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Recap statistico di metà campionato
19 gen 2022
Un'occhiata ai numeri all'inizio del girone di ritorno.
(articolo)
8 min
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Tutte le statistiche avanzate citate nel pezzo appartengono a StatsBomb e fanno parte dei loro prodotti di punta StatsBomb IQ e StatsBomb 360.

In questa fase della stagione, le statistiche cosiddette predittive, come gli Expected Goals, contano meno che all’inizio del campionato. Nelle primissime giornate, come in ogni ciclo breve, gli Expected Goals sono capaci di mostrare subito i trend nei rapporti di forza tra le squadre. Lo fanno al di là degli effetti di calendario, dei momenti di forma e, perché no, anche al di là della fortuna, tutti fattori che possono indirizzare una singola partita. Una overperformance che dura da 22 partite è indice di qualità superiori alla media, e non certo di fortuna. Quindi è in questa fase che le statistiche descrittive, al contrario, assumono ancora più senso: è l’accumularsi degli eventi, in un numero sempre più consistente di partite, a renderle più affidabili.

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Nella prima immagine, la differenza tra le reti che una squadra avrebbe dovuto segnare e quelle che avrebbe dovuto subire secondo le statistiche. Nella seconda immagine, la differenza tra le reti che ha segnato e quelle che ha subito realmente in campo.

Come si vede da questi grafici, nella parte alta della classifica i valori sono pressoché consolidati. Le rispettive posizioni quasi non cambiano quando confrontiamo le prestazioni (mediante la differenza tra xG prodotti e concessi) e i risultati ottenuti sul campo (mediante la differenza reti, escludendo i rigori). In estrema sintesi, l’Inter sembra avere una marcia in più nella lotta scudetto, mentre Milan, Atalanta e Napoli hanno potenzialmente la forza per assicurarsi i restanti posti Champions. Nella lotta salvezza la situazione è estremamente fluida ma, se ci fermiamo a questi due grafici, il Cagliari potrebbe attingere ancora a qualche riserva per risalire la china, mentre il Venezia ha già ottenuto più di quanto meritava statisticamente (non a caso cercano di rinforzarsi sul mercato più di altre squadre).

Se guardiamo ai soli dati offensivi, alla ricerca di una overperformance corposa, i dati della Lazio balzano agli occhi. La Lazio ha segnato 43 gol, rigori esclusi, da 26,1 xG. La Lazio è la squadra che prende mediamente tiri più pericolosi: la sua media di xG ricavati da ogni tiro è pari a 0,11 ed è la più alta della Serie A. Non è che gli attaccanti e i centrocampisti della Lazio hanno qualcosa più degli altri?

Misurare l’intelligenza calcistica

Le statistiche servono a contare le cose che i calciatori fanno con la palla nell’arco della partita. Un evento – un tiro, un passaggio, un dribbling – viene contato singolarmente ovunque avvenga sul campo e in ogni contesto. Che sia sotto la pressione dell’avversario o no, che peschi l’uomo tra le linee in avanti o che torni indietro verso il portiere, per le statistiche un passaggio è uguale all’altro. L’unico indicatore di qualità che possiamo associare a un evento è l’esito: nel caso di un tiro, un passaggio o un dribbling potremmo dire se c’è stato o meno un goal, un passaggio riuscito, un giocatore saltato.

Chiunque abbia guardato un certo numero di partite intuisce che le giocate contano in maniera diversa a seconda della zona di campo e della situazione di gioco in cui vengono effettuate. Nel fare una determinata giocata, un calciatore effettua una scelta. Non solo: automaticamente esclude tutte le altre giocate che avrebbe potuto fare nella stessa situazione. Viene da chiedersi: quale sarebbe stata la scelta da fare, la migliore tra tutte? Oppure, ponendo la domanda in maniera diversa, quale scelta avrebbe aumentato le probabilità della propria squadra di andare a fare gol?

È per rispondere a questa domanda che sono nati i modelli PSV (Possession State Value). Sono modelli che associano a ogni gesto sul campo un numero, positivo o negativo. In pratica ogni scelta che un giocatore fa è un tassello che va a incrementare, o diminuire, la probabilità di fare gol all’interno di un’azione di gioco. Statsbomb ha sviluppato la sua versione chiamata OBV (On Ball Value).

Secondo l’OBV, Inter e Milan sono una spanna sopra le altre. I loro giocatori, nel contesto che Inzaghi e Pioli hanno contribuito a costruire, decidono di volta in volta per la scelta più corretta da fare nella specifica situazione.

