I francesi la chiamano Le Robben, i tedeschi Der Robben-move, su Reddit c’è una discussione in continuo aggiornamento dal nome Le Cut Inside Man, soprannome che Robben si è guadagnato su 4chan durante i Mondiali del 2014. Le Cut Inside Man è anche una categoria di meme, che gioca sulla ripetitività del gesto che più rappresenta l’olandese, un movimento a tagliare verso l’interno partendo da destra e concluso con un tiro di sinistro.
Una giocata che sembra prevedibile, ma che è imprevedibile. Mai perfetta, ma sempre efficace: il tiro è meno arcuato di quello di Del Piero, il dribbling meno imprevedibile di quello di Messi, la corsa meno esplosiva di quella di Mbappe, eppure per i difensori avversari è rimasto un rebus irrisolvibile, e lo rimarrà per sempre.
Da destra verso sinistra e ripetere.
Ieri Robben ha annunciato il suo ritiro, dopo che il suo nome era stato avvicinato a diverse squadre, tra cui la Lazio. Sarà un peccato non vederlo mai partire da destra per andare al tiro con il sinistro nel nostro campionato. I suoi gol segnati in questo modo rimarranno un piccolo patrimonio dell’umanità, tuttavia dire che sono tutti uguali è una semplificazione esagerata. Ce ne sono di più o meno alla Robben, di più o meno riusciti. C’è quello con due dribbling e quello con uno; c’è quello fatto in Bundesliga e quello in Champions. Se tutti sono ovviamente suoi gol - reti che riconosceremmo tra mille - è lecito chiedersi quale sia il più suo. Se esiste un gol alla Robben, e ovviamente esiste, qual è il gol più alla Robben tra tutti i gol alla Robben?
Prima di iniziare è però necessario provare ad individuare un po’ di regole. Nel gol alla Robben il tiro è più una questione di immediatezza che di effetto. Sì, il tiro è spesso a giro, ma soprattutto improvviso, veloce, teso. Il gol alla Robben non è definito dal fatto che sia partito da dentro o da fuori l’area, ma più che altro dal numero di gambe che sfiora, di teste che passa. Meglio se entra alla destra del portiere, ma non è obbligatorio. Se bacia il palo, mezzo punto in più. Un tiro deviato vale quanto uno finito sotto l’incrocio, il gol alla Robben non è questione estetica.
Quasi lo stesso vale per il dribbling, che non è mai barocco, ma fatto di rapidi tocchi col sinistro, per aprire lo specchio della porta al sinistro più che per superare l’uomo. Più le gambe mulinano più è un gol alla Robben; più le braccia sembrano andare per conto loro, più è un gol alla Robben; più i difensori rimangono vicino più è un gol alla Robben. Perché uno dei segreti dei gol di Robben è che credi di poterli impedire, ma non ci riesci mai.
La maglia è quella del Bayern o dell’Olanda, principalmente, ma soprattutto - e più importante - è attillata sul suo fisico asciutto, quasi incollata. Il numero dietro è il 10 o l’11, se è un altro è successo qualcosa. Con i guanti è meglio, con i guanti e la calzamaglia è perfetto. Senza capelli è più riconoscibile, ma l’importante è che corra con la testa tirata indietro.
Veniamo poi a categorie più intelligibili: gli avversari dopo il gol devono avere le facce di chi dice “non possiamo farci nulla”. L’esultanza di Robben funziona meglio se fatta continuando a correre verso sinistra e soprattutto allargando le braccia con i palmi delle mani in fuori. Se si vede Ribery, meglio. Se c’è la neve a bordo campo è più romantico. Infine: più il commentatore impazzisce, più è un gol alla Robben.
Queste sono regole che valgono per tutti i gol alla Robben, che sono tantissimi, e che ovviamente non troverete tutti qui, per quanto mi sia sforzato. Le condizioni imprescindibili senza cui un gol di Robben non può chiamarsi un gol alla Robben sono che deve partire da destra, andare verso sinistra e tirare di sinistro.
Una breve ricostruzione filologica prima di cominciare
In carriera Robben ha segnato gol con le maglie di Groningen, PSV, Chelsea, Real Madrid, Bayern Monaco e della Nazionale olandese. Ovviamente non ha segnato solo gol alla Robben: ne ha segnati 209 in carriera, ma una marea sono gol alla Robben o quasi. Stavo provando a contarli, ma ammetto di essermi stancato. Potrebbero essere la metà o qualcosa meno, comunque un numero incredibilmente alto in relazione al totale. Nessuno credo abbia segnato più gol con la propria signature move. Il primo lo ha realizzato il 20/02/2002 al Den Bosch, l’ultimo il 27/11/2018, negli sfida di Champions League contro il Benfica.
