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L'impotenza della Roma di fronte al Napoli
01 apr 2019
C'era troppa differenza fra le due squadre.
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(articolo)
10 min
(copertina)
Foto di Andreas Solaro / Getty Images
(copertina) Foto di Andreas Solaro / Getty Images
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Dopo aver esordito con una vittoria contro l’Empoli e aver perso con la SPAL, il Napoli era il primo avversario di alto livello che la Roma affrontava dopo il ritorno in panchina di Claudio Ranieri. È finita molto male, con una sconfitta per 4-1 dopo una delle prestazioni più brutte del campionato, che Ranieri ha riassunto sconsolato: «Stiamo cercando di fare di tutto, ma è un momento particolare. Prendiamo gol al primo affondo, riusciamo a pareggiare, e onestamente non so neanche come, e alla prima occasione del secondo tempo subiamo il secondo gol. È dura, cerchiamo di aiutare la squadra ma non è facile, gli altri corrono di più e ti mettono in mezzo».

Il senso di impotenza lasciato intendere dalle parole di Ranieri danno la misura di quanto sia delicato il momento, con la Roma che è scivolata al settimo posto, fuori anche dalla zona Europa League. Il Napoli non ha nemmeno dovuto forzare per vincere con uno scarto così ampio e forse niente più di questo mostra la distanza che oggi separa i giallorossi dalle migliori squadre del campionato.

La Roma ha fatto grande fatica a risalire il campo, ha spesso rinunciato a costruire l’azione da dietro, nonostante il Napoli tendesse ad allungarsi e a concedere ricezioni all’interno del suo schieramento quando difendeva, e aveva Dzeko come unico riferimento a cui appoggiarsi per far arrivare la palla nella trequarti avversaria. Il bosniaco era condannato a una partita quasi impossibile, isolato in mezzo a Maksimovic, Koulibaly e a Hysaj, con il compito di rendere giocabili i palloni che venivano lanciati verso di lui. Dzeko ha commesso diversi errori e ha tirato solo una volta, ma è stato il migliore della Roma per sponde (3) e occasioni create (3) e ha giocato un numero di palloni (45) simile a quello di De Rossi (48) e superiore a quello dei due difensori centrali. L’importanza del suo contributo in possesso riflette le grandi difficoltà che ha avuto la Roma a sviluppare il gioco.

A destra in teoria Ranieri voleva utilizzare Schick come punta aggiunta che si avvicinava a Dzeko tagliando dalla fascia, lasciando l’ampiezza a Santon, mentre a sinistra Kolarov restava più basso per pulire l’uscita della palla dalle zone arretrate e Perotti restava più aperto per sfidare in dribbling il diretto avversario e crossare (ci è riuscito 3 volte, come Santon). Su nessuna delle due fasce la Roma riusciva però a creare linee di passaggio utili a risalire il campo e, in assenza di connessioni, oltrepassare la trequarti offensiva era pressoché impossibile, se non con una grande giocata individuale o un lancio su Dzeko.

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Qualche esempio dei problemi della Roma in possesso. Nelle prime due immagini Cristante sbaglia due passaggi identici verso Santon, nella terza Kolarov non sa a chi passare la palla, perché i compagni più vicini sono piatti davanti al centrocampo del Napoli e Dzeko e Schick sono lontani e non fanno nessun movimento.

In fase difensiva Ranieri ha provato a sfidare la manovra azzurra cercando di tenere la sua squadra abbastanza alta (alla fine il baricentro medio è rimasto sui 54 metri, quasi venti in più rispetto alla gara d’andata), ma senza chiare idee su come pressare il Napoli ha quasi sempre trovato il modo di aprire lo schieramento dei giallorossi, anche quando provavano a contenere i danni abbassandosi per difendere in spazi più ristretti.

Quando costruiva il Napoli si sbilanciava a sinistra, abbassando Fabián Ruiz a gestire il possesso nello spazio liberato dalla salita di Mário Rui, bloccando al centro Allan e lasciando a destra un vuoto che veniva riempito o dall’accentramento di Callejón o dai movimenti in appoggio di uno tra Mertens e Milik. Partendo quasi sempre da sinistra, la squadra di Ancelotti riusciva ad avanzare appoggiandosi a Verdi, la cui posizione tra le linee sul centro-sinistra non è stata praticamente mai letta dallo schieramento giallorosso, o cambiando lato su Hysaj o Callejón. I diversi modi con cui la Roma ha provato a contrastare i meccanismi del lato sinistro del Napoli, senza mai trovare un rimedio efficace, raccontano forse meglio di ogni altra cosa le difficoltà e la confusione che hanno condizionato la partita dei giallorossi.

