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Come cambia la pallanuoto italiana con il ridimensionamento della Pro Recco
22 lug 2024
22 lug 2024
Chi sono le squadre che se ne potrebbero avvantaggiare di più e come ne potrebbe risentire la Nazionale.
(copertina)
IMAGO / justpictures.ch
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«Dobbiamo ridimensionare tutto, ripartiremo dai giovani, cercando di tutelare il nostro patrimonio tecnico. L’iscrizione al campionato non è in discussione, ma giocheremo per puntare alla salvezza». Ci ha messo undici giorni per parlare, ma alla fine il presidente della Pro Recco, ed ex grande giocatore, Maurizio Felugo, ha chiarito quello che un po' tutti immaginavano: non c’è nessuna possibilità che nella prossima stagione rivedremo la squadra ligure così come l’abbiamo conosciuta negli ultimi vent’anni.


Cosa succede ora alla Pro Recco?

A dichiarare la fine di questa grande storia sportiva è stato proprio Gabriele Volpi, l’imprenditore nativo di Recco che con passione, idee innovative e potenti investimenti aveva salvato il club ligure dal fallimento nel 2000, trasformandolo nella realtà più vincente della pallanuoto mondiale. Il 5 luglio, tramite il sito ufficiale della squadra, Volpi ha comunicato la volontà del suo gruppo imprenditoriale, Orlean Invest, di disimpegnarsi dalla gestione della società. È stato un fulmine a ciel sereno, spiegato finora solo dalla necessità di lasciare tutti gli impegni sportivi per un uomo d’affari che, ormai da tempo, vive e lavora al di fuori dei confini italiani.


"Negli anni, la gestione è stata improntata alla più rigida managerialità e professionalizzazione, delegandola a manager del settore come il presidente Maurizio Felugo, in modo da allontanare la cura della squadra dal classico schema legato al mecenatismo", si legge nella nota "questo consente oggi di lasciare in eredità una società perfettamente sana dal punto di vista economico-finanziario e strutturata allo stato dell’arte per affrontare il futuro del nuovo corso". Nonostante le rassicurazioni, sembra invece che non sia possibile che la Pro Recco rimanga quella corazzata che dal 2000 ha vinto 18 Campionati di Serie A1, 16 Coppe Italia e 9 Champions League, attirando a Punta Sant’Anna i migliori pallanuotisti di tutto il mondo.

I giocatori sono stati liberati dal vincolo sportivo proprio perché, nonostante i costi dei loro contratti non siano certo paragonabili a quelli dei calciatori o dei cestisti, una società di pallanuoto qualsiasi, in Italia, non se li potrebbe comunque permettere. Il primo ad andarsene è stato Kostas Kakaris, centroboa venticinquenne greco che è tornato da dove proveniva, lo Jug di Dubrovnik, ma in molti potrebbero seguirlo a breve. La possibilità che la Pro Recco giochi il prossimo campionato con una squadra completamente composta da giovani è elevatissima.

A Recco, città che vive da sempre di focaccia e pallanuoto, il clima è di estrema preoccupazione, e sembra che l’appello fatto agli imprenditori liguri proprio da Felugo sia finito nel vuoto. Non esiste un altro Volpi, cioè un imprenditore con quelle disponibilità economiche e così appassionato di pallanuoto e soprattutto di Pro Recco, e questo è chiaro, ma non esiste nemmeno una cordata di uomini di sport e affari che provi a emularne le gesta. L’impianto storico di Punta Sant’Anna, appena ristrutturato e riaperto alle partite, era fino a quest’anno sottodimensionato per la realtà, tanto che spesso la Pro Recco giocava comunque le proprie gare casalinghe in impianti limitrofi, a Lavagna o a Genova. Probabilmente da ora in poi sarà tutto perfettamente calzante. A risentirne sarà anche l’indotto generale, con Rai e soprattutto Sky che saranno costretti a rivedere i propri investimenti in uno sport che con la Pro Recco stava cercando di uscire dalla propria nicchia, e che ora dovrà trovare un nuovo equilibrio.

Un servizio di Giacomo Rizzi per approfondire il disimpegno di Volpi.

