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Vivi allenato, muori tonico
19 dic 2024
Tutti vogliono vivere per sempre ma nessuno vuole invecchiare davvero.
(articolo)
14 min
(copertina)
Illustrazione di Başak Saral
(copertina) Illustrazione di Başak Saral
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(ON)

Era il 1984 quando al cinema usciva Terminator di James Cameron. Terminator era un essere cibernetico, un cyborg, un innesto complesso tra uomo e macchina. Le sue fattezze ipertrofiche erano quelle di un body builder PRO. Aveva muscoli in similpelle, tirati al massimo, lucidi, perfetti, che non si sarebbero afflosciati mai. Un bionico che, in quanto tale, non era giovane né vecchio. Terminator era un avveniristico organismo, non intaccato dall’età. Un essere atemporale. A restituire tutta la portata ibrida di quel corpo al confine tra umano e disumano, ci pensava l’ipertrofico Schwarzenegger, il maschio alfa per eccellenza. Colui che aveva dato nuova linfa al settore del body building.

Prima di Arnold, farsi i muscoli in palestra era roba di nicchia, da fissati, poi arriva lui e il fisico maschile muscoloso si poppizza. C’è un prima e dopo Arnold. Tipo Avanti e dopo Cristo. D.A. andare in palestra diventa glamour, vincente, popolare. Detto per inciso, Arnold al momento di interpretare Terminator aveva 37 anni. Non di primo pelo, ma comunque rimaneva una bestia colossale. La sua impalcatura di muscoli pompati in regime di simmetria, gli conferiva quell’aspetto eterno, raro, da età imprecisata. Era un corpo adulto ma senza anni precisi. Un corpo fermo, non processabile temporalmente. Due anni dopo era volta di Highlander, pellicola di Russell Mulcahy. La faccia di pietra di Cristopher Lambert e la pelliccia da vichingo, restituivano l’idea di un ultimo immortale che si aggirava sulla landa desolata. Un ultimo uomo che non invecchiava e non moriva mai. Un corpo che magari soffriva ma che non riusciva a morire. Una specie di tortura deliziosa che ci faceva accarezzare l’idea che forse in un futuro prossimo avremmo potuto aspirare ad avere un corpo sofisticato a tal punto che ci avrebbe permesso, se non di vivere per sempre, almeno di mantenerci in forma a lungo. In futuro forse saremmo diventati corpi fisicamente resistenti e dall’età misteriosa.

Quindi con muscoli e senza età.

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Tutti vorremmo non morire mai, ma nessuno ha voglia di invecchiare. Due aspetti inconciliabili che ci tengono in tensione. L’idea utopica di eternità ci attraversa anche se non ce ne rendiamo conto. Stiamo cercando non solo di allungare il nostro tempo fisiologico, ma di farlo aspirando ad avere un aspetto presentabile, appetibile, gradevole. In quanto essere umani appartenenti a una società evoluta, possiamo far scendere in campo una serie di soluzioni che ci permetteranno di rallentare, se non il percorso naturale della vecchiaia, almeno la sua manifestazione esterna. Se non possiamo esserlo, giovani, che almeno si possa, in una condizione di ipertrofica, sportiva, aitante, prestazionale, sembrare giovanili. Per ottenere questa condizione di surrogata esistenza a-temporale, ci hanno detto che dobbiamo puntare su due cose: dieta e palestra. Rimane fondamentale il patrimonio genetico ma su quello non possiamo farci molto, mentre sul resto abbiamo un po’ di margine.

Ho letto un articolo quest’estate (su Vanity Fair) in cui si diceva che esistono due momenti di crisi fisiologica dei corpi. A 44 anni e a 60 anni. Fisiologicamente il corpo umano inizia a invecchiare intorno ai 30 anni ma pare che attorno a quei due numeri, i nostri corpi crollino con più decisione. Ricercatori di Stanford hanno messo in luce che l’invecchiamento non è un processo graduale costante ma vive di scossoni, di momenti più duri degli altri, per le nostre ossa, viscere, muscoli. Tutto procede in un microscopico e silente progressivo invecchiamento, e poi arrivano i 44 anni e i 60 e BOOM. Così, una serie di mutazioni sinistre, associate a malattie cardiovascolari, al metabolismo, al sistema immunitario, prendono forza. Grandi cambiamenti ma non in meglio, purtroppo. Michael Snyder, professore di genetica e autore senior dello studio, dice: «Sono fermamente convinto che dovremmo provare a modificare il nostro stile di vita mentre siamo ancora in salute».

