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Psicodramma rossonero
20 mag 2016
Una conversazione da bar tra quattro milanisti depressi.
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Quella che segue è la trascrizione di una conversazione avvenuta tra quattro milanisti - Silvia Galbiati, Timothy Small, Daniele Mazzanti e Dario Vismara - delusi, depressi e arrabbiati in vista della finale di Coppa Italia.

Partiamo dalla fine: la finale.

Daniele Mazzanti: Non so in quanti siano del mio partito, però io voglio andare in Europa. Cioè io l’Europa League vorrei iniziarla domani.

Silvia Galbiati: Mi sa che siete in pochi in quel partito.

Daniele: Lo credo anche io. Tutti dicono che è una coppa di merda, si gioca il giovedì, il Milan non corre una volta alla settimana figurati con il doppio impegno. Però dai, è l’Europa...

Dario Vismara: Lasciando un attimo da parte il fatto che è la Juve a decidere se ci andremo o no, in realtà anche io sarei del partito “se possiamo andiamoci”. È anche un modo per far fare esperienza ai nostri giovani, da Donnarumma a Romagnoli fino anche a José Mauri, che secondo me è uno su cui puntare. Soprattutto, non voglio che i giocatori del Milan abbiano una settimana per fare quello che vogliono in città, visto com'è andata nelle ultime due stagioni senza coppe.

Silvia: Certo che vorrei andare in Europa League, ma mi innervosisce pensare che abbiano fatto di tutto per evitare di arrivare sesti e fare i preliminari. Evitare i preliminari vuole dire non ricominciare a giocare a luglio, non fare trasferte in posti impensabili e soprattutto poter partire per la tournée negli Stati Uniti, che significa un sacco di soldi, molti più di quelli che ottieni facendo l’Europa League.

Daniele: È verissimo. Pensa che, a meno che non arrivi in fondo all’Europa League, i soldi della tournée sono praticamente gli stessi.

Dario: Possiamo pagarci lo stipendio di Montolivo, che bello.

Daniele: Che, a quanto pare, sono 3 milioni netti all’anno, quindi 18 lordi sul triennale.

Dario: Bene, iniziamo già alla grandissima.

1 . Allenatori

Daniele: Le ultime dichiarazioni di Brocchi parlano di "giocatori senza dignità". Questo è il quarto allenatore di seguito che dice a questo gruppo cose del genere. Prima Seedorf dice che tre quarti della squadra deve essere cambiata, poi arriva Inzaghi a dire che questo gruppo non sa cosa vuol dire giocare nel Milan (e gli viene risposto “tu non sai cosa vuol dire allenare”), quindi Mihajlovic dice “Questa gente non corre quindi poi non si deve lamentare se non gioca". E alla fine anche Brocchi, che è lì da SEI PARTITE, dice che sono giocatori senza dignità.

Timothy Small: L’unico di questi che ha avuto un minimo di rispetto all’interno dello spogliatoio era Mihajlovic, il problema è che non era rispettato ai piani alti. Mihajlovic non è un genio del calcio, forse, ma è un buon allenatore, anzi almeno è un allenatore, a differenza degli altri tre nomi che hai fatto. Il problema è che non ha mai avuto dietro una società che gli copriva le spalle. Poi Mihajlovic non ha mai fatto del bel gioco una carta vincente: prima di arrivare al Milan ha reso la Sampdoria una squadra solida, ma niente di più. Se la società l’ha scelto è perché voleva creare una squadra solida. E infatti appena è arrivato Mihajlovic la prima cosa che ha detto è stata: “Ragazzi qui bisogna correre”, ed è stato rispettato. È chiaro che se uno come Inzaghi dice a gente che fino a poco prima giocava con lui “non sapete cosa vuol dire giocare nel Milan”, è chiaro che gli rispondano: "E tu chi sei, torna a fare i gol in spiaggia”.

