Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
Renato Veiga, solo un tappabuchi?
24 gen 2025
Il portoghese aggiunge nuove caratteristiche e sembra adeguato alla fluidità del calcio di Motta.
(articolo)
8 min
(copertina)
IMAGO / Sportimage
(copertina) IMAGO / Sportimage
Dark mode
(ON)

Che la Juventus avesse urgente bisogno di rinforzi era chiaro a tutti da qualche mese e così, dopo Alberto Costa e Kolo Muani, è arrivato anche Renato Veiga dal Chelsea, in prestito oneroso senza alcun obbligo di riscatto.

Veiga è un 2003 ed è figlio d’arte, visto che suo padre Nelson è stato anch’egli un difensore e ha vestito per 15 volte la maglia della Nazionale di Capo Verde. Cresciuto nelle giovanili dello Sporting CP, in realtà con la prima squadra dei Leões non ha mai esordito: si è fermato a qualche apparizione con la seconda squadra in terza divisione, sufficiente comunque a suscitare l’interesse dell’Augsburg, che lo ha preso in prestito per la seconda parte della stagione 2022/23. In Bundesliga Veiga ha iniziato ad accumulare minuti e si è diviso tra la posizione di centrale e quella di terzino sinistro. Conclusa l’esperienza in Germania è tornato alla base, ma lo Sporting non aveva intenzione di puntare su di lui. Così si è trasferito al Basilea, che lo ha acquistato per meno di cinque milioni. I rossoblu hanno vissuto un’annata disastrosa, conclusa addirittura col nono posto in regular season, Veiga, però, ha avuto modo di distinguersi, mostrando qualità palla al piede tali da permettergli di agire anche da mediano.

Caratteristiche che in estate hanno attirato l’attenzione del Chelsea, che cercava un difensore moderno per il gioco di posizione di Maresca. Dopo soli sei mesi, però, il portoghese ha spinto per andare via. L’avventura in Inghilterra, evidentemente, non è andata secondo i piani. Veiga ha giocato poco, quasi solo in Conference League. Ha continuato a mostrare buone qualità palla al piede e nell’unica gara disputata da titolare in Premier League, da mediano in casa del Bournemouth, è stato uno dei migliori in campo. Maresca, però, non lo riteneva affidabile a sufficienza, visto che in metà stagione gli ha concesso appena 176’ in campionato: «Anch’io vorrei avere i capelli lunghi, ma abbiamo più di 20/25 giocatori e tutti loro vogliono giocare», ha detto il tecnico campano a proposito dello scarso minutaggio del portoghese.


Buona parte delle apparizioni di Veiga col Chelsea sono arrivate da terzino sinistro – ruolo che, come vedremo, interpretava in maniera particolare – mentre da centrale non ha praticamente avuto occasioni. In un tweet del 12 gennaio, quando la principale squadra interessata a Veiga sembrava essere il Borussia Dortmund, Fabrizio Romano aveva scritto che Veiga "è in cerca di una nuova avventura in modo da poter giocare regolarmente difensore centrale". Se fosse vero, potremmo ipotizzare che la Juve e Motta gli abbiano prospettato un impiego al centro della difesa, ma notizie del genere vanno sempre prese con cautela, perché gli sviluppi del calcio sono imprevedibili.


Quel che è certo è che Veiga porta in dote caratteristiche che al momento mancano alla rosa dei bianconeri. Con l’infortunio di Bremer e l’addio di Danilo, al momento gli unici centrali a disposizione sono Kalulu e Gatti e nessuno dei due è un mancino naturale, quindi magari più a suo agio quando si tratta di far uscire il pallone dalla difesa, visti i limiti di Gatti col pallone e che Kalulu sta giocando dalla parte teoricamente sbagliata. Ma Veiga può essere anche il terzino sinistro mancino della squadra, visto che dopo l'infortunio di Cabal lì gioca Cambiaso, che è destro di piede (e che potrebbe spostarsi a destra).


Un’ipotesi altrettanto suggestiva è quella di vedere il portoghese in mezzo al campo. Se la coperta della Juventus è particolarmente corta in difesa, è vero anche che i bianconeri non hanno un vero sostituto di Locatelli, unico centrocampista posizionale in rosa (Fagioli non è abbastanza consistente per letture e qualità atletiche in fase di non possesso). Veiga, allora, potrebbe anche permettere al centrocampista italiano di rifiatare, oppure, chissà, anche affiancarlo in mediana: per arrivare in quella posizione, infatti, non avrebbe necessariamente bisogno di partire centrocampista, visto che, sulla carta, si tratta di un giocatore capace di adeguarsi perfettamente alla fluidità richiesta da Motta.


È questo il motivo per cui la Juve lo ha acquistato. Veiga non solo può ricoprire più ruoli, ma ha anche l’abitudine a cambiare posizione all’interno della stessa azione per adeguarsi alla struttura di squadra.


Da terzino sinistro, ad esempio, nel Chelsea aveva il compito di stringere da mezzala sinistra o addirittura di alzarsi da trequartista nel corridoio intermedio di sinistra. Veiga poteva occupare staticamente la posizione di mezzapunta già dall’inizio dell’azione oppure, partendo da dietro, leggere lo spazio che si apriva sulla trequarti ed alzarsi in quella posizione.


