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Le migliori reti delle porte
03 set 2021
03 set 2021
Sì, proprio quelle che impediscono ai palloni di scappare via dopo un gol.
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Non so se davvero le reti interessino a qualcuno. Su di me, però, esercitano un fascino magnetico. Di molte partite che ho visto ricordo la forma della rete, che effetto faceva il pallone quando la muoveva. Ad esempio non posso dimenticare lo strano gonfiore della rete della porta dell’Italia nella partita contro l’Inghilterra al Mondiale 2014, su un tiro al primo minuto di Sterling che era andato fuori ma che aveva dato a tutti l’impressione di essere entrato: a volerla romanzare, l’effetto ingannevole della rete era un’allegoria dell’ingannevole Italia di Prandelli, partita con una dominante vittoria sugli inglesi e uscita dopo 180’ da coma con Costa Rica e Uruguay.

Non so da dove nasca la mia fissazione per le reti. Uno psicanalista forse mi direbbe che deriva dalla mia infanzia, dal fatto che i due campetti su cui sono cresciuto non le avessero (anche se qualche mese prima della ristrutturazione, in uno di questi campi avevamo tagliato la rete di copertura in nylon, che era dismessa, per attaccarla alle porte). Fatto sta che le reti sono una delle prime cose che guardo in uno stadio, con preferenza per quelle esagonali rispetto a quelle quadrangolari (in Brasile alcune sono addirittura romboidali). In un certo senso, la personalità di determinati stadi o eventi la rimando proprio alle reti. Gli ultimi mondiali, ad esempio, sono stati una delusione: le reti di Russia 2018 erano uguali alle reti di Euro 2016 che erano uguali alle reti di Brasile 2014. Reti esagonali, senza tratti peculiari, né troppo rigide né troppo molli, di profondità media rispetto allo specchio: le reti degli ultimi Mondiali ed Europei come i non-luoghi della globalizzazione, impossibili da distinguere l’una dall’altra, una sospensione delle differenze geografiche a forma di esagoni. Sono lontani i tempi dei quadratoni di Francia ’98, in cui alcune porte, come quelle dello stadio di Nantes, avevano anche un nastro bianco nella parte posteriore della rete per farla rimanere tesa.

Del bellissimo gol di Sunday Oliseh contro la Spagna, uno dei più celebri della storia recente dei Mondiali, più che il destro del giocatore nigeriano ricordo soprattutto la rigidezza del nastro bianco dopo l’impatto del pallone con la rete.

Con la speranza che il calcio del futuro riconosca l’importanza della diversità, almeno nelle reti, celebriamo le differenze tra stadi e manifestazioni con una rassegna delle reti – in senso letterale, non come sinonimo di gol – più iconiche degli ultimi anni, per forma, effetto a contatto con la palla e contrasto di colori col prato e i cartelloni a bordo campo.

8) Reti del Renzo Barbera di Palermo, stagione 2008/09

Le reti esagonali al Renzo Barbera di Palermo sono durate una sola stagione, la 2008/09. Dall’anno successivo, la società rosanero ha installato delle orrende reti quadrangolari senza alcun tipo di tensione, nelle quali il pallone non rimbalzava neanche. Quelle del 2008/09, invece, le associo a un bellissimo destro a giro di Miccoli contro la Roma a inizio campionato.

A livello estetico, mi piace il modo in cui le aste di sostegno innalzano le parti posteriori della rete – quelle corrispondenti agli incroci – ben al di sopra della traversa (ricordano molto le reti di FIFA 10 per la Play Station 2). Il rimbalzo del pallone risputato dalle maglie, così, è più evidente.


7) Reti dello Stadio Friuli di Udine, all’incirca dal 2007 a inizio 2011

Le reti del vecchio stadio Friuli di Udine, esagonali, entrano in classifica soprattutto perché hanno avuto il privilegio di vivere gli anni migliori di tiratori straordinari come Gaetano D’Agostino, Gökhan Inler, Fabio Quagliarella e Antonio Di Natale, che per via della poca tensione delle maglie sembravano farle esplodere ad ogni tiro.

Senza essere troppo rigide, il rimbalzo del pallone risputato dopo un gol catturava comunque l’occhio. Ricordo, tra gli altri, un esterno destro di Di Natale contro il Napoli nel 2010/11, in cui la palla si infila all’incrocio e picchia sull’asta di sostegno retrostante, uno degli effetti più soddisfacenti di un pallone che entra in porta.

Il Friuli ha ospitato queste reti, che associo al rosso livido della pista d’atletica, fino a inizio 2011, quando la Serie A, in occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia, decise di sostituirle con delle orripilanti reti tricolori e quadrangolari.


6) Reti dello Stadio Olimpico di Roma, da inizio 2000 circa fino al 2008

Le reti dell’Olimpico da inizio 2000 fino alla fine della stagione 2007/08 sono talmente brutte da fare il giro e diventare culto: guardate come entra morbido questo pallonetto da trenta metri di Vucinic contro il Genoa.

