Marcus Rashford ha 18 anni, 2 presenze e 4 gol nel Manchester UTD. Una media realizzativa tanto incredibile che da questo momento in avanti potrà solo peggiorare.
Questi 4 gol Rashford li ha segnati in appena tre giorni, facendo esplodere l’equazione gol segnati X minuti passati in campo X minuti passati sul pianeta terra. Quattro giorni fa Rashford aveva esordito in Europa League contro il Midtjylland, segnando una doppietta tra il 69esimo e il 74esimo con cui ha ribaltato lo svantaggio iniziale. Non avrebbe neanche dovuto giocare quella partita, ma nel riscaldamento Anthony Martial ha sofferto un problema muscolare e, così, alle 19 van Gaal gli ha detto di esordire. Due ore dopo stava già segnando.
https://twitter.com/br_uk/status/702949570112675840
I tifosi dello United dopo aver scoperto che Rashford avrebbe giocato al posto di Martial.
Con i gol di giovedì Rashford è diventato il più giovane marcatore del club nelle coppe europee, un record fino a quel momento detenuto da… George Best. Già altri attaccanti del Manchester United avevano segnato all’esordio, ma quello aveva finito per rappresentare tristemente il punto più alto della loro carriera.
Si capisce allora che Rashford non si è scomposto dopo i gol. Dopo la partita di Europa League ha twittato: “A dream debut, amazing feeling to score twice and contribute to the team. Onto the next round" (traduco: “Un debutto da sogno, che sensazione fantastica segnare due gol e contribuire al successo della squadra. Avanti al prossimo turno”). Dopodiché gli hanno sospeso l’account, e appena tre giorni dopo era di nuovo in campo, e aveva fatto altri due gol. Alla prima partita in Premier League. Contro l’Arsenal. Frantumando qualsiasi precedente della amata categoria “Esordio con gol”.
Rashford’s Life.
Cinque giorni fa non sapevamo neanche chi fosse e alle 17 di domenica “Rashford” era tra le tendenze di Twitter, tutti a calcolare la percentuale di predestinazione del nuovo attaccante del Manchester UTD. Un processo che si ripete ogni volta che un giovane segna al suo esordio, mettendoci in testa l’idea che quel gol sia solo la punta di un iceberg di talento di cui non si vede la fine.
Per un buon "Processo di calcolo della predestinazione" occorre osservare i seguenti passaggi:
1. Trovare storie e aneddoti assurdi che confermino un minimo che “il ragazzo ha qualcosa di speciale”
Basta fare un superficiale giro di Google per trovare almeno tre o quattro storie di predestinazione su Marcus Rashford. Questi aneddoti ci rassicurano sul fatto che i gol del ragazzo in questione non arrivano da una massa di imponderabilità, ma da un percorso netto straordinario. Come se le due doppiette consecutive fossero il naturale aggiornamento di tanti anni di superiorità freak rispetto ai suoi compagni di gioco.
Ecco un aneddoto perfetto, raccontato da Mark Gaynord, suo allenatore ai tempi del Fletcher Moss Rangers, squadra in cui sono cresciuti anche Ravel Morrison, Wes Brown e Danny Welbeck: «Andammo a un torneo e portai il ragazzo con me. Lo tenni d’occhi e in 10 minuti segnò dodici gol e noi vincemmo tipo 20-0. Aveva qualcosa di speciale, era semplicemente un calciatore dotato di talento, e anche un bravo ragazzo: in pratica il giocatore ideale. Era sempre l’uomo partita ed era di gran lunga superiore agli altri».
Reperto video di quella partita.
2. Leggere la notizia di qualche squadra che lo ha scartato anni fa adducendo motivazioni assurde (poi scuotere la testa sorridendo sarcastici e pensare: “Che scemi, io lo avrei preso”).
Per Rashford ci sono così tante notizie a riguardo che si fatica a non andare in confusione. Pare che l’Everton lo abbia provato a prendere a 7 anni (?!) visionandolo in una partita in cui tutti avevano perso il conto dei suoi gol (voto verità: 1). Dopodiché il Liverpool ha provato a comprarlo più di recente ma pare che lui abbia rifiutato perché tifoso del Manchester UTD (voto verità: 2). Ma la notizia perfetta per aumentare la percentuale di predestinazione di Rashford è la terza. Pare che il City – i rivali cittadini – lo abbia scartato anni fa perché “troppo gracile” (voto verità: 10).