Il primo è un gol a malapena alla Robben, però lascia già intravedere quell’istinto micidiale per una giocata inafferrabile che partendo da destra lo rende una minaccia costante.
Insomma i gol alla Robben coprono un arco temporale di 16 anni, ripetendosi sempre uguali. Tra due anni potrebbero votare, già oggi possono guidare in alcune parti del mondo. In un’epoca totalmente contrassegnata da Messi e Ronaldo, Robben e il suo movimento sono riusciti a tenere il palcoscenico in maniera dignitosa. Certo ridurlo a quel taglio improvviso e deciso vorrebbe dire limitare un giocatore estremamente completo, in grado di superare molti dei suoi limiti, anche fisici. Robben ha vinto molto, da protagonista, e anche quando ha perso, si è fatto valere.
Insomma, eccovi i gol più alla Robben di Arjen Robben.
Real Madrid - Villarreal | 04/01/2009
https://twitter.com/footygreatgoals/status/1031625397933416449
Per quanto incredibile possa sembrare, Robben ha iniziato a giocare con continuità come esterno a piede invertito solo una volta arrivato al Real Madrid. Nelle stagioni tra Groningen, PSV e Chelsea ha giocato molto più come ala sinistra e il primo ad impiegarlo con regolarità a destra fu Juande Ramos, nel suo secondo anno con la maglia dei blancos.
Questo gol al Villarreal è il primo di una serie di 5 gol in 6 partite, una scintilla in un’esperienza complessivamente disgraziata. Robben al Real finisce per incidere poco, in una squadra molto disfunzionale. Tuttavia questa giocata deve aver fatto pensare ai tifosi che il bello stava arrivando, che Robben era la risposta olandese a Messi, che a Barcellona era appena diventato una meraviglia.
Ci sono due cose che rendono questo gol il più vicino possibile all’idea perfetta di gol alla Robben: la sterzata (che in questo video non si vede, ma potete facilmente immaginare) e la finta coordinata tra gamba e spalla sinistra.
Il taglio verso l’interno è sempre o molto acuto (a V, come vedremo più avanti) o a novanta gradi, come in questo caso, quando parte da più lontano. Improvviso e brusco inganna ben due giocatori, Eguren e Capdevila. La finta di tiro, ma soprattutto l’impercettibile rotazione della spalla come se fosse un lanciatore nel baseball fa fare una figura ridicola a Marcos Senna, che si getta sulla linea di tiro come un sacco di patate, e prende il tempo niente meno che ad un giovane Godin.
La precisione del suo sinistro poi, da quella posizione, con quello spazio, è più vicina ad un buon tiratore di liberi nel basket che non ad un calciatore. Forse questo è il primo gol di Robben che ha tutte le caratteristiche per essere un gol alla Robben.
Fiorentina - Bayern Monaco | 09/03/2010
Robben arriva al Bayern Monaco e Van Gaal decide di impiegarlo stabilmente a destra, lui che è mancino, mentre a sinistra ci mette Ribery, un destro. In poco tempo diventano un’icona, l’epitome degli esterni a piede invertito.
Robben vive la miglior stagione realizzativa della carriera, segna 23 gol quasi tutti con un movimento verso sinistra. Il più alla Robben lo segna al Franchi, in una sconfitta dolce, visto che il suo gol vale il passaggio del turno (una doppia sfida che i tifosi della Fiorentina ricorderanno per sempre per delle decisioni arbitrali avverse).
Nel miglior momento di forma, non ha neanche bisogno di prendere velocità prima di tagliare verso l’interno. È vero che era un altro calcio e che Vargas e Cristiano Zanetti sembrano due querce ben piantate nel terreno, ma Robben oltre ad essere rapido è anche un maestro del prendere il tempo all’avversario. Come svelato dallo stesso Robben, nella sua mossa «il tempo è la chiave». L’olandese sterza nell’esatto momento in cui Vargas sta spostando il peso del suo corpo verso l’esterno e cambia passo quando Zanetti prova a capirci qualcosa.
Il tiro poi è meno alla Robben di quello che immaginiamo, però avendo appurato che il tiro deve essere più improvviso che curvo, direi che ci siamo (così come ci sono guanti e calzamaglia, a Firenze, il 9 marzo).
