Real Madrid e Manchester City promettevano uno spettacolo tecnico e tattico di altissimo livello. D'altra parte, sono le squadre che hanno vinto le ultime due edizioni della Champions League e inoltre hanno una concezione opposta del calcio e, di conseguenza, ogni volta che si affrontano mettono in campo strategie di gioco molto diverse. Non è un caso che tra loro sia nata una rivalità, accesa dai due scontri consecutivi nelle semifinali della Champions League.
Di certo, tutte queste attese non sono state tradite. Pronti, via: il Manchester City è già in vantaggio. Sul calcio d’inizio, la squadra di Guardiola lancia lungo verso la zona sinistra della difesa del Real Madrid cercando una palla alta per Haaland. Rüdiger vince il duello col centravanti norvegese (non sarà l'ultima volta) e, sulla seconda palla conquistata dal Real Madrid, Vinicius in conduzione gioca una transizione lunga, anticipando nella prima azione della partita un tema tattico ricorrente per tutto il match. Il Real Madrid, in questo modo, arriva a un pericoloso cross basso che però viene intercettato dal Manchester City.
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La riconquista del pallone degli inglesi lancia una ripartenza veloce e verticale - questa un’eccezione nella partita degli uomini di Guardiola – che Tchouameni è costretto a interrompere sulla trequarti falciando Grealish. Tutti si aspettano un cross verso l’area di rigore che il City si è premurato di occupare coi suoi migliori saltatori. Tutti ma non Bernardo Silva che, osservando la posizione della barriera (composta da un solo uomo) e la posizione avanzata di Lunin (pronto all’uscita alta, ma non alla difesa della porta), calcia verso il primo palo portando in vantaggio il City.
Il Real sbanda e al sesto minuto è vicina a subire il secondo gol. Un’azione, stavolta, in cui sono evidenti le tracce della strategia messa a punto da Guardiola. Sulla rimessa dal fondo del City, con il Real che rimane alto in pressione, Ortega sceglie di lanciare lungo su Haaland che, come farà per tutto il match, rimane altissimo approfittando del fatto che sul calcio di rinvio non è applicabile la regola del fuorigioco. Haaland perde il duello con Rüdiger, ma il Manchester City recupera la seconda palla, iniziando a palleggiare nella metà campo avversaria. La squadra di Guardiola sfrutta la superiorità numerica in mezzo al campo alzando Stones sulla linea dei centrocampisti: un continuo 4 contro i 2 interni del 4-4-2 con cui il Real Madrid si difende.
La squadra di Ancelotti ha avuto molta difficoltà a difendere questa situazione. Quando Valverde stringeva la propria posizione per dare supporto a Kroos e Camavinga, liberava un corridoio per Gvardiol che, nel 3-3-3-1 con cui si schiera in fase di possesso il City, gioca da centrale di sinistra. In questo modo, con Carvajal “fissato” dalla posizione aperta di Grealish, Gvardiol poteva condurre palla con relativa facilità. Proprio da una di queste conduzioni è nato il tiro di Haaland parato da Lunin, a seguito di un filtrante per il taglio da destra a sinistra, alle spalle di Tchuoameni. La ribattuta del portiere è stata conquistata dal City e il tiro da posizione pericolosa di Grealish ribattuto dalla difesa del Real Madrid.
Valverde è attirato internamente dalla densità centrale del Manchester City. Si libera spazio per Gvardiol che può condurre e servire il taglio di Haaland.
Le idee di Guardiola e Ancelotti
Dopo i primi, pirotecnici, minuti, l’assestamento delle squadre ha svelato il piano gara dei due allenatori. Da una parte Guardiola, che puntava sul controllo, pensando di togliere al Real Madrid l’arma della transizione attraverso la gestione del pallone. A tal fine, in fase di possesso il Manchester City provava a creare zone di superiorità numerica e posizionale alzando Stones sulla linea dei centrocampisti. Con il pallone tra i piedi gli inglesi schieravano tre uomini sulla linea arretrata – da destra a sinistra Akanji, Rúben Dias e Gvardiol– mentre l’avanzamento di Stones creava in mezzo al campo un quadrilatero con Rodri, Kovacic e Foden. Sull’esterno Bernardo Silva e Grealish fissavano l’ampiezza, mentre Haaland aveva il compito di tenere bassi i due centrali avversari.
Lo schieramento offensivo del City, coi 3 dietro e il “box” di centrocampo.
Dall'altra parte Ancelotti provava a difendere con due linee da quattro, permettendo al quadrilatero del City, in cui i movimenti di Foden e Kovacic alle spalle o ai fianchi dei centrocampisti permettevano ricezioni in zone avanzate, di abbassare ulteriormente la difesa spagnola. La superiorità numerica e posizionale in realtà era un obiettivo del City anche più in basso sul campo, con una linea arretrata a tre supportata da Rodri e Kovacic che aggirava facilmente la pressione dei due giocatori offensivi di Ancelotti.
La strategia ideata da Guardiola ha funzionato, anche piuttosto bene. Il Real Madrid ha fatto grande fatica a leggere le posizioni di Foden e Kovacic, ed era costretto ad abbassarsi per via della superiorità in mezzo al campo.
L’efficacia dello schieramento del City e la conversione della superiorità numerica in superiorità posizionale. Kovacic riceve a fianco di Camavinga, attirando la pressione dei due interni del Real Madrid e consentendo a Foden di smarcarsi alle spalle del centrocampo avversario.
Il Manchester City, dopo il gol realizzato e la doppia occasione per Haaland e Grealish, ha tenuto il pallone, soffocando le ripartenze avversarie con un pressing aggressivo. Dopo 10 minuti, però, alla prima occasione in cui il Real è riuscito a palleggiare nella metà campo offensiva, ha subito il gol del pareggio, arrivato in maniera fortunosa con un tiro di Camavinga deviato.
