Psycho-Taylor
Il 27 ottobre è uscito 1989, il quinto album di Taylor Swift. In sette giorni ha venduto 1 milione e 300 mila copie, il più grande successo di vendite nella prima settimana di un musicista americano dall’uscita di The Eminem Show nel 2002. Il numero è reso ancora più straordinario dal fatto che arriva nel 2014, al culmine del processo di smaterializzazione dell’ascolto musicale. Alcune proiezioni statistiche avevano previsto che l’album non sarebbe andato oltre le 650 mile copie. Dopo la chiusura della prima settimana Taylor ha postato un video su Instagram nella cui didascalia mette a confronto i numeri, quelli delle proiezioni e quelli effettivi, in cui fa lip-synch a “Backseat Freestyle” di Kendrick Lamar. Nel video la reginetta del country sceglie il pezzo della canzone in cui il rapper di Compton canta “Goddamn I feel amazing” e poi parla della sua Maserati. In un’intervista rilasciata a Rolling Stone – e significativamente intitolata “La reinvenzione di Taylor Swift” – invece, ha descritto l’album così: “Diverse fasi della tua vita hanno diversi livelli in cui ti si spezza il cuore in modo profondo e traumatizzante. E in questo periodo della mia vita, il mio cuore non era irrimediabilmente spezzato. Quindi non è un album incentrato sui ragazzi, perché la mia vita non è stata incentrata sui ragazzi. Cioè, non sono uscita con nessuno. Le persone si dispiaceranno per me quando lo scriverai. Ma è vero.” Solitamente le canzoni di Taylor Swift parlano solo di ragazzi cattivi incapaci di amare, della difficoltà di riuscire ad uscire da certe paludose friend zone, di ex-ragazzi malefici e di lunghi, lunghissimi pianti dentro camerette stipate di poster.
L’incapacità di discostarsi da queste tematiche adolescenziali e l’assidua presenza dei suoi ex all’interno delle canzoni le hanno attirato dure critiche e parecchia ironia. Alcuni sono arrivati a sostenere che Taylor acquisti le sue case vicino a quelle dei ragazzi che gli piacciono, suggerendo una sua natura stalker. Billboard ha tentato l’opera titanica di ricostruire la timeline delle sue relazioni sentimentali, legandole alle sue canzoni. Buzzfeed ha elaborato i 16 modi per scrivere al proprio ex usando solo stringhe dei testi di Taylor Swift. Quindi, attraverso le dichiarazioni rilasciate a Rolling Stone, è come se Taylor Swift abbia voluto indicare un nuovo corso all’interno della sua produzione. Che la critica ha in parte confermato, definendo i suoi testi meno infantili e zuccherosi.
Qualche giorno fa è uscito il suo ultimo video, Blank Space, che in effetti sembra segnare uno scarto deciso, se non nell’aspetto musicale e di scrittura – ancora legati ad alcuni clichè tipicamente Taylor Swift – di certo nella manipolazione della propria immagine pubblica. “È probabilmente la cosa più pazza che abbia mai fatto”, ha dichiarato.
Il topos del video è sempre quello dell’amore tormentato. Nella prima inquadratura vediamo Taylor seduta sul letto, vestita di un nero piuttosto aggressivo, con un gatto in mano e uno sguardo atroce verso la videocamera. Il video è ambientato all’interno di una lussuosa villa fuori città, che potrebbe tranquillamente essere immaginata come la casa di Taylor Swift. In realtà si tratta dell’Oheka Castle, una clamorosa residenza di inizio ‘900 all’estremità nord di Long Island. L’atmosfera è sopra le righe: si vedono due cavalli passeggiare tranquillamente in un’enorme stanza Luigi XIV, con un letto al centro. Seduta sopra, in una delle prime inquadrature, vediamo Taylor vestita di un nero piuttosto aggressivo, con un gatto in mano e uno sguardo atroce verso la videocamera. Sta aspettando un belloccio con cui inizia una relazione.
La parte iniziale del video è canonica, rientra in un immaginario pienamente Taylor Swift, ma pian piano qualcosa si incrina e prende una forma più strana.
Forma strana, appunto.
L’amore raccontato dalla canzone non ha le solite pieghe adolescenziali e rassicuranti. Col passare dei versi, diventa perturbante. Nella strofa prima del ritornello dice “prendi una lunga lista di ex-amanti / ti diranno che sono malata”.
Nel corso del video Taylor fa cose sempre più morbose. Dipinge e attacca il ritratto del proprio uomo, poi intaglia il suo nome nella corteccia di un albero. Poi diventa gelosa e, sul verso “perché tesoro / sono un incubo / travestito da sogno” dà di matto: tira dei vasi addosso al ragazzo, gli lancia il cellulare in piscina, gli tagliuzza i vestiti, gli sfascia la macchina con la mazza da golf. Col trucco colato e gli occhi spiritati tira delle coltellate al ritratto appeso al muro.