Esagonali, profonde in maniera abnorme rispetto ai pali, attaccate al palo di sostegno solo nella parte alta, erano così mosce, prive di tensione, che avrebbero potuto ammortizzare anche una palla di cannone. Forse solo i tiri di Totti riuscivano a rimbalzare su una rete così esanime.




5) Reti della Premier League tra il 2007 e il 2010

La Premier League ha creato la sua estetica uniformando font e palloni prima di tutti gli altri campionati. La standardizzazione ha toccato anche le reti (ci prova oggi la Liga, ma le reti del Benito Villamarín, del Coliseum Alfonso Pérez, del Wanda Metropolitano o dell’Alfredo Di Stéfano sono troppo banali, non trasmettono una vera identità). Nel periodo di dominio del calcio inglese in Champions League, le reti della Premier erano tutte quadrangolari, tese e rigide fino allo stremo, col pallone che rimbalzava lontanissimo quando arrivava qualche thunderbastard. Per ragioni che non so spiegare, infatti, le reti quadrangolari sono sempre più tese rispetto a quelle esagonali. Le uniche porte che facevano eccezione erano quelle esagonali di Newcastle e Stoke City. Le mie reti “di Premier” preferite, comunque, erano quelle di Anfield, peculiari perché più larghe rispetto allo specchio della porta; non a caso teatro di Liverpool-Arsenal 4-2 della Champions League 2008, la partita manifesto del calcio inglese degli anni ’00.

Ci si potrebbe giocare a padel su quelle reti.




4) Reti di Sudafrica 2010

Sudafrica 2010 è l’unico mondiale del ventunesimo secolo con le reti quadrangolari e non esagonali. Non so se per merito del “Jabulani”, il pallone super leggero e propenso ai rimbalzi, ma il loro effetto era particolarmente elastico, simile a quello dei saltarelli alle giostre. Guardate che bell’impressione di “rimbombo” su questo tiro da posizione impossibile di Donovan contro la Slovenia (il portiere era Handanović, chissà come avrebbe reagito i tifosi dell’Inter).




3) Reti di Euro 2004

I colori, l’impatto visivo, sono l’unico aspetto in cui le competizioni per nazionali superano la Champions League. Merito delle partite giocate di giorno, con la luce naturale, o forse dell’assenza di sponsor sulle maglie. Nonostante avessi solo sette anni, non posso dimenticare quanto dalla tv sembrassero luminosi i campi degli Europei in Portogallo. Il contrasto tra il verde smeraldo dei prati, il grigio del Roteiro, il pallone di quell’edizione, e il nero (o comunque verde scurissimo) delle reti è una delle combinazioni di colori più riuscite della storia del calcio. Escluso il gol di Ibrahimović contro l'Italia e una partita leggendaria di Zidane contro l’Inghilterra, non ho ricordi nitidi di Euro 2004; per questo per me è soprattutto una questione di colori: le reti scure, abbinate in maniera perfetta al resto dei dettagli degli stadi portoghesi, fanno parte di quella indimenticabile tavolozza. Fossero state bianche, come da tradizione, avrebbero rovinato tutto.

https://twitter.com/EURO2020/status/1360262954768285699


2) Reti di USA ‘94

Non so se per le immagini sgranate o per le maglie particolarmente fitte, ma da lontano non si capisce se le reti dei Mondiali di USA ’94 siano quadrangolari o esagonali. In realtà sono quadrangolari, ma più che la forma del reticolato, trovo irresistibile la profondità e il fatto che sui lati siano trapezoidali (le migliori reti sono trapezoidali, regola non scritta). Del gol di Maradona contro la Grecia apprezzo sempre l’effetto della palla quando entra: la porta sembra che stia per cadere a pezzi, i sostegni sui lati corti tremano addirittura.




1) Reti di Corea & Giappone 2002

Le reti di Corea & Giappone 2002 sono la Gioconda delle reti di calcio. Il Mondiale asiatico sarà anche stato il più brutto di sempre sul campo, però per estetica rimane imbattibile: stadi che sembrano astronavi, cartelloni pubblicitari variopinti (il viola di Yahoo, il rosso di Budweiser, il bianco di Toshiba), il verde dei prati che sembrava una riproduzione fedele di PES. E poi delle reti meravigliose, esagonali, non troppo rigide e con un bellissimo effetto a contatto con la palla: godetevi il secondo gol di Vieri contro l’Ecuador, il modo in cui la palla resta impigliata nella maglia dietro l’incrocio. Le porte del mondiale nippocoreano erano molto profonde e il tessuto delle reti più spesso del normale. A valorizzarle ancora di più, come nel caso di Euro2004, il colore del pallone: non un bianco puro, ma il bianco platinato del Fevernova.




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