Cara redazione, da un po’ di tempo mi sto interessando di calcio extra-europeo (come, leggendovi, so che alcuni di voi fanno).
A tal proposito volevo chiedere la vostra opinione riguardo la Chinese Super League e l’MLS: questi due campionati se fossero traslati in Europa a che punto del ranking si collocherebbero? Sono così peggio di un campionato ucraino, belga o turco?
Spero in una vostra risposta e vi porgo i miei saluti di accanito lettore!
Matteo
Risponde Fabrizio Gabrielli, che ha un lungo curriculum di notti perse dietro alla MLS
Caro Matteo,
che immagino un po’ con le occhiaie - come me, d’altronde - dopo aver fatto l’alba per seguire il derby di Rosario tra Central e Newell’s: ti sei mai chiesto qual è la ratio, se mai ce n’è una, che ti ha spinto a interessarti ai campionati extraeuropei?
Io l’ho fatto, e mi sono dato un paio di risposte potenziali:
per poter raccontare, agli amici durante l’aperitivo, l’ultima sensazionale serie di giocate di Miggy Almirón, vittima di un esotismo delirante
perché il calcio europeo è troppo plastificato, e patinato, e vincono sempre gli stessi
per cercare di capire come certi singoli contesti mondiali influenzino, plasmino, rendano il calcio qualcosa di diverso da quello che conosciamo, e pur sempre Calcio
Come noterai, in nessuna delle prime tre risposte, ma non la troveresti neppure nelle mie (non so le tue) prime dieci, è contemplata l’ipotesi di voler (o dover) capire dove piazzare certi campionati in un fantomatico ranking. Insomma, mi sembra un po’ una domanda eurocentrica, per quanto interessante. Perciò voglio prestarmi al tuo giochino, che mi sembra divertente.
Prima, però, dobbiamo cercare di calibrare il discorso, portandolo sul piano corretto.
La Major League of Soccer, e la Chinese Super League, sono competizioni molto diverse da quelle che conosciamo, ma anche tra di loro.
A differenza dei campionati minori europei, la MLS (e in parte, minore, la CSL) puntano su un apparato comunicativo, mediatico, spettacolare intendendo “di puro entertainment” che l’Europa proprio non conosce (o sta iniziando a conoscere oggi): quella, più che il valore tecnico o tattico di squadre e giocatori, è il vero volano, che probabilmente ha portato me, e te, a volerli seguire, a goderne lo spettacolo.
La MLS sottopone ogni anno, a un campione di calciatori che vi militano, un questionario anonimo, un meccanismo di autovalutazione tipo quelli che da noi costituiscono il perno centrale della Buona Scuola e vengono proposti a docenti e alunni.
Ho trovato molto interessante, perché sembrava proprio voler rispondere a te, quello di due anni fa. Gli hanno chiesto: «dove pensate che il miglior club di MLS si piazzerebbe in Premier League?».
I risultati fanno riflettere: nessuno dei 123 interpellati ha risposto «tra le prime quattro»; in compenso, però, i due terzi è convinto di un piazzamento tra la quinta e la quattordicesima posizione, insomma, non penso si possa dire la stessa cosa del Bursaspor o del Genk, no? (Anche se più della metà dei giocatori della MLS non ha mai giocato in Europa, quindi bisognerebbe pesare la loro capacità percettiva).
MLS e CSL mancano soprattutto di credibilità. Uno dei motivi principali e che poche squadre europee, a differenza di quello che fanno i top club con le leghe minori del continente, abbiano (ancora) deciso di puntare su giovani provenienti da campionati così lontani e (apparentemente, o pregiudizievolmente reputati) poco performanti. Anche l’assenza di competizioni continentali, a più largo respiro, che le rendano competitive contribuisce a sminuirne l’appeal. Il giovanotto del Bate Borisov ha più possibilità, in termini di possibilità di mettersi in mostra, in una partita di Europa League di quante non ne abbia l’ala destra dei Seattle Sounders in un quarto di finale di Concachampions.
Siamo portati a vedere un certo tipo di contesto, allora, più come buen retiro, e quasi mai come prima scelta. Le opinioni di Oscar, o Ferreira-Carrasco, alla fine non sono dissimili di quelle di Ezequiel Barco o dello stesso Almirón: i soldi oliano sempre meglio gli ingranaggi quando ce ne sono a carriolate, se mi passi il termine, eppure qualcosa sembra stia cambiando, specie in MLS, dove molti sudamericani, soprattutto, arrivano giovanissimi per fare la gavetta, reputando queste piccole grandi stranissime leghe una sorta di tappa intermedia (simile, siamo d’accordo, al Genk o allo Sporting Braga, anche se con un budget decisamente ridimensionato).
Se la MLS avesse una newsletter bella almeno quanto la nostra Stili di Gioco, e il commissioner Don Garber si prendesse la briga di risponderti al posto mio, forse non avresti ottenuto lo stesso scenario: lui stesso è convinto che anche la LigaMX, il campionato messicano, sia superiore alla MLS.
Ma cosa rende un campionato superiore rispetto a un altro?
Un sacco di fattori: che però vanno interpretati, letti, comparati, per capire che ogni distanza va contestualizzata. Non è una questione matematica: una iarda è sempre corrispondente a 0,9144 metri, mentre tradurre la parola danese hygge in tutte le altre lingue del mondo comporterebbe, in qualche modo, sempre una traslitterazione, con il rischio di perdersi per strada una sfumatura.
La MLS e la CLS sono leghe giovani non solo in quanto fondate poco tempo fa, ma anche in termini di età media dei calciatori che ci giocano: Atlanta, che guida la Eastern Conference, e i SIPG capofila della CSL hanno un’età media inferiore a quella del Galatasaray, del Benfica o del Porto, e la stessa del Brugge. Il valore medio di mercato delle rose è decisamente più alto di quello del massimo campionato polacco o ucraino, e ci sono top player che valgono 20, 30 milioni, qualcosa che non accade in Bielorussia, o in Norvegia.
Mi dirai che i soldi non sono tutto, nella vita: ma assumiamo che la differenza, allora, stia nel tasso tecnico, nella spettacolarità. In MLS c’è chi tira più di 7 volte a partita (Giovinco, Hulk invece scarica 5 sassate a partita contro poveri portieri cinesi) e chi dribbla gli avversari almeno 5 volte (Darwin Quintero, o Pato in CSL). Sessegnon, in Turchia, anche se i terzini turchi sono i più imbambolati del continente, arriva a malapena a 4 dribbling per partita.
E infine: quale campionato minore può permettersi di mettere in piedi una macchina della narrazione epica simile a quella che ha cantato per le strade di LA la discesa di Zlatan?
Il problema, caro amico, e spero con questo di risponderti in maniera più compiuta, insomma, non è su chi stai facendo la corsa, ma perché vuoi farla. Per piazzarsi tra le prime dieci leghe al mondo, MLS e CSL dovrebbero approntare un processo di crescita tecnica che passa attraverso la partecipazione a contesti più stimolanti. Ma per entrare in quel circuito è necessario, prima di tutto, che il milieu ti sia favorevole. E poi devi fare enormi investimenti. Ecco: MLS e CSL preferiscono focalizzare i loro investimenti sull’entertainment.
E comunque se dovessi stilare un power ranking delle leghe mondiali, che parte dalla Premier League e finisce qualche miglio marino più in là dopo aver fatto il giro del mondo, non sono neppure sicuro che la MLS (meno la CSL) non siano già tra le prime 20. Tolti i cinque campionati maggiori, quanti ne dobbiamo snocciolare prima di arrivare al logo della MLS? Liga NOS, Jupiler League, Eredivisie. La Süper Lig turca. La Prem’er-Liga russa? Superliga Argentina e Brasilerão. La J.League? Non riesco a trovarne 15 più interessanti.
Sono convinto, insomma, che se Toronto avesse vinto la finale di Concachampions, e a novembre l’avessimo ritrovato sui campi della FIFA World Cup, forse, non avremmo avuto già allora più la minima esitazione, a piazzare la MLS sopra all’Allsvenskan, con tutto il rispetto per i nostri amici svedesi. Ammesso e non concesso che non ci si trovi già. Volete mettere un New York City FC - Los Angeles Galaxy con un Brommapojkarna - Djurgården?