All’inizio: Cristante di fianco a Dzeko

Lo schieramento iniziale della Roma prevedeva Cristante da trequartista vicino a Dzeko, con l’idea probabilmente di riempire meglio l’area e di avere un altro giocatore bravo nei duelli aerei su cui poter alzare la palla a inizio azione. In fase difensiva Cristante formava con Dzeko la prima linea di pressing, partendo dalla zona di Allan per poi alzarsi verso chi impostava l’azione sul lato sinistro del Napoli. Bloccando Hysaj di fianco a Maksimovic e formando una linea difensiva a tre, la squadra di Ancelotti si garantiva però la superiorità numerica e appoggiandosi ad Allan o Fabián Ruiz riusciva facilmente a manovrare.

A quel punto alle spalle di Cristante e Dzeko doveva alzarsi uno dei due interni di centrocampo, ma il meccanismo si è subito rivelato inadeguato. Alla prima azione della partita Fabián, senza pressione, ha potuto allargare il gioco a Mário Rui, mentre l’uscita fuori tempo di De Rossi ha lasciato libero Verdi alle sue spalle.

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La Roma si è aperta con un semplice passaggio verso la fascia e non è più riuscita a recuperare. Con la palla a Mário Rui, né Nzonzi correndo verso la porta né Santon uscendo dalla sua posizione sono andati a pressare Verdi che, essendo libero di giocare il pallone, ha potuto dosare un grande assist sullo scatto di Milik in mezzo ai difensori centrali. Con un primo tocco eccezionale, l’attaccante polacco è riuscito a sistemarsi la palla girandosi verso la porta e con un tiro forte di controbalzo sul primo palo ha portato in vantaggio il Napoli dopo nemmeno due minuti.

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Il centrocampo a tre

Visti i problemi causati dalla posizione di Verdi, intorno al decimo minuto Ranieri ha abbassato Cristante sul fianco destro di De Rossi, a giocare da mezzala di un centrocampo a tre per avere maggiore protezione nella zona in cui si muoveva il numero 9 azzurro. I problemi sono solo cambiati: Cristante è stato preso in mezzo tra Fabián Ruiz e Verdi, senza riuscire a garantire né pressione sullo spagnolo né copertura dello spazio alle sue spalle, e il suo arretramento a centrocampo, unito alla posizione larga di Schick per schermare il passaggio verso Mário Rui, lasciava Koulibaly libero di iniziare l’azione. Verdi insomma continuava a restare libero alla destra di De Rossi e i compagni riuscivano a trovarlo.

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Qui sopra la Roma aspetta schierata con il centrocampo a tre e Schick che chiude la linea di passaggio sulla fascia, ma Koulibaly ha comunque un corridoio per trovare Verdi di fianco a De Rossi. L’azione continua con Mertens che riceve da Verdi e non riesce a calibrare l’ultimo passaggio per Milik, che si era smarcato dietro Fazio e avrebbe potuto ricevere in area e calciare in porta. È solo per errori di questo tipo in rifinitura o nel passaggio immediatamente prima che il Napoli ha tenuto in partita la Roma nel primo tempo, subendo addirittura il pareggio su rigore con Perotti un attimo prima dell’intervallo.


Schick alto e Cristante si allarga

Col centrocampo a tre la Roma è sembrata avere ancora meno riferimenti per alzarsi a pressare il Napoli, che era abile ad adattare la sua struttura in costruzione ai cambi di strategia e di schieramento dei giallorossi. L’isolamento di Dzeko lasciava i difensori centrali azzurri, e in particolare Koulibaly, liberi di iniziare l’azione, e faceva abbassare la Roma, che comunque non riusciva a coprire i fianchi a De Rossi. Oltretutto abbassandosi i giallorossi finivano per sacrificare Schick, largo e lontano da Dzeko, affidandogli compiti di copertura che limitavano le possibilità di ripartire dopo aver recuperato la palla. Schick ha provato ad aiutare la squadra chiudendo le linee di passaggio verso Mário Rui e in un’occasione ha pure coperto un buco nello schieramento seguendo Verdi fino a schiacciarsi quasi sulla linea difensiva, ma il suo contributo offensivo è stato praticamente nullo.

