Anche per questa stagione il mercato dell’Inter sarà fortemente condizionato dai vincoli del Fair Play Finanziario. Allora è il caso di sgombrare il campo da alcuni dubbi. In primo luogo l’Uefa potrà stabilire solo a stagione inoltrata se l’Inter avrà adempiuto alle richieste per il 2015/16 (con particolare riferimento all’obbligo di chiudere il bilancio con un deficit massimo di 30 milioni al netto dei costi virtuosi e delle penali, il che vuol dire che potrebbe essere accettato un saldo negativo totale attorno ai 45-50 milioni), quindi a un’eventuale infrazione seguirebbe una punizione (verosimilmente l’esclusione per un anno dalle Coppe) che non sarebbe applicata a stagione in corso bensì nel 2017/18 (come i casi Malaga 2012/13 e Galatasaray 2015/16 insegnano). Inoltre l’eventuale ingresso in società del gruppo Suning non farebbe venire meno le limitazioni economiche decise dall’Uefa e quindi non potrebbe avere ricadute positive sul mercato estivo (mentre sarebbe un’ottima operazione per migliorare la situazione finanziaria del club nel medio periodo). Infine è utile specificare che la nuova opzione di “accordo volontario” con l’Uefa, che permette in caso di ingresso di nuovi proprietari a un club di presentare un piano di rilancio che sfori i vincoli del Fair Play Finanziario in cambio di un rientro delle spese previsto entro un quadriennio, non può essere applicato alle squadre già soggette a limitazioni da parte dell’Uefa, e che non abbiano risanato i conti da almeno un triennio.
Thohir mentre sfoglia un programma di sala.
Stando alle ultime positive indiscrezioni la società dovrebbe soddisfare, seppur di poco, le richieste dell’Uefa per la stagione 2015/16. Richieste che nel 2016/17 saranno ancora più stringenti poiché prevedono il pareggio di bilancio al netto dei costi virtuosi. Il che significa che il bilancio dovrà migliorare di ulteriori 30 milioni rispetto al 2015/16, annata nella quale sono stati però incassati circa 45 milioni di plusvalenze. Dall’Europa League l’Inter potrà incassare una cifra compresa fra i 10 e 15 milioni, raggiungibili in caso di qualificazione ai sedicesimi, che potrebbe salire di qualche altro milione arrivando fino alla semifinale. Solo in caso di vittoria finale ci si potrebbe avvicinare a quei 30 milioni che sarebbero stati l’incasso minimo per la partecipazione alla fase a gruppi di Champions League. Fra ricavi di Europa League, aumento dei diritti tv italiani, e ipotizzando un miglioramento anche nel marketing, si può supporre una crescita nei ricavi di circa 20 milioni. Partendo dal presunto –30 iniziale, aggiungendo questi 20 milioni ma sottraendo i 45 milioni di plusvalenze del 2015/16 si desume che l’Inter sarà chiamata a chiudere le due sessioni di mercato del 2016/17 con un attivo stimabile attorno ai 55 milioni fra plusvalenze, risparmi nel monte ingaggi e risparmi nel monte ammortamenti. Verosimilmente gran parte di questa cifra sarà accumulata proprio con le plusvalenze, perciò è molto probabile che almeno uno dei giocatori che possono avere più mercato verrà sacrificato.
I quattro nomi da tenere sott’occhio sono Icardi (ammortamento residuo di 5,4 milioni, ammortamento annuo di 1,8 e stipendio di 5,6 lordi), Brozovic (amm. res. di 5, amm. ann. di 1,6 e stipendio di 2 lordi), Murillo (amm. res. di 6,4, amm. ann. di 1,6 e stipendio di 2,2) e Handanovic (amm. res. pari a 0, stipendio di 3,5 lordi). E’ evidente che a meno di offerte elevatissime (50 milioni per uno fra Brozovic o, più probabilmente, Icardi) non basterà solo una di queste quattro cessioni a far quadrare i conti, ma aiuterebbe la società a diminuire il gap per provare poi a colmarlo con le vendita di alcuni giocatori tatticamente sacrificabili (compresi i rientri dai prestiti). Già un anno fa i nerazzurri hanno ricavato circa 20 milioni di plusvalenze dalla cessione di molti giocatori ai margini della prima squadra e va ricordato che la società ha operato molto bene in questi anni nella valorizzazione del settore giovanile. Qualche ostacolo a questa ipotesi potrebbe però giungere da eventuali veti alla cessione posti da qualcuno dei “cedibili”.
A meno di plusvalenze nettamente superiori alla cifra indicata come obiettivo, in entrata l’Inter sarà obbligata a muoversi all’interno del mercato dei parametri zero. Così a meno di sorprese dovrebbero approdare alla Pinetina Banega, Erkin e forse anche il giovane talento Vilhena, trio il cui peso sul monte ingaggi sarà compensato dal mancato riscatto di Ljajic e Alex Telles e dalle cessioni. Gli altri acquisti eventuali per completare la rosa saranno verosimilmente portati avanti con l’ormai abituale politica dei prestiti con riscatti dilazionati di uno o due anni. A questo proposito va ricordato che solamente i riscatti di Dodò (7,8 milioni) e Brozovic (5 milioni) sono obbligatori in questa sessione di mercato, mentre Jovetic lo sarà nel mercato invernale solo se dovesse scendere in campo almeno una volta nella prossima stagione in una partita ufficiale con la maglia nerazzurra. Cosa non affatto scontata al momento.