Subito il gol il Manchester City ha ricominciato a palleggiare ma non è bastato. Gli uomini di Guardiola riuscivano anche a penetrare, manovrando, nell’area di rigore avversaria, ma hanno finito per subire una letale ripartenza del Real e prendere il secondo gol. Non è stato però un caso: Ancelotti aveva schierato vicini, sulla sinistra, Rodrygo e Vinicius, sapendo che i due avrebbero dato vita a combinazioni in velocità difficilissime da controllare per gli avversari, capaci di ribaltare il campo in una frazione di secondo. Nell'azione del gol è Vinicius a occupare la posizione centrale e, da qui, fungere da primo appoggio per le transizioni del Real e lanciare la velocità in campo aperto di Rodrygo.
Lunin recupera palla e gioca su Kroos nei pressi della propria area di rigore. Vinicius riceve venendo incontro, mentre Rodrygo attacca lo spazio. La transizione è fulminea e inaspettata per Guardiola che, come si vede nella prima immagine, si è girato a raccogliere le idee dopo il cross di Grealish.
I due gol subiti in tre minuti hanno fatto crollare il pavimento sotto i piedi di Guardiola, che non è riuscito a evitare di subire gol proprio nella maniera in cui avrebbe voluto evitare: con una transizione avversaria. Lo sappiamo: contro il Real Madrid anche il massimo controllo non è abbastanza; basta pochissimo, quasi nulla, perché la partita ti sfugga di mano. Il termometro dell’ansia del Manchester City è Rodri, il padrone del centrocampo di Guardiola, che sbaglia qualche semplice passaggio interlocutorio, aprendo le falle per le transizioni del Real Madrid.
In generale, dopo il gol subito da Rodrygo, il Manchester City è sembrato come scosso, affetto da un eccesso di prudenza probabilmente figlia dell’ansia per la pericolosità del Real Madrid dentro al Bernabeu.
D'altra parte, quella non è stata l'unica occasione in cui l’attacco congiunto della fascia sinistra da parte di Rodrygo e Vinicus ha messo in pericolo la porta di Ortega. Il Real Madrid, però, non è riuscito a segnare il terzo gol nel corso del primo tempo, perdendo una buona occasione per minare ancora di più le certezze del Manchester City.
Un altro esempio, dopo quello del secondo gol, della chiara volontà del Real Madrid di attaccare il City con transizione lunghe sull’asse Vinicius-Rodrygo. Rodrygo recupera palla vicino la propria area. Vinicius, venendo incontro, funge da perno per la ripartenza e di tacco serve Rodrygo che, senza fermarsi, ha attaccato la profondità. L’azione si concluderà, dopo un altro scambio tra i due brasiliani, con un tiro da posizione pericolosa di Rodrygo.
Il secondo tempo
Nell’intervallo Guardiola non si è fatto spaventare e probabilmente ha cercato di convincere i suoi giocatori della bontà delle sue idee. Il City del secondo tempo ricalcava nelle intenzioni quello del primo tempo, ma riuscendo a palleggiare con più tranquillità, diminuendo il numero di errori gratuiti che, nei quarantacinque minuti precedenti avevano aperto le porte alla transizione del Real Madrid. Nonostante questo, gli uomini di Ancelotti nei primi quindici minuti del secondo tempo hanno avuto altre due buone occasioni per realizzare un gol. La prima con Bellingham su un altro errore in disimpegno di Rodri, la seconda con Vinicius Jr. sul solito attacco in campo aperto del Real Madrid.
Progressivamente però il City ha acquisito sicurezza e la dispendiosa partita in campo aperto dei padroni di casa ha cominciato a pesare sulle gambe. Il Real Madrid fallisce un paio di ripartenze di troppo con un Bellingham insolitamente impreciso, mentre il piano di Guardiola viene premiato con due fantastiche conclusioni da fuori di Foden e Gvardiol che ribaltano il risultato. I due gol sono frutto certo di due prodezze balistiche, ma nascono comunque dalla capacità del palleggio del City di schiacciare la squadra avversaria dentro la propria area, liberando spazi al limite dei 16 metri dopo avere riportato il pallone dall’esterno verso il centro del campo.
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I due gol segnati nel secondo tempo al Real Madrid sono analoghi, senza andare troppo lontano, ai due gol segnati tre giorni prima da De Bruyne al Crystal Palace. Il City schiaccia gli avversari dentro i propri 16 metri e la palla dall’esterno passa verso il centro del campo, nei pressi del limite dell’area, dove i formidabili tiratori del City hanno tempo e spazio per calciare.
I due gol del City sembrano mettere la parola fine al match, sigillando la vittoria della strategia posizionale di Guardiola, ma col Real Madrid, si sa, non è mai finita. L’ennesima prodezza tecnica della partita – la visione di Vinicius, ieri in versione “Benzema”, e la capacità balistica del "pajarito" Valverde – regalano ai "Blancos" un pareggio che rispecchia l’andamento della partita e lascia tutto aperto per la gara di ritorno.
Cosa aspettarci adesso dalla gara di ritorno in Inghilterra? La qualificazione è apertissima e, tatticamente, la partita potrebbe assomigliare a quella vista a Madrid. Sarà con ogni probabilità un nuovo spettacolo e chissà che Haaland (solo 20 tocchi del pallone e 6 passaggi realizzati per il norvegese, costantemente sovrastato da Rüdiger) e Bellingham, i due giocatori meno coinvolti e più deludenti del match di ieri sera, non abbiano voglia di riprendersi la scena all'Etihad e regalarci così un'altra dose di divertimento.