Lo scenario è apparentemente catastrofico, e sicuramente per la Pro Recco non stanno arrivando tempi facili, ma allargando un pochino lo sguardo le cose cambiano un pochino, e anche in una notizia così negativa potrebbe nascondersi qualche speranza per il futuro.

Le squadre che potrebbero avvantaggiarsene

Come detto, dal 2000 al 2024 la Pro Recco ha vinto il campionato di Seria A1 in 18 occasioni, e dal 2006 ininterrottamente. L'unica eccezione è stato il 2021, anno in cui comunque è arrivata in finale.

La prima squadra che potrebbe trarre giovamento da questa situazione è di sicuro la AN Brescia, che in questi anni è riuscita per due volte a strappare un trofeo ai recchelini (lo scudetto nel 2021 e la Coppa Italia nel 2024) e che vanta a sua volta una bella tradizione di pallanuoto anche internazionale. Nei giorni successivi la notizia, sui social della squadra è uscito un post molto contestato nel quale si lanciava un appello, nemmeno tanto velato, sulla volontà da parte del Brescia di “accogliere gli atleti che vorranno continuare a giocare nel campionato italiano valorizzando il patrimonio sportivo nazionale di altissimo livello”. Alcuni hanno polemizzato sull’ironia del post, altri hanno commentato quasi esultando per la caduta della Pro Recco. Quello che interessa a noi, qui, è capire se lo scenario sia reale o meno.

Brescia si è dimostrata squadra di primissimo livello, ma con un paio di innesti potrebbe fare un ulteriore e determinante salto di qualità. Nella stagione 2022/23, ad esempio, si è arresa solo ai quarti di finale di Champions (e per un solo gol) contro i greci del Vouliagmenī, mentre negli scontri in Italia è stata la squadra che più di tutte ha messo in difficoltà la Pro Recco. Brescia ha recentemente perso uno dei suo gioielli, Vincenzo Renzuto, che è approdato al Sabadell, squadra che contende spesso la Liga spagnola al Barceloneta, e gli sono stati accostati tre della Pro Recco, cioè Condemi, Cannella e Iocchi Gratta.

C’è poi la Rari Nantes Savona, che quest’anno ha disputato la finale scudetto perdendo (male, 8-5 in gara1, 12-3 in gara2) con la Pro Recco ma dimostrando un atteggiamento al gioco spesso coraggioso e fresco, comandato dal veterano quarantenne Pietro Figlioli. Nell’ultima Serie A1, Savona ha perso solo con la Pro Recco e pareggiato una volta con il Brescia, con Lorenzo Bruni e Bogdan Durdic in evidenza (27 e 26 gol a testa in stagione regolare) e Gianmarco Nicosia sempre decisivo tra i pali. In gara2 della finale scudetto, giocata in casa davanti a 1500 tifosi, ha perso rovinosamente 3-12, non dando la scossa che poteva portare la serie alla terza e decisiva partita. A Savona è già approdato il giovane (2005) mancino Alberto Angelini, proveniente da Catania, e c’è da scommettere che gli innesti non siano ancora finiti.

Un'altra realtà emergente è l’Ortigia, nella quale milita il capocannoniere della regular season Francesco Cassia, che si è già rinforzata con l’esterno greco Giorgos Kalaitzis, dal Panionios. In Sicilia, come a Posillipo, Roma e Catania potrebbero arrivare altri rinforzi dalla Liguria. Trieste, ad esempio, ha già preso contatti con Nicholas Presciutti, uno dei più forti e storici titolari con la calottina azzurra della Pro Recco, che piace anche all’Ortigia. Finora l’unico tra i recchelini ad esporsi chiaramente è stato Francesco Di Fulvio, il capitano: «Io resto. Questo è il nostro lavoro, d’accordo, ma nella vita conta anche la riconoscenza. E io al Recco ne devo tanta».

