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Come Sarri potrebbe utilizzare Rabiot
01 lug 2019
Come si inserisce l'ex PSG nel centrocampo della Juventus.
(articolo)
5 min
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Dopo anni di corteggiamenti più o meno pubblici, Adrien Rabiot è diventato un giocatore della Juventus. Il centrocampista francese (che si è svincolato dal PSG a parametro zero) è un profilo notoriamente gradito alla dirigenza juventina da diverso tempo, e potrebbe essere uno dei nomi su cui imperniare la rifondazione targata Maurizio Sarri. Va detto anzitutto che viene da una stagione parecchio problematica, nonostante un avvio abbastanza incoraggiante dal punto di vista delle performance, sotto la nuova guida tecnica di Tuchel.

Fino allo scorso ottobre, Rabiot era un perno del progetto di Tuchel, ma dopo un litigio dovuto a un ritardo ad un allenamento a novembre il loro rapporto ha iniziato a deteriorarsi e sebbene abbia trovato ancora spazio nella parte finale del 2018, con l’esplosione della coppia Verratti-Marquinhos nel nuovo 3-2-4-1 Rabiot ha iniziato a essere ritenuto marginale, con le prime esclusioni per scelta tecnica. Così, all’apertura del mercato di gennaio, il rapporto era ormai totalmente disgregato e quando il club ha appreso della volontà del giocatore di non rinnovare il contratto ha deciso di metterlo fuori rosa, nonostante il centrocampista francese avrebbe fatto probabilmente comodo al PSG da un punto di vista tecnico, soprattutto alla luce dei diversi infortuni che hanno falcidiato la sua rosa.

Dopo esser stato vicino a Liverpool e Tottenham, è tornato forte l’interesse della Juventus, sempre molto attenta ai parametri zero. Quello di Rabiot è un nome che ciclicamente è stato riproposto nelle notizie di calciomercato, tanto che ci sembra di conoscerlo da una vita e fatichiamo a realizzare che abbia ancora 24 anni (appena compiuti). Si tratta comunque di un giocatore fatto e finito, che a questo punto deve solo da dimostrare di poter applicare il suo bagaglio tecnico in un contesto diverso da quello in cui è cresciuto ed esploso, quello del campionato francese, cioè.

Ovviamente al momento non è possibile ipotizzare le gerarchie nella rosa della Juve 2019-20, soprattutto a centrocampo, ma è comunque utile proiettare le caratteristiche di Rabiot nel contesto dei princìpi di gioco di Maurizio Sarri.

Anzitutto va detto che Rabiot è un centrocampista sì elegante nelle movenze, ma che soprattutto è abile a smistare palla e proteggerla grazie alle doti fisiche, al suo quasi metro e novanta di altezza. Tenendo sempre sotto controllo la posizione di avversari e compagni intorno a lui, con rapidi movimenti di testa, Rabiot preferisce giocare rapidamente a uno o due tocchi, ma è anche capace di conduzioni in velocità e trasmissioni medio-lunghe. Negli ultimi trenta metri poi la sua tecnica con il sinistro gli permette di giocare filtranti che possono portare il compagno al tiro o all’assist oppure, anche se non è velocissimo, a proporsi in prima persona con un inserimento in area di rigore. Insomma non è solo un profilo da governo conservativo del possesso, ma anche un’arma per guadagnare metri direttamente.

Anche in fase di interdizione è abbastanza pulito, con anticipi aggressivi a cui fa seguire conduzioni in verticale, e recuperi in cui arriva sulla palla grazie alle lunghe leve. È questo insieme di specialità che lo rende adatto sia ad una coppia di centrocampo, da mediano, che, eventualmente, da vertice basso o mezzala in un centrocampo a tre.

Nella nuova Juventus di Sarri, per quanto riguarda il centrocampo, molto dipenderà dall’utilizzo di Miralem Pjanic, che a priori possiamo ipotizzare occuperà il ruolo di vertice basso. Se non ci fossero novità di mercato (che non possiamo mai escludere, dato che ufficialmente il calciomercato è appena iniziato), Rabiot potrebbe trovare spazio come mezzala di sinistra, dove rispetto al ritrovato compagno Matuidi garantirebbe una maggiore fluidità nel palleggio, associandosi alla perfezione con Alex Sandro e Cristiano Ronaldo. La qualità di loro tre, sommata alla probabile partenza di Cancelo e Dybala, potrebbe rendere la catena mancina della Juve quella prioritaria per la risalita del campo (proprio come era nel Napoli e nel Chelsea di Sarri).

Rispetto all’altro francese, Rabiot sarebbe ovviamente meno propenso alle incursioni senza palla in fase di finalizzazione, e meno generoso nel pressing. Se invece immaginiamo Rabiot al posto di Pjanic possiamo dire subito che rispetto a Emre Can e Bentancur (provati da Allegri in quella posizione senza troppi risultati) garantirebbe un’abitudine più consolidata ai delicati tempi di gioco e alla resistenza al pressing a cui vengono sottoposti i registi di Sarri. Fermo restando, però, che Rabiot non ha quasi mai ricoperto quel ruolo e che quindi andrebbe testato, soprattutto all'interno di meccanismi così consolidati come quelli dell'allenatore toscano.

https://twitter.com/CR7Brasil/status/963933432345759744

Anche in questo caso però resta da verificare come la sua applicazione senza palla: i playmaker di Sarri sono chiamati a un’attenzione estrema non solo negli smarcamenti ma anche nelle coperture preventive e nei ripiegamenti a ridosso della linea difensiva, che si dispone a zona integrale anche dentro l’area. Rabiot in questo senso potrebbe necessitare di pratica per digerire a pieno i meccanismi delle scalate.

In definitiva Rabiot è un centrocampista versatile e dalle caratteristiche molto chiare, che siamo curiosi di vedere traslate in un campionato più competitivo della Ligue 1, dove ha avuto tempo e modo di fare esperienza e condividere l’esperienza di squadra con diversi fenomeni in parecchie posizioni, con una superiorità collettiva che gli permetteva spesso il lusso di un tocco in più (Rabiot ama usare la suola del piede sinistro per cambiare visuale e cercare la seconda o la terza soluzione disponibile).

Per il suo successo nella Juventus sarà fondamentale Sarri, che dovrà decifrarne l’utilità più vantaggiosa per il suo sistema e creare le migliori sinergie con i compagni a disposizione. Certo, non capita tutti i giorni di poter acquistare un ventiquattrenne di tale esperienza a parametro zero, anche a costo di sborsare qualche milioncino in più alla sua agente, e quindi tanto vale prendersi il rischio di aggiungere alla rosa un giocatore le cui potenzialità sono ancora inesplorate.

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