I migliori interpreti del campionato secondo questa specifica statistica sono elencati qui. Nella tabella sopra, invece, ho selezionato un giocatore per squadra, in particolare ho scelto il calciatore che ha, secondo l’OBV, il quoziente calcistico più elevato. L’intelligenza calcistica non dipende dall’età: tra i venti ci sono ventiduenni (Cambiaso); ventiquattrenni (Koopmeiners, Hernandez); ultratrentenni (Cuadrado, Candreva). Undici giocatori su venti sono terzini o laterali a tutta fascia. È la dimostrazione più lampante dell’evoluzione che ha avuto il ruolo negli ultimi cinque anni, e di quanto l’efficacia del gioco di una squadra della Serie A passi ormai dalle fasce.

A proposito della Lazio, se isoliamo i contributi dati all’OBV dai soli tiri, si capisce qualcosa di più della overperformance offensiva della Lazio. I suoi calciatori scelgono il momento del tiro meglio di altri, optano per una conclusione quando possono massimizzare le loro probabilità di successo.

Ancora una curiosità sull’OBV: Mike Maignan è il portiere della Serie A con l’OBV più alto. Le sue parate che danno il via a un possesso del Milan, le scelte che fa nella distribuzione della palla sia con le mani che con i piedi, sono eventi che aumentano le probabilità di fare gol dall’altra parte del campo. È il sedicesimo giocatore della Serie A con l’OBV più alto, lo stesso OBV di un trequartista come Malinovskiy. Non è pazzesco?

Le molto vive palle morte

Nelle ultime due stagioni e mezza, in Serie A quasi un gol su cinque è arrivato da situazione di palla inattiva. In questa stagione, è l’Inter la squadra che ha sfruttato meglio questo fondamentale. Ha segnato 11 gol da palla inattiva, di cui 8 da calcio d’angolo. Cos’hanno di speciale i nerazzurri in questo fondamentale?

C’è innanzitutto una sostanziale differenza tra le battute che avvengono da sinistra o da destra.

Quando batte da sinistra, l’Inter ha in Calhanoglu un calciatore di piede destro in grado di battere forte, con il pallone che ha un effetto a rientrare verso la porta avversaria. La strategia dell’Inter si compie in due mosse: da un lato, cerca di far uscire un uomo in anticipo, che corre verso il calcio d’angolo, all’esterno della luce del primo palo; dall’altro, alle sue spalle, un castello di quattro o cinque uomini si apre per attaccare la zona centrale dell’area piccola, partendo più o meno all’altezza del dischetto del calcio di rigore.

Al contrario, quando batte da destra, con un calcio a uscire verso il centro dell’area, non c’è quasi mai l’uomo in anticipo oltre il primo palo. Anche gli uomini del castello d’attacco partono da una posizione più arretrata, più vicino al limite dell’area di rigore. Di tanto in tanto, al contrario di quanto avviene a sinistra, dove l’Inter quasi sempre cerca la battuta diretta in area, da destra non è raro che avvenga una battuta corta. In quei casi il pallone viene girato all’uomo vicino al battitore, che può crossare o effettuare ancora un passaggio intorno all’area di rigore.

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Per esempio, contro la Salernitana, l’Inter ha attaccato la zona centrale dell’area di rigore con quattro uomini. Un quinto, Perisic, era già appostato oltre i due uomini a zona a guardia del primo palo, è la zona dove cadrà il pallone. Perisic vince il duello con il proprio marcatore e gira il pallone in rete, ma alle sue spalle arrivava Dzeko, che aveva attaccato la stessa zona.

Chi ricava di più dal pressing?

Il pressing è quintessenziale nelle strategie delle squadre odierne. È un’arma che può essere usata per difendersi, ma anche per attaccare.

Atalanta e Napoli sono le squadre che ricavano di più dalla pressione offensiva, cioè portata nella metà campo avversaria. Nel grafico sono mostrati il numero di tiri che scaturiscono in media nei secondi immediatamente successivi alla conquista della palla. In realtà, il modo che una squadra ha di portare il pressing può anche essere di volta in volta molto diverso.

Dati molto raffinati permettono di fare una distinzione tra i contributi offerti dal pressing o dal gegenpressing, rispettivamente i tentativi di riconquistare palla a inizio azione o subito dopo averne perso il possesso. Napoli e Atalanta hanno contenuti positivi, sopra la media del campionato, sia nelle pressioni che nelle contropressioni. Nello stesso quadrante ci sono anche Milan, Roma, Empoli e Torino, che è la squadra che ricava meno tiri tra le prime per azioni in pressione. Nel quadrante opposto c’è la Juventus, che generalmente siede più bassa quando non ha la palla. Pur rinunciando alle azioni di pressione e contropressione, riesce a verticalizzare e ad arrivare velocemente, e piuttosto spesso al tiro quando riconquista il pallone.

È interessante notare quanto siano vicini i profili di pressing del Torino e dell’Atalanta, e quanto invece sia lontano il Verona, che preferisce la contropressione alla pressione, pur mantenendo alta la propria efficacia. Tudor, pur seguendo il solco di Juric e della scuola gasperiniana, non ha rinunciato a imporre la propria visione strategica.

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