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Retrocessi che ci mancheranno
17 mag 2016
Chi vi mancherà tra i giocatori di Hellas, Frosinone e Carpi?
(articolo)
12 min
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Mentre il custode del Barbera spegneva i riflettori del campo e se ne andava finalmente a letto, lasciando che l’ultima festa di questa Serie A si spostasse altrove, da altre parti si celebrava molto meno. Tra le retrocesse ci sono stati dei rimpianti, ma tutto sommato tifosi e società delle ultime tre classificate hanno reagito bene a questo maggio: i supporter dell’Hellas cantavano “vinceremo il tricolor”, quelli del Frosinone ringraziavano Stellone e tutti i giocatori, quelli del Carpi ci sono solo rimasti male, tutto sommato un po’ ci speravano dopo aver fatto un girone di ritorno onestissimo.

I veri colpiti dal “dramma retrocessioni” siamo noi spettatori sensibili. Perché se fossi tifoso del Verona sarei pronto alla prossima stagione in Serie B, con una squadra forse migliore delle altre e la testa già verso una risalita gloriosa; così come i tifosi Frosinone o Carpi, che hanno respirato un’aria di qualità maggiore e hanno mostrato che qualche cartuccia se la possono giocare.

Ma a noi sensibiloni non faziosi mancheranno i calciatori. L’anno prossimo tra Crotone, Cagliari e la vincitrice dei playoff ci saranno tanti altri calciatori a cui affezionarsi, ma è come comprare un nuovo paio di scarpe perché quelle che si indossano sono consumate: le scarpe vecchie sono sempre più comode e più belle. Nelle squadre retrocesse ci sono nomi di cui magari ci dimenticheremo, e che riaffioreranno alla memoria tra qualche anno quando, vedendo il video “Nostalgia Giaccherini” su YouTube in ologramma 3D, ci ricorderemo di quel giocatore che lo ha contrastato duramente. E quel giocatore sarà Emanuele Suager, e ci verrà in mente quando nel 2015/16 aveva giocato un pugno di partite e quella domenica c’era il sole e forse… forse… il Carpi poteva ancora salvarsi.

In questo pezzo ho voluto parlare di quelli che cercheremo l’anno prossimo sui campi di Serie A, e che non troveremo più :’(

Hellas Verona

Eros Pisano

Forse pochi lo sanno, e forse pochi se lo sono chiesti, ma quest’anno Eros Pisano ha provato a scalzare il suo ex compagno di squadra Giulio Migliaccio dal trono di “miglior colpitore di testa della Serie A”. Che poi se si vanno a vedere le statistiche ce ne sono di migliori, anche tra i difensori, persino migliori del “Divo” Migliaccio, eppure, forse a causa dello scarso rendimento della squadra in generale, le gambe e la testa di Eros Pisano sono riusciti a spiccare sullo sfondo grigio della stagione dell’Hellas.

Non solo la sua fascia, la destra, è quella dalla quale il Verona ha attaccato di più, ma “il bello di Busto Arsizio” ha contribuito anche con 5 gol personali al tentativo di salvezza, di cui 4 di testa. Se si considera che il Verona in totale ne ha segnati 33, be’ diciamo che si può capire perché Pisano spiccasse in questo Verona.

Il Cyrano del corridoio laterale è stato un pendolino puntuale e ha appena chiuso, a 29 anni, quella che sembra la sua migliore stagione, vissuta da spinta fisica e morale dell’Hellas. Potrebbe rimanere in Serie A, rimettendosi di nuovo a spingere la fascia destra di una piccola… ma potrebbe anche scendere insieme al Verona per fare l’eroe in Serie B, come già gli è capitato col Palermo qualche anno fa.

Ci mancherai Pisano, andato via proprio nel momento in cui avevamo scoperto inaspettatamente in te un nuovo “difensore che segna” per il Fantacalcio.

