualsiasi pallone ancora senza padrone che gravita nella sua zona. A livello tattico è un difensore ancora grezzo e totalmente da rifinire, ci sono ottimi istinti e caratteristiche atletiche per diventare dominante anche in copertura e marcatura ma per adesso sono fattori che comprensibilmente molte volte pregiudicano posizione e scelte: fa dilatare troppo la distanza con l’avversario fidandosi della sua accelerazione e della sua coordinazione per anticiparlo, non si orienta sempre bene con il corpo. Al netto di pregi e difetti, però, Cancelo resta un difensore molto efficiente, particolarmente portato a difendere in avanti ma con margini e tempo a disposizione per arricchire anche stilisticamente il suo gioco difensivo.

Cancelo è quello che si definisce un progetto di grande giocatore e l’impressione è che gli allenatori e i contesti tattici che avrà intorno nei prossimi anni saranno decisivi. Raramente si è visto in un terzino un mix comparabile di qualità fisiche e tecniche, tutte peraltro espandibili come il tiro che - alla luce del modo in cui crossa o cambia gioco - è destinato in futuro ad essere un’opzione significativa nel suo gioco. È deciso e ormai noto l’interesse del Barcellona, che così aggiungerebbe l’ennesimo dardo verticale nelle mani di Luis Enrique oltre che riproporre un terzino per certi versi simile a quello degli ultimi 8 anni.

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