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Prospettiva terzini: Rick Karsdorp
19 gen 2017
Abbiamo scelto alcuni dei terzini più promettenti del panorama internazionale. Il quarto è Rick Karsdorp del Feyenoord.
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5 min
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Rick Karsdorp è del ’95 ed è arrivato a Rotterdam all’età di 9 anni, reclutato dal VV Schoonhoven – squadra della sua città natale – attraverso la rete di osservatori del Feyenoord. Cresce come centrocampista, ricoprendo tutti i ruoli del centrocampo dal mediano al trequartista, passando per la mezzala. Fred Rutten, allenatore prima di van Bronckhorst, intuisce le potenzialità di Karsdorp come esterno e lo schiera terzino, all’inizio della stagione 2014-15.

I suoi 184 cm e 80 kg sono contenuti in un fisico compatto, esplosivo e potente. Karsdorp riesce a liberare la potenza nella falcata in campo aperto in maniera quasi irriverente nei confronti degli avversari: trovare un giocatore capace di minacciarne l’equilibrio e sfidarlo nel corpo a corpo in velocità è quasi impossibile. La sua originalità nell’interpretazione del ruolo è la conseguenza della necessità di averlo dovuto costruire da zero, negli ultimi anni. Sicuramente la presenza di van Bronckhorst e la stabilità tattica del Feyenoord - e la facilità del campionato olandese in generale - hanno contribuito alla sofisticata modellazione di Karsdorp come esterno di difesa: la ripetizione continua e sistematica di meccanismi e movimenti lo hanno reso molto presto un giocatore determinante.

Non solo un treno

Karsdorp viene comunemente associato a una locomotiva ma è una metafora che lo schiaccia su un’immagine che ne comprende tutte le dimensioni: Karsdorp non solo è un calciatore devastante in corsa nello spazio e nella scelta delle traiettorie da percorrere, ma è anche in grado di mettere in pausa e ragionare. Ha le qualità tecniche e la visione di gioco per esaltare uno stile più riflessivo e ragionato. Sa leggere le situazioni di gioco e adattare il proprio gioco di conseguenza: quando può correre in verticale (con pallone oppure sovrapponendosi) si lascia trasportare dall’impeto dei suoi scatti, quando invece entra dentro il campo oppure negli spazi stretti, o nella costruzione del gioco nelle catene laterali, emerge una natura più associativa e razionale. Con la palla gioca sempre a pochissimi tocchi con una praticità essenziale.

In questa azione controlla il pallone, preparandosi già all’eventuale cross dalla trequarti o alla proiezione verticale. Legge la difesa e gli inserimenti dei compagni, non trova né un appoggio in avanti né una luce per il cross allora rientra, consegna il pallone all’indietro a Strootman e si propone senza palla nello spazio. Riceve il lancio del centrocampista della Roma, stoppa il pallone e supera Matuidi per poi mettere il pallone in mezzo.

L’abnegazione difensiva

Analogamente alla fase offensiva, Karsdorp è stato costretto ad adattare gli istinti difensivi al ruolo di terzino nell’ultimo anno e mezzo. Anche se non naturale, l’esecuzione della fase di non possesso è contraddistinta da una forte abnegazione: si sforza sempre di mantenere la linea difensiva, si applica nelle scalate del pressing e nelle rotazioni di marcatura, studia le distanze con i compagni. La forza nei recuperi difensivi e nel corpo a corpo è una risorsa fondamentale soprattutto quando nello schieramento va ad aderire con centrali non molto veloci o esplosivi o con un esterno d’attacco di riferimento posizionato stabilmente molto alto oppure in transizioni negative. Il periodo di apprendimento nell’analisi delle scelte difensive lo costringe ad alti e bassi, quasi un passaggio forzato nella scala della trasformazione delle decisioni opportune in solide e buone abitudini.

Karsdorp si è dimostrato un giocatore particolarmente efficace quando può leggere la difesa avversaria e creare tiri per i compagni con cross o con altri tipi di passaggi. Nella scorsa Eredivisie ha realizzato 10 assist complessivi staccando tutti gli altri terzini e risultando il secondo miglior assistman in generale, ha generato 1.4 key passes p90 (secondo tra i terzini) di cui la metà derivanti da cross, è stato il terzino che ha crossato di più con 5 cross p90 di cui 1.1 precisi. Quest’anno sta crossando di meno ma con più precisione (3.7 cross p90 di cui 1 preciso), generando lo stesso numero di tiri (1.4 key passes p90 di cui 0.5 da cross). Per i cross privilegia l’uso dell’interno del piede con una tecnica che gli permette di guadagnare in precisione senza perdere in taglio e potenza. Le traiettorie che riesce ad imprimere ai cross non sono sempre pulitissime ma riesce comunque a generare traversoni pericolosi con continuità, anche dalla trequarti. La sua capacità di lettura della difesa e dei movimenti dei compagni non si limita all’esecuzione dei cross ma è legata alla tendenza di proiettare il gioco in verticale e alla sensibilità nella realizzazione dei passaggi (frequentemente usa l’esterno per velocizzare la giocata, con ottimi risultati e con eleganza).

Tutti i modi in cui può essere usato

Malgrado possa sembrare un terzino di stampo classico, la cifra di modernità di Karsdorp è rappresentata dalla molteplicità di strutture tattiche in cui può essere utilizzato con profitto: può essere usato per dare tensione verticale alla catena laterale di destra (sia con la corsa che con le verticalizzazioni), può esaltare squadre che sovraccaricano il lato sinistro per poi cambiare gioco su quello destro creando isolamenti o superiorità numerica, può essere schierato in contesti tattici più omogenei che si ancorano in un blocco compatto con transizioni veloci o pressing a varie altezze, può essere usato in un sistema di gioco più vario che utilizza meccanismi diversi all’interno della stessa partita, o ancora in un sistema che lo prevede in partenza in una difesa a 4 per poi farlo aprire a 5 in centrocampo in fase di possesso.

In un’epoca calcistica in cui la curva di domanda dei giocatori versatili è così pronunciata, una delle chiavi del successo è comunque rappresentata dall’inserimento nel contesto tattico di superlativi specialisti (almeno per il momento) come Karsdorp, dall’ottimizzazione appunto di specificità e dimensioni di calciatori portati a prendersi responsabilità decisionali solo in situazioni ben definite. Ecco perché Karsdorp è uno dei migliori giovani terzini del panorama europeo.

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