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La coppia Toni - Pazzini

Toni e Pazzini hanno avuto una stagione brutta. Bruttina, almeno. Il primo si è sentito addosso tutti i suoi anni, il secondo si è sentito addosso anche quelli del primo e, insomma, non hanno sempre aiutato questo Hellas a salvarsi. Peraltro venivano fatti giocare spesso alternati, vuoi per scelta tecnica o per gli acciacchi dell’uno o dell’altro. La giornata in cui sono rimasti in campo per più tempo insieme (74 minuti) poi ne è valsa la pena: i due hanno trasformato il derby di Verona in un’epifania di attaccantismo old school. Tant’è che, per rispetto, il Chievo ha fatto segnare Pellissier, con la sua aria da abitante di castelli transilvani o di riviera romagnola tutta l’estate.

Tutto il buono del Verona in questa stagione si vede proprio nel derby di ritorno. Pisano ci prova di testa, segna Toni con un rimpallo su rigore sbagliato da lui stesso e Pazzini segue con un gol goffo, con Bizzarri che aspetta con tranquillità a mani aperte un pallone che per colpa di una deviazione passa ad un metro da lui. Il terzo gol per l’Hellas lo segna Ionita, con un sinistro da fuori area a tempo scaduto e senza molto senso, da matto con le prove. Ci riprova poi Pisano (di testa) con Bizzarri che gli nega il gol. All’andata era finita uno pari e aveva segnato (indovina!) Pisano (indovina ancora!) di testa.

Toni non lo vedremo più sul rettangolo verde, ha già salutato i suoi tifosi a Verona con un gesto tecnico – il cucchiaio – che non è manco il suo, come per suggerirci con una strizzatina d’occhio che sì ok, ha finito, ma avrebbe potuto anche continuare, tanto per aumentare il rimpianto. Toni ci mancherà.

Pazzini viene da una delle sue annate peggiori. Ci mancherà come c’è mancato tutti questi anni in cui ha vivacchiato tra la panchina e il campo, con quel suo tempismo preciso seguito da gesti tecnici completamente senza fiducia, a metà tra il grande giocatore che può prendersi sulle spalle una piccola e il panchinaro umorale. Per il Pazzo si parla di un passaggio al Torino, ma un mesetto fa ha detto «Non si cambia idea dopo un’annata storta. Il Verona merita di stare in A, è impossibile che un tifo come questo vada in B, sarebbe bello essere il leader dell’anno prossimo. Questa è la stagione dei rimpianti».

Vuole ancora andare in Serie B ed essere il king.

Vangelis Moras

Vangelis Moras ci mancherà perché ha due facce. La prima è quella dell’uomo spogliatoio del Verona, che è la stessa del difensore sempre presente anche quando davanti a lui ci sono uomini di maggiore esperienza (Márquez, uno fra tutti), di quel brivido quando su un calcio piazzato in attacco lo riconosci muoversi nella selva dei difensori (anche per via del faccione lungo) e sai che probabilmente colpirà il pallone – è come Glik, però greco. Il tutto con alle spalle una carriera internazionale più che discreta.

L’altra è quella dell’uomo dalla vita privata travagliata: donatore di midollo osseo al fratello Dimitri per cercare di curare la sua leucemia, ma senza successo, Vangelis ha fondato l’associazione Save Moras proprio per la lotta alla malattia. Inoltre è stato coinvolto, con personaggi come Fetfatzidis e Tachtsidis, in un incidente stradale su un taxi in cui i tre sono stati praticamente miracolati mentre il conducente della vettura che ha provocato l’incidente è morto. Poi vi chiedete perché ha così tanto la faccia da duro.

Col contratto in scadenza a giugno 2016 è quasi certo di lasciare il Bentegodi e al cartellino di Moras si è interessata una squadra che può titillare il suo orgoglio: il Parma appena promosso in Lega Pro. Magari Moras, a 35 anni, si permetterà un’altra piccola annata di eroismo.

Il nuovo direttore ragazzi 😂😂😂 @hellasveronaofficial

Una foto pubblicata da Moras Vangelis (@moras_vangelis) in data: 11 Ott 2014 alle ore 03:25 PDT

È un bel direttore.

