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Quale centrocampo per l'Europeo
10 mag 2016
Continua la serie in cui cerchiamo di costruire la formazione ideale dell'Italia al prossimo Europeo. Nella terza puntata il centrocampo, probabilmente il reparto con più punti interrogativi.
(articolo)
9 min
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A circa un mese dall’inizio di Euro 2016, il centrocampo è probabilmente il reparto della nostra Nazionale con più punti interrogativi: dipenderà, certo, dal modulo o dai moduli che Conte deciderà di schierare, ma al momento la prima preoccupazione del c.t. sono senza dubbio gli infortuni.

La rottura del crociato di Claudio Marchisio ha privato gli Azzurri di una certezza e se non del migliore per valore assoluto, sicuramente del giocatore più insostituibile in rosa: il centrocampista della Juventus, all’apice della propria carriera, offriva quantità e qualità di livello internazionale, oltre che duttilità. Se questa stagione si è reinventato regista davanti alla difesa, Marchisio ha giocato gran parte della propria carriera da mezzala e sarebbe tornato sicuramente utile anche da interno in un centrocampo a tre.

L’altro miglior elemento del nostro centrocampo, Marco Verratti, è stato tormentato dai guai fisici per tutta la stagione e nella serata di venerdì il PSG ha comunicato la decisione del giocatore di operarsi. Così, nemmeno Verratti farà parte della spedizione azzurra. Tra la pubalgia e altri infortuni minori il centrocampista azzurro ha saltato 28 partite per un totale di 127 giorni passati in infermeria durante il 2015/2016: la scelta di operarsi è totalmente comprensibile (specie per un giocatore giovane che avrà sicuramente altre occasioni per giocare un torneo con la sua Nazionale) ma forse, come scritto da l’Équipe, l’operazione poteva essere anticipata allo scorso dicembre, consentendo al giocatore di dare il suo contributo nel momento clou della stagione del PSG, oltre che giocare l’Europeo. La realtà dei fatti però è che l’Italia ha perso un altro elemento chiave della sua rosa già non floridissima, complicando ulteriormente i piani del commissario tecnico.

Il compagno di squadra al PSG di Verratti, Thiago Motta, non è stato altrettanto sfortunato, ma alla soglia dei 34 anni (li compirà a fine agosto), i recenti problemi alla coscia sono un campanello d’allarme da non sottovalutare. Precedentemente mai convocato nella gestione Conte, Motta è stato chiamato per le amichevoli di marzo contro Spagna e Germania e l’ex allenatore della Juventus (e futuro allenatore del Chelsea) sembra ormai essersi convinto a puntare sul centrocampista italo-brasiliano, a maggior ragione dopo la defezioni di Marchisio e Verratti.

Poi ci sono le questioni tattiche

Durante l’ultimo anno Conte ha impiegato quattro sistemi di gioco: nell’ordine: 3-5-2, 4-3-3, 4-4-2 (o se preferite 4-2-4) e 3-4-3 (quest’ultimo modulo in entrambe le amichevoli giocate nel 2016). È indubbio che vi siano differenze considerevoli nel giocare con un centrocampo con due o tre centrali, ma anche il supporto di una difesa a tre a quattro cambia decisamente le carte in tavola e le dinamiche tattiche in gioco. Per interpretare al meglio questi sistemi di gioco serve una flessibilità notevole da parte dei calciatori, ma se pensiamo ai ruoli che ricoprono i centrocampisti italiani nei loro rispettivi club, per Conte non sarà facile schierare insieme i migliori, quasi tutti centrocampisti difensivi.

Tra i giocatori convocati durante le qualificazioni sembrano decisamente improbabili le convocazioni di Aquilani e Poli, due mezzali, e di Valdifiori, regista. Classificando il resto dei convocati nel biennio, sulla base del ruolo che più o meno stabilmente ricoprono nel proprio club, la maggior parte gioca davanti alla difesa in un centrocampo a tre: De Rossi, Jorginho, Montolivo, Motta e Pirlo; e solo Bertolacci, Parolo e Soriano fanno gli interni di centrocampo.

Tra i potenziali registi, Motta e De Rossi sono i più efficienti nel gioco corto e lungo, ma il centrocampista del PSG completa il doppio dei passaggi del metodista della Roma.