Veiga, infatti, tende a spostarsi molto per trovare la posizione utile, secondo l’abitudine della squadra per cui gioca. Nella gara contro il Bournemouth giocata da titolare, il gol della vittoria in maniera indiretta è arrivato proprio per un suo movimento. Col Chelsea riversato in avanti e con Sancho in isolamento col terzino, Veiga dalla posizione di mediano sinistro ha tagliato in diagonale nello spazio tra centrale e terzino del Bournemouth. In questo modo il terzino, per chiudere la linea di passaggio verso di lui, ha dovuto fare un paio di passi indietro e allontanarsi da Sancho, aprendo così la traccia per Nkunku: Sancho ha trovato il francese che ha ricevuto, si è girato in area e ha segnato.

I movimenti dalle retrovie sono stati una costante del calcio di Motta al Bologna e alla Juventus non ha avuto la libertà di proporli, anche per le caratteristiche dei giocatori. Veiga, se impiegato, gli darà la possibilità di aggiungere delle variabili in più nei movimenti senza palla e nel modo di occupare il campo.


Ad esempio, come Calafiori e Lucumi lo scorso anno, potrebbe alzarsi da mediano, per poi tornare stabilmente in difesa in fase di non possesso. Oppure, come detto, giocare direttamente a centrocampo. Nelle ultime partite Motta ha usato molto Locatelli come centrale aggiunto, che si abbassava tra Gatti e Kalulu per dare più libertà ai due. Se vuole continuare con questa idea, Veiga sarebbe sicuramente adatto.

Da pivote Veiga ha mostrato disinvoltura nel farsi trovare dai difensori e giocare di prima. Il gioco a parete, peraltro, lo aiuta a nascondere il fatto di essere monopiede: usa solo il mancino e questo lo limita al momento di ricevere. Vista la stazza poi (un metro e novanta centimetri d’altezza), per ovviare alla scarsa rapidità nel girarsi ai controlli orientati, spesso preferisce il controllo di suola per tenere il pallone sotto il corpo. Tutti dettagli che potrebbero renderlo facile da pressare e che magari ne sconsiglieranno l’uso da mediano.


In quella posizione, d’altra parte, potrebbe tornare utile per le sue doti di interdizione. Veiga ama difendere in avanti e ha una buona attitudine alla riaggressione, motivo per cui non fatica a staccarsi per tamponare le transizioni avversarie. Nonostante l’altezza, infatti, ha una buona mobilità senza palla. In generale, è un giocatore che cerca in maniera proattiva il recupero della palla, il che comporta dei rischi: grazie a delle gambe lunghe che riesce a infilare dappertutto, gli piace lasciare la posizione per aiutare i compagni in raddoppio, caratteristica senz’altro utile in una squadra alla costante ricerca di duelli come la Juventus. Se però il recupero non va a buon fine, un atteggiamento del genere rischia di lasciare scoperto lo spazio alle sue spalle. Trattandosi di un giocatore di nemmeno 22 anni, che ha giocato poche partite tra i professionisti e ancor di meno in campionati di primo livello, è naturale che debba ancora imparare a ponderare le sue scelte. È un difetto insito in tutti i giocatori dall’indole aggressiva e che sistemi che puntato molto sull’uomo contro uomo come quello di Motta sono abituati ad accettare.

Ragion per cui Veiga non dovrebbe faticare ad adattarsi da difensore o da terzino, le posizioni nelle quali è più probabile che possa trovare spazio. L’aggressività e la ricerca dell’anticipo dovrebbero permettergli di abbracciare senza problemi i principi del suo nuovo allenatore. Sia da centrale che da terzino, in fase di possesso potrebbe sistemarsi da terzo di sinistra, garantendo una qualità nell’impostazione che al momento manca alla Juve: né Gatti né Kalulu possiedono una tecnica come la sua. Forse non sarà al livello di Bastoni o Calafiori, ma a dimostrazione della bontà del suo mancino lo scorso anno al Basilea gli capitava anche di tirare le punizioni (notizia che farà piacere ai ai patiti del fantacalcio, nella speranza che possa batterne anche in Italia, anche se la concorrenza è notevole).

View post on X
A 00:34 un gran gol di Veiga su punizione.

Veiga in costruzione potrebbe condurre attraverso la pressione avversaria, oppure, contro blocchi bassi, portare palla per tirare fuori un avversario e creare spazi alle sue spalle.

Chi più di tutti dovrebbe giovare di un suo eventuale inserimento nell’undici titolare come difensore è Kalulu. Con Renato Veiga da centrale di sinistra il francese potrebbe ritornare sulla destra, il suo lato forte, da centrale o, addirittura, anche da terzino.

Insomma, per il prezzo dell’operazione – si parla di 5 milioni per il prestito – e per l’assenza di obblighi a fine stagione, l’arrivo di Veiga sembra un’operazione senza particolari rischi. La sua adeguatezza a questi livelli, però, è tutta da testare. Riuscirà a diventare parte integrante del progetto di Motta oppure sarà solo un tappabuchi?

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura