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Perché Raphael Varane deve vincere il Pallone d'Oro
29 nov 2018
Le ragioni per cui il Pallone d’Oro dovrebbe andare al difensore del Real Madrid.
(articolo)
4 min
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In occasione della prossima premiazione del Pallone d’Oro abbiamo preparato un ciclo di articoli che descrive le ragioni per cui un candidato meriterebbe il premio. Dopo Luka Modric, il favorito assoluto, passiamo alla candidatura più discussa, quella di Raphael Varane.

Raphaël Varane è l’unico tra i candidati al Pallone d’Oro ad aver vinto nello stesso anno sia la Champions League che il Mondiale. Magari vi sembra una casualità poco rilevante, ma forse non sapete che in tutta la storia del calcio solo altri 10 giocatori possono vantare lo stesso record: 7 di questi giocavano nella stessa squadra (cioè i tedeschi che facevano parte del Bayern Monaco nella stagione 1973-74), gli altri tre sono Karembeu (nel 1998), Roberto Carlos (nel 2002) e Khedira (nel 2014). Nessuno tra questi, però, è riuscito a vincere nello stesso anno anche il Pallone d’Oro, nemmeno Franz Beckenbauer, che lo vinse due volte (nel 1972 e nel 1976; nel 1974, l’anno in cui la Germania vinse il suo secondo Mondiale, arrivò invece secondo dietro a Cruyff) e rimase l’unico difensore centrale ad averlo ricevuto fino alla premiazione di Fabio Cannavaro nel 2006 (o a quella di Matthias Sammer nel 1996, se vogliamo considerarlo un difensore centrale).

Ho cominciato parlando della ragione più ovvia che ha portato Varane a ritrovarsi tra i candidati più probabili a vincere il Pallone d’Oro (secondo un’indiscrezione molto quotata sarebbe tra i tre finalisti) non solo per sottolinearne l’eccezionalità statistica – unicità, addirittura, in caso di vittoria – ma perché la questione dei trofei sembra essere ancora una discriminante per il Pallone d’Oro, tanto per la sua assegnazione quanto per l’opinione pubblica.

Con Varane, però, mi sembra che per la prima volta il discorso sia stato ribaltato: di solito si tira in ballo la mancanza di trofei per giustificare l’esclusione dal discorso per la vittoria del Pallone d’Oro di alcuni giocatori, mentre l’inclusione del centrale francese nella shortlist finale viene contestata nonostante le coppe vinte. Come se Varane fosse stato solo un attore non protagonista di quelle vittorie e il Pallone d’Oro non lo meritasse nemmeno lontanamente.

Il suo talento sembra essere poco evidente anche per i suoi colleghi, che l’hanno praticamente snobbato al FIFA The Best Award, nella cui classifica è arrivato nono dietro a giocatori che adesso possono guardare il Pallone d’Oro solo come un miraggio: Salah, Hazard, De Bruyne. Per lui non ha votato nessun allenatore, e tra i capitani delle Nazionali lo hanno fatto solo quelli che ne potevano apprezzare la sottovalutata leadership nello spogliatoio, cioè Lloris, Modric e Cristiano Ronaldo (Varane è vicecapitano sia nella Francia che nel Real Madrid).

Per paradosso, di Varane quest’anno si è parlato solo nei suoi pochi momenti bui, per via dei diversi errori che hanno contraddistinto il suo brutto inizio di stagione con il Real Madrid, come il fallo da rigore ingenuo commesso su Suarez nel disastroso Clasico che ha portato all’esonero di Lopetegui, o l’intervento a vuoto che ha procurato lo 0-1 nella clamorosa sconfitta in casa per mano del Levante nella giornata precedente. Sembra che la sua carriera si possa leggere solo in negativo, come assenza di perfezione più che come l’affermazione di un talento.

D’altra parte, Varane non ci ha mai tenuto molto a sottolineare la sua eccezionalità e sembra che in molti gli abbiano creduto. Forse, quindi, c’è bisogno di dire che non c’è niente di normale nell’essere acquistati dal Real Madrid a 18 anni dopo appena una stagione tra i professionisti, come non c’è niente di normale nel diventarne in breve tempo un titolare fisso senza grossi cali di rendimento nonostante l’estirpazione del 72% di un menisco, e nel vincere 16 trofei tra club e Nazionale nell’arco di 7 anni.

Allo stesso modo, non c’è niente di normale nel difendere a 25 anni con quella naturalezza in due squadre che sembravano fatte apposta per mettere in imbarazzo i difensori. Francia e Real Madrid si basavano quasi esclusivamente sul talento dei propri giocatori e attaccavano allungandosi sul campo senza alcuna ambizione di controllare il contesto, ma nonostante questo Varane non è sembrato quasi mai a disagio. Se non ci avete visto nulla di speciale è proprio perché è stato lui a farlo sembrare semplice.

E se nel Real Madrid di Zidane i detrattori continueranno a dire che le sue prestazioni erano in realtà tutto merito di Sergio Ramos, in una squadra che comunque non si faceva problemi a prendere gol nella convinzione che ne avrebbe segnato uno in più dell’avversario, con la Francia invece l’abbiamo visto all’opera in una squadra che per vincere ha fatto all in sulla solidità difensiva, riuscendo a mantenere la porta inviolata in 4 delle 7 partite disputate in totale.

Se persino Cavani pensa che Varane meriti il Pallone d’Oro, perché a noi sembra più naturale una vittoria di Mbappé? È perché, in assenza del gol, non possiamo aggrapparci ad un dettaglio che lo fissi nell’immaginario collettivo, come la spalla fasciata di Beckenbauer? O è come dice Lizarazu, che Varane è semplicemente «troppo gentile»? Forse non accettiamo che i centrali di difesa non abbiano un carisma debordante, come Ramos e Godin, o una fisicità esuberante, come Chiellini, né un’eleganza fuori dal tempo, come Nesta o Maldini.

Con Varane l’onere della prova viene ribaltato: se con gli altri giocatori si enumerano successi e qualità per spiegare perché dovrebbero assegnargli il Pallone d’Oro, con il centrale francese invece ci si interroga su cosa gli manchi per vincerlo. Ma questo dice molto più su di noi che non su di lui.

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