Passando al centrocampo a tre, Ranieri probabilmente puntava anche a tenere avanzato Schick coprendo la zona alle sue spalle con l’allargamento di Cristante, mentre l’attaccante ceco si alzava per pressare Koulibaly. Anche provando ad aggredire più in alto la manovra del Napoli, le uscite in pressione lasciavano comunque libero Verdi.

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Schick si alza su Koulibaly, Cristante si allarga su Mário Rui, Nzonzi e De Rossi escono su Allan e Fabián Ruiz, ma Verdi è sempre libero.




Cristante più basso sul centro-destra

A un certo punto del primo tempo, mentre attorno i compagni venivano presi in mezzo dal palleggio del Napoli, De Rossi ha iniziato ad alzarsi da solo in pressione e ha provato a trascinarsi dietro il resto della squadra, riuscendo in un paio di occasioni a sporcare il possesso avversario e a garantire un paio di recuperi in zone alte.

Quando la Roma difendeva nella sua metà campo, l’insistenza con cui De Rossi cercava di interrompere la passività attorno a lui alzandosi a pressare veniva assorbita soprattutto da Cristante, che restava più basso sul centro-destra nel tentativo di schermare Verdi.

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Qui sopra il Napoli si stava riorganizzando dopo aver stoppato sul nascere un tentativo di ripartenza della Roma, originato proprio da un recupero di Cristante, basso sul centro-destra a coprire De Rossi. Sullo sviluppo dell’azione il capitano giallorosso resta più avanzato, mentre l’ex centrocampista dell’Atalanta si avvicina a Verdi. Dietro di lui può però ricevere Mertens, che porta palla e arrivato al limite dell’area appoggia a Verdi. Il tiro del numero 9 azzurro viene comunque respinto da Manolas.


Il quadrilatero

Dopo l’intervallo, sull’1-1 e con ancora la speranza di cambiare gli equilibri della partita, Ranieri ha sperimentato un’altra soluzione per contrastare il lato sinistro del Napoli, accentrando Schick e alzando Nzonzi sulla stessa linea per tagliare fuori dalla manovra Fabián Ruiz e Allan, mentre De Rossi e Cristante formavano una coppia di interni a centrocampo che doveva riuscire finalmente a gestire la posizione di Verdi.

Alla squadra di Ancelotti sono però bastati pochi minuti per prendere le misure alla nuova struttura giallorossa e segnare il gol che ha deciso in modo definitivo l’andamento della partita. Nell’occasione Fabián è riuscito a smarcarsi in mezzo al quadrilatero formato dai giocatori della Roma sul centro-destra e, con Verdi schermato da Cristante, ha servito Mário Rui sulla fascia. Come nell’azione del primo gol, è bastato un passaggio di Fabián verso il terzino sinistro per aprire lo schieramento, e ancora una volta i giallorossi non ce l’hanno fatta a recuperare. Mário Rui ha trovato un bel passaggio in diagonale verso Mertens e, dopo un rimpallo su Fazio, la palla è finita larga a destra a Callejón, che ha crossato e grazie a un errore di Olsen ha trovato Mertens a due passi dalla porta.

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Dopo il 2-1, il Napoli ha trovato altri due gol, in ripartenza con Verdi dopo una punizione battuta dalla Roma e sugli sviluppi di un calcio d’angolo con Younes. La squadra di Ranieri è semplicemente sembrata poco attrezzata a rispondere ai quesiti posti dagli azzurri, che con la loro tipica manovra sul centro-sinistra imponevano una scelta tra la difesa dell’ampiezza e quella della profondità, trovando sempre il modo di risalire palleggiando all’interno della struttura difensiva giallorossa.

La Roma non aveva ben chiaro cosa fare, sia quando provava ad aggredire in alto che quando invece conteneva nella sua metà campo, e nemmeno sapeva bene come attaccare il Napoli, faticando anche solo a creare le minime connessioni per portare la palla nella trequarti offensiva.

Certo, la zona che vale la qualificazione in Champions League non è poi così lontana, ma in questo momento i giallorossi devono risolvere molti problemi prima di tornare ad avere quel tipo di ambizioni.




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