Il video finisce circolarmente, col ragazzo che non si capisce se è morto o riesce a scappare (vengono presentate entrambe le cose), e poco dopo ne arriva un altro a casa, i due si guardano, e Taylor fa un sorriso mega inquietante.
Slateparagona il video a Gone Girl di David Fincher. Nel film, la protagonista è una donna ossessivo-compulsiva che inventa stupri e violenze domestiche per vendicarsi di un ex ragazzo e distruggere la vita del marito. Per descriverla è stato usato il termine di Psycho Bitch, che si potrebbe definire come una donna disturbata che rende impossibile la vita agli uomini con cui inizia delle relazioni sentimentali. Il film è stato interpretato come una critica anti-femminista, che vorrebbe evidenziare quanto siano gli uomini, in realtà, ad essere spesso vittime di violenza, in un panorama dove invece la violenza domestica è un problema sociale vero e diffuso. In Blank Space è Taylor Swift ad autodefinirsi così, scegliendo di interpretare una Psycho Bitch. Non si tratta solo del (possibile) omicidio del fidanzato, tema che avevamo già visto nel video di Paparazzi di Lady Gaga (che comunque trattava il tutto con un’estetica molto più stilizzata), ma dell’interpretazione di un personaggio pieno di nevrosi, di una ragazza che non sta bene. Non è una sorpresa, quindi, se sia stata definita come una psicopatica vera dalla rivista online Thought Catalog. Che però ne difende la “follia”, relegandola ad una necessità praticamente professionale:
"Quello che trovo interessante della vita di Taylor Swift è che è così pubblica. E non è solo perché lei è famosa e la gente è interessata a leggere le storie d'amore delle persone famose. No, è proprio la sua carriera che si basa sull'andare a letto con la gente e farsi spezzare il cuore. È l'argomento del 99% delle sue canzoni. Se non sappiamo con chi va a letto, be', che altro ci sarebbe da sapere su di lei? Essere sempre innamorata di una persona diversa è praticamente il suo lavoro".
Con Blank Space Taylor Swift ha voluto mettere in scena un cambio di direzione della propria immagine pubblica. Un cambiamento che non consiste solo nel farsi soggetto attivo della delusione amorosa, ma nell’aggiungere al tutto una componente “disturbante”, indossando l’immagine che gli haters avevano di lei. Per capire di cosa stiamo parlando e quanto questo cambiamento sia significativo, serve forse tornare indietro di qualche anno.
L’interruzione
Agli MTV Video Music Awards del 2009 Taylor Swift vince il premio di “best female video” per You Belong to me, battendo le candidature, fra le altre, di Lady Gaga con Poker Face e di Beyoncè con Single Ladies (put a ring on it). Kanye West non è d’accordo e piomba sul palco per interrompere il discorso di ringraziamento di Taylor: “Taylor sono davvero felice per te, ma avrebbe dovuto vincere Beyoncé che ha fatto il video migliore di tutti i tempi”.
(Piccola parentesi necessaria prima di andare avanti. Questo è il video della Swift e se siete persone sane di mente non riuscirete ad andare oltre i primi quaranta secondi. Questo è invece il video di Beyoncé, ovvero una delle esperienze audiovisive più ipnotiche della contemporaneità. Kanye aveva le sue ragioni.)
Più avanti nella serata Beyoncé si becca il premio più grosso: cioè il premio “Best Video”. Sale sul palco e definisce questa sua prima vittoria ai VMA “il momento più eccitante della mia carriera”, ma un secondo dopo, agganciandosi con un disinvolto “so…”, cioè “quindi”, chiama Taylor Swift sul palco a concludere il proprio discorso. È uno di quei gesti di regalità tipicamente Beyoncé, una di quelle cose che la rendono veramente la Regina del pop. Tornando a Taylor, l’interruzione di Kanye diventa talmente iconica che ai VMA del 2012, alla premiazione come Best Video di Watch the Throne, Kanye West viene interrotto da Jay-Z, con la frase-meme “imma let you finish”. Kanye la prende a ridere, Beyoncé se la spassa in platea. E Taylor Swift dov’era?