Eccoci qui con il problema di gestire in modo probo il nostro stile di vita. Con l’ansia di vedere continuamente oscillare la nostra condotta tra responsabilità e colpe personali. Noi ti abbiamo informato, ora è un problema tuo. Vivere in salute, essere sano, dipende da quanto ti applicherai a fare il bravo. Che in soldoni significa mettersi di buzzo buono e opporre resistenza al tracollo fisico usando in maniera mirata cibo e sport. Mangia bene e muoviti! La società contemporanea vive di questa ossessione. È il nostro spirito del tempo. Lo zeitgeist che ci appartiene. Lo respiri anche se credi di non esserne così condizionato. Anche rifiutare uno stile di vita, è un modo di averlo bene impresso nella testa. Il concetto di stile di vita sano rima inevitabilmente con corpo sano, dove corpo sano rimanda corpo bello e questo fa coppia ormai con corpo giovane.

Sano, bello e giovane. Non vecchio.

Non potrai certo perdere anni effettivi, purtroppo, ma potrai confondere le acque perdendo chili di grasso e sostituendoli con chili di muscoli. I muscoli ti faranno sembrare più giovane. Lì ti puoi applicare. Attraverso un’alimentazione bilanciata e con un buon tesseramento annuale in palestra, puoi puntare a ottenere l’agognato corpo giovanile, dove per giovanile si intende: tonico, snello, scattante: sportivo. Così sembreremo meno vecchi di quello che effettivamente siamo. Del resto, l’importante è apparire, non essere.

Il nome che vi sto per fare a più non dirà nulla ma il caso di Xinmin Yang è emblematico del nostro tendere a sembrare anziché essere. Yang è un culturista cinese che non ha mollato mai. Ha iniziato a fare body building nel 1984 e non ha mai smesso. Con la caparbietà di un mulo, Yang ha continuato a lavorare sodo per trentasette anni, allenandosi senza mai fare una pausa. Con costanza e dedizione si è attenuto al programma stabilito senza mai smettere. Anche ora, che viaggia spedito oltre i suoi settanta natali, continua a praticare sport. Il risultato è che ha tutta una impalcatura ipertrofica mantenuta a regime. In rete trovate una serie di foto dove sfoggia un doppio bicipite frontale a petto nudo più che dignitoso, nonostante l’età. In un articolo del 2021, su GQ, ha dichiarato che la prima cosa che gli ha detto il medico è stata: non sembri avere un giorno sopra i sessant’anni. Insomma, è orgoglioso di sembrare, lui. In effetti non sembra vecchio. Lo è, ma non lo sembra. Sperando per lui che sembrino giovani anche il suo stomaco e il suo intestino, Xinmin butta giù tutte le mattine dalle sei alle otto uova, poi prosegue con pomodori, cetrioli, farina d’avena e chiude con un po’ di petto di pollo la zona colazione. La famosa quota proteica prediletta dai bb, che serve a fare massa. Quindi proteine e pesi in palestra, ecco la mecca per non sembrare vecchi.

Non so se avete notato ma al supermercato tutto è diventato proteico. È tutto PRO. Nella zona frigo, fino a poco tempo fa, le confezioni di latte, formaggi, yogurt e derivati vari, avevano stampato sui lati delle scritte microscopiche dove comparivano i valori nutrizionali. Tra questi le grammature delle proteine se ne stavano assiepate in elenco informativo che rimaneva più o meno ignorato nella fretta della spesa. Poi, a un certo punto, la parola proteine è stata sradicata da quella stringa, aumentata di corpo, e sbattuta sul davanti della confezione con l’abbreviazione PRO. Con l’arrivo della sigla PRO si è creato non solo un desiderio collettivo di PRO-teine ma anche si è veicolata l’idea di diventare PRO-fessionisti. I PRO in ambito sportivo sono quelli che sanno. Quelli che fanno le cose seriamente. Ci lavorano i PRO con il fisico. Sono esempi vincenti del settore. Potenziali modelli da emulare. Ecco, tutta questa dimensione tecnica sportiva professionale, viene rievocata e risuona a livello subliminale in quella parolina contratta in tre lettere stampata sul davanti della nostra confezione. Il marketing utilizza questo rimando silenzioso tra PROfessionisti e PROteine. Da semplici consumatori dilettanti, ora siamo diventati consumatori PRO che sanno scegliere prodotti PRO. E il mondo PRO dell’Esselunga è diventato immenso. Una specie di bomba atomica di molecole di proteine che si spargono ovunque. Non so se vi ricordate i drughi di Arancia Meccanica, bevevano latte+, noi invece abbiamo addizionato latte, yogurt, ricotta, formaggi, legumi, pasta, eccetera, tutto con le PRO. Anche l’acqua l’hanno pensata in versione PRO.