I "famosi" gol in spiaggia di Inzaghi

Silvia: Bisognerebbe parlare anche di quello che viene fatto uscire dalla società, cioè proprio della totale divisione di poteri come uno dei problemi principali e di tutto quello che ne consegue. È normale che se sei nel mezzo di una guerra civile tra Barbara Berlusconi e Adriano Galliani e i rispettivi staff è difficile mettere in piedi un qualsiasi tipo di progetto sensato. Questa cosa delle dichiarazioni è uno degli effetti di questo scontro: ogni entourage sceglie le dichiarazioni da far uscire in modo da screditare l’avversario. Peccato che l’unica a rimetterci sia l’immagine del Milan.

Dario: La regola fondamentale di qualsiasi spogliatoio, in qualsiasi sport, è che tutto ciò che viene detto lì dentro poi non esce fuori. Brocchi non può, alla sesta partita, far uscire certe dichiarazioni. È inconcepibile che il suo discorso alla squadra sia VIRGOLETTATO sulla stampa due giorni dopo. Io non darei mai la mia panchina a un allenatore che ha permesso che uscissero certe dichiarazioni in un momento del genere.

Silvia: Bè ma alla fine te lo meriti, se a poche giornate dalla fine scegli di mandare via Mihajlovic e prendere Brocchi in qualche modo “a scatola chiusa”.

Daniele: Berlusconi è dal giorno zero che non voleva Mihajlovic e ha approfittato di una flessione naturale della squadra per cacciarlo. Ma se penso a come abbiamo affrontato la Juventus con Mihajlovic e quello che provo adesso pensando a quello che succederà nella finale di Coppa Italia, sono due sentimenti completamente differenti. Contro la Juve il Milan di Mihajlovic fa una partita dignitosissima, una partita da Milan di Mihajlovic: non parliamo di calcio spettacolo, ma non è neanche quello che dobbiamo aspettarci visto che non aveva gli interpreti per farlo. In quella partita il migliore in campo è stato Buffon che ha subito 2 gol da gennaio in poi, mentre solo in quella ne prende uno di testa e ne salva altri due a dir poco miracolosi su Balotelli. Ha rischiato di più in quella singola partita che in tutto il girone praticamente. E adesso ci dirigiamo verso questa finale con incognite gigantesche, a partire dal modulo: si dice che alla fine anche Brocchi stia pensando di tornare al 4-4-2.

Silvia: Che alla fine è l’unico modulo che si addice a questa squadra e a questi interpreti.

Dario: Con quel modulo alla fine Mihajlovic aveva anche trovato una quadratura: ordinati dietro, Niang e Bacca davanti, spremendo ogni goccia del momento migliore della stagione di Bonaventura che creava ogni azione offensiva. Nel momento in cui Bonaventura è calato (e le altre squadre si sono adattate a lui) e Niang si è infortunato (con il famoso incidente “sulla strada per il bowling di Nerviano”) la nostra stagione è sostanzialmente finita.

Timothy: Il Milan di quelle 10 partite decenti con Mihajlovic è il migliore che abbiamo visto dal secondo anno di Allegri. Penso al derby che abbiamo vinto 3-0: erano anni che non succedeva una cosa del genere, non sono mai stato così contento di tifare Milan in 4 anni. Pareggiamo con la Roma, vinciamo con la Fiorentina, pareggiamo con l'Empoli e poi vinciamo il derby: sono partite ben giocate, il Milan fa un sacco di gol, la coppia Bacca—Niang funziona. C’è un momento in cui mi sono detto: “Cacchio, il Milan è una squadra. Può piacere o non piacere, ma è una squadra”. E quella squadra lì è stata smantellata perché Mihajlovic non andava bene. Ma non andava bene da prima, perché il Milan che è arrivato a -1 dall’Inter quando era sesto, che rischiava addirittura di diventare quinto (e forse anche quarto vedendo la fine di stagione della Fiorentina) era a un passo dal raggiungere un ottimo risultato per quella rosa. La settima posizione a -4 dal Sassuolo con cui abbiamo chiuso è una presa per il culo. Brocchi ha preso la squadra che era sesto a pochi punti dall’Inter e ha chiuso settimo a -10. L’Inter ha perso lo stesso numero di partite che abbiamo perso noi, 11, e noi siamo a meno 10. Se rimaneva Mihajlovic eravamo quantomeno sesti di sicuro.

Silvia: C’è da dire che nelle ultime settimane abbiamo visto alcune delle partite peggio giocate degli ultimi anni. Forse in questa stagione c’è stato il miglior Milan degli ultimi quattro anni, quello di Mihajlovic di cui parlava Tim, ma c’è stato anche il peggiore Milan. Penso a Milan-Carpi, Verona-Milan, il 3-3 con il Frosinone...

Timothy: Quella col Verona è stata una partita ridicola. C’erano 6 giocatori davanti, 4 dietro, mancava una logica, mancava un allenatore, mancava un modulo o un sistema.

Daniele: A me ha ricordato tanto un altro dei momenti più bassi di questi ultimi anni, ovvero quando il Milan di Inzaghi va a Torino e pareggia 1-1 con De Sciglio che si fa espellere nel primo tempo e il Milan che prende il gol del pareggio all’ottantesimo. Io ho avuto la malaugurata idea di andare a Torino a vederla ed è tuttora la partita di calcio più brutta che abbia mai visto dal vivo, 90 minuti di agonia. Quando sento Berlusconi che nei suoi deliri mistici dice “non abbiamo mai visto il Milan giocare così male”, io mi incazzo come una iena perché non solo non è vero, ma dimostra che il Milan non l’ha visto proprio negli ultimi anni. Tim ha ragione, con Mihajlovic noi in Europa ci saremmo arrivati: dopo la prestazione maiuscola con la Juventus saremmo andati avanti sulle ali dell’entusiasmo, come una provinciale quale siamo diventati, e quelle partite non le avremmo perse.

2. La rosa

Silvia: A questo punto però vorrei farvi una domanda. Nell’elenco di colpe e colpevoli, voi dove mettete i giocatori?

Timothy: Per me i calciatori non hanno mai colpa, perché se non danno quello che ci si aspetta da loro la colpa è della persona che li ha comprati e li ha messi in quello spogliatoio. Se nello spogliatoio non c’è chimica, la colpa è di chi ha messo insieme quello spogliatoio. Hanno smantellato e ricostruito (male) la squadra per 5 anni di fila. Hanno dato la fascia di capitano a Montolivo considerandolo il giocatore più carismatico dello spogliatoio.

Il carismatico capitan Montolivo

Possiamo dire che Bertolacci poteva rendere di più, ma io personalmente fatico a dargli colpe, vista la situazione in cui è arrivato. Bertolacci giovava interno di centrocampo in un 3-4-3, ed è stato subito messo fuori ruolo; quando inizia a giocare bene, si rompe; poi cambiano modulo quattro volte; poi arriva Brocchi. È normale che finisca tutto. Pensate a El Shaarawy: è diventato bravo all’improvviso o semplicemente lo sta allenando uno che sa allenare? El Shaarawy giocava bene con Allegri, che è un allenatore, così come faceva De Sciglio. Ora De Sciglio andrà alla Juve e Allegri lo trasformerà nel miglior De Sciglio. E se noi continuiamo a mettere in panchina dei non-allenatori, come Seedorf, Inzaghi e Brocchi, allora è normale che i giocatori che potrebbero migliorare non migliorano, quelli che hanno un potenziale non lo esprimono, quelli che sono incompleti lo rimangono.

Come puoi prendertela con dei giocatori che contro la Juve lottano, giocano bene e tu li ripaghi cacciando Mihajlovic e prendendo Brocchi, uno che alla seconda partita fa giocare titolare Boateng? E cosa dovrebbero fare la domenica dopo, impegnarsi?

Il fatto che esista un video sulle giocate di Boateng al Milan in questa stagione dovrebbe iniziare a preoccuparci.

3. Il mercato

Daniele: Tutti i problemi nascono dalla testa della società, e su questo siamo tutti d’accordo. Questa squadra è stata assemblata malissimo nel corso degli ultimi 10 anni, senza mai comprare giocatori che potessero servire all’allenatore di turno. L’unico acquisto che rifarei domani è Romagnoli.

Silvia: Romagnoli non è solo un acquisto che rifarei, ma è forse tra i migliori degli ultimi anni: giovane, di talento, con personalità e con un potenziale di crescita enorme. C’è chi dice che l’abbiamo pagato troppo, io l’avrei pagato anche di più se fosse servito. Ricordiamoci l’età che ha, come sta giocando e in che condizioni.

Daniele: Romagnoli è un acquisto perfetto: ha 20 anni e ha davanti a sé una carriera meravigliosa. Il problema è che il Milan ha preso Romagnoli e lo ha messo a comandare la difesa, senza un compagno di riferimento. Rugani, che quest’anno ha giocato solo 10 partite, probabilmente è cresciuto di più di Romagnoli perché ha la fortuna di allenarsi con una difesa tra le più forti del mondo. Romagnoli ha un potenziale sconfinato, ma in questa situazione non può sfruttarlo. La colpa è sia degli allenatori che di chi ha assemblato la squadra in questo modo. Però io, a differenza di Tim, non riesco a non dare un minimo di colpa ai giocatori: quando vedo la gente trotterellare in giro per il campo li accoltellerei tutti.

Timothy: Secondo me oggi non c’è nemmeno uno dei giocatori del Milan che sia contento di essere al Milan. In qualsiasi azienda se il morale è basso e la gente è triste, se il team lavora male, il problema è del manager. In qualsiasi ambito la gente lavora bene se è entusiasta di lavorare e si impegna tanto più si sente valorizzata e felice. Se lavori in un posto di merda, non ti impegni. I calciatori sono esseri umani, i soldi sono relativi, se non si impegnano è perché hanno attorno un sistema patetico.

4. Le origini del male

Timothy: Io mi sono chiesto quando è iniziato il male. E mi sono risposto con due momenti: la cessione di Shevchenko al Chelsea e la pantomima dell’addio a Kakà.

Daniele: Secondo me tutto cambia a maggio del 2006, con la cessione di Shevchenko al Chelsea. È la prima volta che il Milan di Berlusconi vende una stella nel suo prime e non in fase calante. Quel momento cambia radicalmente tutta la gestione, e per 10 anni siamo andati avanti così. Il problema è che se Galliani rimane al Milan e se Berlusconi rimane presidente, non cambierà mai nulla. Adesso ho addirittura paura che vendano quelli buoni, che ad oggi per me non sono più di sei: Donnarumma, Romagnoli, Bonaventura, Bacca, Niang e José Mauri.

Silvia: Kucka?

Daniele: Su Kucka mi sono ricreduto. Io lo ammetto, ero uno di quelli che diceva “Ma chi cazzo è Kucka”. Poi però ripenso a certe prestazioni tipo nel derby ed è uno di quelli che mi ha caricato di più.

Timothy: Io ho ricostruito come è arrivato Kucka al Milan. Galliani ha preso Kondogbia e Mancini e Moratti si dicono: “Non possono averlo preso, lo vogliamo noi”. Chiamano Kondogbia e Mancini gli dice: “Hey Geoffrey, hai presente Yaya Tourè? Prima che giocasse per me era un mediano come te, adesso guadagna 15 milioni di euro l’anno ed è diventato uno dei migliori giocatori al mondo. Farò di te quello che ho fatto per Tourè”. Kondogbia ci pensa e dice: “Bè in effetti i risultati dell’Inter degli ultimi anni sono meglio di quelli del Milan, Mancini lo conosco, ci sto”. Galliani torna a Milano a mani vuote e pensa: “Mi hanno chiesto un centrocampista forte, fisico, che riesce a spezzare il gioco, un incursore potente che vince i contrasti, che prende i palloni di testa, uno completo. Chi prendo?”. Galliani non sa cosa fare e non conosce i nomi dei giocatori, chiama il suo amico Preziosi. Preziosi dice: “Adriano, io avrei Bertolacci che è molto bravo”. Galliani risponde: “Ah sì sì, a San Siro ha fatto un gran gol al Milan” (visto che si ricorda solo quello). E decide di prenderlo. Allora chiama il suo amico Sabatini che pensa: “Cosa faccio? Prendoo Bertolacci per 7 milioni e lo rivendo e ne guadagno 13? Bella lì, facciamolo”. Così Bertolacci va al Milan e Mihajlovic dice a Galliani: “A me però serviva uno come Kondogbia, Bertolacci è alto 1,63 e pesa 42 chili”. Galliani risponde: “Provaci lo stesso, vedrai che funziona”. Passa un mese e mezzo di estate e Mihajlovic chiama Galliani: “Dottore, guardi che è passato un mese e mezzo ma questo qui non è cresciuto di 20 centimetri”. Allora Galliani richiama Preziosi e si lamenta: “Preziosi mi hai preso in giro, ti avevo chiesto uno grosso e mi hai mandato un mingherlino”. Allora Preziosi risponde: “Va bene, ti do Kucka a 3 milioni”. Ergo: Kucka è Kondogbia che costa poco. Fine.