Taylor è sempre stata buona. Country, e quindi una country girl. Ha partecipato a diverse campagne contro la pedofilia in rete, ha tenuto concerti di beneficienza sia per le vittime del tornado del 2011, che per quelle del tornado del 2012 in Alabama. Taylor sembra avere particolarmente a cuore la lotta per il rispetto della diversità, che non significa solo lottare contro la discriminazione religiosa e di genere (come ha fatto), ma anche sapersi mettere dalla parte della ragazza impopolare del liceo che crede di non rispettare le aspettative degli altri. È di lei che parlano molte delle sue canzoni e discorsi pubblici, come quello pronunciato di fronte a una platea di studenti nel 2009: «Guardando indietro a quando avevo 15 anni, non vorrei cambiare nulla. Se fossi stata popolare sarei stata contenta di rimanere com'ero. Al liceo è bello essere differente. Nel mondo reale se hai qualcosa che ti rende diverso, sei fortunato. Non è una maledizione.» Nel 2009 ha donato in beneficienza il vestito indossato proprio durante il ballo di fine anno, valutato mille e duecento dollari. Un gesto che inquadra bene il suo sentirsi la fidanzata d’America, la reginetta del ballo. Taylor Swift sa di aver ricevuto molto dalla vita, e per una sorta di espiazione, fa di tutto di mantenere un’immagine il più possibile “normale” – che poi ha poco di normale e somiglia più a un tentativo esasperato di mostrarsi il più pura possibile.
È un modo di interpretare il ruolo della popstar un po’ naif in un contesto pop come quello attuale, dove a imperare è il senso dell’esagerazione barocca e della provocazione mediatica. Ed è forse per questo suo modo di stare al mondo che Taylor è diventata il bersaglio più frequente degli attacchi pubblici all’interno della scena pop. A partire da quell’interruzione del 2009, dopo la quale ha iniziato a mettersi sulla difensiva. Il suo ruolo è diventato quello della ragazza bianca dalle solide radici country improvvisamente catapultata in un mondo cattivo e pieno di risentimento, dove non c’è posto per la sua autenticità. La canzone Innocent sarebbe ispirata proprio all’episodio dell’interruzione, e al suo interno ci sarebbero delle frecciatine criptiche rivolte Kanye, nello specifico il verso “you’re still innocent”, anche se è un sarcasmo che non capisco totalmente.
In questo video una sua fan (i suoi fan sono tutti buonissimi come lei), in uno splendido montaggio, ricuce l’interruzione ai VMA con la canzone Innocent, dedicata all’episodio.
Riguardo la sua vita sentimentale, la Swift ha affermato che dal 2010 ha frequentato solo due ragazzi (cosa che questo articolo prova a smentire) e che nella vita “l’amore è la cosa più importante in assoluto”. Dichiarazioni che, messe insieme, tentano di esprimere una visione della vita vicina alla santità. L’amore di Taylor Swift, per come lo mette nelle sue canzoni, è amore mancato, dolce stil novo di zucchero filato. Allo stesso tempo nascono in continuazione voci che la vogliono accostata ai rampolli più in vista della società USA, e che lei sistematicamente nega. Vulture ha provato a elaborare un complesso sistema di interpretazione ermeneutica dei testi di Taylor Swift in rapporto ai ragazzi e alle sfumature di significato che la delusione amorosa assume, di volta in volta. In questo non si capisce se è più paranoico chi vuole ricercare a tutti i costi messaggi impliciti dentro ai testi della cantante, o la Swift che inserisce in continuazione oscuri riferimenti alla propria vita sentimentale. L’assurda quantità di questo tipo di critiche ed ironie ha costretto Taylor Swift a rispondere alla questione, a motivare la monotematicità dei propri testi, e lo ha fatto proponendo un confronto di genere: “Francamente, credo che sia un modo sessista se di prendere la questione. Nessuno dice questo su Ed Sheeran. Nessuno lo dice di Bruno Mars. Scrivono canzoni sui propri ex, sulle proprie attuali fidanzate, la loro vita sentimentale, ma nessuno va a censirli col pennarello rosso”.
Alle premiazioni dei Golden Globes del 2013 Tina Fey — che rappresenta un modello femminile opposto a quello della Swift, la “newyorchese, cinica e auto-ironica” — la prende pubblicamente in giro, mentre lei è in platea. In quel periodo si dice che Taylor Swift abbia rotto con Harry Styles degli One Direction (relazione ovviamente da lei negata) e nel giro di una serata già si ipotizza possa fiondarsi sul figlio di Michael J Fox, anche lui presente al gala. Quando Tina Fey viene premiata insieme a Amy Poehler sul palco dice “Taylor Swift stai lontana dal figlio di Michael J Fox”.