Rômulo Souza Orestes Caldeira (Romulo)

A parte che Romulo è tra i CDC (campioni d’Italia casuali) insieme a gente come Krasic o Elia. Romulo ci mancherà perché interpreta un ruolo antico (che oggi esiste ma a livelli molto più alti): il jolly. Romulo gioca dove lo metti: interno, mediano, esterno di destra, terzino destro, esterno a sinistra, esterno d’attacco, forse anche guardia e centroboa. Ci dev’essere dell’invidia nei confronti di questi personaggi perché anche quest’anno non è riuscito a fare una presenza come si deve, è entrato solo dalla panchina, e ha fatto il suo unico assist in una partita che il Verona ha perso.

Poi è uguale al tizio di Mulholland Drive che ha fatto un sogno terribile.

Romulo alla firma del suo contratto.

Frosinone

Daniel Ciofani

Daniel Ciofani ci mancherà perché è un giocatore assolutamente normale, la personificazione di tutte le leghe del calcio italiano tranne la Serie A. E proprio per questo appariva fuori luogo nella massima serie, come un tipo davvero simpatico ma imbucato ad una festa di ragazzi più grandi a cui non ha proprio niente da raccontare perché quelli sanno già tutto.

I gol di Ciofani sono compendi di semplicità, efficaci più che belli; l’unica scintilla di estro la mostra nel controllo che precede il gol contro la Roma, ma solo perché Manolas, fallendo per caso il suo primo tackle stagionale probabilmente, gli fa rimbalzare il pallone davanti, e così Danielone è costretto a rimetterlo bene, riportare l’equilibrio e la normalità.

Stilisticamente neutro, bomber Ciofani è solo funzionale.

THE COMMANDER Ciofani, nel suo video Skills & Goals, ha solo goals. Che sono ora questi skills ah?

Danilo Soddimo

Danilo Soddimo è un uomo normale che il dieci sulle spalle rende una star. Se a un bambino che tifa Frosinone chiedi che calciatore vuole essere, lui ti risponderà Soddimo. Né Ribery né Pogba: Soddimo.

Soddimo è assolutamente uncool, ma in lui fa personaggio, forse ha ancora i rayban a goccia e gli stanno benissimo. Forse è per questo che molti palloni del Frosinone, quando lui era in campo, passavano per i suoi piedi. Soddimo è il vostro compagno delle superiori che c’ha sempre provato col pallone, e alla fine c’è riuscito. Soddimo è buono.

Soddimo un anno fa, mentre festeggia la storica promozione del Frosinone.

Roberto Crivello

Crivello, Renzetti, Di Cesare, Mammarella, Perico, Mazzotta, Pesoli, Pucino, Sampirisi, Lambrughi, Terlizzi, Ligi, Amenta, Migliore, Salviato, Brighenti. Cosa accomuna questi cognomi? Facile: sono tutti difensori di Serie B.

Li senti a naso che sono giocatori di serie B, cognomi direttamente dalla provincia, spazzate violente e schemi difensivi muscolari, corpi che appartengono a un universo importante ma minore, con le sue regole. Ogni tanto entrano in collisione con la A, li vedi apparire, fare diagonali difensive sbilenche, arrancare, il tutto onestamente, nel pieno delle proprie responsabilità e possibilità.

Ecco, Roberto Crivello in questa stagione è stato il capo del sindacato dei difensori di B con nomi da serie B. L’anno prossimo verrà sostituito da qualcun altro delle nuove arrivate, ma lui ci mancherà.

Anche leggermente sovrappeso: Crivello tvb.

Oliver Kragl

Oliver Kragl è stato eletto campione europeo delle tendenze anti-nostalgiche del calcio contemporaneo. Deve avere qualcosa da nascondere, perché altrimenti non si spiega il suo comportamento schivo in un palcoscenico così grande: è arrivato a gennaio (e nessuno si ricorda gli acquisti di gennaio) dall’Austria (carismatico), ha giocato poco nel girone di ritorno (nonostante appunto fosse un rinforzo cercato da Stellone), ha un cognome difficile da pronunciare e ha fatto la sua prestazione migliore nella partita assurda contro il Milan di Brocchi a San Siro finita 3 a 3, una di quelle che i tifosi dei rossoneri non si vogliono assolutamente ricordare – parentesi nera di una stagione grigia – e che quelli del Frosinone ricorderanno come una rimonta ingiusta di una banda sgangherata.