Daniele: Ed è finito per essere il nostro migliore acquisto qualità/prezzo da un po’ di tempo a questa parte.

Dario: A parte Jon Dahl Tomasson a parametro zero. Never forget.

Daniele: C’è da dire che il Milan nonostante tutto un po’ di fascino lo conserva ancora. Carlos Bacca quest’anno una squadra che giocava in Champions la trovava facilmente.

Timothy: La campagna acquisti del Milan alla fine non è stata così sbagliata. Hanno preso Bacca, uno degli attaccanti più forti al mondo, Romagnoli e Bertolacci, che forse è stato l’unico errore. Il problema che questi tre non bastano, ne servirebbero altri otto.

Silvia: Beh io non la definirei comunque una buona campagna acquisti. Va bene che non li hanno pagati, ma comunque prendere Balotelli e Boateng mi sembra una follia, soprattutto in un momento in cui hai uno spogliatoio distrutto come quello del Milan. E due così non fanno altro che peggiorare le cose.

Timothy: I famosi 100 milioni che tutti criticano il Manchester City li spende in una settimana. Devi spendere almeno 100 milioni se vuoi rifare la squadra.

Dario: E di Luis Luiz Adriano cosa pensate?

Timothy: È un buon comprimario per una squadra forte. Se invece hai una squadra scarsa e che cambia allenatore ogni sei mesi, è inutile.

Daniele: Luiz Adriano è un acquisto che non ho capito. Hai già preso un centravanti come Bacca, quindi concentrati su altri reparti. Luiz Adriano però sa giocare a pallone, nel derby d’andata si è mangiato parecchi gol ma ha fatto dei dialoghi meravigliosi con Bacca, c’erano Murillo e Miranda e non li hanno visti per tutta la partita.

Dario: Luiz Adriano è un acquisto perfetto se dopo 6 mesi lo rivendi in Cina, come effettivamente avevamo fatto e come probabilmente era il piano fin dall'inizio.

Daniele: Tra l’altro Luiz Adriano ha un contratto di quasi 5 milioni di euro netti per 5 anni. Sono 45 milioni lordi totali. Poi, se vogliamo, possiamo anche parlare del fatto che a bilancio ci sono 8 milioni per Rodrigo Ely che arriva dall’Avellino. E quella cos'è, se non una commissione a un procuratore? Poi per carità: tutti pagano i procuratori, anche Pogba non è arrivato esattamente a costo zero alla Juve. Il problema è per quale giocatore viene pagato il procuratore: se spendi tipo 9 milioni per Pogba e 8 per Rodrigo Ely, c’è qualcosa che non va.

Per chi non ricordasse la faccia di Ely a inizio stagione quando con Romagnoli doveva formare la coppia di centrali titolare del Milan.

5. La società e il futuro

Dario: A proposito di qualcosa che non va, cosa vogliamo fare con i cinesi che vogliono comprare la società?

Daniele: Acclamarli e iscriverci al partito.

Timothy: Io non vedo l’ora.

Daniele: Io mi sveglio ogni mattina con la speranza di leggere la notizia della cessione.

Silvia: Prima succede, prima finisce il martirio. Bisogna vedere quando arrivano e cosa fanno appena arrivano. Perché se comprano ma la gestione rimane in mano a Galliani, c’è il grosso rischio che alla fine non cambi assolutamente nulla. L’unica speranza di salvezza è che il cambiamento sia totale.

Timothy: Alla fine manderanno via tutti. L’unico vero problema è che, comunque vada, ci facciamo un’altra estate con Galliani che comanda il mercato. Io Brocchi non lo voglio più vedere nemmeno in Primavera.

Daniele: Sento parlare di nomi per la panchina dell’anno prossimo che sono perfettamente in linea con il Milan di Galliani e di Berlusconi.

Silvia: Tipo Giampaolo!

Timothy: Oh ragazzi dai Giampaolo è bravino.

Daniele: Giampaolo è il best friend di Sarri, che gli ha detto cosa fare e cosa non fare all’Empoli. Poi è anche vero che gli hanno tolto quattro titolari e lui ha fatto più punti dell'anno scorso, però ricordiamoci che Giampaolo due anni fa prendeva le pallonate dalla Cremonese in Lega Pro.

Timothy: Dai ragazzi Giampaolo ha allenato un sacco di squadre in Serie A.

Silvia: Sì, ma tu vuoi rifondare partendo da Giampaolo?!

Timothy: E con chi vuoi rifondare quindi?

Silvia: La domanda non è chi vorrei io, ma chi sarebbe disposto a venire al Milan adesso e in queste condizioni.

Timothy: Di quello che ci passa il convento, Giampaolo è il meglio che c’è. Io se fossi Emery non penso che verrei al Milan. Come l’anno scorso speravo in Klopp, ma sapevo che non sarebbe mai venuto.

Daniele: Io quest’anno dico Tuchel.

Timothy: Ma non viene nemmeno lui!

Daniele: Quest’anno il Milan, nella migliore delle ipotesi, rischia di essere un fantastico ibrido: gestione vecchia moneta nuova. Non credo che i cinesi vengano qua e radano al suolo tutto trasformandoci subito in una società dal piglio internazionale, una squadra che spacca i culi, con un allenatore come Tuchel a cui dicono “ti compro tutto quello che vuoi, se vuoi Aubameyang te lo ricompro, anche se non facciamo le coppe spendiamo”. È una cosa totalmente irrealizzabile. I candidati reali per la panchina sono quelli che si leggono sui giornali: Giampaolo, Rudi Garcia...

Dario: Sono l’unico a pensare che Pioli sarebbe un allenatore quantomeno decente?

Daniele: Beh, è un allenatore ed è sicuramente un upgrade vista la situazione.

Timothy: Qualsiasi allenatore di A o B in questo momento è meglio di Brocchi, anche Oddo. Se posso dire chi vorrei, dato che quest’anno è di transizione, dico Bielsa. Fai una squadra assurda, giochi un calcio scandaloso, fai 6- 5 con il Sassuolo in casa con tutti giovani. Almeno ti diverti, perdi ma non ti incazzi. Si chiama El Loco, è matto e lo sai. Quindi dici “Ma perché ha fatto sto cambio? Ah già: è matto!”. E diventiamo la squadra più hipster del mondo in un secondo.

Daniele: Se arrivasse il loco Bielsa il primo acquisto che chiederebbe è Bruno Martella del Crotone, alto un metro e 84 con una barba lunghissima. E sì, hipsterismo a palate.

Dario: E il buon Donadoni?

Silvia: Se ne parla da talmente tanto tempo che a questo punto probabilmente non verrà mai.

Daniele: Per me potrebbe andar bene, anche se non mi hai mai entusiasmato. Rimane il fatto che mi dà più garanzie lui di Giampaolo, che è un allenatore che o fa benissimo o malissimo, senza vie di mezzo.

Timothy: Oggi al Milan se l’opzione è o fai bene o fai male, generalmente fai male. La situazione ambientale è talmente marcia e compromessa dal punto di vista della comunicazione, della politica interna, dei ruoli di potere, che non può andare bene. Il fatto che non abbiamo un direttore sportivo è assurdo, così come che ci siano due diversi uffici stampa. È assurdo anche che il presidente sia un uomo talmente vecchio che non so più quante plastiche abbia fatto, tanto che non capisco neanche più che faccia ha. Sembra sempre perennemente sorpreso di qualcosa di invisibile.

Silvia: E di Rudi Garcia cosa pensate?

Daniele: Garcia ha alle spalle una stagione in cui la Roma ha fatto una cosa meravigliosa e una stagione in cui se non fosse arrivato Spalletti forse li avremmo superati in classifica. Ha il bianco e il nero.

Timothy: Sì, ma lo volevano mandare a casa tutti. Non è che Spalletti ha insegnato a Nainggolan a giocare a calcio.

Daniele: Il problema è che se al Milan lo zoccolo duro dello spogliatoio è composto da Montolivo e Abate. Dove vogliamo andare? La cosa grave è che dovremmo cambiare quasi tutta la rosa, e a parte quei sei che terrei, gli altri non vanno bene nemmeno come riserve.

Silvia: Io invece come riserve terrei qualcuno in più tipo Antonelli, Kucka, Honda, anche Abate magari. Il problema non sono le riserve, il problema è che il Milan deve cambiare i titolari.

Timothy: A partire dal centrocampo. Puoi anche prendere Witsel, ma se deve giocare di fianco a Montolivo non cambia niente. Ma prima di tutto questo devi trovare un allenatore e capire che modulo usa.

Silvia: Peccato che al Milan si scelga prima il modulo e poi l‘allenatore che gioca o che deve per forza applicare quel modulo.

M A gennaio Mihajlovic aveva capito che il 4-4-2 era il modulo giusto e a gennaio è arrivato KEVIN PRINCE BOATENG. Mi sono stupito del fatto che Mihajlovic non si sia dimesso.

Dario: E non dimenticare il fondamentale ritorno di Menez.

Timothy: Troppa gente ha inquinato l'ambiente in troppi anni di fila. Bisogna iniziare a versare un po’ di acqua pulita in quel bicchiere di acqua sporca e continuare a versarla finche l’acqua sporca non esce. Ma ci vuole tempo.

Daniele: Quanti anni resterà Gigio al Milan?

Dario: Fino ai 20.

Silvia: Dipende da cosa succede. Se c’è il tanto sperato cambio societario, se viene creato un progetto serio e a lungo termine, Gigio può diventare quella bandiera che al Milan non si vede più da Maldini. Può finire la carriera in rossonero.

Timothy: Tutto dipende. La cosa che a me fa venire da piangere è che Berlusconi possa non vendere. Io non ce la faccio più.

Silvia: Pare che in realtà lui non voglia affatto vendere: il suo sogno è passare gli ultimi anni della sua vita a riportare in alto in Milan investendo vagonate di soldi ecc. Il problema è che i figli non sono d’accordo perché non hanno alcun interesse nel Milan, quindi piuttosto che lasciare andare tutto avanti così dice "ok, vendo a qualcun altro che i soldi da investire nel mercato ce li ha".

Daniele: Se restasse Berlusconi e mettesse i soldi comunque verrebbe tutto amministrato da Galliani.

Timothy: Ma perché non lo caccia, per la storia della buonuscita di 100 milioni di euro?

Silvia: La buonuscita è il motivo ufficioso.

Silvia: L’ultima cosa che vi chiedo: cosa vi aspettate da questa finale?

Daniele: Spero di vincerla perché voglio andare in Europa ma secondo me perdiamo.

Timothy: Spero di perderla, tipo 9 a 0. Doccia fredda definitiva e meritata. E poi rifondazione.

Dario: Anche io spero di perderla. Non ne posso più.

Silvia: Io non so cosa spero, so solo che è praticamente certo che la perderemo quindi è anche inutile chiedermelo.

Timothy: Andare in Europa per aver battuto l’Alessandria e lo Spezia sarebbe immeritato, quindi non lo voglio.

Daniele:Paradossalmente siamo in una situazione assurda: la Juve non può perdere, i presupposti per una sfangata epica ci sono. Il mio best case scenario è che la vinciamo e viene stravolto tutto comunque, perché tutti sanno che facciamo schifo.

Timothy: Sai cosa succede se vinciamo? Che passiamo tutta l’estate a sentire Galliani e Berlusconi dire che la stagione non è andata così male perché abbiamo vinto la Coppa Italia. E io voglio sentirvi a fine agosto, dopo una campagna acquisti inutile, con la giustificazione che la squadra tutto sommato è forte perché abbiamo vinto la Coppa Italia. E ci sarà da ridere.

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