3. Ammirare il susseguirsi di enormi investiture
Questa è la parte in cui il predestinato inizia il processo di storicizzazione. Grandi del passato salutano il suo arrivo con gioia e lo riconoscono come un loro simile. Per approfondimenti guardare anche alla voce “L’erede di…”.
https://twitter.com/rioferdy5/status/703951483331604481
Cioè, se anche Rio Ferdinand ha detto che…
https://twitter.com/GaryLineker/status/703951850224140288
Cioè, se anche Gary Lineker ha detto che…
https://twitter.com/vancole9/status/703952815031508993
Ma soprattutto: se anche Andy Cole (sottotesto: altro attaccante-nero-veloce dello United) ha detto che…
4. Rassicurarsi con un’ascesa inarrestabile
Nel processo di calcolo della predestinazione è importante credere che i margini di miglioramento del ragazzo in questione siano letteralmente incalcolabili. Rashford quest’anno ha giocato e segnato nell’U18, nell’U19, nell’U21 e in prima squadra. Il che rappresenta ovviamente un record, e se ci pensate un record persino più assurdo di quelli che hanno a che fare con i gol segnati al debutto.
https://twitter.com/CarrickRole/status/702968572180434946
Cosa c’è dopo la doppietta di ieri? A volte il problema è che le scale finiscono.
5. Scoprire che l’allenatore che lo ha fatto debuttare ha già lanciato altri fenomeni
E quindi il nuovo predestinato potrebbe aggiungersi a una lista già ricca, capace di per sé di fornire le garanzie per un futuro luminoso. Valentino Tola scriveva che la predilezione di van Gaal per i giovani è strettamente legata al suo approccio autoritaristico alla gestione tecnica, tattica e psicologica della squadra. «In fondo, chi sono i giovani? Sono quelli che sanno meno, e che per questo possono essere meglio plasmati. Nei regimi totalitari i primi ad essere fatti fuori sono proprio quelli che sanno troppo». E van Gaal stesso ha dichiarato di aver detto a Rashford dopo il primo tempo della partita di Europa League– ballando sul solito confine tra verità filosofale e banalità assoluta – che avrebbe dovuto correre meno perché: «Un attaccante deve stare vicino alla porta. Mettiti al centro e vedrai che segnerai».
Domanda a van Gaal su Rashford dopo l’Europa League. Il momento esatto della gioia interiore.
Domanda a van Gaal su Rashford dopo l’Arsenal. Il momento esatto di una gioia interiore quasi imbarazzata.
Lista approssimativa di giocatori fatti debuttare da van Gaal:
- Xavi
- Andrès Iniesta
- Patrick Kluivert
- Thomas Muller
- Clarence Seedorf
- Holger Badstuber
- David Alaba
Capirete che il contatore di predestinazione di Marcus Rashford in questo momento è praticamente in tilt. E lo è ancora di più se pensiamo per un momento a quanto è giovane. Rashford è nato il 31 ottobre del 1997, quindi quasi nel 1998, quando la coppia d’attacco dei “red devils” era Sheringham – Solskjaer. Rashford vive ancora con la madre, Mel, non ha festeggiato ieri dopo la partita con l'Arsenal perché stamattina ha un esame di chimica. E pare guadagni 500 sterline a settimana, 38mila e 400 euro all’anno circa, che non è male per un ragazzo, ma è lo 0,3% dello stipendio di Falcao lo scorso anno, che aveva segnato in un anno gli stessi gol di Rashford in due partite. Mi scoppia il cervello.
Ma la cosa che tutti stanno cercando di capire in queste ore è “che calciatore è Marcus Rashford?”. Dopo 180 minuti è molto complicato farsi un’idea, anche approssimativa, delle caratteristiche di un giocatore. Ogni suo movimento e gesto rappresenta una singola parola su una pagina bianca, in attesa che se ne aggiungano altre che riescano a dare alle prime un senso compiuto. È come se stessimo sopra la spalla di Francis Scott Fitzgerald mentre scrive l'incipit del Grande Gatsby, e a ogni frase facciamo: “Ohhh, bravo Francis Scott, sei proprio un predestinato, dai che ti mancano solo 99 cartelle”. Per questo, soprattutto agli inizi, si prova a dare una coerenza a quelle parole chiedendone in prestito da pagine scritte da altri, e si fanno i paragoni. Si prendono quei singoli gesti e si usano come calchi da appiccicare a giocatori del passato. Rashford è già stato paragonato a van Nistelrooy per il suo senso della posizione in area, ma anche ad Henry per la velocità e la leggerezza della corsa. Paragone a cui però era già stato sottoposto Martial, che ha solo due anni in più dell’inglese. In una vertigine infinita.