Proprio per questo suo essere anti-celebre e non aver fatto niente di decisivo è un tipo simpatico, e il suo sinistro e i suoi cross che passano lunghi sopra la testa dei giocatori frusinate in giallo ce li porteremo appresso.

L’unica cosa che ci resta di Kragl.

Carpi

Kevin Lasagna

A parte il provare a rovinare i numeri di Totti in quanto a gol dalla panchina (Lasagna è a 5, Totti a 4), Lasagna è il re dei nomi buffi della Serie A e porta quel nome con una serietà notevole, mangiandosi gli spazi liberi in campo aperto con la rapidità di un calciatore di qualità ben superiori. Come un Jamie Vardy qualsiasi. Forse per questo è seguito dal Napoli e lo rivedremo in A l’anno prossimo, ma in realtà lo vedo bene a vivacchiare in B agevolmente, a fare gol pazzeschi come questo. Però sempre, ogni settimana. Così ce li guardiamo su YouTube.

Lasagna benvoluto su Twitter dai calciatori famosi.

Gaetano Letizia

Se si escludono Zaccardo e Gagliolo (che comunque hanno giocato 8 e 5 partite in meno) Letizia è il giocatore del Carpi che ha reso di più in questo campionato. Lo si vedeva correre e spingere forte già nelle prime giornate, e tutti pensavano “eccolo, è lui, il nuovo Zappacosta”. Quando girava Letizia girava il Carpi, è stato protagonista delle poche vittorie della squadra emiliana, e gioca da centrale di difesa, terzino destro o sinistro e laterale di centrocampo se necessario.

Duttile, difensivo quanto basta ma anche dribblatore discreto, giovane il giusto, sarebbe un peccato lasciarlo riscivolare in Serie B insieme al Carpi; in tal caso ci mancherebbe, ma confido in qualche buon investimento da una squadra media.

Letizia ha anche segnato un gol: bruttissimo.

Cristian Zaccardo

Cristian Zaccardo ok, ci mancherà, ma è come quando da piccolo ti dicono che il cane è andato nel paradiso degli animali. Zaccardo, uno dei pochi campioni del mondo del 2006 ancora in circolazione dopo dieci anni (con lui Totti, De Rossi, Buffon, Toni, Gilardino, Pirlo) non ha fatto alcuna carriera gloriosa, ma ha deciso di prendersi sulle spalle questo Carpi e l’ha fatto con ottime prestazioni, francobollando attaccanti più forti e giovani e facendosi trovare discretamente pronto e ordinato. L’alternativa a vederlo sparire in B, probabilmente, sarebbe vedergli appendere le scarpe al chiodo; però ha un contratto fino al 2017 e quindi sì, dai, se ne va in un posto migliore per lui (la B), restando al Carpi, anche perché Carpi è vicina a Formigine, e lui ogni domenica va a mangiare dalla madre.

Un video di Zaccardo in proiezioni offensive

Jerry Mbakogu

Jerry Mbakogu ha una strana forma della schiena e una particolare conformazione fisica che lo rendono immediatamente riconoscibile in campo – certo, ci si mettono anche le treccine.

Jerry Mbakogu ha avuto uno score importante in Serie B, 15 reti, e credo la sua conformazione fisica sia molto adatta al campionato cadetto, tignoso e forzuto.

Jerry Mbakogu, allo stesso tempo, quest’anno ha segnato solo due gol: uno su rigore contro la Sampdoria più brutta degli ultimi tempi – tra l’altro mentre Di Gaudio dribblava in area di rigore anche i suoi fantasmi procurandosi il rigore lui stava nascosto dietro l’altro centrale del Doria, metti che partiva il passaggio mica voleva farsi trovare pronto a tagliare e magari segnare, non sia mai–, l’altro in una brutta mischia dopo aver sbagliato due rigori, contro la Lazio.

Jerry Mbakogu è l’eroe della promozione che sbaglia due rigori (non succedeva dal 2007, Maccarone) nella partita che costa la retrocessione.

Di cosa stiamo parlando, quindi?

Capire tutto vol. 1.

Jerry Mbakogu ci mancherà come promessa non mantenuta, fisico assoluto ma che forse a causa della congrega condizione-momento-statomentale non ha potuto sfruttare il suo spot sotto i riflettori.

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