La stagione non brillantissima di Bertolacci ne ha probabilmente pregiudicato la partecipazione a Euro 2016: al suo posto Conte potrebbe tenere in considerazione anche giovani come Baselli, Benassi e Sturaro, che invece hanno ben figurato.

Di fatto, fino a pochi giorni fa (senza dimenticare i jolly Florenzi e Giaccherini che proprio per la loro duttilità sembrano avere già un posto prenotato nel ritiro di Montpellier) gli unici due sicuri del posto sembravano essere Verratti e Parolo.

Verratti-Parolo fu proprio la coppia scelta da Conte nella prima uscita del 4-4-2 contro l’Azerbaijan e volendo i due si sarebbero completati bene anche in un centrocampo a tre: mezzala di possesso il primo, interno con compiti di inserimento il secondo. Senza la duttilità di Verratti, le scelte tattiche di Conte assumeranno ulteriore rilevanza nelle convocazioni.

Quindi, con un centrocampo a due

Tra i mediani, oltre a Montolivo che con Mihajlović giocava nel 4-4-2, l’unico adattabile a giocare in un centrocampo a due senza grosse sofferenze era proprio Marchisio, a cui possiamo forse aggiungere Motta, su cui pesa l’incognita delle doti dinamiche, ma la cui candidatura è rafforzata ulteriormente dal fatto che in passato ha giocato nel ruolo, e che conosce bene il 3-4-3 “gasperiniano”, tanto che Conte lo ha scelto sia contro la Spagna che contro la Germania.

Insieme all’esplosione di Vidal, il fatto di voler utilizzare Pirlo al meglio fu il cardine del passaggio dal centrocampo a due a quello a tre negli anni bianconeri di Conte: ora che il regista di Brescia sta per compiere i 37 anni (il 19 maggio), non lo vedremo né nell’eventuale 4-4-2 né nel 3-4-3. Anzi, è probabile che ad Euro 2016 non lo vedremo proprio: il fatto di giocare in un campionato come la MLS (tra l’altro cominciato da poche settimane) non lo avvantaggia. Nemmeno De Rossi ha dalla sua la carta d’identità e sarebbe altrettanto svantaggiato dal suo stile compassato e dall’attitudine a giocare molto vicino alla difesa. Jorginho è stato probabilmente il miglior regista della Serie A ed ora che sembra aver definitivamente trovato la sua dimensione sarebbe poco logico rimetterlo in discussione in un doble pivote, visto che durante l’era Benitez ha dimostrato di avere difficoltà nell’interpretazione del ruolo.

Chi non rischia con il centrocampo a due è Soriano, in grado di giocare in tutti i ruoli della mediana e già impiegato da Conte sia contro il Belgio che con la Romania; e lo stesso Bertolacci, che ha giocato la migliore stagione della sua carriera agendo nel 3-4-3 del Genoa, potrebbe avere qualche chance in più.

Ricapitolando, se Conte puntasse forte su 4-4-2 e 3-4-3, De Rossi e Jorginho vedrebbero allontanarsi la prospettiva di una convocazione, mentre Pirlo sarebbe escluso al 99,9%. Parolo, Motta, Montolivo e Soriano sarebbero i quattro a giocarsi le due maglie in mezzo al campo, con Florenzi e Giaccherini larghi.

Invece, con il centrocampo a tre

Anche nell’ottica di un impiego del centrocampo a tre e quindi in caso della convocazione di un mediano in più, De Rossi conserva un vantaggio non da poco nei confronti di Pirlo, ovvero il fatto di poter ricoprire all’occorrenza anche il ruolo di centrale d’impostazione in una difesa a tre, anche perché Bonucci non ha un vero e proprio sostituto.

Thiago Motta e Parolo non vedrebbero scalfite le proprie quotazioni nemmeno in questo scenario tattico, mentre chi guadagnerebbe punti sarebbe probabilmente ancora una volta Soriano. Il giocatore blucerchiato è il centrocampista italiano ad aver segnato più gol in campionato (8) e con Parolo (3 reti) è indubbiamente il migliore ad inserirsi nell’area avversaria, caratteristiche che mancano agli altri nostri centrocampisti.

