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Recap statistico del girone d'andata 2018/19
18 gen 2019
Cosa ci dicono le statistiche sulla prima metà di campionato.
(articolo)
9 min
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Per una coincidenza di calendario, nell’anno del primo Boxing Day italiano e della prima pausa invernale della Serie A, il momento di vuoto ha coinciso con la fine del girone d’andata. Anche dal punto di vista dell’analisi statistica siamo a metà del guado, in una posizione che definirei scomoda.

Nel primo terzo di campionato i risultati, influenzati dagli effetti di calendario, dicono poco dei rapporti di forza tra le squadre in competizione: in questa fase iniziale le statistiche possono aiutare ad orientarsi, a scoprire il velo sulle prestazioni spesso nascoste dai risultati delle prime partite che, è stato dimostrato, hanno poca correlazione con i punti conquistati alla fine del campionato. Tra le statistiche, le più utili sono le metriche precoci come gli Expected Goals, che si definiscono predittive proprio per questo motivo.

Nell’ultimo terzo di campionato, invece, quando ormai si hanno alle spalle molte partite giocate, bisogna arrendersi di fronte all’evidenza. Ovvero: se i risultati di una squadra hanno superato le previsioni significa che quella squadra ha dimostrato sul campo di avere dei valori tecnico-tattici superiori alla media. Vale anche il contrario, e cioè nel caso di risultati più negativi di quello che ci aspetterebbe non si può più parlare di casualità, ovviamente.

Nell’attuale fase di mezzo, le valutazioni devono essere per forza di cose più accorte, ma le statistiche possono quanto meno raccontarci quali margini di miglioramento può ancora avere una determinata squadra, e quali numeri potrebbero salire o calare con ragionevolezza nelle prossime settimane.

È rappresentata in nero la differenza tra gli Expected Goals prodotti e concessi, in verde la classica differenza reti, al netto dei rigori.

Nel grafico qui sopra le squadre sono ordinate per la differenza delle reti attese, che è un indice di valutazione delle loro prestazioni complessive. Nelle prime posizioni, il susseguirsi delle squadre dall’alto al basso ricalca quello dell’attuale classifica di Serie A, a meno delle eccezioni notevoli rappresentate da Inter e Atalanta, che scambiano la loro posizione, e dalla Sampdoria, che è tre posizioni più in basso.

Sampdoria ed Empoli sono le squadre che registrano la maggior differenza in valore assoluto tra le prestazioni e i risultati. La squadra di Giampaolo è andata oltre le attese sia per quanto riguarda l’attacco (+9 reti segnate), sia per quel che concerne la difesa (+6,6 la differenza tra gli xG e i gol concessi) ed è curioso notare come i blucerchiati avessero una overperformance di simile entità anche lo scorso anno, in questo stesso periodo (overperformance poi parzialmente rientrata a fine campionato per via di un peggioramento dei numeri offensivi).

La Sampdoria attualmente segna il 15% dei propri tentativi verso la rete, nessuno fa meglio in Serie A, dove la media è del 9%. È immaginabile un rientro verso la media nella seconda parte della stagione anche per quest’anno; in caso contrario verrà confermata l'eccezionale qualità in fase di finalizzazione della squadra di Giampaolo e soprattutto di Fabio Quagliarella, visto che la prolificità dell’attacco della Sampdoria si fonda proprio sulle sue qualità. Ci sono solo 17 giocatori in tutta la Serie A che hanno già sommato almeno 50 conclusioni a rete, e tra questi l’attaccante campano è il secondo per precisione al tiro: il 44% dei tentativi di Quagliarella sono finiti nello specchio della porta.

C’è solo un attaccante che ha una precisione maggiore del sampdoriano, ed è Francesco Caputo, che sta contribuendo a trascinare l’Empoli fuori dalle secche, come spiegherò più avanti.

Lazio, Atalanta e Inter

Di fronte alle recenti prestazioni dell’Atalanta di Gasperini, attualmente miglior attacco del campionato con 39 reti, ci si chiede se "la Dea" abbia delle possibilità per rientrare in lizza addirittura per un posto in Champions League. In classifica i bergamaschi, settimi, hanno 4 punti di ritardo sulla Lazio e 11 sull’Inter, rispettivamente al quarto e al terzo posto.

L’andamento in media mobile degli Expected Goals di Atalanta, Inter e Lazio. La media mobile su 7 partite si utilizza per smussare gli effetti dei cicli casa/trasferta, oltre a quelli dei periodi di forma nel breve termine.

L’andamento delle medie stagionali degli Expected Goals offensivi (curve in alto) e difensivi (in basso) mostrano che, dopo le difficoltà iniziali, l’Atalanta si è assestata su buoni livelli di performance che, al di là dei gol segnati, sembrano sostenibili nel lungo periodo.

Difficile però dire se tenere questa prestazione basterà a mettere fuori una tra Inter e Lazio. La Lazio, tra le tre, è l’unica squadra che ha un outlook positivo sia per l’attacco che per la difesa (le linee di tendenza, non disegnate per rendere leggibile il grafico, hanno pendenza positiva). I biancocelesti hanno margini da recuperare soprattutto in attacco, dove finora hanno segnato 26 reti escludendo i rigori, a fronte dei 33,7 xG prodotti.

Al contrario di quello di Atalanta e Lazio, il quadro delle statistiche dell’Inter non sostiene la posizione in classifica. Per quanto riguarda l’attacco, l’Inter è sesta per gli xG, settima per il volume di tiro, quinta per la percentuale realizzativa (cioè la percentuale dei gol sui tiri totali), quarta per il numero di ingressi in area avversaria. In difesa i nerazzurri hanno la quinta, la settima e l’ottava prestazione del campionato rispettivamente per xG, tiri e ingressi in area concessi.

L’Inter è anche seconda, al pari della Juventus, per quanto riguarda la percentuale realizzativa degli avversari (ovvero la percentuale dei gol sui tiri totali scoccati dalle squadre avversarie incontrate). È un indice, quest’ultimo, che aiuta a stimare la pressione che i difensori pongono sugli attaccanti. L'anomalia, in questo senso, è il Parma, che è sorprendentemente primo in questa statistica: forse la squadra di D'Aversa, spesso interamente arroccata a difesa della propria area di rigore, costringe gli attaccanti del campionato a prendere tiri più difficili, persino che contro Inter e Juventus, che tendono a difendere con un baricentro molto più alto.

In questa fase del campionato possiamo solo dire che l’Inter ha un bottino di punti e un vantaggio ragguardevoli, probabilmente tale da metterla al sicuro dai tentativi delle altre squadre di estrometterla dalla prossima Champions League. I nerazzurri hanno ancora 19 partite per continuare a battere le attese e per convincerci della loro eccezionalità, come ho detto nelle premesse iniziali.

Le simulazioni al computer, che utilizzano le statistiche, la classifica attuale e l’ordine delle partite ancora da giocare per provare a predire l’ordine d’arrivo finale, assegnano all’Atalanta una probabilità del 7% di qualificazione alla Champions League 2019/20.

Il Napoli può raggiungere la Juventus?

L’andamento in media mobile, stavolta su 15 partite, degli Expected Goals offensivi e difensivi di Napoli e Juventus.

Per capire se la corsa allo Scudetto è davvero chiusa, val la pena allargare la finestra temporale di osservazione allo scorso campionato. Nel girone di ritorno 2017/18, il Napoli elevò il livello delle proprie performance offensive, finendo poi per pagare lo sforzo a discapito della tenuta difensiva, come sottolineò lo stesso Sarri in più occasioni.

Quest’anno, grazie anche all’arrivo di Cristiano Ronaldo, la Juventus ha recuperato il gap offensivo con il Napoli. Anzi, lo ha addirittura sopravanzato salvo poi recedere nell’ultimo periodo, anche a causa delle difficoltà del calendario.

A dicembre la Juventus ha affrontato nell’ordine la Fiorentina, l’Inter, il Torino, la Roma, l’Atalanta e la Sampdoria, tutte squadre del lato sinistro della classifica. Gli andamenti dettati dalle linee di tendenza prevedono una crescita in attacco e stabilità in difesa per la Juventus. Già ora i bianconeri vantano un credito nei confronti degli xG, a fronte dei 31 gol fatti su 36,9 reti attese. Al contrario, gli outlook offensivi e difensivi del Napoli sono entrambi orientati verso un leggero calo.

Se la distanza nelle prestazioni delle due squadre dovesse restare quella attuale, se cioè non dovessero intervenire cambiamenti tecnici (l’ingresso a regime di Faouzi Ghoulam può essere uno di questi), infortuni dall’una o dall’altra parte, o semplici distrazioni europee, le posizioni relative di Juventus e Napoli dovrebbero restare queste.

Cambiare guida tecnica ha pagato?

Dall’inizio del campionato, in Serie A ci sono stati 7 cambi in panchina che hanno riguardato 5 squadre: Chievo, Empoli, Frosinone, Genoa e Udinese. È presto per fare delle considerazioni sulle esperienze di Prandelli e Baroni, entrati in carica entrambi a dicembre. Per quanto riguarda gli altri, Di Carlo, Iachini e Nicola hanno tutti portato un miglioramento in classifica per le proprie squadre.

Il Chievo è passato da una media punti a partita di 0,25 (la stessa sia per D’Anna che per Ventura) a una di 1,14. Iachini a Empoli ha più che raddoppiato la media di Andreazzoli, saltando da 0,55 a 1,25. L’Udinese di Nicola ha 1,29 punti di media a partita, contro gli 0,75 del suo predecessore Velasquez.

L’andamento in media mobile su 7 partite degli Expected Goals di Empoli, Udinese e Chievo. I tratteggi orizzontali indicano le date di subentro di Iachini, Nicola e Di Carlo.

Al di là dei risultati, la progressione delle prestazioni è diversa tra le tre squadre e permette di valutare meglio l’impatto dei rispettivi allenatori. Nicola e Di Carlo hanno consolidato la performance difensiva delle proprie squadre, ma se per il primo si può parlare di un effetto diretto, per il secondo, il processo era già in atto con D’Anna e Ventura.

Tenendo conto delle difficoltà di calendario poste di fronte all’Empoli nell’ultimo mese – quattro punti contro SPAL e Bologna e poi quattro sconfitte contro Fiorentina, Samp, Torino e Inter – il livello di prestazioni offensive e difensive di Iachini non è poi così diverso da quello di Andreazzoli. A quest’ultimo è mancata soprattutto la concretizzazione della fase offensiva: l’Empoli, nelle prime 11 giornate, ha ricavato 9 gol da 13,5 xG; nelle seconde 8 partite, gli azzurri hanno segnato 10 reti da 10,5 xG.

In questo secondo periodo, Francesco Caputo ha innalzato il livello delle sue prestazioni: ha tenuto invariata la precisione al tiro (46%) pur aumentando il volume di conclusioni a rete; ha inoltre aumentato la sua efficacia, passando ad un rapporto gol/xG superiore all’unità, grazie alle 4 reti da 3,2 xG, rigori esclusi. La vera questione adesso è se Caputo riuscirà a mantenere questi livelli fino alla fine del campionato.

La situazione dell’Empoli rispecchia un trend visto anche negli anni scorsi: spesso i cambi in panchina servono per dare una scossa emotiva all’ambiente, che si traduce in risultati, almeno nel breve termine. I valori tecnici, le prestazioni registrate dalle statistiche di solito restano invariate nel corso della stagione.

L’anno scorso di questi tempi, gli Expected Goals delineavano un quadro che era vicino alla classifica di fine anno più di quanto lo fosse alla classifica in quel momento. Ad esempio era chiaro che l’Atalanta avesse la forza di sopravanzare Fiorentina e Sampdoria. O che SPAL e Sassuolo potessero allontanarsi dalla zona retrocessione, più del Crotone o del Verona. Il potenziale espresso nei match giocati finora, e registrato dagli xG, va comunque trasformato in punti attraverso i risultati. L’ultima parola è sempre del campo.

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