Bayern Monaco - Schalke 04 | 24/03/ 2010
Come un sopravvissuto, parlando di questo gol segnato da Robben dopo 113 minuti di partita, il capitano dello Schalke 04 dirà «la sua velocità era spropositata (nell’articolo dice enormous, mi piace pensare stesse pensando proprio a qualcosa di spropositato, impossibile da contenere, un fiume in piena nda)», e che forse - come in tutti i disastri - «avremmo dovuto contrastarlo prima, quando ha ricevuto la palla», ovvero 60 metri prima, praticamente fuori la sua area dalle mani di Butt, il portiere del Bayern quel giorno.
La corsa lungo il filo del fallo laterale, gli avversari che sembrano muoversi su un pianeta con una gravità diversa, il taglio a V, la prima finta, la seconda finta. Anche se questo fosse stato l’unico gol di Robben alla Robben, sarebbe quasi immortale. L’esultanza con i palmi aperti, la maglia della salute sotto, questo sarebbe il mio gol di Robben preferito se non fosse che il primo ad abbracciarlo è Diego Contento, un giocatore con un nome troppo italo-tedesco.
Parlando di questo gol, molti anni dopo, Robben lo metterà secondo tra i suoi migliori gol con la maglia del Bayern (dopo quello segnato in finale di Champions League al Borussia Dortmund), ma soprattutto lo commenterà in maniera agrodolce, dicendosi orgoglioso di essere stato in grado di dimostrare «quanto ero in forma quando non ero infortunato».
Giappone - Olanda | 16/11/2013
Certe volte, invece, i gol alla Robben di Robben sembrano quasi eccessivi, non necessari. Questo al Giappone, in un’amichevole, sembra una riproduzione plastica dei suoi gol che potresti trovare nei palazzi di Abu Dhabi, quelle riproduzioni troppo perfette che finiscono che perdere in veridicità. Gli avversari sembrano finiti, il campo posticcio, gli spettatori dei figuranti.
Barcellona - Bayern Monaco | 01/03/2013
Veniamo allora al gol di Robben alla Robben più riprodotto nelle gif o nei video in cui si vuole rendere omaggio a questa imperturbabile capacità di fare sempre la stessa cosa. Questa è la versione dei gol alla Robben più riproducibile, con il movimento del giocatore che forma quasi una V, come quella di V per Vendetta, ma molto più veloce. Arriva al culmine di una delle prestazioni più incredibili della storia del Bayern Monaco, sicuramente il momento in cui il terzetto con Ribery e Robben sulle ali e Muller da raumdeuter tocca il suo picco. Il Bayern Monaco vince per un totale di 7-0, surclassando gli spagnoli in maniera inequivocabile.
All’andata Robben porta Jordi Alba all’esasperazione (tanto che ad un certo punto proverà a vendicarsi tirandogli il pallone in faccia): lo punta in ogni occasione, gli scappa a destra, sinistra, alle spalle. Segna ribaltando per un attimo la sua tipica azione, finge di andare verso sinistra, poi salta il terzino spagnolo verso l’esterno, prima di sfidare la fisica per battere Valdes con un piatto sinistro da posizione defilatissima (Robben dirà che questa è la miglior partita mai giocata all’Allianz Arena).
Al ritorno è il turno di Adriano, il Bayern forte di un vantaggio di 4 gol attacca con meno ardore, tuttavia quando un cambio di gioco di Alaba trova Robben in uno contro uno, il destino è già scritto. A questo punto i gol di Robben alla Robben sembrano come il bug di un videogioco, una situazione specifica in cui se spingi i tasti giusti non puoi far altro che vincere. Gli basta essere minimalista: un tocco verso sinistra al momento giusto per mandare fuori tempo il difensore e poi - dopo due rapidi passettini - un sinistro teso a cercare il palo lontano.
Bayern Monaco - Manchester United | 09/04/2014
Al Manchester United Robben ha segnato uno dei suoi gol più belli tra quelli non alla Robben. Ovviamente però gli ha segnato anche un gol alla Robben. Era il 2014 e l’olandese aveva ancora Mandzukic a spostargli gli avversari a spallate e nonostante il buon lavoro di Vidic, che lo segue per almeno una decina di metri su appoggi sempre meno stabili, Robben finisce per trovare l’angolo alla destra del portiere grazie alla sfortunata deviazione del difensore avversario.
Magari non il gol alla Robben che ci aspettiamo, ma comunque come lo vuoi chiamare?