https://twitter.com/FootyAccums/status/703947330748358656
Ho riguardato alcune sue azioni nelle squadre giovanili del Manchester United per cercare di capire quali altre cose aspettarsi da Rashford nei prossimi mesi. O se non altro per dare da bere all’insaziabile voglia di Rashford che si respira nell’aria.
1. I movimenti in area
La qualità migliore mostrata da Rashford in queste due partite è senz’altro il modo in cui si muove in area. Soprattutto nei due gol con il Midtjylland si è smarcato due volte molto bene: nel primo gol il tempo con cui va a chiudere sul cross di Mata non è da sottovalutare. Qui fa un taglio sul primo palo con i tempi perfetti e incrocia un piatto sul secondo palo non banale.
2. Un gol da centravanti
Tutti e quattro i gol segnati da Rashford in Premier League sono effettivamente gol da centravanti, di puro piazzamento. Significativo che in tutti i gol non abbia mai dovuto controllare il pallone. In questa azione invece è costretto a controllare un lancio lento e lungo che arriva dal centrocampo. In questo gol vediamo alcune cose: a) quel lancio in Premier League non sarebbe mai arrivato fino ai piedi dell’attaccante; b) il controllo di Rashford è sufficiente ma pigro; c) dopo aver rinunciato allo stop orientato Rashford si rifugia nella protezione del pallone spalle alla porta; d) la protezione gli riesce perché è fisicamente superiore ai suoi avversari, e perché l’aiuto del secondo difensore è in clamoroso ritardo; e) però Rushford fa un bel tiro.
3. Tiro d’esterno
A quanto pare Rashford tira bene, e tirare bene fa già una buona percentuale di un giocatore di livello. Nelle giovanili tirava anche i calci di punizione – forte, d’interno – e ha segnato alcuni gol da fuori area. Qui tira forte, e la preparazione al tiro è abbastanza veloce per essere trasportabile nel professionismo.
4. Elastico
Un elastico è un elastico, più o meno in qualsiasi categoria lo tiri fuori. Rashford ha un’agilità davvero notevole e bisognerà capire come evolverà il suo fisico considerando che non ha sicuramente terminato il processo di crescita.
5. Spalla contro spalla
In questa azione contro il Midtylland è stato messo maggiormente alla prova sul piano fisico. Un’azione non banale se consideriamo che fino a qualche settimana fa giocava contro giocatori su cui poteva passare sopra a carrarmato, o evitare con la leggerezza di una farfalla. Qui resiste al contrasto di spalla, ma soprattutto, defilato sulla fascia, mette in mostra un’esplosività sulle gambe che probabilmente lo sta aiutando nell’impatto con il calcio professionistico.
Siamo già pronti a bruciarlo?
I compagni accusano Rashford di essere troppo serio, di non sorridere mai. Nicky Butt, suo allenatore nell’U21, lo ha descritto in modo piuttosto comune: «Marcus è un ragazzo veramente talentuoso ma anche un gran lavoratore. È un buon compagno perché lavora per la squadra. È esplosivo e segna». Stop. Che ci aspettavamo? Ragionevolmente, Rashford a 18 anni non può ancora essere considerato un giocatore speciale, lo sono solo i suoi numeri e le straordinarie coincidenze di questi quattro giorni, capaci di placare un nostro continuo e morboso desiderio di novità. Speciale è l’hype che Rashford è riuscito a generare attorno a sé stesso, almeno fino al prossimo, incredibile, sensazionale, gol all’esordio che gli ruberà la scena. E a quel punto magari ci saremo già stancati di Rashford, che magari non avrà segnato alle prime tre partite consecutive. Dite la verità, qualcuno di voi sta già digitando le lettere della futura dannazione di Rashford: “S-o-p-r-a-v-v-a-l-u-t-a-t-o”.