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Quali terzini per l'Europeo
08 apr 2016
Continua la serie in cui cerchiamo di costruire la formazione ideale dell'Italia al prossimo Europeo. Nella seconda puntata i terzini, tra cui potrebbero esserci delle sorprese.
(articolo)
15 min
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La complessità del ruolo del terzino è aumentata ulteriormente insieme alla velocità e alla fluidità del calcio moderno, un terzino oggi deve eccellere praticamente in tutti i fondamentali: deve avere grande intensità fisica e resistenza, non deve farsi superare in velocità dagli avversari, deve saper dribblare la propria controparte senza farsi dribblare a sua volta, crossare con precisione, entrare in tackle senza commettere falli in zone pericolose del campo, vincere i duelli aerei sui rinvii del portiere avversario e non farsi scavalcare dai lanci in profondità, o dai cross sul secondo palo, deve entrare in anticipo in caso di pressing alto e avere freddezza sotto porta nei casi in cui la palla finisca sul suo piede in area.

Questo è il motivo principale per cui è così difficile trovare terzini di alto livello, o anche solo completi (che poi sono praticamente due facce della stessa medaglia). Una problematica tecnica che (non potrebbe essere altrimenti) è anche tattica: un terzino eccellente offensivamente ma con grosse lacune difensive fa subire troppi cross ai propri centrali, o li costringe ad allargarsi scoprendo la zona più pericolosa del campo, il centro. Al contrario, un terzino con ottime caratteristiche difensive ma carente offensivamente, senza una buona visione di gioco, limitato nel controllo del pallone, insicuro sotto pressione, toglie alla propria squadra la possibilità di dare ampiezza al proprio gioco e allargare così le maglie avversarie in difesa, per non parlare di quei terzini a cui è richiesto di accentrarsi per dare una mano al centrocampo, come succede con i “falsi terzini” di Guardiola.

Rovesciando la medaglia, avere un terzino completo che eccelle in tutti questi aspetti significa avere un giocatore che può giocare ad alto livello quasi in qualsiasi ruolo di movimento (vedi alla voce David Alaba) interpretando il ruolo richiesto a seconda della zona di campo in cui si trova e dal momento della partita. In pratica il terzino ideale sarebbe difensore, centrocampista e attaccante esterno.

I papabili

La brutta notizia è che in Italia non c'è un giocatore che si avvicini minimamente ad Alaba. Quella pessima, invece, è che il mazzo a disposizione di Antonio Conte è composto da pochissime carte. Durante tutto il suo periodo da Commissario Tecnico, Conte ha convocato appena nove terzini. Otto, se escludiamo Florenzi perché terzino "adattato". Cinque, se escludiamo quelli che giocano ormai un ruolo marginale nei propri club: Maggio, Pasqual e Santon). Quattro, se escludiamo De Silvestri che per gravi problemi fisici è rimasto per larghi tratti di questa stagione senza giocare. I quattro rimasti sono: De Sciglio, Antonelli, Criscito e Darmian. Da questo punto di vista l’esterno basso è, insieme all’attacco, il reparto in cui l’Italia è tecnicamente più carente.

In questo panorama desolante, stupisce la decisione di Conte di non aver voluto testare in nessun modo le interessanti novità che sono emerse durante l’ultima stagione di Serie A, come Zappacosta e Masina (senza contare la netta esclusione di Abate, probabilmente il giocatore che più ha pagato il cambio di direzione tecnica in nazionale).

Al momento, basandoci solo sulle scelte passate del tecnico leccese, gli unici sicuri di una chiamata ad Euro2016 sembrerebbero essere Darmian (l’unico terzino a essere stato convocato in tutte le occasioni disponibili: 9 volte su 9) e Florenzi (7 su 9). E se è vero, come ha detto Conte, che “chi non è utilizzato nel suo club non può poi pensare di venire convocato”, non può essere completamente sicuro di un posto nemmeno De Sciglio, che pure è stato convocato in azzurro 7 volte su 9 ma che delle ultime 10 partite col Milan è partito da titolare appena due volte.

Tutti gli altri terzini sono stati convocati al massimo tre volte, con l’unica eccezione di Pasqual (5), che però non viene chiamato in Nazionale dall’agosto dell’anno scorso e che nella Fiorentina fa ormai la riserva di Marcos Alonso.

Calcolando quindi che gli slot disponibili per il ruolo saranno al massimo cinque (nel caso in cui Conte volesse portarsi due terzini destri, due sinistri e un “jolly” come Florenzi), i posti ancora in dubbio rimasti sono al massimo tre. Conte ha ripetutamente fatto intendere che non ci saranno sorprese nelle convocazioni, se così sarà a giocarsi i tre posti saranno: a destra De Silvestri, Maggio e Santon: a sinistra De Sciglio (che però è destro naturale ed eventualmente potrebbe anche finire nell'altro gruppo), Antonelli, Pasqual e Criscito.