Bayern Monaco - Werder Brema | 26/04/2014
Non fa neanche in tempo a sistemarsi la fascia da capitano, ricevuta al momento dell’ingresso in campo, che Robben segna un gol alla Robben.
Roma - Bayern Monaco | 21/10/2014
La partita in cui Robben terminò la carriera di Ashley Cole.
Olanda - Spagna | 13/06/2014
Forse il gol di Robben alla Robben meno alla Robben. Tuttavia il principio è lo stesso, quasi arricciare il proprio movimento al fine di creare uno spazio in cui ha sufficiente spazio per caricare il suo fantastico sinistro.
Galles - Olanda | 13/11/2015
Ancora con il movimento a V, quando tira ci sono - letteralmente - 6 giocatori del Galles davanti a lui. Questa cosa di sterzare, tornare indietro quasi, è uno dei motivi che rende tanto difficile da fermare la sua giocata. A sentire Shanti Ganesh, specialista di neuroscienze cognitive che ha fatto uno studio a riguardo i gol di Robben alla Robben, il segreto è il movimento finale, l’ultimo aggiustamento che Robben fa per crearsi lo spazio per il tiro. Secondo lo scienziato «il movimento inconscio del corpo è più veloce di quello comandato dal cervello [e la sua capacità di capire cosa arriverà dopo]». Messa così, la sfida tra Robben e i difensori sembra un culto manicheista - tra velocità e ragione - dove i secondi non possono che soccombere.
Juventus - Bayern Monaco | 23/02/2016
Ancora a V: i gol di Robben alla Robben non li ferma neanche la BBC. L’esterno a piede invertito funziona anche perché i difensori preferiscono difendere l’altro fianco, per loro difendere così è innaturale. Guardate Barzagli quanta fatica fa con il corpo, come non riesce a capire con quale piede intervenire, finendo per arrivare troppo tardi.
Poi, certo, devi essere veloce palla al piede come Robben per riuscirci.
Bayern Monaco - Hertha Berlino | 21/09/2016
Robben salta quasi tutta la seconda parte della stagione 2015/16 a causa degli infortuni. Gioca l’ultima partita all’inizio di marzo, poi torna per gli ultimi minuti della partita in casa contro l’Hertha Berlino a fine settembre. Entra al minuto 65 e al minuto 72 segna il gol del 3-0. Ancora una volta un gol alla Robben.
A questo punto, in un arco di tempo in cui non segna molti gol, i suoi gol sono davvero tutti così, in modo quasi ridicolo. In un’intervista ad ESPN, parlando del suo movimento, Robben è stato brutalmente onesto: «Quando qualcosa funziona, continui a ripeterla. Ma non sono la persona giusta per spiegare perché funziona».
Bayern Monaco - Amburgo | 25/02/2017
Calzamaglia, guanti, il sinistro bacia il palo, l’esultanza è con le mani allargate e i palmi in fuori. In più è il gol dell’otto a zero, dimostrazione di una certa perfidia che Robben è sempre sembrato avere. Se per scegliere il gol di Robben più alla Robben ci dovessimo affidare solamente a tutto quello che non è la giocata in sé, questo sarebbe sicuramente il più vicino possibile all’idea iperuranica del gol alla Robben.
Bayern Monaco - Borussia Dortmund | 08/04/2017
Se c’è qualcuno felice del ritiro di Robben, quelli sono i tifosi del Borussia Dortmund. Troppe volte l’olandese gli ha fatto male, troppi gol gli ha segnato in quelli che vengono chiamati Der Klassiker.
Approfittando di un rapido contropiede, Robben si trova a puntare prima Papastathopoulos, che sembra un’altra razza animale rispetto all’olandese, e subito dopo Schmelzer. I due difensori fanno una mossa quasi coordinata, apparentemente ridicola ed inutile, ma che spiega bene quanto poco potessero gli avversari quando Robben riusciva a prendere il tempo giusto per la sua giocata.
Intervistato dal New York Times, per questo bel pezzo sul movimento di Robben, Schmelzer affronterà l’argomento in maniera piuttosto fatalista, lui terzino sinistro del Borussia Dortmund: «Ho provato a trovare un pattern» (anche se dal video qui sopra non si direbbe). Per il difensore «semplicemente non è possibile tenerlo fuori dalla partita per 90 minuti. Jürgen Klopp ci ha sempre detto che il problema non è perdere il duello individuale, ma non coprirlo».