Ma quante proteine dovremmo mangiare al giorno, per sembrare giovanili? Senza addentrarci troppo nelle varie specifiche legate a sesso ed età, diciamo che gli adulti hanno bisogno di un minimo di 0,83 grammi di proteine per chilogrammo di peso corporeo al giorno. Compresi gli anziani, coloro che vogliono sembrare giovani.

Teniamo presente che un altro stile dietetico che ci è stata caldeggiato a lungo è stato ed è quello del vegetarianismo. Era il 2005 quando il celebre oncologo Umberto Veronesi rimarcava il punto: «Il mio consiglio da vegetariano da sempre è di eliminare del tutto il consumo di carne, e questo per motivi etici e filosofici. Detto ciò, lo studio dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sulla cancerosità della carne rossa e trattata non ci coglie di sorpresa». Ci ha spaventato non poco con quel messaggio, Veronesi. E ci ha fatto sentire dei bifolchi insensibili alle sevizie inflitte alle bestie dagli allevamenti intensivi. Quindi vegetariani, e via libera alle uova. Le uova erano eticamente accettabili. O per lo meno, ambigue abbastanza da permetterci di lasciarle nel limbo dei feti, degli esseri non-nati e quindi non ancora animali, e quindi ancora mangiabili. Almeno finché non è arrivata la dieta vegana, che ha fatto avanzare di grado esistenziale anche le uova, potenzialmente animalesche, e come tale le ha bandite dal panorama etico, morale e di conseguenza dietetico di noi individui progressisti, attenti all’ambiente e alla salute. Così molti di noi hanno fatto i conti con la propria coscienza civica e hanno deciso di fare i bravi optando per il mondo vegetale, con il risultato però che se non siamo stati in grado di bilanciare con accortezza la quota di ceci, fagioli, lenticchie, abbiamo visto nel tempo un nostro generale afflosciamento muscolare. Si chiama sarcopenia, la perdita di tono muscolare. Senti come suona post apocalittica questa parola: SARCOPENIA.

Quanti anni hai? 40? 50? 60? Stai diventando vecchio. Ti stai svuotando. Afflosciando. Incurvando. Fai qualcosa, stai morendo. Mangia PRO e fiondati in palestra. Almeno morirai tonico, giovanile. Lavoro aerobico e anaerobico. Pesi, soprattutto. Tutto pur di scongiurare il corpo molle. Con un lavoro costante, trasformerai tutte quelle proteine ingurgitate in muscolo. E così facendo diventerai anche esteticamente più bello, appetibile, e socialmente inserito. Fisiologicamente vecchio ma apparentemente simil-giovane. Per contraffare ancora meglio lo stato delle cose, potresti anche rinfrescare il sorriso, americanizzandolo con l’applicazione di costosissime faccette dentali, e darti una aggiustatina ogni quattro cinque mesi, facendoti iniettare acido ialuronico e botox, in modo da sembrare più riposato. Riposato, non rifatto, mi raccomando.

Non devi esagerare. Devi farti fare una cosa naturale. Sennò si vede troppo che è finto. Finto è poco lodevole. Per gli altri devi saper portare bene i tuoi anni, con decoro, e orgoglioso di averli. Sembrare giovane, più giovane, ma non sembrare rifatto. Fatti pure fare un lifting, ma che non si veda. La nuova chirurgia è comunque invasiva ma rimane invisibile. Devi spendere un sacco, sottoporti a interventi veri e propri, per sembrare che non hai fatto nulla. Non ti sei operato, ti sei solo riposato. Guarda come si porta bene i suoi anni!, devono poter dire gli altri pensando che sia tutto merito di proteine, palestra e sonni tranquilli. Devi puntare a dimostrare meno, molto meno della tua età – di cui non avremo mai contezza - lasciando intendere che è tutto merito di madre natura. La modifica va fatta ma deve essere ipocritamente inavvertibile. Le correzioni artificiali se sono troppo esibite, ci danno fastidio. Il corpo enorme del bb lo troviamo ridicolo, ma se i muscoli saranno un po’ meno, allora la mutazione fisica ci interesserà. È questione di quantità. La nuova valutazione morale dei corpi OGM, passa per la quantità modificata. Un corpo o un volto modificato apparentemente poco, verrà socialmente accettato proprio in nome della sua apparenza. Il suo aspetto apparentemente sano sarà vincente. Avrà un’aria naturale. Non importa se poi per ottenerlo ci sono voluti sforzi atroci e rinunce su rinunce, è l’effetto finale quello che conta. Sembri naturale. Stop. La cosa ci piace perché ci lascia nel dubbio abbastanza da poterci illudere che anche noi, comuni mortali, non facendo nulla, potremmo non-invecchiare egregiamente. Anche noi, dandoci dentro con gli squat due volte a settimana e inghiottendo uova a radom, potremmo rimanere in un miracoloso arresto cronologico. Anche noi potremmo sembrare degli immortali tenuti beni.