Cosa cambia con la difesa a 3

È abbastanza scontato che il ruolo del terzino cambia se la squadra in cui agisce gioca con due o tre centrali di difesa. Nel primo caso, con la difesa a 4, al terzino è richiesto un impegno difensivo di gran lunga maggiore, per non scoprire i centrali che verrebbero presi in inferiorità numerica (contro i sistemi con 2 attaccanti più degli esterni offensivi, tipo il 4-2-3-1) o portati fuori posizione e nel peggiore dei casi esposti all'uno contro uno in campo aperto (come può capitare, ad esempio, contro un 4-3-3).

Un compito che può essere molto gravoso sia fisicamente che tatticamente se al terzino è richiesto anche di contribuire offensivamente dando ampiezza al gioco della propria in fase di possesso. Nel secondo caso, invece, lo spazio alle spalle del terzino può essere coperto da uno dei tre centrali di difesa, e il terzino è liberato da parte dei suoi compiti difensivi (non tutti, ovviamente). In questo caso, però, sono i compiti offensivi a diventare più complessi, richiedendo al terzino una maggiore capacità di mantenere il possesso e creare gioco nella trequarti avversaria.

Conte per adesso ha utilizzato tutti e due i sistemi, in moduli diversi (dal 4-4-2, al 4-3-3, al 3-5-2, fino ad arrivare all’inedito 3-4-3 presentato nelle ultime amichevoli con Spagna e Germania). Più che mancanza di chiarezza nelle idee, sembra che il tecnico leccese voglia richiedere ai propri giocatori di saper utilizzare indifferentemente la difesa a tre e quella a quattro, a seconda dell’avversario e delle circostanze, persino anche all’interno di una stessa partita, come fanno ormai diversi club (in Italia, la Fiorentina e in misura minore la Juventus, ad esempio).

La difesa a 3 fluida provata da Conte con Spagna e Germania. In questo caso, in fase di primo possesso è di fatto una difesa a quattro. I movimenti dei due “terzini” (Florenzi e Giaccherini) sono asimmetrici: il primo si abbassa per contribuire alla manovra, il secondo (fuori inquadratura) si alza liberando lo spazio per l’allargamento di Acerbi.

Proprio nell’amichevole con la Spagna, il Ct della nazionale ha scelto un terzetto difensivo con Bonucci centrale basso di difesa, Astori a sinistra (abituato a questo tipo di gioco nella Fiorentina) e a destra Darmian, un terzino, in modo da rendere la transizione da difesa a tre a quella a quattro ancora più fluida (al di là delle assenze di Chiellini e Barzagli - in panchina c’erano comunque altri centrali come Ranocchia e Acerbi). L’esperimento è stato poi ripetuto con la Germania, sostituendo Astori con Acerbi.

È interessante notare come in entrambi i casi Conte abbia proposto sugli esterni (l'equivalente, ai fini del nostro discorso, dei "terzini") due giocatori nati come esterni alti: cioè, Florenzi a destra e Giaccherini a sinistra. Nella diversità delle prestazioni (in generale l’esterno della Roma si è dimostrato più a suo agio di quello del Bologna, e d’altra parte Florenzi fa ormai stabilmente il terzino in una difesa a quattro nel suo club) entrambi hanno mostrato limiti difensivi, persino con una difesa a tre alle spalle (soprattutto contro la Germania, quando si sono ritrovati a difendere per quasi tutti i 90 minuti).

Partendo da queste considerazioni possiamo dire che in assenza di terzini completi per Conte sarebbe ottimale almeno avere due coppie di terzini complementari nelle caratteristiche tecniche: e cioè un terzino che abbia caratteristiche offensive tali da poter giocare in un modulo con la difesa a tre alle spalle, e uno che invece possegga le giuste attitudini difensive per fare il terzino di una difesa a quattro. E se Conte volesse confermare l'esperimento del 3-4-3 asimettrico, potrebbe farli giocare insieme (quello difensivo da interno della difesa a tre per coprire quello offensivo schierato sulla linea di centrocampo, ma pronto ad abbassarsi per fare possesso).

A destra

A destra la competizione è più alta ma, al tempo stesso, Conte sembra avere meno dubbi. L’Italia ha già una coppia di alto livello perfettamente complementare come Darmian-Florenzi che, come abbiamo già detto, sono anche gli unici due ad essere praticamente sicuri del posto.

Se il primo è un giocatore estremamente attento sotto un profilo tattico ma poco fantasioso una volta superata la metà campo, il secondo possiede una grande varietà di soluzioni tecniche nella trequarti avversaria (triangolazioni, cross, tiri dalla distanza), unita ad una non perfetta lettura di determinate situazioni difensive (fuorigioco, marcature, diagonali).

In altre parole, Darmian sembra essere molto più utile in una difesa a quattro, mentre con una difesa a tre (nel caso in cui Conte volesse tre veri centrali, mettiamo Bonucci-Barzagli-Chiellini) la soluzione migliore sembra essere Florenzi. Il problema per Conte, più che altro, sarà l’esclusione di uno o dell’altro a seconda del sistema di gioco utilizzato, a meno che non opti per l’adattamento di uno dei due pur di averli entrambi in campo (Darmian sa fare discretamente il terzino sinistro, mentre Florenzi può fare sia la mezzala che l’esterno alto).

L’incertezza non nasce nemmeno nel caso in cui il tecnico della Nazionale decidesse di convocare un altro terzino destro. Tra i tre rimanenti convocati almeno una volta da Conte, l’unico preso seriamente in considerazione è De Silvestri (Maggio è stato convocato una volta nell’agosto del 2014, Santon solo nell’ottobre del 2015; entrambi sono riserve nei propri club) un giocatore potente ma rozzo tecnicamente che al momento vede la propria maggiore qualità, l’intensità fisica, fortemente limitata dal grave infortunio al ginocchio dell’anno scorso.

Va detto che questo contesto rende difficile comprendere la scelta di escludere del tutto Abate. Discorso diverso per Maggio, che non può considerarsi un titolare nel suo club (tra campionato, Europa League e Coppa Italia non è arrivato ai mille minuti in questa stagione). Nonostante ciò, il terzino del Napoli negli ultimi anni è diventato più conservativo nelle scelte, agendo spesso da difensore centrale aggiunto e lasciando le incombenze offensive al terzino sinistro (di solito Strinic, in Europa League), e rimane un giocatore su cui poter far affidamento, solido fisicamente e dal buon cross.

Il confronto statistico in termini di contributo difensivo tra De Silvestri, Maggio, Santon, Abate e Zappacosta (per quanto riguarda Maggio si è fatto riferimento alle partite disputate in Europa League). Il giocatore del Milan e quello del Napoli sembrano essere i due terzini più solidi (dati Squawka aggiornati al 30 marzo).

Persino Zappacosta, che pur non essendo titolare nel proprio club ha comunque collezionato oltre mille minuti giocati, sarebbe utile nel caso in cui Conte optasse stabilmente per la difesa a tre. Il giovane terzino del Torino, che adotta quel sistema di gioco ormai da anni, ha grossi margini di crescita con una grande progressione palla al piede e un buon cross.

Il confronto statistico in termini di contributo offensivo tra De Silvestri, Maggio, Santon, Abate e Zappacosta. In questo caso sono Zappacosta e Maggio a svettare (dati Squawka aggiornati al 30 marzo).

Un contributo tecnico che invece non può fornire Santon. Il terzino dell’Inter, anch’egli totalmente ai margini del proprio club (e senza nemmeno la possibilità di giocare in Coppa), è tecnicamente scolastico e approssimativo in molte letture difensive.

Insomma, considerando che difficilmente il tecnico della Nazionale cambierà idea a poche settimane dall’inizio dell’Europeo, oltre a Darmian e Florenzi è De Silvestri il grande favorito per l'ultimo posto eventualmente disponibile come terzino destro.

A sinistra

A sinistra la situazione è più complessa e difficile da interpretare visto che, al contrario del lato destro, né il campionato né le qualificazioni agli Europei hanno fatto emergere una coppia affidabile. Conte sembra fidarsi molto poco dei terzini sinistri potenzialmente a disposizione: per le amichevoli con Spagna e Germania ne ha convocato solo uno, Antonelli, che in due partite non ha raggiunto la mezz’ora di gioco.

De Sciglio, titolare quasi sempre nelle qualificazioni, sembra finito dietro da Antonelli anche in Nazionale, oltre che nel Milan. È ragionevole aspettarsi, quindi, che il posto da titolare (o quello di prima riserva, nel caso in cui Conte confermasse l’esperimento Giaccherini) se lo giochino i due terzini del Milan.

Parlo di esclusività e non di complementarietà di De Sciglio e Antonelli perché sono tecnicamente molto simili. Entrambi molto resistenti fisicamente, entrambi ligi al dovere in una difesa a quattro e difficili da superare per gli attaccanti avversari. Antonelli, dal canto suo, è più esplosivo di De Sciglio, che invece è più compassato e riflessivo con la palla.

Il confronto statistico in termini di contributo difensivo tra Antonelli, De Sciglio, Pasqual, Criscito e Masina (per quanto riguarda Criscito si sono prese in considerazione le sei presenze in Champions League di questa stagione). È abbastanza evidente, anche solo visivamente, come possono contribuire alla solidità difensiva Criscito e Masina (dati Squawka aggiornati al 30 marzo).

Sia Antonelli che De Sciglio, però, perdono molto nella trequarti avversaria, non avendo né una grande visione di gioco né un gran dribbling: il loro gioco è abbastanza meccanico e riescono a superare l’avversario solo in velocità. Se vengono inseriti in una difesa a tre, insomma, in fase di possesso consolidato, i due terzini del Milan perdono gran parte del proprio potenziale (e il fatto che Conte abbia provato in quel ruolo Giaccherini indica che probabilmente anche lui la pensa così).

Il confronto statistico in termini di contributo offensivo tra Antonelli, De Sciglio, Pasqual, Criscito e Masina. Anche in questo caso la differenza tra Pasqual e i suoi concorrenti è lampante (dati Squawka aggiornati al 30 marzo).

Se l’obiettivo del tecnico leccese è quello di utilizzare sia la difesa a quattro che la difesa a tre (e la tendenza sembra sempre più verso quest’ultima: la difesa a quattro non viene utilizzata dall’ottobre dell’anno scorso) la scelta migliore non sembra quella di puntare sulla coppia De Sciglio-Antonelli. Accanto a uno dei due terzini del Milan, forse, sarebbe meglio affiancare un giocatore dalle caratteristiche diverse, più adattabili da esterno con una difesa a tre alle spalle.

Una prima possibilità è Manuel Pasqual. Il terzino della Fiorentina non è aiutato né dall’anagrafe né dal ritmo partita, avendo giocato poco più di mille minuti in stagione, ma rimane l’unica opzione disponibile in tema di terzini sinistri offensivi di ruolo. Nonostante non abbia più la corsa degli anni migliori, Pasqual rimane un giocatore dalla visione di gioco e dalla precisione nel cross decisamente superiori sia rispetto a Antonelli che a De Sciglio (crea quasi il triplo dei passaggi chiave e delle occasioni da gol rispetto ai due terzini del Milan, tanto per dirne una) e può essere ancora molto utile se ha un difensore alle proprie spalle che lo aiuta a coprire la propria zona di competenza.

Un’altra possibilità interessante è quella fornita da Adam Masina. Il giovane italo-marocchino del Bologna, che ha esordito a novembre con l’Under-21, tecnicamente può fare sia il terzino sinistro che il terzo centrale di difesa. Strutturato fisicamente, Masina è abile nei duelli aerei e nei contrasti, ma sa anche proporsi in avanti con un buon tempismo e un discreto dribbling (alla fine ha fatto 2 gol e 4 assist in questa stagione, numeri nient’affatto banali per un terzino). Sarebbe utile quanto meno come “jolly” in caso di emergenza, potendo ricoprire efficacemente sia il ruolo di terzino sinistro in una difesa a quattro, sia quello di terzo centrale in una difesa a tre.

Un discorso simile si può fare anche per Domenico Criscito, che nasce come terzino ma che sa svolgere discretamente anche il ruolo di centrale di difesa. Il terzino dello Zenit, però, è decisamente più ordinario quando si tratta di proporsi nella trequarti offensiva. Per intenderci, effettua poco più di un terzo dei dribbling riusciti e poco più della metà delle occasioni da gol create rispetto a Masina, che è tutto fuorché un terzino offensivo.

In questo caso, quindi, la coppia meglio assortita sembra essere quella composta da Antonelli e Pasqual, con Masina a fare da eventuale quinto terzino a disposizione (nel caso in cui Florenzi venisse considerato definitivamente un terzino e non un “jolly”). Anche qui, però, è molto difficile che Conte scalfisca le proprie gerarchie così a ridosso dell’inizio di Euro2016. In questo senso, è probabile che nelle convocazioni rientri De Sciglio.

Gl aspetti negativi di voler consolidare il gruppo

Nelle interviste dopo l’amichevole con la Germania, Conte ha ribadito che nelle convocazioni non ci saranno sorprese perché i giocatori “sono questi”. Una verità, come abbiamo visto, parziale, almeno per quanto riguarda i terzini.

Per quanto le opzioni fossero molto scarse, infatti, il tecnico della Nazionale ha deciso di difendere un determinato gruppo, precludendosi determinate possibilità che provenivano dal campionato, mettendo ai margini i giocatori poco utilizzati dai club ed impoverendo ulteriormente la rosa. Una scelta di cui forse paga più le conseguenze nel ruolo di esterno basso a sinistra, dove Conte è stato costretto ad arrabattarsi con degli esperimenti azzardati all’ultimo minuto. Una situazione che potrebbe diventare ancora più drammatica, sportivamente parlando, in caso di infortuni nei titolari (anche al centro della difesa).

Per quanto la Federazione e il generale impoverimento tecnico del calcio italiano ci abbiano messo del loro, Conte non si è certo facilitato le cose.

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