La replica alla Fey, arrivata il giorno dopo a mezzo stampa, è intensamente Taylor Swift: “C’è un posto speciale all’inferno per le donne che non aiutano altre donne,” ha dichiarato. È un piccolo episodio, ma è significativo di come si sia costruita la percezione pubblica della cantante di Nashville e di come riesca sempre a finire contrapposta a dei modelli umani più forti (Kanye West; Beyoncé; la Fey). Non si può dire che Taylor Swift non tenti in qualche modo di interpretare un modello forte – con la sua filantropia e l’attenzione nel preservare il candore della propria immagine pubblica – ma è un modello antiquato, superato nella cultura attuale, un modello che ha finito per ritorcerglisi contro.
Nuova immagine
La cultura pop degli ultimi anni è un universo sempre più autoreferenziale, che ha inglobato alcune dinamiche di quella hip hop: una scena chiusa in sé, in cui ogni artista è interlocutore esplicito di un altro e dove si sente un senso estremo della competizione, del game, per dirla proprio in termini hip-hop. La popstar attuale, per poter preservare la propria fetta di mercato, ma anche la propria credibilità - deve essere capace di portare avanti un proprio discorso all’interno della scena, un proprio specifico, non può limitarsi a fare la brava ragazza, deve mostrarsi forte.
Con 1989 Taylor Swift sembra aver capito il potenziale mediatico di questi meccanismi, e pare aver smesso di stare sulla difensiva. Nel video di Shake it off, tratto dal primo singolo del nuovo album, Taylor Swift prova finalmente a “giocare” dentro alla scena, a replicarne l’autoreferenzialità hip-hop. Il ritornello cita proprio la dialettica (tipicamente hip-hop) players-haters: “Cause the players gonna play, play, play, play / and the haters gonna hate, hate, hate, hate, hate”, ritornello infantile ma sintomatico di un atteggiamento più consapevole.
Il video mostra diverse parodie di popstar attuali: Lady Gaga (1:06); Nicki Minaj (1:29); Taylor Swift stessa, vestita da cheerleader (2:26). La cantante tenta dunque un distanziamento ironico dalla scena che l’ha sempre mal sopportata.
In Blank Space, invece di continuare a mostrarsi pura e impeccabile, la Swift ha accettato le ambiguità della propria immagine pubblica. In una recente intervista a Yahoo ha praticamente svelato questo meccanismo con la precisione di Gérard Genette: “Mi sono detta: “Ehy, voglio scrivere questa canzone ironica riguardo la finzionalizzazione della mia vita privata” (…) e scommetto che qualcuno l’ha sentita alla radio e ha detto “Ah già, lei! Lei è pazza!” . Nella scelta di interpretare una Psycho Bitch è come se Taylor Swift avesse improvvisamente colto il consiglio di Tyrion Lannister in Game of Thrones: “Non dimenticare quello che sei, il resto del mondo non lo farà. Indossalo come un’armatura e nessuno lo potrà usare per ferirti”. Blank Space è probabilmente solo un movimento minimo del colosso mediatico che è Taylor Swift, e, come dimostra questo video di Saturday Night Live, la sua immagine è ancora molto legata all’archetipo più zuccheroso della popstar. Ma è anche il segnale che Taylor Swift ha accettato il senso estremo della competizione che esiste nella musica pop attuale; ha accettato, appunto, to play the game, di “stare al gioco”.
Nel 2002, all’età di 13 anni, Taylor ha convinto i propri genitori ad andar via da Wyomissing, un piccolo paesino della Pennsylvania e trasferirsi a Nashville, dove avrebbe potuto provare a realizzare il suo sogno: diventare una cantante. Era ossessionata dai documentari tv su Faith Hill e Shania Twain, entrambe partite da Nashville, la capitale del country, per provare a sfondare nella musica. Nel corso degli anni Taylor ha comprato case per tutti gli Stati Uniti, ma Nashville è rimasta la sua vera casa. Dal suo attico la finestra guarda oltre la città, alle foreste del parco naturale delle Great Smoky Mountains.
Una giornalista di Vanity Fair ha scritto che entrando a casa ti accorgi di quanto Taylor Swift sia esattamente come si racconta nelle sue canzoni. Il foyer è coperto di petali di fiori artificiali; dopo l’ingresso si è accolti da un metro e ottanta di topiaria di coniglio. Ci sono gabbie d’epoca per uccelli ovunque e cuscini fatti all’uncinetto. Nel mezzo del salotto c’è un laghetto koi e sopra uno dei divani, sulla parete, sono appese diverse fotografie. Una di queste ritrae il momento esatto in cui Kanye West le ha tolto il microfono di mano. Dice di averla attaccata per avere bene in mente che la prossima volta dovrà tenere la presa più salda. Non dovrà mai più accadere una cosa del genere. Non dovrà mai più farsi rubare la scena.