Usare i pesi regolarmente, dopo i 60 anni fa migliorare la muscolatura e longevità. E questo ha dato una spinta significativa al settore del body building che in parte si è specializzato e riconfezionato in dimensione fitness proprio per venire incontro a questa nuova grande fetta di consumatori. Se fate un giro su TikTok è pieno di over sessanta in tutina sportiva che mostrano l’allenamento adatto per tenere su il corpo tonico anche a una certa età.

Su TikTok tanti Xinmin Yang nostrani della porta accanto, ci mostrano come possiamo anche noi per essere proud della nostra age. Se poi non dovesse bastare il cibo calibrato e lo sport costante, si può sempre assumere un po’ di GH. In chiave antiaging è la nuova frontiera medica. Lo danno per ringiovanire i tessuti. Il nostro corpo secerne GH a manetta fino a 20 anni, poi inizia a calare la produzione del 14% ogni dieci anni. Vuol dire che a 20 ne produci 500 mcg, a 40 200 mcg, a 60 il nostro corpo ne produce la metà, e a 80 anni sta su una cifra di 25 mcg. Sempre studi scientifici ci dicono che se hai un deficit dell’ormone della crescita, tenderai a essere in sovrappeso, flaccido, fragile, con problemi di osteoporosi, di sonno, di memoria, di concentrazione, di interesse sessuale, di astenia, e sarai anche tendente al letargico. Pure letargico. È un attimo e una condizione di penuria fisiologica diventa una mutazione caratteriale, morale. Sei pigro, indolente, poco propenso a fare? Non è carattere, non sei depresso, è che hai il GH rasoterra. La buona notizia è che questi sintomi possono regredire con una buona terapia anti-aging. Il GH poi fortifica il sistema immunitario e ha anche un effetto protettivo sulle malattie cardiovascolari. Sembrerebbe la soluzione di tutti i mali se non fosse che le punturine di GH potrebbero avere effetti collaterali come far sviluppare anche le cellule tumorali. Del resto, le cellule tumorali potrebbero e possono svilupparsi in mille altri modi, sconosciuti e conosciuti.

Resta il fatto che l’ultima frontiera della vita riuscita, vincente e performante ci viene paventata proprio dal tentativo di eliminare ciò che è vecchio. La parola stessa non ci piace. È discriminatoria e riduttiva. Squalifica e rottama la persona. E così, via libera a sinonimi blandi, potenzialmente scarichi di conteggio ormonale e di specchi spietati. Non siamo vecchi, siamo solo di una certa età. Un altro giro di torchio: siamo persone di un’età, perché la parola certa davanti a età può generare ironia. Meglio ancora, siamo grandi. È una persona grande. Il tentativo è proprio di estirpare il concetto di età anagrafica. Come se fosse un’offesa avere gli anni che hai. Definirti in base all’età diventa riduttivo e offensivo. È un po’ una vergogna dover ammettere di invecchiare. Non è bello che tu stia procedendo verso il tuo sfacelo naturale. Cerchiamo quindi di non sottolineare la cosa e di lasciare nel non detto il significato della tua conclamata vecchiezza. Non lo diciamo che sei vecchio, lo pensiamo soltanto. Perché culturalmente è ancora terribile esserlo e quando toccherà a noi speriamo che altri faranno finta di niente come noi facciamo con i nostri vecchi. Con finta benevolenza quindi useremo parole vaghe, generiche, senza inchiodare nessuno alla sua età.

Non siamo ancora riusciti ad arrestare l’inesorabilità del ciclo vitale, purtroppo, anche se qualcuno ci sta provando. Ancora nascere porta alla morte, purtroppo. Ma non demordiamo, chissà mai che si riesca un giorno a trovare il giusto mix di proteine, pesi e iniezioni che ci faccia invertire la rotta. Un giorno forse la nostra vita sarà suddivisa in una prima parte vissuta da adulto atemporale alias Terminator/Highlander, per poi cominciare a sviluppare un corpo all’indietro, sempre più intonso, sempre meno vissuto. Cancellato anno dopo anno. Smemorizzato. Ripulito da tutti i file che lo hanno intasato e ostruito e fatto invecchiare malamente. Una specie di Benjamin Button del futuro. Prima cresceremo un po’ e poi, all’apice massimo della curva, risaliremo all’indietro, di modo da morire giovanissimi.

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