Di sicuro, per chi desiderava assistere a un campionato più combattuto potrebbe essere una buona notizia. L’ultima regular season si è conclusa con la Pro Recco a 13 vittorie su 13 partite, 216 gol fatti e 71 subiti, è continuata con 6 vittorie nella Pole Scudetto (una sorta di post season con i playoff) e si è conclusa con altre due vittorie in semifinale e due in finale: zero sconfitte, percorso netto. Nel 2024/25 difficilmente rivedremo uno scenario di questo tipo. Certo, così potrebbe sembrare un livellamento verso il basso, e questo raramente è una buona notizia, ma chissà che l'esempio della Pro Recco in questi anni non abbia convinto altri imprenditori che investire sulla pallanuoto in Italia non è un'idea così assurda.

Come cambierà la Champions?

Il dominio recchelino non era limitato al campionato, ma si faceva sentire anche al di fuori dei confini nazionali. Quella della prossima stagione sarà una Champions League con un posto libero tra le semifinaliste, traguardo che la Pro Recco raggiunge ininterrottamente dal 2005. Ferencvaros, Novi Beograd, Barceloneta e Olympiacos sono, in questo momento, le squadre che traggono il maggior giovamento dalla notizia del disimpegno di Volpi e, nonostante solitamente a questo punto della stagione le rose sono già al completo, i movimenti di mercato potrebbero non essere terminati.

Un esempio su tutti è Alvaro Granados, giocatore del Novi Beograd considerato il miglior marcatore al mondo, che all’inizio dell’estate aveva rifiutato l’offerta dei campioni europei in carica, gli ungheresi del Ferencvaros, per promettersi proprio alla Pro Recco. Ora sembra che il giovane venticinquenne spagnolo abbia fatto marcia indietro e stia cercando, con il suo entourage, di accasarsi in Ungheria, per garantirsi la partecipazione alla Champions dell’anno prossimo. Alla data attuale, infatti, la partecipazione della Pro Recco alla maggiore competizione europea sembra molto difficile. Sempre Felugo ha fatto sapere di aver «rinunciato alla wild card [che ha un costo di 25mila euro, ndr], ma non posso assicurare nemmeno che parteciperemo ai preliminari».

Significa che campioni stranieri del calibro di Gergo Zalanki, Aaron Younger e Alaksandar Ivovic dovrebbero accettare non solo una drastica riduzione dello stipendio ma anche una (o più) stagioni a vuoto a livello internazionale. E questo sembra davvero impossibile.


Cosa succede alla Nazionale?

Nel frattempo, la Nazionale italiana deve giocare le Olimpiadi e Sandro Campagna, il commissario tecnico, ha chiesto ai suoi di «decidere entro 48 ore, oppure rimandare tutto a dopo il 12 agosto». I giocatori della Pro Recco nel gruppo Olimpico sono sette (su un totale di tredici convocati), tutti fondamentali per il gioco italiano, tutti determinanti se si vuole andare lontano nel torneo. Si tratta di Marco Del Lungo, Francesco Condemi, Francesco Di Fulvio, Gonzalo Echenique, Andrea Fondelli, Matteo Iocchi Gratta e Nicholas Presciutti, lo zoccolo duro dell’Italia. Se escludiamo Di Fulvio, tutti gli altri devono ancora pronunciarsi sul loro futuro. «A Parigi non voglio vedere nessuno attaccato al cellulare», ha continuato Campagna «ci serve tutta la concentrazione possibile per l’obiettivo da raggiungere». L'obiettivo in questione è l’oro olimpico, che l'Italia non riesce a raggiungere da quello leggendario di Barcellona 1992.


Campagna sa bene di avere in squadra alcuni dei migliori giocatori al mondo, ma la sua pallanuoto è da sempre attenta tatticamente e fisicamente, con un grande focus sulla difesa e sulle ripartenze. Senza la giusta concentrazione, mantenere alta la fisicità contro croati e spagnoli, ad esempio, potrebbe diventare complicato, soprattutto quando si entrerà nella fase ad eliminazione diretta e ogni azione sarà fondamentale per il risultato finale. Avere in nazionale sette giocatori che provengono dalla stessa squadra, che si conoscono così bene e che giocano insieme quasi a memoria, ad altissimi livelli e da diverse stagioni è un vantaggio che va sfruttato subito. Perché potrebbe essere l’ultima occasione.

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