Un altro a rischio, invece, sarebbe Riccardo Montolivo: con l’intensità richiesta dal C.T. non potrebbe sicuramente fare la mezzala e come “holding midfielder”, anche se ha numeri difensivi davvero impressionanti, sembra un passo indietro a Jorginho come tecnica e visione di gioco e se Conte sull’aereo per la Francia sapesse già di giocare con tre centrocampisti, commetterebbe un errore lasciando Jorginho a casa.

Montolivo è superiore a tutti nelle statistiche difensive. Con Marchisio e Verratti out, Parolo è secondo tra i convocabili, mentre il dato di Soriano va interpretato, visto che spesso ha giocato anche trequartista.

Sempre a livello difensivo, possiamo analizzare il contributo difensivo dei centrocampisti italiani in esame secondo una metrica ideata da Thom Lawrence chiamata PATCH. Questa metrica permette di esaminare quanto un calciatore impedisce agli avversari di progredire con il pallone all’interno della proprio territorio difensivo. Il dato in sé è strettamente legato alla tattica e alla strategia adattata in campo, oltre che dal numero di minuti di gioco in ogni partita, per cui Lawrence stesso consiglia di considerare il valore mediano, piuttosto che la media.

Il migliore nel difendere il proprio territorio è De Rossi e ciò non stupisce considerate le caratteristiche del centrocampista giallorosso, anche se il dato potrebbe essere sopravvalutato dalle partite giocate al centro della difesa. Parolo e Jorginho gli sono leggermente inferiori e sebbene Bertolacci sia il peggiore in questa statistica, non ci sono differenze clamorose all’interno del campione.

Se servisse una mezzala in più, Baselli potrebbe far comodo alla spedizione azzurra, visto che oltre a essere tra tutti i centrocampisti considerati quello che gioca più passaggi chiave per 90 minuti (2,1), ha anche segnato 4 gol. Se Conte cercasse un uomo di quantità, invece, Benassi e Sturaro potrebbero essere i candidati giusti, anche se il centrocampista della Juventus non ha giocato nemmeno 1000 minuti tra le fila dei campioni d’Italia.

Dubbi amletici

Incrociando le considerazioni tattiche effettuate, in relazione al numero di centrocampisti che potrebbero essere schierati e di conseguenza convocati in Francia, e le riflessioni sui ruoli che i vari “azzurrabili” possono ricoprire sul terreno di gioco, le convocazioni di Parolo, Soriano e Thiago Motta sembrano essere le più logiche indipendentemente dal sistema di gioco con cui l’Italia affronterà gli Europei.

Sempre tenendo a mente la presenza di Giaccherini e Florenzi, Conte porterà probabilmente altri due centrocampisti tra De Rossi, Jorginho e Montolivo. Realisticamente, se Conte volesse schierare 3-4-3 e 4-4-2, il prescelto sarebbe Montolivo (più eventualmente De Rossi), mentre se fossero 3-5-2 e 4-3-3 i sistemi di gioco prediletti dal c.t., allora Jorginho e De Rossi vedrebbero le proprie quotazioni decisamente in rialzo.

In caso di centrocampo a due, Motta e Parolo potrebbero essere i titolari, con Montolivo pronto a prendere il posto del regista del PSG in caso di necessità e Soriano disponibile a rilevare l’altro incursore, Parolo. L’eventuale terzetto titolare, potrebbe essere formato da Motta davanti alla difesa e Parolo e Florenzi quali mezzali. In questo caso, oltre a Soriano, anche Giaccherini sarebbe l’alternativa sugli interni con uno tra Baselli, Benassi e Sturaro che potrebbe seriamente ricevere la convocazione per Euro 2016, mentre Jorginho e De Rossi dovrebbero giocarsi le proprie carte nel tentativo di scalzare Motta.

Del resto, il selezionatore azzurro ha sempre sottolineato la possibilità di cambiare sistema di gioco da partita a partita, ma in questo momento Jorginho, De Rossi e Montolivo rischiano di più, mentre giovani come Baselli, Benassi e Sturaro dovranno cercare di impressionare Conte nell’imminente periodo di stage.

Il centrocampo, alla luce degli infortuni di Marchisio e Verratti e della variazione dei moduli, è il reparto più problematico, ma anche quello con più sorprese da riservare proprio per il torneo. Non ci sono squadre migliori di quelle che si “scoprono” in corsa: una magra consolazione per la perdita di 2 tra i giocatori di maggior valore in rosa.

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