Bayern Monaco - Arsenal | 15/02/2017
La prima cosa che salta all’occhio di questo gol (oddio forse non proprio la prima, ma insomma) è che Robben è l’unico ad indossare la calzamaglia tra i giocatori in campo. Se da una parte possiamo pensare che è un vezzo, è anche vero che i muscoli di Robben sono stati gli unici a fermare la sua mossa.
Dopo aver saltato quasi tutta l’ultima stagione a causa degli infortuni, Robben ritirandosi ha detto di non essere più «un giovane sedicenne che non ha idea di cosa un infortunio può farti». E l’olandese è sempre sembrato uno di quei giocatori consumati dagli infortuni, terracotta in un calcio di ferro. La cronistoria dei suoi infortuni occupa 4 pagine su Transfermarkt, ma non gli hanno impedito di essere questo giocatore qua, capace di spedire palloni all’incrocio senza che nessuno potesse davvero farci nulla.
Il tiro con cui segna questo gol all’Arsenal è forse uno dei più belli della sua carriera, il pallone bacia la traversa prima di interrompere una rotazione perfetta. Certo viene da chiedersi cosa diamine stava pensando Coquelin per fare un saltello verso la sua sinistra mentre Robben tagliava con la facilità di un taglierino ben affilato sulla carta verso sinistra, contraddicendo tutto quello che possono averti detto su Robben, che poi è una cosa.
Curioso come dall’altro lato del campo Alaba gli indichi l’incrocio dei pali.
Bayern Monaco - Benfica | 27/11/2018
I gol di Robben sembrano sempre un po’ più alla Robben in Champions League. Come se il pallone fosse più gonfio, l’aria notturna più rarefatta. Le sue sterzate sembrano più efficaci, i suoi tiri più violenti.
Questi, diversi ma uguali, sono gli ultimi due gol alla Robben della sua carriera. Sono la prova che anche in una stagione in cui è riuscito a giocare a malapena poco più di 500 minuti, il suo movimento è rimasto irrisolto e - a questo punto - lo rimarrà per sempre, come alcuni problemi matematici o il mistero riguardo chi ha davvero sparato a John Fitzgerald Kennedy.
E arrivati a questo punto posso rivelarvi che in realtà non volevo davvero trovare il gol di Robben più alla Robben, un'operazione che adesso mi sembra ridicola. La finalità di questo lungo articolo è stata quella di omaggiare un calciatore che ha attraversato perfettamente la mia (ma anche la vostra) esperienza di appassionato di calcio ripetendo all’infinito la stessa mossa. L’ho voluto fare mettendo in fila quanti più gol simili possibile, con la speranza che arrivati a questo punto sentiate un po’ di nausea, come quando finite per mangiare troppe ciliegie in una calda serata estiva.
In un’epoca in cui tutto diventa obsoleto in un attimo, Robben è riuscito a ritagliarsi uno spazio unico che non è mai invecchiato, qualcosa che ci ha seguito per tantissimo tempo. Non sarà stato probabilmente il primo a segnare un gol tagliando da destra verso il centro e poi tirando di sinistro, ma sarà il primo nome che ci verrà in mente quando vedremo qualcun altro farlo. Se la riproduzione in serie oggi è affidata ad algoritmi e macchine, Robben ci ha ricordato che l’esercizio e la ripetizione sono alla base dell’esperienza umana.
Nell’intervista ad ESPN l’olandese ha detto «fare la stessa cosa ancora e ancora senza varianti non funzionerà. Bisogna sempre cercare soluzioni in anticipo, muoversi in maniera differente, fare scatti diversi». Nella ripetizione, Robben rivendica le piccole variazioni, le accortezze, la capacità di leggere quello che gli accade intorno e reagire in maniera immediata: «Molto dipende dall’intuito e dall’esperienza. Spesso si reagisce alla posizione di difensori e centrocampisti, è la situazione a determinare la tua corsa, non si può sempre pensare di puntare direttamente la porta (qui ad esempio, cambia rotta all’ultimo e finisce per segnare con il destro, nda)».
In definitiva il gesto più riprodotto e ripetuto del calcio moderno (oggi siamo pieni di esterni a piede invertito che provano a segnare in questo modo) è frutto di un lavoro complesso, della sensibilità di un calciatore a cui abbiamo concesso questa mossa e poco altro. Ridurre Robben a un movimento fatto di tre fasi - destra, taglio, sinistra - è sbagliato, perché le fasi sono cento.
Se infatti tutti i gol alla Robben di Robben sono uguali è perché, in fondo, tutti i gol di Robben alla Robben sono diversi.